Skellig Michael
Partito.
Tutto ciò che si era sentita rispondere era una parola: partito.
Dopo ore infernali, trascorse a resistere alla sensazione soffocante di essere ingoiata viva da un abisso di dubbi, segreti, torbide verità, dopo aver ponderato mille volte se tentare di recuperare sonno al mattino e avvisare al lavoro – perché oggettivamente non stava per niente bene – si era fatta forza e, nonostante le profonde occhiaie che la invecchiavano oltremodo scavandole il viso smunto dalla notte insonne, si era recata al campus. Ligia al dovere, prima che ai suoi stati d'animo.
E quel vigliacco, quel codardo era... partito.
Scappato. Andato. Dileguato.
Nel bel mezzo di tutte le ricerche che avevano ancora da fare, l'aveva piantata in asso sull'orlo di un precipizio e se n'era fuggito, pensando bene di esaurire le sue ferie arretrate proprio adesso.
Rey, d'improvviso, ricordava come e perché avesse sempre mostrato riluttanza nei confronti del genere maschile.
Finn e Poe l'avevano fatta ricredere, loro non rientravano nella categoria vermi.
Eh sì, perché la signorina Palpatine teneva, nel taccuino della memoria, una lista di tutti gli esseri di genere nei quali era incappata, per strani scherzi della sorte, parenti compresi.
Comunque se n'era andato senza lasciar detto quando sarebbe stato di ritorno, così avevano detto i colleghi in sala professori quando era andata a chiedere dove fosse, a fine lezioni, non avendolo incrociato per tutto il tempo.
Pronta a riprendere il loro lavoro, se pure fosse ancora molto scossa dalla serata appena trascorsa, era stata liquidata.
Non seppe dire se fosse più un sollievo sapere di non vederlo per un po' o se doveva preoccuparsi, dato il modo in cui si erano lasciati.
Ad ogni modo mosse verso casa.
Cercò di rilassarsi sotto la doccia.
Poteva comunque sfruttare quel tempo per studiare comodamente a casa, tra le coperte, al caldo, immersa tra scartoffie e tisane e il suo PC, senza la tensione assurda che quell'individuo le trasmetteva, per la maggior parte del tempo.
La parola normalità strideva decisamente con la personalità del suo collega. Ci si sposavano meglio concetti quali volubilità e imprevedibilità in quantità.
In men che non si dica Rey era già nel suo letto, con una camomilla doppia ad attenderla, ed era il minimo per riprendersi dal sapore acre che le serate con Solo le lasciavano addosso, per giorni.
Non era molto tardi e Lady Tano ardì bussare piano, attraverso la porta comunicante della lavanderia.
"Perdonami, Rey. Ho fatto dei pancakes alla cannella volevo lasciartene un po' per domattina, vado via subito."
"Oh, Lady Tano, la ringrazio le andrebbe di entrare a bere una camomilla calda? Mi faccia compagnia."
"Sei sicura? Non voglio stancarti."
Rey le prese la mano "la prego," non voleva proprio stare da sola.
Quando si furono accomodate e la giovane ebbe versato da bere anche alla sua ospite, questa le chiese "quel giovanotto adorabile, è partito di già?"
"Poe? Sì, è già lontano purtroppo," annuì a occhi bassi, guardandosi le mani tremanti, mentre riprendeva la tazza per continuare a bere.
"Gli vuoi molto bene, vero?"
"Come non potrei... lui è tutto per me," il suo viso si fece più scuro, e questo non sfuggì a Lady Tano la quale allungò un braccio stanco verso la ragazza e la accarezzò dolcemente sui capelli.
"Che c'è bambina? Sei turbata, lo vedo."
Rey raccolse tutto il poco coraggio che aveva e fissò il proprio sguardo negli occhi limpidi dell'anziana donna.
Ricordava bene un particolare che il suo collega le aveva rivelato quando avevano iniziato a lavorare a stretto contatto.
"Lei conosce gli Skywalker?"
Un bagliore guizzò negli occhi vividi della donna "Certo, mia cara, da molti anni."
"E conosce anche la famiglia Solo-Organa?"
"Sì, perché me lo chiedi?"
"Che cosa sa dirmi del professor Ben Solo?"
Lady Tano rimase pensierosa per qualche momento, poi collegò nella sua mente il nesso di quella richiesta.
La ragazza continuava a guardarla molto preoccupata di quella che sarebbe stata la risposta.
"Pofessore hai detto? È diventato un professore? Lo stesso con il quale lavori gomito a gomito?
"Sì," asserì Rey.
Lady Tano non riuscì a trattenere l'emozione, le vennero gli occhi lucidi mentre le mani fragili e incerte cercavano quella esile e gelida di Rey.
"Non lo vedo da tanto tanto tempo e... sta bene?" chiese.
"I-io... suppongo di sì, ma che cosa può dirmi di lui? Una volta è stato qui per lavoro e mi ha chiesto con chi abitassi; quando gliel'ho detto si è un po' rabbuiato.
Mi ha raccontato che le vostre famiglie si conoscevano e che non si vedevano da anni, tenendosi sul vago."
"Ah... ha detto così?... Capisco. Sì, da anni, questo è vero. Conosco bene i suoi genitori e conoscevo ancor meglio i suoi nonni. Si può dire che Ben sia cresciuto in casa mia."
