𝐋𝐗𝐗𝐈

"Che significa?" l'ex detective domanda con una confusione più che visibile sul volto. L'ultima cosa che poteva aspettarsi era proprio di vedere due poliziotti sul luogo dell'incontro. Men che meno s'aspettava che Dallas confermasse di esserne al corrente. È parte del piano... ma perché?
"Significa che è tempo di scegliere, John."

I due si avvicinano. Numero uno prosegue il suo cammino con la mano sulla pistola, mentre numero due tiene il braccio di Lia ben saldo. La donna è chiaramente scocciata, ma per John - che ormai può dire di conoscerla - risalta sul suo viso la preoccupazione di far fallire il piano delineato da Matthew.

"Questo luogo di notte è chiuso al pubblico. Lo sapevate?" lo chiede l'agente numero uno, ora oltre la metà della navata, a una manciata di passi dall'altare.
A rispondere sarà Dallas, con la sua solita faccia da culo, credibilmente innocente e inconsapevole. È davvero formidabile a mentire, John in fin dei conti è fiero di sua figlia, una delle poche persone ad aver dubitato di lui fin dall'inizio. "Non ne avevamo idea, agente."
"Documenti, prego."

Nessuno dei due fa storie, sotto lo sguardo attento dei poliziotti tirano entrambi fuori i propri documenti d'identità. Dallas passa il controllo rapidamente, quasi in modo disinteressato. Ma per John la sorte è ben diversa. Non appena l'agente legge il nome sul documento, gli occhi si sollevano preoccupati sul volto dell'ex detective che, sentendosi a dir poco un pesce fuor d'acqua, ha ottime ragioni di credere che ci sia qualcosa di cui non è stato messo a conoscenza e che l'arrivo della polizia sia un piano contorto di Dallas per sfilargli da sotto il naso la possibilità di rivedere sua figlia. In effetti, pare che l'agente abbia visto un fantasma e, quando la mano dell'uomo circonda il calcio della pistola, John capisce di esser stato incastrato. "Signor Woodroof, devo chiederle di venire in centrale con noi."

È tempo di scegliere. Ci riflette, collega la frase con gli utili indizi offerti da Sabatini nel suo ufficio. Non uccidere. Temo questo sia già stato depennato. A meno che non voglia che sia lei a uccidere qualcuno. Neanche sto a dirle che dovrà rifiutare. Frasi che ora hanno un sapore amaro, che acquistano un altro significato. Che sia questo il piano? In fin dei conti, chi altro potrebbe uccidere? Dallas, certo, ma dubita che l'assassino si sia messo in conto. I poliziotti, invece, sembrano essere il nodo di quella trama: se ora lo portano in centrale, il piano fallisce e John non sa se avrà più altre opportunità di salvare Emily.

Dallas se ne sta lì a guardare, con aria di finta confusione. Il texano può ben notare, però, come un leggero e consapevole ghigno stia prendendo forma sugli angoli delle sue labbra. È una conferma, no? Il piano è questo.

"Non mi costringa a usare le maniere forti." Afferma l'agente sollevando appena la pistola dalla fondina. John sa che anche se avesse chiesto il motivo di quell'ordine, non avrebbe ottenuto risposte esaustive. È stato dall'altra parte, conosce le procedure, conosce ancor meglio cosa passi per la testa dei due agenti in questo momento. Quel che non sa è cosa passi per la mente di Lia e come diamine sia finita in quella situazione se tanto si trovava all'esterno della struttura.

"La lascerete andare?" domanda, dunque, indicando con un cenno del capo la donna col caschetto.
"Non la riguarda."
"Invece sì. Lasciatela e verrò con voi senza fare storie."

I due agenti sono perplessi da quella richiesta, ma se loro osservano il texano confusi, Dallas sembra invece divertito. Ha appena realizzato di aver avuto ragione sul suo conto, solo che John questo non lo sa. È Lia a comprenderlo.
La donna lo trafigge con le sue iridi infuocate. Quando il riccio se ne rende conto, non esita a risponderle con un sorriso raggiante.

