𝐋𝐗𝐕𝐈𝐈

Manhattan

"Sono dieci." Esordisce Sabatini con la sua spiegazione, lasciandosi andare sullo schienale della poltrona girevole. "Dallas sta seguendo dieci punti o, per meglio dire, dieci comandamenti. Come andava a catechismo? So che lì in Texas siete piuttosto fissati con la religione. Be', non quanto Dallas probabilmente." Si interrompe per osservare l'assente reazione di John. Decide di non darvi peso, può ben comprendere il sospetto che prova in questo istante. Così prosegue. "Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese di Egitto, dalla condizione servile. Questo dovrebbe esserle familiare. È già accaduto, lei e sua figlia siete fuori dalla condizione servile di Sherstone. Lei, in particolare, se non vado errato ha già perso il suo distintivo. Dico bene?"

John annuisce debolmente, lento, scandendo ogni cenno del capo. Naviga ancora nella nebbia del sospetto. A cosa sta assistendo davvero? Se lo domanda ancora, seguendo con attenzione il discorso di Sabatini. Sta pronunciando le parole scritte nel deuteronomio, un libro a John familiare. Questo chiarirebbe molti dubbi riguardo il sentiero tracciato da Dallas nelle ultime settimane... un sentiero che finora è apparso confuso e privo di logica.

"Non avere altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù in cielo, né – bla bla, roba sulla terra e sull'acqua – Non ti prostrerai davanti a quelle cose e non le servirai. Perché io il Signore tuo Dio sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli. Questo riguarda più sua figlia, signor Woodroof. È diventato molto geloso di recente. Non so come stia agendo a tal proposito, ma dalla notte di Halloween ho notato un avvicinamento molto forte. Ricordati che sei stato schiavo nel paese d'Egitto e che il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso; perciò il Signore tuo Dio ti ordina di osservare il giorno di sabato."

"Cos'è? Un avvertimento?"

Finalmente la voce di John si fa sentire e lo fa con una domanda attinente, ben meditata, facendo sorridere Sabatini. Gli punta un dito contro e lo ritira subito, quasi fosse orgoglioso di lui. "Un'ottima intuizione. Sì, oggi è sabato. Credo proprio che questo comandamento riguardi il vostro incontro. D'altronde l'ha richiesto proprio in questo giorno, ha insistito lui, noi le avremmo concesso di entrare già da una settimana e Dallas lo sapeva. Vediamo, che abbiamo poi... Onora tuo padre e tua madre, come il Signore Dio tuo ti ha comandato, perché la tua vita sia lunga e tu sia felice nel paese che il Signore tuo Dio ti dà. Non uccidere. Temo questo sia già stato depennato. A meno che non voglia che sia lei a uccidere qualcuno. Neanche sto a dirle che dovrà rifiutare."

Conta sulle dita di due mani quei comandamenti, seguendo il suo stesso segno e rivangando nella memoria per ritirare fuori parola per parola. Cerca le ultime quattro leggi, in un angolo della stanza, in un punto vuoto e fisso che a quanto pare contiene le risposte. "Non commettere adulterio, non rubare, non pronunciare falsa testimonianza. Non desiderare la moglie del tuo prossimo. Non desiderare la casa del tuo prossimo, né il suo campo, né il suo schiavo, eccetera, eccetera. Questi mancano all'appello, a quanto ne so. Le risulta?"

L'espressione corrucciata sul viso di John la dice lunga. Rammenta un piccolo dettaglio, affatto insignificante, che ancora oggi porta una ferita che si sta rimarginando – con estenuante lentezza – sulla mano. "Sono entrato in casa sua, dice che vale?"

"Ha prelevato qualcosa?"

John annuisce, suo malgrado. Si sente un po' colpevole. In fin dei conti, a pensarci bene, ha cominciato con l'illegalità già da diverso tempo, senza che gli fosse richiesto. L'ha ritenuto necessario e ha fatto bene, a giudicare da ciò che ha scoperto l'agente Rogers.

Sabatini ci riflette giusto un paio di secondi. Trova la risposta all'istante, con una scrollata di spalle e una smorfia di finto dispiacere, gli comunica la verità.

