La Presentazione - Parte Prima Così Simili
Rientrò in macchina per sfuggire alla morsa implacabile del freddo, eppure le sue guance ardevano. Con la punta delle dita gelide, sfiorò la pelle nel punto in cui lei gli aveva posato quel bacio delicato. Sorrideva ancora, al pensiero del calore che il suo esile corpo era riuscito a trasmettergli, mentre si stringevano.
Lei, forse, non lo avrebbe mai saputo, ma gli aveva regalato un conforto che era giunto fino all'anima.
Autentico, per il quale non aveva dovuto nulla in cambio; era piovuto come un piccolo miracolo in un giorno che, da almeno sei anni, significava meno degli altri per lui.
Ma sarebbe stato meglio concentrarsi per la presentazione, che era ormai alle porte. E lui era riuscito a invitarla formalmente. Chissà... sarebbe venuta in compagnia? – sperava proprio di no – ma era pronto alla spiacevole evenienza .
Lei, dal canto suo, dormiva già come un sasso, appallottolata tra le calde coperte, mentre lui si perdeva in quei pensieri guidando verso casa.
"Buongiorno, splendore,"
sussurrò Poe, posandole un delicato bacio sulla fronte.
"Ehi..." sorrise a occhi chiusi "sei tornato?"
"Non vedevi l'ora?" Bisbigliò al suo orecchio stringendola.
Si lasciò cullare nel caldo abbraccio dell'uomo.
"Finn non è tornato con te?"
"No è rimasto da Rose... dunque siamo io e te e... potremmo..."
"Mi farai fare tardi al lavoro," protestò, divinconlandosi a malincuore dal quel tepore così familiare
per correre in bagno a prepararsi.
"E dai, hai detto che eri contenta che fossi qui..."
Ma lei era già sparita oltre la porta.
"Come è andata ieri sera, a casa di Solo?" le chiese quando riemerse dalla toilette.
"Molto bene! Ben non morde. "
"Ben?!... Avete fatto progressi? Non dovevi chiamarlo sempre professor pallone gonfiato?"
Rise Rey, mentre cercava i vestiti nell'armadio, avvolta nell'accappatoio "abbiamo fatto progressi, sì... e adesso, se vuoi scusarmi..."
"Fai la timida? Ti avrò vista centinaia di volte senza... e non mi stancherei mai..."
Lei arrossì come un peperone, abbassando lo sguardo.
"Ti aspetto fuori per accompagnarti," sospirò sconsolato, rivolgendole quello sguardo da rubacuori incallito, cui Rey restituì una cuscinata.
Mentre prendeva la sua borsa dall'auto, Solo non poté fare a meno di notare la rossa fiammante che sostava poco più arretrata, e il suo proprietario – che poteva avere circa la sua età – nel ridicolo tentativo di apparire più giovane, e nel modo di vestire e nell'accompagnarsi a una ragazza che era una bambina: dieci anni anni in meno di lui.
Si rabbuiò pensando alla sera prima: gli aveva detto che non l'aspettava nessuno a casa, e in effetti la macchina di Dameron non si era vista da Lady Tano, quindi lui dormiva altrove?
Eppure il loro atteggiamento era intimo, il modo in cui si guardavano, i sorrisi complici, c'era un'innegabile sintonia e lei... lei aveva quello scintillio negli occhi.
Più quello si metteva in mostra, per fare colpo, più lei rideva alle sue battute. Un gran bel siparietto, a che gioco giocava Miss Palpatine?
Ma che diritto aveva lui, poi, di sindacare la sua vita privata? In fin dei conti era stata solo gentile, la sera prima, mossa sicuramente a compassione per il povero sfigato di turno, nell'anonimo giorno del suo compleanno.
Pensava anche a quanto fosse stupido lui, che si sentiva squallido ad aver pagato per dormire con una ragazza troppo più giovane, mentre il pilota da strapazzo non si poneva problemi e Rey nemmeno.
Eppure... avrebbe giurato di avere avvertito pura elettricità tutte le volte che i loro occhi si erano intrecciati e fuggiti, la notte precedente.
Quella era la loro prima lezione insieme. Giunti ad avere abbastanza materiale da sottoporre agli studenti, Rey distribuì dei questionari a ognuno di loro.
Solo introdusse con meticolosa accuratezza tutta la premessa, necessaria per i corsisti, a comprendere I Movimenti Sociale, Politico e Studentesco che avevano agitato, dal finire degli anni Sessanta, gli Stati Uniti.
Più in generale, la nuova mentalità liberale che stava profondamente cambiando l'immagine dei ruoli nella società, a livello globale: la rivoluzione sessuale, l'aborto, le manifestazioni femministe, la guerra del Vietnam – responsabile di una profonda spaccatura nell'opinione pubblica mondiale, tra chi era a favore alle scelte di J.F. Kennedy e chi lo ritenne responsabile di sperperare i soldi dei contribuenti per scopi economici.
