𝐈𝐈
6 settembre 2021
Ore 15
Il fruscio delle pagine riempie la sala d'attesa, scacciando lentamente il silenzio che si era creato. Le due mamme comare si sono separate: una si è intrufolata nell'ufficio della direttrice, l'altra è rimasta seduta davanti a Woodroof con niente di interessante da fare per ammazzare il tempo. Certo, un hobby degno di lei se l'è pur sempre trovato o se così non fosse non starebbe osservando il cowboy come s'egli avesse preso le sembianze di una succosa bistecca. Inumidisce le labbra, le mordicchia e passa una mano sulla clavicola. Colpa dei quaranta gradi che colpiscono la contea di Sherstone da giugno fino a novembre, si rassicura John. Poi la donna drizza la schiena per aumentare la taglia del seno e accavalla le gambe con sguardo civettuolo. Ma nessun pezzo di carne ha mai desiderato meno la bocca d'una donna. John Woodroof sa che se solo avesse scambiato un'occhiata di troppo con Katy Cox, quello sarebbe stato il suo ultimo istante di pace. Katy è asfissiante, insistente, disperata come non mai dopo la perdita del marito nell'incendio del 2010. Anche allora, sebbene John fosse felicemente sposato, aveva tentato di rimpiazzare l'amore della sua vita con il detective in men che non si dica. Com'è che recita il detto? Morto un papa se ne fa un altro.
Katy schiarisce la gola, John comincia a pregare un Dio di cui ha sempre messo in discussione l'esistenza, pur di non sentire quella voce da gallina. Sono secondi di puro terrore quelli che attraversano la stanza col rintocco delle lancette, un inno che accompagna John verso un destino inevitabile.
"La vedo in forma, detective."
È la frase con cui Katy decide di esordire, rompendo la meravigliosa cappa di silenzio che si era creata su di loro. A John è sufficiente sollevare un dito e mantenere gli occhi fissi sul diario, per far ciò che nemmeno Dio era riuscito a fare: metterla a tacere. Katy prova un odio tremendo per quell'uomo così autorevole e scontroso, ma se ci fosse la sua amica di pollaio costruirebbero una conversazione proprio su quanto questi due aspetti mettano a repentaglio la già carente dignità di Katy. John purtroppo lo sa, perché gli era capitato di ascoltarle parlare qualche mese fa. Con una spalla appoggiata ad una delle colonne sul retro del Bull's Hat - un piccolo pub paragonabile ad un fatiscente saloon Western - John avuto ottenuto il posto in prima fila per un dialogo con lui protagonista. Se avessero fatto un cervello in due, avrebbero notato la presenza dell'uomo dal fumo di sigaretta che spuntava da dietro l'angolo.
"Sembra così burbero, così... uomo. Mi chiedo perché sua moglie l'abbia lasciato. Come si fa ad abbandonare un concentrato di testosterone come quello? È una roba da matti." Diceva una.
"Dicono abbia trovato qualche riccone a nord." Crocchiava l'altra.
"No! Non ci credo! Che sgualdrina!"
"Come si può lasciare un adone così per un coglioncello pieno di soldi?"
"Fosse capitata a me la fortuna... cielo, chi si sarebbe più staccata! Non l'avrei nemmeno fatto andare più a lavoro, avremmo vissuto in orizzontale per il resto dei nostri giorni." Le risate gioviali delle comare vibravano sui timpani dolenti del cowboy, già distrutto dalla giornata di lavoro e, nel sentirle, disgustato da simili pettegolezzi. Ciò che l'aveva frenato dal mostrarsi a loro e incenerirle con lo sguardo, era stato il fatto che almeno la sua ex moglie Joline era stata tirata fuori dalla conversazione appena in tempo.
"In questo non cambierai mai! Hai sempre avuto un debole per gli stronzi." Katy viene ammonita dalla comare numero due, rendendo John il solo oggetto di discussione.
"Andiamo, non è stronzo: è un po' scontroso, sì, ma è autorevole e composto."
"Oh sì, molto composto quando sputa a terra."
"Madre di Dio, può sputare dove vuole quello lì! Anzi sai che c'è? Mi offro volontaria."
Era stato uno spettacolo a cui John non assisteva da anni. L'ultimo dialogo a suo pari era avvenuto a fine liceo. Ai tempi sembrava quasi apprezzare certi commenti, ma con l'età si è fatto maturo e le fantasie di due donne oltre la quarantina non lo facevano sentire desiderato, piuttosto oggettificato. Quelle erano le stesse che poi al complimento di uno degli zoticoni della contea avrebbero risposto a dita medie e lamentele. Un po' impari, secondo John, ma se avesse detto anche questo sarebbe passato per stronzo una volta per tutte.