"Be', lui lo sa. Ha delle videocamere e dei sensori di movimento installati ovunque. È abbastanza paranoico, merito di Winston, lo ha istruito bene su come non farsi beccare. Quindi possiamo depennare anche questo." Abbassato il dito, poi, riprende con l'elenco. "L'adulterio? Atti carnali?"

Un flashback della notte con Lia lo distrae. Dubita si tratti di questo, forse intende quello dell'ex moglie che – chissà – potrebbe non essersi controllata davanti a un giovane manipolatore come lui. La lunga pausa di silenzio che intercorre tra i due, però, è sufficiente. Entrambi sperano non si tratti di Emily, ma lo escludono a priori: uno per preoccupazione paterna e l'altro per via dei suoi valori morali. Dunque, Sabatini decide di afferrare quel mutismo improvviso e tradurlo come più gli conviene, reagendo con un lungo sospiro pesante.

"Lo prendo per un sì. Rimane il sabato, oggi, la falsa testimonianza, l'omicidio lo teniamo in forse e" ripesca l'ultimo punto dalla memoria a lungo termine "desiderare la donna altrui... qualunque cosa significhi per Dallas. Eccoli gli strumenti che deve tenere a mente. Crede di poterlo fare? Crede di riuscire a non assecondarlo, a fare la scelta più giusta, qualunque sia la conseguenza?"

Messa in questi termini, John ne dubita. Ma la cosa che più lo pizzica è il fatto che non sia il primo membro della Molniya a dirlo. John non li conosce da abbastanza tempo da poterlo affermare, eppure ha già intuito l'incredibile somiglianza tra i due mori: Matthew Winston e Francesco Sabatini. A pensarci, d'altronde, sono entrambi italoamericani. Magari è merito dei geni, magari nascondono una parentela segreta o che nemmeno loro sanno d'avere.

"Se la vita di mia figlia rischia d'esser compromessa, non posso prometterlo." Ammette in tutta sincerità, la stessa cosa che ha detto anche a Winston qualche sera fa. E Sabatini, non si smentisce facendo da pappagallo a quel ragazzo. Sembra quasi si siano messi d'accordo su cosa dire.

"Lei non deve preoccuparsi di sua figlia."
"La vedo dura."
"Lo posso immaginare. Ma temo dovrà fidarsi di lei. Può farlo?"

Ma lui si fida di Emily. Anzi, proprio fidandosi l'ha persa in quel modo, davanti a casa del presunto Josh McGregor. Può farlo, sì, ci può riprovare sperando sia l'ultimo suo sforzo. Ma c'è una questione che proprio lo tormenta, che non lo porta a fidarsi delle belle parole di Sabatini o delle fiale che porta nella tasca.

"Perché mi state aiutando? Io non capisco, dovreste essere contro di me, dovreste avermi già ammazzato. Perché non farlo?"

Neanche mette enfasi in quelle domande. È stanco, si percepisce chiaramente. Non è la prima volta che chiede cose simili, ma mai le risposte sono riuscite a soddisfarlo. Forse spera che Sabatini, dall'alto del suo ruolo, possa dare una spiegazione più esaustiva.

In fondo, lui ci prova. "Ammazzare un ex detective? No, non vale la pena. Non quando è Dallas ad averlo messo in mezzo. Non è il nostro gioco, non siamo dei bruti."

A John sfugge un ghigno. Non sono dei bruti, fatica a crederlo... e come biasimarlo? "Ma mi state aiutando. È un controsenso."

"Non la sto aiutando. Sto aiutando la mia famiglia, sto proteggendo Dallas come mi è stato richiesto. Le do l'opportunità di riprendersi sua figlia e sparire dalla circolazione, solo per poter mettere al sicuro la famiglia. Se a Dallas dovesse accadere qualcosa di spiacevole, non esiterei a far accadere qualcosa di spiacevole a lei." E la minaccia, forse, condisce il tutto di un pizzico di credibilità. "Dunque può farlo, signor Woodroof? Può non assecondare il piano di Dallas?"

Non è mai stata sua intenzione, di certo può provarci. Non fatica a rispondergli con un "Posso farlo.", ma fatica a credere di esserne in grado. Ci spera. La speranza non è mai morta.

