Best Time of the Year

Lo tenne abbracciato, mentre dormiva, ma il suo sonno era agitato. Mormorava sommessamente qualcosa che lei non riusciva a comprendere.
Lui era un cliente speciale, le avevano detto.
E se n'era accorta.
Rispettoso più di chiunque altro mai. Gentile, nonostante l'impeto con il quale l'aveva presa.
Avvertiva un dolore sordo, in fondo a quell'urgenza.
La giovane lo cingeva dolcemente, carezzandogli le larghe spalle, baciandolo su una tempia, mentre lo cullava quasi.

Lui le restituì il favore sfiorandola, con la punta delle dita, per sentire il velluto della sua pelle.
Poi risalì per guardarla negli occhi "Non sono mai stato con una ragazza così giovane," le
disse, "perdonami... dovevo capire una cosa," finendo la frase sulle labbra voluttuose di lei.

I baci sulla bocca erano vietati, ma per lui aveva fatto un'eccezione, sarebbe stato il loro segreto.
Un mutuo, tacito scambio, un bisogno ancestrale da colmare,
per entrambi. La vita era fin troppo amara.
Si rivestì pigramente, mentre Nina lo guardava ammirata.

"Sei bello, professor Solo," sussurrò.

"Bello?" le fece eco lui "troppo vecchio per te, di sicuro."

"No, sei bello, davvero," gli sorrise, "vecchio? Ma se hai una pelle stupenda."

Sorrise un po'imbarazzato, professor Solo, e la salutò con un bacio sulla fronte e la promessa che lui, lì, non l'avrebbe più voluta rivedere.

Si diresse verso Newbury Street, la principale area per lo shopping a Boston.
Vi si recava di solito il sabato mattina, in vista di compere essenziali.

Si definiva un tipo abitudinario – nuovo modo di identificare un tizio patetico che stava invecchiando in preda alla medesima noiosa routine.

Decise di stravolgere un po' l'ordinario, non era in programma, ma si recò all'Hair Saloon in anticipo di un paio di settimane.

"Salve Tedd, ce l'hai un posto? Perdona, non ho avvisato prima."

"Buongiorno, professore. Non la aspettavo oggi. Una sistemata, giusto?"

"Non so... tu... non trovi che abbia uno stile troppo... classico?"

"Beh, è quello che mi ha sempre chiesto... non è male... però, se potessi osare un po', valorizzerei il taglio per esaltare i capelli folti, sicuramente saprei renderla più sbarazzino."

"Non voglio sembrare un quasi quarantenne che si rende ridicolo atteggiandosi a teenager."

"Si fidi di me."

Il suo hair stylist di fiducia era uno dei migliori in zona, per Mario Russo lavoravano solo i più innovativi.

Tedd fece accomodare il suo titubante cliente e voltò la poltrona in direzione dello specchio.
Gli sfilò gli occhiali e gli scompigliò la chioma corvina.

"Guardi, già così con un po' di volume e un bella sfoltita nei punti giusti, accentueremo naturalmente lo sguardo e gli zigomi. Inoltre, consiglio una bella lente a contatto ogni tanto.
L'occhiale dona austerità, ma senza, con i capelli che ha, avrebbe un'aria davvero sexy."

E Tedd, avvenente trentasettenne dal fisico definito e capello a spazzola, dalle punte lievemente dorate, era uno che di fascino, donne ai suoi piedi – e non solo – e stile, ne aveva da vendere.

"Siamo coetanei, Dottor Solo," addusse, sicuro di sé, il giovane uomo, chinandosi mentre teneva per le spalle il suo cliente. "Siamo uno schianto, e lo saremo per molto."

Si mise dunque sapientemente all'opera. Finito che ebbe, l'ego di Solo fu risanato.

"Alla presentazione del libro sarà irresistibile, mi dia retta, li stenderà tutti; a proposito, mi saluti quella vecchia volpe di suo padre e... sua madre. Oh, sua madre... è divina, vorrei essere nato prima per..."

Solo lo fulminò con sguardo truce "Grazie Tedd, sei sempre il top! A presto."

Quella mattina stava iniziando a prendere un'altra piega, il suo stravagante parrucchiere gli aveva decisamente risollevato il morale.
Si sentiva ispirato quindi decise di tirarsi ulteriormente a lustro, acquistando da Serenella – boutique di riferimento tra le prime a proporre brand del lusso a Boston –
un abito di fine manifattura italiana, una cifra da capogiro per un Carlo Pignatelli in gabardine. L'avrebbe indossato per l'occasione.