Katy, ammutolita come una bambina in punizione e calda come un boiler, viene finalmente richiamata all'ordine dalla direttrice. L'amica comare batte con decisione i tacchetti sul pavimento, salutando Katy con un cenno del capo e sbuffando. Chissà cos'ha combinato stavolta il suo povero figlio. La direttrice sorride nella direzione di John che, garbato, risponde con un saluto privo di smancerie, diretto e autoconclusivo, ma soprattutto grato del fatto che gli stia togliendo di mezzo quella piattola della Cox. Ora, di nuovo in pace, può tornare al diario di Jane e concentrarsi esclusivamente su di esso.
12 maggio 2021
Caro diario
Mi sento soffocare. È una sensazione terribile sapere di esser dotati di gran potenziale e non poterlo dimostrare a nessuno. Sono bloccata qui, ho le mani legate in questa piccola contea texana e ormai non so più come uscirne. Mi darei la colpa, prenderei volentieri la responsabilità delle mie scelte. Ma che altro avrei dovuto fare? Ho agito da figlia, sono rimasta vicina alla mia madrina perché se l'abbandonassi a mia volta, lei non sarebbe autosufficiente e sarei io la causa della sua dipartita. Non nego di essermi domandata più volte se valesse la pena. Perché io, a soli sedici anni, dovrei sacrificare la mia vita per badare a chi in fin dei conti non mi ha voluta bene, se non nel momento del bisogno? Perché non ho semplicemente fatto la valigia e non ho colto l'opportunità di andarmene via da qui prima che fosse troppo tardi? Avrei dovuto approfittare della morte di papà. E invece sono ancora qui, a piangermi addosso come una bambina.
Sono in trappola.
13 maggio 2021
Caro diario
Anthony mi ha chiesto di scappare assieme a lui. Vuole portarmi via da questa latrina. Ha detto proprio così. E non lo biasimo, lui come me vorrebbe farne di cose. Ma gli ho dovuto dire di no. Non posso mica lasciare tutto e partire, è una fine improvvisa, troppo violenta per il cuore debole della madrina. E come la prenderebbe Alice? Non sarebbe giusto andarsene da Sherstone senza di lei. Ci penserò un po' su, ma non credo proprio che accetterò.
15 maggio 2021
Anthony ha insistito. Vuole proprio che vada con lui. Dice di aver comprato con i suoi risparmi una casa in California, un piccolo monolocale in cui vivere in due. Sarebbe un buon inizio. Eppure non oso immaginare la convivenza con lui. Stamattina mi ha messo le mani attorno alla gola mentre lo facevamo nel bagno del bar. È sbagliato, lo so, mi ha fatto sentire sporca, ma forse non avrei nemmeno trovato l'azione così terribile se non mi avesse lasciato dei lividi ben evidenti. Ho dovuto nasconderli con il trucco, è stato faticoso.
Non mi fido. È violento di recente, pretende sempre di più da me e io ci provo, ma non credo mi stia facendo bene assecondarlo.
"Anthony." Ripete tra sé e sé il detective. Dubita fortemente si tratti del pittore, ma per saperlo con certezza bisognerebbe scoprire se Alice o chiunque altro fosse a conoscenza della loro relazione, se fosse possibile un identikit, se avesse davvero comprato la casa in California. John sottolinea quel nome nella sua mente, ma non fa in tempo a leggere altro che la porta si spalanca e Katy esce nello stesso identico modo della sua amica. Questo, ecco, questo porta il sorriso sul volto di John. Si vede a malapena sotto la visiera del cappello, ma è illuminato a sufficienza da rendere evidente che si faccia beffe di lei.
"Lieta di farla ridere, finalmente!" Afferma stizzita tacchettando via. La direttrice lo guarda con l'espressione di una tata demolita dal lavoro, poi gli fa cenno di entrare nell'ufficio. "Le chiedo scusa per la scenetta. Quelle due sono peggio dei figli." E John non osa biasimare quella povera donna. Avesse potuto, avrebbe preferito evitarle a vita, ma in una contea piccola come quella - in particolar modo se sei un poliziotto - non puoi fuggire dagli occhi di nessuno.
La direttrice gira attorno alla scrivania e si siede, sospirando e tentando con tutte le sue forze di tornare in sé e mostrare un sorriso. La targhetta dorata indica il suo nome: T. Ferguson. John l'ha sempre ammirata, ma talvolta i loro incontri non sono del tutto come se li aspetta. C'è pregiudizio, c'è scaltrezza, furbizia. Quella è una vipera, sotto sotto. "Ha passato una buona giornata? So che oggi avete trovato una nuova ragazza. Dev'essere stato terribile."
Il detective accenna persino un sorriso in risposta al termine utilizzato: la Ferguson non ha dimenticato che si parla di un essere umano, non lo chiama cadavere o corpo o vittima. È un qualcosa a cui non è più abituato. Ciononostante, non è sufficiente a farlo sbottonare. "Arriviamo al dunque, la prego." La ferma John, col suo classico tono risoluto. La Ferguson tossisce imbarazzata, a disagio, mentre il cowboy prende posto davanti a lei. "A essere onesti, in qualche modo è proprio di questo che volevo parlarle. Sto tenendo d'occhio sua figlia da un po', a seguito di quel piccolo incidente con il suo compagno."