A Sabatini è sufficiente. Con un dito preme un pulsante rosso sulla piccola tastiera quadrata che ha sulla scrivania. Attende un bip e dà il suo ordine. "Mandami Lia." E una volta richiesta la presenza dell'alleata comune, lo spilungone si alza dalla sedia per invitare il detective a fare lo stesso. Allunga una mano, gli dà un'altra cordiale stretta a mo' di saluto e, quando Lia fa capolino dalla porta, Sabatini conclude con un mite "Può andare."

Eppure, Lia con sé ha portato agitazione e rammarico. "No, non può." Afferma contro ogni aspettativa, guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Woodroof in particolare. "C'è stato un imprevisto."

"Che ha combinato?" domanda Sabatini, dando per scontato – giustamente – che c'entrasse Dallas nel motivo.

"Lo ha saputo. Non so come, ma credo qualcuno gliel'abbia detto. Ha riferito di non essere più disposto a fare l'incontro e poi è sparito dal Paradise. Non sappiamo dove sia."

John entra ufficialmente in allarme. Quell'ultima frase è per lui un colpo al cuore, il rischio di un prossimo attacco di panico a cui non sa più far fronte. La prima domanda che gli balena in testa viene sputata fuori con ferocia, tendendo ogni muscolo del suo corpo. "Emily dov'è?"

Ma, per fortuna, Lia ha come rassicurarlo. "Di sopra." dice. Non che basti.

"Portatemela. Approfittiamo della sua assenza. Datemela e io sparisco." Tenta il tutto per tutto, John. È per lui la soluzione più efficacie, sebbene chiunque dei presenti sembra aver qualcosa da ridire sbeffeggiandone il piano.

"No, verrebbe a cercarla. Dobbiamo prima trovare lui." Risponde Sabatini. Poi Lia aggiunge. "Ricominceremmo tutto da capo, altrimenti."

"E poi? Che fate? Questo piano mi sembra una gran stronzata. Lo legate a una sedia?"

E seppur John sia chiaramente ironico, la replica che gli viene data dallo spilungone è fuori da ogni suo scenario. Mai avrebbe immaginato una cosa simile.

"L'idea era di farlo arrestare."

"Cosa?" tace per un attimo. Confuso, riflette sulle parole che gli sono state rivolte. Poi rammenta di aver letto di un arresto a New York, un solo articolo di giornale. Collega i punti, ha senso, ma non dimostra di sapere o di intuire che quella fosse una strategia già applicata in precedenza... che, tra l'altro, l'aveva poi portato a far peggio spostandolo sul territorio texano. "Solo adesso volete farlo arrestare?"

E a domanda, segue il chiarimento richiesto. "Non sarebbe la prima volta. L'abbiamo già fatto quando l'HGS ci stava alle calcagna, tenerlo in isolamento nel penitenziario di New York e con qualche finto agente a sorvegliarlo, ci ha concesso di tenerlo congelato e sistemare la situazione. Starebbe lì fino al ritorno del capo."

Ancora una volta questo fantomatico capo. Sebbene sia Sabatini al comando, sembra quasi che nessuno voglia togliere dalla sua posizione di boss la donna per cui Winston ha fatto le valigie. Che ha di tanto speciale, si domanda.

"Non sarebbe meglio ucciderlo?" un quesito che gli sfugge prima di riuscire a controllarne la natura. Un po' azzardata come proposta. Non a caso Francesco gli lancia un'occhiata di fuoco. Lo spilungone sta per dire qualcosa, probabilmente minacciandolo, ma John corre ai ripari il prima possibile. O meglio, giustifica il suo desiderio come può, ricordando loro in che posizione scomoda si trova. "Voglio mia figlia. Mi era stato promesso un incontro."

"Che ora è saltato. Pensavo fosse disposto a collaborare."

"È sopra le nostre teste e non me la fate vedere!"

Ma Francesco non ne può più. Ora ha un killer scomparso, una ragazzina minorenne nelle stanze del Paradise e un detective fin troppo rabbioso. Tenta di mantenere la calma, torna a sedersi, ma tira fuori dal cassetto della scrivania una delle sue pistole. La posa davanti a sé, con una mano sull'impugnatura e un dito che sfiora il grilletto. Poi il suo ultimo avvertimento.