"Davvero? Da ciò che mi ha fatto intendere io credevo aveste solo un rapporto tra conoscenti. Mi ha detto che lei, probabilmente, neanche ricordava gli Skywalker?"
"Ti ha detto davvero così?"
"Sì, non è esatto?"
"Io non ricordare gli Skywalker?" le venne fuori una risata amara "come potrei? Il destino ci ha uniti indissolubilmente volenti o nolenti. Professore... ma pensa, l'ultima volta che l'ho visto aveva preso da poco un altro brevetto di volo ed era pronto alla promozione al grado di pilota di caccia, insieme a mio nipote."
"Ha detto suo nipote? Pilota di caccia?" le fece eco Rey basita.
"Sì, mio nipote Peter."
"E poi? Che è successo?"
Lady Tano lasciò scivolare lo sguardo in basso, le labbra le si erano deformate in un tremolio sempre più evidente seguite dalle mani diafane che si aggrappavano a quelle della ragazza.
"Una tremenda disgrazia ha spezzato le nostre vite e le nostre famiglie."
"Quale disgrazia?" incalzò Rey sempre più angosciata.
"Un terribile incidente in elicottero mentre sorvolavano la periferia di Filadelfia. Erano andati a trovare la fidanzata di Ben. Sopravvisse solo lui, non si sa come. Era alla guida.
Per gli altri due non ci fu nulla da fare.
Effettuarono un atterraggio di fortuna ed erano ancora tutti vivi, poco dopo però, l'elicottero prese fuoco ed esplose per una perdita di carburante, non lasciando scampo a mio nipote Peter e a Lara."
"Ma Ben come si è salvato?"
All'impatto con il suolo pare sia stato sbalzato fuori, a molti metri di distanza, e comunque riportò danni permanenti che gli impedirono di continuare la carriera militare. Professore, uno con il temperamento irruento di Ben Solo. Ma tu pensa."
Le due donne rimasero a lungo in silenzio, mani nelle mani, un silenzio attonito scandito dal solo ticchettio degli orologi e dal saltuario ronzio del frigorifero.
Poi, lentamente, Rey abbracciò Lady Tano se ne stettero strette a cercare un po' di conforto reciproco.
"Mi dispiace tanto per suo nipote. Un'ultima domanda, prometto, quale fu la causa dell'incidente?"
"Una distrazione del pilota, così dissero, forse una bravata tra ragazzi, questo non si è mai capito del tutto."
"E da allora l'amicizia tra le vostre famiglie è finita?"
"Oh, Rey cara, io non ce l'ho affatto con loro. Ben amava Peter erano come fratelli, ma i Solo non sono riusciti a sopportare il senso di colpa, credo. Si sono molto allontanati e io non ho voluto insistere. È stato un duro colpo per tutti, ma vivere con un tale rimorso, per loro, non deve essere semplice."
Così sono partito per un lungo viaggio
lontano dagli errori e dagli sbagli che ho commesso
Ho visitato luoghi
per non doverti rivedere
e più mi allontanavo
e più sentivo di star bene
E nevicava molto
però io camminavo
A volte ho acceso un fuoco per il freddo e ti pensavo
Sognando ad occhi aperti sul ponte di un traghetto
Credevo di vedere dentro il mare il tuo riflesso
Le luci dentro al porto
sembravano lontane
ed io che mi sentivo felice di approdare
E mi cambiava il volto
la barba mi cresceva
trascorsi giorni interi senza dire una parola
e quanto avrei voluto in quell'istante che ci fossi.
– Ti ho voluto bene veramente –
Marco Mengoni
Note dell'Autrice:
Curiosità: la categoria vermi è una chicca da Colazione da Tiffany citata Audrey Hepburn 😅 perla del cinema che vi consiglio qualora vi fosse sfuggito.
Professor Solo è partito per un lungo viaggio, l'immagine di copertina del capitolo e le prime tre inserite in capo al testo sono tratte dal video dell'omonima canzone e si tratta di luoghi a Sud dell'Islanda.
Mentre, l'avrete di certo riconosciuta, nelle immagini successive, l'isola di Skellig Michael in Irlanda a 17 km dalla costa Irlandese 'Ahch-To' proprio l'isola di ep. VII e VIII.
Solo compie un viaggio in questo luogo fuori dal mondo per fuggire ipoteticamente i rimorsi con i quali convive da molto.
Ma non esiste pace per lui.
I versi potrebbero sembrare dedicati a Rey ed è così all'inizio, ma successivamente è a Lara che torna il pensiero. Quello era il loro posto, quello nel quale si rifugiavano lontano da tutti.
Il suo spirito è però diviso perché pensa inevitabilmente a Rey, alla tenerezza che prova per la sua caparbia e sensibile collega.
Alla delusione che l'amara verità comporterà nel loro rapporto appena iniziato e nel quale lui, per la prima volta dopo anni, cerca una briciola di normalità che lo riporti a una vita sociale decente. Un lontano ricordo.
Ogni sua speranza sembra svanire a causa dei pettegolezzi nella panetteria.
La verità apparente sull'incidente, sulle cause, sulle conseguenze, non è che la punta dell'iceberg.
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