𝐗𝐗

17 settembre

La piccola Woodroof aveva dimenticato come ci si sentisse ad essere al centro dell'attenzione. A causa di Arthur e del suo molesto comportamento al ballo delle matricole, i giorni seguenti all'evento era stata Emily a subirne le conseguenze. Arthur si era scusato con lei solo un mese dopo quando - essendo ormai acqua passata - la ragazza aveva deciso di confessare le brutte settimane di scherno che aveva vissuto. Eppure, stavolta le occhiate sembrano diverse. Emily può percepire che non siano indirizzate a lei per colpa di comportamenti di terzi, ma a sé come diretta colpevole.
Non sei Jane, si ripete a mo' di mantra la sedicenne incrociando gli sguardi più insistenti nel corridoio principale della scuola. Accigliata e confusa, Emily si dà la forza di reagire a quelle occhiate diversamente da come Jane descriveva di fare nel suo diario.

2 giugno 2021

Per fortuna manca poco alla fine del semestre. Come vorrei scomparire. Comincio a chiedermi se a scuola cambieranno mai argomento, se prenderanno più di mira qualcun altro. Non reggo più i giudizi e le battute. Nemmeno Alice è riuscita a sviare completamente l'attenzione da me; pensavo sarebbe durata ma così non è stato.
Sono stanca.
Vorrei solo diventare invisibile.

Alla Woodroof è sempre mancata la timidezza. Se a vederla tanto riservata e silenziosa si può pensare che sia dal rossore facile, ci si sbaglia di grosso: Emily è scontrosa, testarda, conscia di chi sia e di chi sarà da grande. Ha ereditato da entrambi i genitori il temperamento difficile e con esso si fa scudo in situazioni come quelle. Mai, certo, avrebbe immaginato di trovarsi da quel lato dell'accusa, analogamente a Jane Baldwin. Emily di solito se ne sta in disparte, lontana da accuse e accusati, talvolta silentemente dalla parte dei deboli. Ma non essendo direttamente coinvolta nelle voci da corridoio, non ha trovato necessario difendersi come ora dalle risate puerili dei suoi coetanei.
Ancora ignara di quale fosse il biasimo che quei mocciosi le stavano rivolgendo, Emily raggiunge il suo armadietto. Ed eccola lì la spiegazione che cercava: la traccia furiosa e rancorosa di un pennarello nero indelebile segna l'appellativo con cui sarebbe stata chiamata da lì a qualche giorno, tempo che una nuova vittima venisse messa a macello. Se solo quel cretino dell'"artista" sapesse che quell'inchiostro può esser facilmente cancellato da una semplice gomma...

SLAG.

Scoprire il motivo di tali occhiate non scalfisce la corazza di pel di carota, ma l'indignazione dinanzi alla natura di quelle voci e alla chiara provenienza di esse, stringe le mani della ragazza in due saldi pugni solleticanti di prurito. Per la prima volta Emily sceglie di non reagire, di raffreddare il sangue che ribolle nelle sue vene, nella speranza di non incrociare il cammino di Wesley. Dio solo sa cosa avrebbe combinato alla sua faccia se lo avesse rivisto.
Slag. Se lo ripete, Emily, stringendo tra le labbra un sorriso omicida. Non solo la scelta di chiamarla puttana, ma di usare una parola interpretabile come scoria, spazzatura. Vorrebbe tanto sentire la storia che Wesley ha raccontato in giro pur di farsi bello, pur di vendicarsi. E ancor più vorrebbe sapere cos'abbiano tanto da guardare le persone attorno a lei. Laura Bishop tra tutti, salta subito all'occhio della rossa. Quella sottospecie di Barbie se ne sta indisturbata nell'angolo del corridoio a spettegolare con Bettany e Daisy, altre due sbruffoncelle insicure e schiavizzate dall'autonominatasi Miss Sherstone. Emily non si è mai curata della loro esistenza, ma sentirle starnazzare con quelle voci stridule da galline stuzzica il suo - già sensibile - sistema nervoso. Cos'hanno da dirsi con quei tre vocaboli che conoscono? Che grandi conversazioni potrebbero mai intraprendere? Finché si capiscono tra loro la Woodroof n'è lieta, ma le riesce difficile comprendere il motivo di tante occhiate. Non hanno mai visto una troia? O sono sorprese di vedere un sacco della spazzatura con le gambe? Non è più o meno ciò che vedono i loro poveri genitori ogni volta che rimpiangono quel famoso preservativo bucato?
Se lo domanda davvero, pel di carota, quasi fossero quesiti umanitari a cui nemmeno gli scienziati della NASA potrebbero rispondere. Eppure, nonostante la riflessione si impadronisca del suo viso, Emily ha la mera soddisfazione di rispondere a qualunque commento le tre reginette della scuola siano riuscite ad articolare. Il più bambinesco e appagante gesto che la rossa abbia mai mimato, prende vita sulla sua mano sollevando un sottile ma potente vaffanculo nella loro direzione.

15 giugno 2021

Se non fosse per lui soffrirei come un cane. Allieta le mie pene, placa il mio animo, mi fa sentire compresa.

16 giugno 2021

È diverso dagli altri, forse per via dell'età. Non mi giudica, mi accetta con tutte le mie sfaccettature, con tutte le mie emozioni.

17 giugno 2021

L'ho baciato. Lui ha rifiutato, ma non mi ha fatta sentire stupida per averci provato.

25 giugno 2021

Caro diario,
questa nostra formula non funziona più.
Ne sono felice, in parte; mi sto staccando da te, sto crescendo e non ho più nemmeno il tempo di sfogarmi scrivendo su questi stupidi fogli. D'altra parte so che stupido non sei mai stato e che mi hai tirato fuori da momenti molto difficili. Con te ho parlato di tutto. Ma ora ci sono cose che non posso dirti, che non sento il bisogno di raccontarti.
Sono felice. Lo sono e anche se attorno a me ci fosse l'apocalisse io sarei al settimo cielo. È merito di un uomo, sì. Dopo quella volta al pub abbiamo legato tantissimo e ora non mi staccherei più da lui. Mi protegge, mi fa sentire al sicuro. E Thomas non è più un problema, nonostante le minacce che continua a lanciarmi a distanza.
Scusa se non ti parlo più come una volta, se tengo segreti. Spero tu possa capire: voglio godermelo senza dar modo a nessuno di ostacolarci, nemmeno a te. Nemmeno a me stessa, ai miei pensieri e alle mie preoccupazioni. Perché so che se mi dessi tempo di capire, troverei mille difetti anche in lui.

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