Poteri Occulti

Un urlo ruppe il silenzio nella stanza, prima della solita sveglia delle sette. Che cosa stava succedendo? Janet era stesa sul letto, in lacrime. Sentiva un dolore immenso lungo la sua schiena, come un coltello rovente penetrato nella sua carne. Non riusciva a respirare, aveva la nausea. Non era mai stata così di merda. Provò ad auto convincersi che tutto sarebbe passato nell'istante successivo, ma niente. Rimase in posizione fetale sul suo letto, in balia di quell'immotivata sofferenza.
Passò un tempo che a lei parve infinito, in realtà pochi minuti, e tutto tornò alla normalità. Se poi normalità fosse vivere in quel buco, era un'altra storia.

Si strinse al cuscino, respirando piano e profondamente per qualche momento.

"Ieri quel fottuto raggio, oggi questo. Cazzo, sembra di stare in Streghe."

Aveva amato quella serie, prima che la nuova gestione di suore del cazzo facesse sparire i dvd, perché acclamava delle figlie di Satana che vivevano crogiolandosi nel proprio male.

Si alzò dal letto con cautela, come se ci fosse un campo minato all'interno della stanza. Si toccò la schiena, cercando di capire se avesse qualche livido, qualche ferita o qualche marchio di Satana. Nulla di tutto ciò al tatto.

Si diresse allo specchio, gettando a terra l'orribile camicia da notte rosa che le passavano in quel posto. Si girò, guardandosi la schiena. Non notò nulla di strano, possibile? Guardò quegli osceni mutandoni, sogghignando. Non si sarebbe mai abituata all'idea.

"Very sexy girl!" Canticchiò cansonandosi.

Proprio in quel momento la sveglia suonò. Quel giorno era riuscita a batterla.

Janet 1 – Marchingegno Rompipalle 237 circa.

Una volta indossata l'uniforme, si diresse verso il refettorio, scendendo le scale.

Dovette fare lo slalom tra i bambini più piccoli, che in fila aspettavano la suora che avrebbe dovuto portarli a fare colazione.

La mensa era un'ampia sala, con tavolini e sedie di legno, dove i ragazzi erano divisi per età. Si diresse al banco, dove servivano il rancio, ritirò dalla suora, di cui ancora non aveva capito il nome, il suo pasto. Era una monaca bassa, con la pelle scura, di sicuro non era un'abitante del posto.

Con il suo vassoio si avviò verso il suo tavolo, dove aveva già individuato Brianne. Poco distante erano seduti i gemelli, che continuavano a fissarla con aria spaventata. Doveva ammettere che incutere terrore era soddisfacente.

"Ciao, Brianne." Esordì Janet, sedendosi vicino l'amica.

"Che schifo questi croissant. Perché ci ingozzano con questa merda di prima mattina? Non siamo maiali d'allevamento" Rispose mentre si portava le mani sui suoi ricci.

"Già, neanche fossimo Bear Grylls."

Janet si sforzò di mangiare quella cosa. Almeno c'era il latte per mandarlo giù.

"Finito qui, corriamo subito in biblioteca, anche se dubito, troveremo qualcosa di utile, non siamo in un film di quel maghetto."

Tutto tranquillo nel refettorio, nessuna traccia di Andrew. Probabilmente stava ancora piangendo in infermeria.

Si recarono in biblioteca, passando tra i loro coetanei ancora assonnati. Che ieri sera ci fosse stato un rave party? No, ne dubitava, li avrebbero sicuramente scoperti.

Era una stanza non troppo grande, piena di scaffali con vecchi libri che nessuno aveva voglia di leggere. Seduti ai tavoli presenti, vari ragazzi facevano i compiti per la settimana prossima. Janet fece un sospiro di sollievo. Aveva finito di fare tutto per il lunedì seguente.

"Bene." Esordì Brianne. "Ammetto di non avere grandi speranze, ma facciamo un tentativo."

"Cosa consigli?" Chiese la rossa.

"Dividiamoci, gli scaffali sono organizzati per argomenti, vero? È già un inizio."

La rossa si diresse verso gli scaffali a destra, passando davanti alla bibliotecaria che la fulminò con lo sguardo. Anche lei come le altre suore.

"Cosa guardi, grassona? Sei qui per mangiare questi libri?" Pensò Janet, notando la sua stazza. Non era nella posizione per criticare la figlia del diavolo. Almeno quello, nonostante tutto, era un soprannome abbastanza figo. Peccato per quello che doveva subire.

Si avvicinò al primo scaffale, la verniciatura del legno era sbiadita in molti punti. Un ragazzo dai capelli biondi guardava con interesse un volume appena preso.

Lesse la targhetta in alto; Culinaria.

Si chiese se quel ragazzo volesse diventare uno chef o avesse frainteso il termine, ossessionato dal fondoschiena femminile. Bel mistero.

"Acqua." Pensò dirigendosi al prossimo scaffale. Notò il ragazzo lanciarle uno sguardo che le fece capire che non sarebbe voluto diventare chef nella sua vita.