"Ci risentiremo, detective. Si faccia una dormita e si calmi, al resto penso io."

7 novembre 2021

Superata la mezzanotte, il sabato è stato lasciato alle spalle. John dà per scontato – anche per via di quel dettaglio su cui Sabatini gli aveva fatto riflettere – che sia saltato in aria l'intero piano. Lo fa notare a Lia mentre lei lo accompagna alla macchina, prendendosi una notte fuori dal locale. John non nega d'esser sorpreso dalla sua compagnia sul sedile del passeggero, ma quando riparte abbandonando il parcheggio sul lato del marciapiede a due isolati dal locale, è lei a dargli una spiegazione.

"Non è saltato." Sgancia la bomba con tono apparentemente rilassato. Che diamine è accaduto mentre lui era rinchiuso in quell'ufficio? Perché gli sembra sempre di perdersi dei pezzi?
"Ma che dici? Nemmeno Sabatini era nell'accordo, Lia. Sta andando tutto a puttane."
"Sta zitto e respira. Ti ho detto di fidarti di me. Non lo stai facendo." È sufficiente l'autorevole pacatezza della donna a farlo obbedire. Se ne sorprende John stesso. Forse sta perdendo la bussola ad affidarsi tanto a lei. Un po' come fece Kyle affidandosi alla Yoshima, ai tempi. "So dov'è Dallas. Ho parlato con Maddalena, mi ha detto che aveva scoperto dell'incontro e aveva deciso di spostare la vostra conversazione fuori dal nostro territorio, in un posto che apparteneva a noi tempo fa e che ora è abbandonato a sé stesso: la chiesa. Al Paradise è rischioso per entrambi e Sabatini, no, sapeva dell'incontro, lo ha concesso, ma non doveva sapere così tanto. Non importa, merda! Ce lo faremo andar bene comunque. Maddalena farà uscire da lì Emily, tu seguirai il piano, cambia solo la location. Non vuole più che Francesco sappia che vi vedete. Non vuole che sappia di cosa parlate. Se lo becca, lo fa arrestare davvero e Dallas non ha intenzione di tornare dentro."

Eppure, i piani del grande capo sembrano diversi. Per un attimo nella mente di John balena l'idea che siano tutti in combutta, che Lia stia mentendo, che stia andando tutto secondo le loro previsioni, passo dopo passo. Si domanda se rivedrà davvero Emily, teme che le paranoie dimostrino avere un fondo di verità. Ma scaccia all'istante quella preoccupazione. La sua angoscia persecutoria non ha mai dato buoni frutti; basti pensare a come l'agente Rogers si sia redento, a come abbia dimostrato di valere e di essere affidabile. John decide dunque di cancellare ogni dubbio superfluo, di rimanere lucido, proprio come sua figlia gli aveva chiesto di fare dopo il ritrovamento della Baldwin.

"Mi pare di capire che ci tornerà comunque." Contesta l'ex detective ricordandole le parole di Sabatini.
"Questo a te non interessa. E lui non lo sa, non ancora. È convinto che se va tutto secondo i suoi piani, Francesco si dimenticherà della storia, terrà Emily con sé e tu sarai bello che morto. Non ha idea del fatto che Maddalena la stia facendo scappare. E quando sarà il momento, se la vedrà con Francesco. Tu devi solo seguire il piano e poi sparire, come hai promesso a Matthew."

Ecco quindi il suo unico ruolo. Non è che a John stia bene, ma nonostante le orecchie dritte e in allerta è disposto a fare un tentativo. Lia si sta rivelando davvero l'unica persona di cui potersi fidare in quella caotica giungla grigia.

"Hai ancora le fiale?" chiede poi, accertandosi che il piano possa proseguire, seppur in altro luogo.
"Sì."
"Bene. Non possiamo sbagliare oggi. Se gli diamo altro tempo capisce cosa sta accadendo, capisce cos'ha combinato Matthew. Non fallire."
E infine l'ultima domanda, forse la più importante. "Tu vieni con me?" chiede John, in cerca della sua nuova salda spalla.
"Aspetterò fuori, quando avrai finito ti porterò da Emily."

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top