Capitolo 9 - Meglio esser pazzo ...

<< Avresti dovuto dirmelo >>.

Dopo la discussione con Allison, Andrew si era precipitato a parlare con me.

<< Hai ragione >>.

La sua voce risuonava distorta dalla mascherina che indossava, per il rischio di trasmettermi virus o batteri o chissà che.

<< E non fare quella faccia da cane bastonato. Non mi muovi a pietà >>.

<< Amore, non te l'ho detto perché sapevo che avresti reagito così. Avrei rovinato il nostro momento >>.

Era visibilmente mortificato.

<< E quel giorno? Il giorno del funerale di mia madre? Perché non mi hai detto nulla neppure allora? >> gli chiesi.

<< Eri già abbastanza triste, non volevo peggiorare le cose >> rispose. << Annie, io ti amo, e non farei mai niente per ferirti >>.

<< Sì, però avresti potuto dirmelo nei mesi successivi. Non è stato giusto tenermelo nascosto. Non ne avevi il diritto >>.

<< Hai ragione, non lo nego >> dichiarò, amareggiato.

<< Quante volte l'hai sentito da quel giorno? Dal funerale di mia madre? >>.

Quella domanda lo spiazzò.

<< Devi averlo risentito, Andrew. Hai il suo numero di telefono >>.

<< Quasi ogni mese >> confessò.

Quasi ogni mese?

<< Mi chiamava lui. Insisteva perché lo facessi parlare con te. E si è offerto di aiutarci con le spese >>.

<< Cosa? Spero che tu non abbia accettato neanche un centesimo da lui! >> strillai, indignata.

<< No, non fino a ieri >>.

Gli destinai uno sguardo di rimprovero.

<< Annie, ne abbiamo bisogno. Siamo con l'acqua al collo, ci stanno sfrattando, se non l'hai capito. E - scusami se è poco - tu potresti morire. Credo che in queste situazioni l'orgoglio vada messo da parte >>.

Non ne potevo più delle sue giustificazioni.

<< Per favore, esci. Voglio rimanere sola >>.

Uscì dalla stanza mestamente, deluso.

Possibile che sia lui sia Allison pensavano fosse una questione d'orgoglio?

Non riuscivano a mettersi nei miei panni e a capire che non volevo nulla da quell'uomo, che ci aveva abbandonate quando ero solo una bambina e non si era mai preoccupato di noi due?

Che continuasse a stare lontano da me: non avevo bisogno del suo midollo, né tantomeno di lui.

Sentii aprire la porta.

<< Andrew, cosa del "voglio rimanere sola" non ti è chiaro? >>.

<< Non sono quell'imbecille del tuo ragazzo >>.

Quella voce arrogante, fastidiosa... doveva essere il dottor House.

<< Buongiorno anche a lei >> gli dissi di rimando.

Iniziò a scrutarmi dalla testa ai piedi, incuriosito.

<< Sei proprio messa male >> proferì.

<< Sbaglio o è lei il mio dottore? Se la logica non mi inganna ... è lei il responsabile >>.

Rise sonoramente.

Sembrava che niente potesse turbarlo.

<< Ti devo dare ragione, ragazzina >>.

Prese una sedia e si sedette.

<< Allora... nella tua anamnesi mi è sfuggita la tua data di nascita >>.

Non capivo cosa gli interessasse in quel momento.

<< 15 Gennaio 1992 >>.

<< Quindi hai ventitre anni. Interessante >>.

Cosa ci fosse di interessante, poteva saperlo solo lui.

Tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una pallina da golf e si mise a giocarci con il bastone.

Era estremamente irritante.

<< Ho saputo che non vuoi accettare il midollo dal tuo paparino >> esclamò.

<< Non le sfugge nulla >>.

Non avevo intenzione di parlare con lui di cose così intime e personali.

<< Mossa stupida >>.

Mi guardò intensamente.

<< Vuoi il mio parere? >>.

Non mi interessava proprio il suo parere.

<< Non solo dovresti accettarlo, dovresti pretenderlo >>.

Quelle sue parole mi spiazzarono, e non poco.

<< Devi sapere che qualsiasi cosa esca dalla mia affascinante bocca è frutto di un fine ragionamento. Pura logica, senza sentimenti né smancerie varie. Dimmi... se - come vuoi fare - ti rivolgessi alla banca del midollo, non potresti mai sapere chi è stato il donatore >>.

Cercai di seguirlo nella sua argomentazione.

<< E magari il tuo donatore finirebbe con l'essere comunque lui. O un assassino, un truffatore, un vile e malvagio ... >>.

<< Ma non lo saprei mai >> ribattei.

<< Allora sei una di quelle persone che preferiscono non sapere. Perdonami se te lo dico... ma sbagli >>.

<< E scusi se glielo dico io, ma non mi conosce e non credo che possa permettersi il lusso di giudicarmi. Anche lei è umano, e quell'aria da "so tutto io" che si porta dietro non la rende certo più tollerabile di quello che in realtà è. Crede di sapere tutto, lei? Non ha mai sentito che il dubbio è scomodo ma solo gli imbecilli non ne hanno >>.

Mi aveva fatta infuriare.

<< Non sembri proprio il tipo che citerebbe Voltaire >>.

Bene, almeno conosceva la citazione.

Peccato non ne avesse capito il senso.

<< Credo solo che sarebbe stupido non accettare il midollo, se fosse compatibile. Ma questa è solo la mia opinione >> si ricompose.

Si alzò dalla sedia e mi controllò la flebo.

<< Bene, vedo che Cameron ha iniziato a somministrarti l'amoxicillina. Direi di aggiungere una cefalosporina >> commentò.

Prese la mia cartella clinica e ci scrisse sopra.

<< Comunque, uno dei due fidanzatini ti avrà detto, immagino, che prima di avviare le procedure per il trapianto dobbiamo farti un aspirato midollare >>.

Annuii.

<< Bene, una cosa giusta l'hanno fatta quei due. Si vede che qualcosa l'hanno imparata da me >>.

Sbottai.

<< Quei due, come li chiama, sono molto più umani di quanto non potrà mai essere lei >>.

Più che deluso, sembrò sorpreso da quella mia affermazione.

<< Devo ammettere che ti ammiro. Nelle tue condizioni, riesci persino a trovare la forza per stilare filippiche per i due mocciosetti >>.

Rise.

<< Non è forte chi cade, ma chi cadendo ha la forza di rialzarsi >> dissi.

<< Ti piacciono le citazioni, eh? Eccone un'altra che calza a pennello, visto che mi riguarda ... "Meglio esser pazzo per conto proprio, anziché savio secondo la volontà altrui" >>.

Nietzche.

Avevo già sentito quella frase, era la citazione preferita di ...

<< Me la ricordi così tanto, Annie. Tua madre >>.

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