La targhetta seguente riportava la scritta Storie d'Amore.
Se ne allontanò subito, immaginando le decine di libri tutti uguali, con la stupida di turno persa dietro a un bulletto. Quest'ultimo, nella vita reale, fossero volati quattro schiaffi, ne avrebbe presi otto.

Sperò che Brianne avesse trovato qualcosa di meglio.

I suoi pensieri furono interrotti da una mano che si posò sulla sua spalla, facendola girare di scatto.

"Ciao Janet!" John era dietro di lei, sorridente.

"Hey!" Rispose la rossa. "Anche tu in biblioteca?"

"Ti ho visto entrare." Ammise spostando lo sguardo sulla punta delle sue scarpe. "Volevo darti questo."

Estrasse dalla sua tracolla di pelle un foglio, porgendolo alla ragazza.

"Ma è bellissimo!" Rispose Janet sorridente.

Era il ritratto che il ragazzone le aveva fatto il giorno prima. La raffigurava pensante dalla sua finestra. Era sorpresa dalla sua bravura. Lo avrebbe sicuramente appeso in camera.

"Non è neanche il ritratto più bello che ti abbia fatto!"

Che cosa aveva appena detto? Aveva altri ritratti?

"Okay... bene!" La rossa si sforzò di sorridere.

Quanti suoi ritratti aveva disegnato? Due? Cinque? Venti? Trecentotre?

"Mi piace molto disegnarti, Janet."

Fu difficile per Janet reprimere la smorfia che stava per assumere il suo volto.

"Mi fa piacere, John." Disse con una voce fin troppo amichevole.

Le venne in mente quel ragazzo chiuso nella sua stanza, tappezzata dai suoi ritratti. Che ansia.

"Sai, probabilmente anche a Brianne farebbe piacere un ritratto, rimarrebbe molto felice..."

"No, non è la stessa cosa." Disapprovò John. "Solo quando disegno te, mi sento davvero soddisfatto!"

"Okay..." la rossa fece un respiro. "Ti ringrazio per il disegno, John, mi piace tantissimo. Ora però devo finire una ricerca per lunedì.

"Vorrei passare più tempo con te."

"Poi vediamo..." Janet sgattaiolò via, verso il prossimo scaffale, più scuro dei precedenti.

Narrativa Storica, già meglio. Lanciò una rapida occhiata ai titoli sul dorso dei libri, alla ricerca di qualcosa sulla stregoneria o simili. Dopo qualche minuto passato a scorrere tra Napoleone, Rasputin, Lincoln e colonialismo, trovò qualcosa d'interessante.

Stregoneria a New Orleans.

Che fosse la discendente di una vecchia praticante di voodoo? Almeno questo, per quanto assurdo, avrebbe dato una spiegazione a quel raggio partito dalle sue mani.
Estrasse quel tomo di un rosso sbiadito, venendo assalita da una nuvola di polvere. Maledisse la bibliotecaria mentre tratteneva uno starnuto.

Si prese qualche altro minuto per cercare dei libri simili, ma niente. Peccato non ci fosse un reparto esoterismo, avrebbe facilitato di molto la loro ricerca.

Con il libro tra le mani si diresse verso il primo tavolo vuoto che riuscì a trovare, fortunatamente lontano dalla grassa bibliotecaria.
Spostò la scricchiolante sedia di legno, per poi sedersi, sperando di non ritrovarsi a terra. Posò il pesante tomo davanti a lei, aprendolo sull'indice.
Sperò che nessuna suora la beccasse con un libro sulla stregoneria, non avrebbe aiutato la sua già traballante fama.

"Trovato qualcosa?" Brianne sembrava entusiasta.

"Un libro sulla stregoneria a New Orleans, anche se dubito ci sarà utile."

Sul volto di Brianne si stampò un sorriso. Stringeva un libro nero tra le braccia.

"Tieniti pronta!" Disse con trasporto, posando sul tavolo quel volume che reggeva stretto.

Leggendo il titolo, anche Janet fu contagiata dall'entusiasmo.

"Poteri Occulti e come riconoscerli! Bingo, cazzo!" Disse la rossa, con voce fin troppo alta, venendo zittita dalla bibliotecaria.

"Fanculo!" Disse sottovoce.

Brianne aprì platonicamente il libro a metà, con aria trionfale. Janet si sistemò dietro di lei, sbirciando.

"Vediamo un po'..." la riccia amica si preparò a leggere, eccitata.

Summer lo scansò, urlandogli contro. "Come hai potuto tradirmi? Sei uno stronzo!"

"Ma sono il tuo stronzo!" Rispose Jacob con il suo sguardo sensuale.

L'eccitazione della ragazza andava scemando.

Summer capì che era vero. Era il suo stronzo! Gli saltò al collo e fecero l'amore.

Finita la frase, Brianne chiuse di colpo il libro, venendo a sua volta ripresa dalla bibliotecaria.

Le due ragazze si guardarono confuse. Janet prese in mano quel tomo, leggendo il retro.

"Benissimo. I poteri occulti sono quelli dell'amore tra questi due e la tizia deve imparare a riconoscerli..."

"Leggiamo New Orleans?"

"Leggiamo New Orleans."   

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