Un naso rotto, un sacco di dollari per l'operazione e una sospensione esemplare di dieci giorni dalla scuola. Woodroof aveva assicurato alla direttrice che avrebbe preso provvedimenti, ma la verità è che non l'ha mai fatto. Era fiero, lo è tutt'ora, di quella ragazzina dal pugno duro. Il motivo della rissa? Una discussione sulla madre di un loro compagno. La piccola Woodroof aveva preso le sue difese. Che poi l'avesse fatto perché fremeva dal desiderio di spaccare la faccia al bulletto Tommy non è rilevante, l'importante è che sia passata da eroina e che abbia raggiunto il suo obiettivo.
"Emily sta mostrando segni di frustrazione e violenza non indifferenti già dall'anno scorso. Si sta addentrando nella sessualità, ma lo sta facendo in un modo tutto suo; e ora ha cominciato a disegnare sul banco cose molto macabre. Al di là dell'atto vandalico, che è il meno, sono i genitali, ferite, volti tristi e armi da taglio che rappresenta a essere preoccupanti. È violenta nei confronti dei suoi compagni, si sta isolando e ha aggiunto al suo vocabolario molte parolacce. Il che mi ha sorpresa essendo sua figlia: per quanto schietto lei sia, non gli ho mai sentito dire una sola parolaccia da quando la conosco. E infine i suoi voti; la media è scesa notevolmente in confronto agli anni passati, non presta attenzione, è distratta, sembra smarrita. Non è una ragazza da bocciatura, non vorrei arrivassimo a tanto. Vorrei capire cosa succede e trovare il modo di aiutarla."
Una pausa intercorre tra i due. Un padre accigliato da un lato e una direttrice impietosita dall'altro. Woodroof comprende sia cosa stia cercando di dirgli tra le righe, sia il sentimento che sta provando la donna. Sente sia sincera, per questo risponde pacato e disponibile.
"Se è quel che mi sta chiedendo: no, non vede la documentazione dei miei casi. Quel che passa sotto i suoi occhi da adolescente è ciò che i media decidono di mostrare. E a volte esagerano, sono d'accordo, sono privi di tatto."
La Ferguson accenna un piccolo sorriso e si sistema la bionda ciocca di capelli dietro l'orecchio, chinando appena il capo. Non delude mai, pensa lei in merito all'intuizione del cowboy. È strano, per una donna di città incastrata in un piccolo paesino, avere una conversazione così diretta e chiara con uno dei genitori. La maggior parte degli abitanti sono privi d'istruzione e non l'avrebbe mai dato per scontato ma sta constatando quanto sia importante la scuola dell'obbligo per la sola e semplice comunicazione. Con Woodroof questi problemi non sono mai venuti a galla. È sempre tutto così lineare, anzi spesso è lei ad apparire in difetto rispetto a lui. "Ha mai notato qualcosa di strano? Non vorrei essere indiscreta, ma mi chiedevo a casa come si comportasse."
"Stessa Emily di sempre: topo da biblioteca, curiosa come una scimmia e molto attiva in casa. Ma c'è una cosa che vorrei vedere."
"I disegni." Una risposta tempestiva da parte della direttrice, rapida e incisiva, tale da far annuire John con convinzione. "Se ha tempo, le faccio vedere il banco. Non è stato pulito proprio per questo motivo. Speravo di mostrarglielo. Una foto non avrebbe reso l'idea."
John non capisce cosa intenda la Ferguson con quella frase, fino a quando non raggiunge il banco in questione. Non è tanto il disegno in sé, seppur sia degno di nota, ma il tratto calcato e pesante della penna che ha usato. Legge rabbia, legge la frustrazione di cui aveva parlato pochi minuti prima la direttrice. Non sa cosa succeda alla sua bambina, ma c'è del turbamento in lei che a casa tende a non manifestare. Resta da capire cosa sia cambiato nella sua vita, cosa la renda tanto nervosa e cupa. E non nega a sé stesso, il detective, che i suoi capelli rossi gli mettano pensiero. Sembrerebbe strano sapere che la figlia di Woodroof sia l'unica ragazza a cui lui stesso ha consigliato di non tingersi, ma c'è un motivo valido che lo ha spinto a questa decisione: il tempo. Sebbene l'ossessione del pittore siano proprio le donne dai capelli rossi, la scarsità di questa caratteristica fisica lo costringe a controllare le pulsioni. Dunque, nel caso in cui Emily finisse sotto gli occhi del killer, avrebbe avuto tempo per accorgersene. Se si fosse tinta, sarebbe morta in tempi molto brevi e Woodroof l'avrebbe persa senza avere modo di intervenire.
"Le parlerò." Conclude sistemando il cappello sulla testa, un sintomo di nervosismo e di paura. Comincia ad avvertire il caldo, sotto gli occhi materni della Ferguson. Spera, con tutta l'energia che ha in corpo, di starsi fasciando la testa per una botta che mai arriverà.
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