Stava riassumendo, con maestria, più di un decennio storico altamente
controverso, che
passava per radicali innovazioni nella musica, nella moda le quali, se da un lato avevano sancito, come risultato apparente, la parità di diritti tra uomini e donne, per certi versi avevano portato le giovani, negli anni Settanta, a volte, proprio come Jean O'Connel, verso un nuovo modo di essere mercificate e usate in nome di trasgressione eccessi e sfrenato libertinaggio.
Rey restò ammirata nell'ascoltarlo parlare con una destrezza e una semplicità, nello stesso tempo, resa efficace da un'arringa ricca di esempi calzanti. Di come, di fatto, non fosse mai cambiato niente e le donne fossero ancora oggetto di discriminazione, e lo sono anche fino ai nostri giorni.
E pensare che lo credeva un misogino.
Poi fu il suo turno, e partendo proprio dalle risposte ai quiz, tracciava, insieme ai ragazzi, i profili psicologici di Jean e tutte le persone che le erano orbitate attorno, per capire cosa avesse portato la giovane a una fine così tragica.
"Non erano che ricche sgualdrinelle eroinomani, le cagne della confraternita, andiamo, lo sanno tutti. Hanno avuto la libertà cui hanno inneggiato, una in particolare."
Rey sentì la frustrazione nel dover assolutamente reprimere la rabbia, guardò Solo con la coda dell'occhio: una sfinge.
"Quindi, Mister Keaton?" incalzò.
"Quindi... cosa Miss Palpatine?" rispose saccente,
la testa rossa in quarta fila.
"Professoressa Palpatine, Mister Keaton."
Solo abbassò il mento, accavallando le gambe, infilò la matita dietro l'orecchio, gli scivolò, però. Non c'era stavolta la consueta stanghetta dell'occhiale da vista a farvi da base.
La tensione era alle stelle. Cariche di elettricità permeavano l'ambiente ad ogni movimento di lei.
Miss Palpatine era come un fulmine prima del suo scatenarsi in un violento temporale.
Stava per sferrare un attacco micidiale, Solo lo sapeva¹.
Si diresse al centro della stanza. Fiera, chiese a Keaton di raggiungerla
"A lei la parola, nel resto della lezione ci esporrà come muoiono le ricche cagne eroinomani delle confraternite studentesche!"
Tornò a sedersi lentamente, accentuando, di proposito, il calpestio dei tacchi sul pavimento.
Accavallò le gambe di modo che la stretta longuette lasciasse scoperte le ginocchia ossute e ben oltre più in su. In aula si sentì un brusio generale e delle risatine. Solo abbassò il capo, ridendosela sotto i baffi, un po' per non dare a vedere la letterale venerazione che stava rivolgendole, per il sarcasmo pungente con il quale aveva fatto a pezzi quel pivello arrogante, un po' perché andava a fuoco come avesse masticato uno Scorpione di Trinidad², al gesto intrigante di Rey.
"Stiamo aspettando, Keaton. Non abbiamo tutta la mattinata."
Il ragazzo, in evidente difficoltà, iniziò a farfugliare i soliti sessisti luoghi comuni per cui una donna i guai va sempre a cercarseli in quanto femmina.
"Perciò io sono merce, e in svendita suppongo, visto il mio licenzioso modo di abbigliarmi, truccarmi? Lo faccio esclusivamente per provocare gli istinti bassi di ominidi con il quoziente intellettivo di un'ameba, giusto?
Sono merce tutte le donne, per questo meritano di essere sgozzate come animali? E mi faccia capire?
Le donne sono tutte così? O possiamo risparmiare almeno quelle della sua famiglia?
Fuori dalla mia aula, Keaton! vada a rinfrescarsi le idee altrove. Per una settimana lei è sospeso!"
"Sospeso?" inveì quello, "e per cosa, professoressa Palpatine? tutto questo è ridicolo, lei non sa chi è mio padre, farò ricorso al rettore!"
"Tuo padre può fare ricorso al presidente degli Stati Uniti in persona, se preferisce.
Ah, a proposito, come motivazione adduci che hai indugiato un minuto di troppo sulla tua scosciata cagna di una professoressa, che ti provocava!"
"Professoressa Palpatine, può bastare!" le suggerì sommessamente Solo, ponendole una mano sull'avambraccio nel tentativo di placarla.
"Lei non sa contro chi si sta mettendo," le intimò il giovane.
"Se insiste aggiungerò anche le minacce, Keaton, una nota di biasimo e le servirà una lettera formale di scuse per rimettere piede in questo College.
Adesso evapori dalla mia vista!"
Note dell'Autrice:
La seconda parte arriverà domani, Stay tuned. Uscita doppia questo fine settimana.
Qui non c'è nessuna Diade nella Forza intesa in maniera 'canonica', ma i due sono sempre e comunque Two That Are One e pian piano lo scopriranno.
¹ curiosità: I Solo lo sanno sempre ☺
² Vi state chiedendo cos'è lo Scorpione di Trinidad? Peperoncino piccantissimo sudamericano. 🌶🌶
Nives.
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