"Oh, professor Solo, le sembra cucito addosso da un sarto!" esclamò la donna sulla cinquantina, completamente ammaliata, direttrice della rinomata Maison, rivolta al suo facoltoso, affascinante acquirente.
Ma non si era limitato a quello: in uno Store dal target decisamente più casual acquistò un giubbetto in pelle nero, dei jeans stone-washed e maglioni a taglio vivo.

Muoveva verso lo snodo di caseggiati composti da mattoncini, che intessevano un mosaico dei tipici rossi cangianti a seconda della rifrazione solare, in direzione del Boston Public Garden.

Le note provenienti dal vicino Ritz Hotel richiamarono la sua attenzione, riportandolo bruscamente al periodo dell'anno che si andava avvicinando.
Lui, così pragmatico, serrato nel suo mondo ermetico, non vi aveva posto mente.

"It's beginning to look a lot like Christmas
everywhere you go.
There's a tree in the Grand Hotel, one in the park as well.
It's the sturdy kind that doesn't mind the snow."

–It's beginning to look a lot like Christmas –
Michael Bublè version

Stranito si guardò intorno: era già un pullulare di decorazioni, i negozi di giocattoli trabordavano di colori: dal verde scuro degli abiti degli elfi addetti alle vendite, al rosso di fiammanti trenini in latta, schiaccianoci di legno dipinti a mano e ammiccanti, paffuti Santa Claus realizzati in ogni materiale immaginabile, adatto agli usi più disparati, gioia dei piccoli festanti e disperazione del portafogli di mamme e papà.

Una pungente sensazione gli si annodò tra lo stomaco e la gola, deglutì ricacciando indietro quel disagio, una piccola inezia.
Finalmente l'umore gli si era risollevato, niente avrebbe dovuto turbare la tranquillità che gli necessitava per immergersi ancora nel lavoro, quel week end.
Voleva proseguire lo studio dei fascicoli sul caso O'Connel e arrivare in anticipo rispetto alla sua collega, a carpire ulteriori dettagli.
Voleva arrivare primo in tutto, lui, più d'ogni altra cosa se si trattava di Miss Palpatine.

Miss Palpatine... se non fosse stato certo che non poteva essere, l'avrebbe creduta una persecuzione. Eccola lì,  col suo fidanzato pilota.
Fermi nel parco, presso il Dylan's Candy. Le porgeva una mela caramellata, appena comprata per lei. Tutta sorridente, i capelli raccolti in due trecce laterali alte che poi lasciavano libero il resto della chioma, il cappotto color panna, al ginocchio, stretto in vita dalla sua cinta, il collo e le maniche bordate di astrakan. Le calze nude look rigorosamente abbinate allo stivaletto scamosciato, imbottito.
L'immancabile rossetto rosso intenso abbinato allo smalto, a spiccare sulla sua carnagione ambrata, richiamava le efelidi sulle guance.
Osservava la sua mela con il luccichio negli occhi pari a quello di una bambina che sta per scartare il suo regalo.
Poi aveva sorriso, allo stesso modo, anche al suo prode fidanzato, lo aveva preso per mano e trascinato verso Forever 21, dov'erano spariti.

Non ce la vedeva vestita in un negozietto cheap come quello, era sempre così elegante; poi si ricordò che aveva solo ventisette anni.
E si sentì vecchio. Tremendamente. E viscido, per aver dormito, intenzionalmente, con una ragazza troppo più giovane di lui.

La musica natalizia riecheggiava, si fermò un istante a fissare assente la sua immagine riflessa sulla vetrata di una casa.
Patetico, ecco come si vedeva. Tedd aveva fatto un indubbio ottimo lavoro, ma lui restava patetico.
Tutta quella frenesia che, più del solito, gli sfarfallava intorno non faceva che acuire il suo senso di inadeguatezza verso la vita, verso i rapporti sociali – che non aveva, se non di lavoro o per necessità.

Mancava poco più che un mese al periodo più bello dell'anno, e una settimana a...–ma quella era un'altra storia.

"It's beginning to look a lot like Christmas.
Soon the bells will start.
And the thing that'll make 'em ring is the carol that you sing, right within your heart."

E lui... lui... non riusciva a provare assolutamente niente!

Note dell'Autrice Innamorata:

Spero che lungo il dipanarsi della storia voi respiriate il mio amore smodato per l'autunno, la malinconia dei suoi pomeriggi scorciati, e la favolosa storica Boston. Let me know.

Curiosità: i posti della città, dai negozi ai parchi, ai sobborghi, in corsivo, si trovano realmente a Boston.
Cerco di rendere la narrazione veritiera. 😌

Nives.

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