"Che stavate facendo qui?" li interrompe l'agente numero due. Dallas si limita a fare spallucce, invitandolo a controllare con i suoi occhi. Ciò che avrebbe trovato non sarebbe stato affatto piacevole. "Do un'occhiata in giro." Conferma lasciando il braccio di Lia per avvicinarsi allo schermo sul quale John, poco prima, aveva visto le agghiaccianti e tristi immagini. Quel momento è così critico da mettere pressione a Lia, allarmarla, renderla difficile al raziocinio. Da lì, sarebbe andato tutto in frantumi e Dallas avrebbe vinto di nuovo. Non può permetterlo.

Il tempo che il secondo agente si allontani e il primo sfoderi l'arma definitivamente, puntandola contro il texano, che John comprende all'istante che quello sia il miglior momento per agire. E non è l'unico. Lia non ci pensa due volte, mettendo sul detective un'impulsiva fretta che non avvertiva dalla gioventù.

La donna colpisce l'arma, piega il polso del poliziotto, costringendo John a prenderla al volo mentre lei salta addosso alla vittima. Woodroof e il secondo agente si voltano contemporaneamente, ma se quest'ultimo sta ancora rimuovendo la pistola dalla fondina, John è invece già con il mirino sulla sua testa. Il tempo di premere il grilletto e il cranio dell'agente viene infilzato dal proiettile, causandone un inevitabile crollo a peso morto sul pavimento. L'agente numero uno, ora col collo tra le gambe di Lia, dà le spalle a John nel tentativo di liberarsi da quella morsa. È sufficiente a fargli partire un secondo proiettile e piantarlo nella schiena azzurrina dell'uomo. Non è un colpo mortale. Non quello. È la terza pallottola a renderlo esanime.

E dopo il caos, di nuovo la quiete. Un silenzio che, però, si perde nell'esatto frangente in cui i presenti si capacitano di cosa sia appena accaduto. John ha ucciso due poliziotti. Non solo: l'ha fatto sotto gli occhi illuminati del serial killer a cui sta cercando di non dar soddisfazioni. Era tutto sotto controllo, si illude l'ex detective, cacciando l'aria dai polmoni tutta in una volta in direzione di Lia.

"Che cazzo fai!" urla John contro la donna, finalmente sulle sue stesse gambe, in piedi di fianco al cadavere. È scossa, si sente in colpa, è come se avesse creato quella combo micidiale senza pensarci, agendo e basta come l'è stato sempre insegnato.

"Era l'unico momento disponibile! Ti avrebbero portato in centrale!"
"Avrei trovato una strada alternativa, cazzo!"
"Le tue strade alternative fanno schifo, John! Questa è l'unica strada per rivedere tua figlia."

"Ha ragione." Li interrompe Dallas. Fuori luogo, porta gli occhi di entrambi su di sé e, consapevole di essere fonte di fastidio, decide di approfittare di quella situazione sconveniente e litigiosa per rincarare la dose con una domanda ancora più inopportuna. "Te la sei fatta?"
"Sta' zitto, Dallas!" sbotta Lia, prima ancora che John comprenda la domanda che gli è stata rivolta.
"Ti sei fatta scopare da uno sbirro? Oh, Lia... questo è troppo anche per te. Mi sento tradito."

Rimane il sabato, oggi, la falsa testimonianza, l'omicidio lo teniamo in forse e desiderare la donna altrui... qualunque cosa significhi per Dallas. La voce di Sabatini torna ancora una volta nella testa di John. Eccolo l'altro comandamento. Sebbene Lia non appartenga a nessuno, di fatto appartiene al Paradise. E non si stupirebbe John, se Dallas affermasse di credere di averne diritto in quanto parte integrante dell'organizzazione. Insomma, come potrebbe sentirsi tradito altrimenti?

"Ci hai scopato sì o no? John, sii sincero, dai." Lo chiede con tono di chi sta chiaramente cercando una reazione, magari anche un pugno sul naso. Ma John sta volta non ci casca.

"Sì." È una risposta così secca da lasciare che il silenzio li circondi all'istante. Spiazza entrambi i presenti, ma un sorriso si stende sul volto del killer. Non è felice; è fiero. John ha capito che senza tutti e dieci i comandamenti infranti, Dallas non potrà portare avanti il suo piano. Niente menzogne, John ha scelto l'unica strada possibile da percorrere. E la soddisfazione del pittore è inquantificabile. Ha sempre saputo e affermato di aver scelto bene il suo sfidante. Eccone l'ennesima prova.

"Brindiamo a voi due, allora." Conclude, riportando del rumore nella chiesa e dirigendosi ai bicchieri di latte. 

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