𝐋𝐗𝐈

"Come va la mano, detective?"

È davvero quella la domanda con la quale vuole cominciare la conversazione? John è incredulo: Kyle aveva ragione, non alludeva a una semplice tela, parlava di un vero e proprio contatto. E dannazione, la sua irritante e strafottente voce dà sui nervi più di quanto pensasse.

"Non rispondi? Huh, giusto, perdonami, non rispondi più al termine detective, dico bene? Posso quindi chiamarti John?"

Dallas, dall'altro lato del telefono, sembra immerso in un ambiente molto ampio e spoglio, il classico appartamento ordinato e scarno che a malapena trattiene l'eco. La voce colpisce giusto qualche mobile, come il divano su cui il riccio è comodamente seduto. Poi una seconda, più femminile e vellutata, raggiunge il microfono del cellulare, entrando come un ago nel cervello del cowboy.

"Robert? Vuoi un-... oh, scusa, non avevo visto fossi in chiamata."
"Tranquilla. Sì, vorrei un po' di vino, grazie Joline."

È il nome pronunciato a dar conferme all'ex detective. John sente il petto sul punto d'esplodere, assieme alla vena sul collo che pian piano aumenta le sue dimensioni, pulsando come mai prima d'ora. Il volto della sua ex moglie gli appare dinanzi agli occhi con ferocia. Desidera il dono del teletrasporto, ma ogni preghiera diventa vana di fronte all'evidenza della sua impotenza.

"Non stai facendo sul serio." Mormora tra i denti, furioso.
"Avverto tensione nella tua voce. Va tutto bene? Ci tengo alla tua salute, John. Dovresti guardarti dallo stress."
L'ennesima punta di sarcasmo non fa altro che incrementare l'ira nel petto di Woodroof. "Figlio di puttana."
"Ah! No, non farlo. Credimi, offendere mia madre non metterà al sicuro nessuna delle due."

Solo in quel momento John riesce a far entrare nel suo campo visivo i due colleghi. La richiesta di Arthur di inserire il vivavoce viene finalmente accolta, coinvolgendo i presenti nell'incubo che si sta proponendo nella vita del detective.

"Sai, riesco a vedere chiaramente da chi abbia preso. È un cocktail di geni perfetto: metà di ognuno, lo trovo poetico." Riprende a parlare Dallas, affamato del dolore di John. E in effetti, ogni provocazione ha il suo effetto.

"Tu e Matthew siete morti." Risponde come colto in una profonda trance omicida. "Lo giuro su mia figlia. Mi senti, bastardo? Credi che non lo farei? Vi troverò e, fosse l'ultima cosa che faccio, vi ucciderò con le mie mani."
Ma al contrario di ciò che crede lui, Dallas è decisamente lieto di sentirglielo dire. "C'è una scommessa a questo proposito. Io ho puntato un bel centone sul sì. Matthew pensa tu sia molto più simile a Kyle di quanto credi, invece. Comunque ti consiglierei di non farlo... credo che lei ci rimarrebbe male. Si è affezionata, sai? Pensavo mi prendesse per il culo – quella è una brava attrice, l'hai cresciuta bene – ma..." blatera e blatera il killer, finché non si interrompe, concedendosi una pausa prima di riaprire bocca con un sorriso beato sul volto. "credo che le sue urla di piacere siano piuttosto sincere."

Un bugiardo che però la racconta nel modo giusto, perché per un attimo ci credono tutti e tre i presenti. Si scambiano qualche sguardo di dubbio e preoccupazione, spaventati all'idea che possa averle messo le mani addosso. Non se l'aspettavano? Certo che sì, è che sentirlo ha tutt'altro sapore.

"Tranquillo, non ti ho chiamato per parlare di lei, ma per parlare di te e delle conseguenze di dove le tue indagini stanno portando. Cercherò di rubarti poco tempo. Vedi, il fatto è che la tua curiosità mi ha messo un po' in difficoltà. E per quanto io sia fiero di te, felice di aver puntato sul cavallo migliore, non posso lasciare che il tuo contatto con Snyder resti impunito."

A John non serve che Dallas racconti i suoi piani. A nessuno servirebbe, Chris si sistema il berretto con nervosismo, sudando freddo al solo pensiero di ciò che sembra scritto nel destino di Joline; Arthur è un pezzo di ghiaccio, congelato sul posto e col viso pallido. John sente le mani legate. Ciò che può fare è solo scrivere su un pezzo di carta, al poliziotto che gli sembra più reattivo, di avvertire il dipartimento di Chicago nella speranza che possano intervenire il prima possibile. Fortuna vuole che John ricordi perfettamente la via e il civico dell'appartamento di Joline, cosicché possa comunicarlo.

Mentre Chris si allontana armato di telefono. John tenta di trattenere il pittore. "Non mi risponde, dovresti star tranquillo. Non so cosa tu gli abbia fatto, ma sembra parecchio restio a dare una mano."

Irritato, Dallas scuote la testa e contrae i muscoli del volto in una smorfia seccata. "No no, non capisci, non è quello il problema. Il fatto è che tu sia arrivato a scomodare Snyder."
"Questo significa che sei al Paradise?" tenta di indovinare.
"Al momento direi proprio di no."
"Ed Emily? L'hai portata lì?"
Ma a tal proposito Dallas non accenna un fiato, non un cenno di assenso o di dissenso. Si limita a tornare sul suo argomento principale, quello da lui intavolato inizialmente, nonché la ragione della chiamata e della sua presenza a casa di Joline. "Sebbene io ami avere ragione sulla tua tenacia, John, credo che tu debba impegnarti a soddisfare le speranze di Matt lasciando da parte tutta la merda che implica il governo."
John non ci sta, anche poiché spaventato all'idea di chiudere quella conversazione e non essere riuscito a mandare in tempo una pattuglia all'indirizzo della sua ex moglie. "L'hai messo tu in mezzo, non io." È questo il suo tentativo per trattenerlo. Ma è ben chiaro, già dalla risposta che giunge dall'altro capo della cornetta, che la chiamata sia agli sgoccioli.
"Colpa di una piccola debolezza che mi tormenta dal passato, un errore minuscolo coi capelli rossi, niente di così drammatico. Ma di certo non mi fa piacere avere il governo col fiato sul collo. E da amico, ti garantisco che non piacerebbe neanche a te. Hai avuto un assaggio con la Larsson, dico bene?"

Un brivido ghiacciato percorre la spina dorsale dei presenti. Come diamine fa? Ne conosce persino il nome. È come se quell'uomo non se ne fosse mai andato da Sherstone, come se fosse presente al fianco di John nelle sembianze di spettro, invisibile e angosciante. Questo spiegherebbe il perché di quel terribile nodo allo stomaco. Ma in che modo? Com'è possibile che abbia occhi e orecchie ovunque? Non può essere tanto supportato, tanto sicuro, protetto, informato. Non è poi così importante. Giusto?

"Spero di rivederti presto, John. Mi farò risentire."

Il tempo e lo sforzo di fare la chiamata e mandare una pattuglia all'indirizzo fornito, si sono rivelati vani. Quando la volante è giunta a destinazione, ha trovato l'appartamento vuoto e in ordine. Nulla di strano, sembrerebbe che Joline sia uscita di sua spontanea volontà e senza opporre resistenza; ma John sa perfettamente che non sia un buon segno. Nessuna delle vittime, in fondo, si è mai opposta al pittore.

Se solo John sapesse a pieno ciò a cui sta andando in contro, probabilmente cambierebbe strategia. In fin dei conti, la sua storia è solo una replica di quella di Snyder.

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