Capitolo 6 - Tutto in una notte
Le ore che seguirono furono cariche di ansia e apprensione.
Dovevamo trovare ad Annie un donatore compatibile, e magari anche riuscire a scoprire la causa della sua aplasia midollare.
<< La tua ipotesi sul virus di Epstein - Barr è un tantino azzardata >>.
Era stato House a parlare.
<< Forse hai ragione, ma non costa nulla dosare le IgG per gli antigeni virali >>.
Non ci credevo neanche io, in realtà, però ci speravo.
<< Potrebbe avere l'amiloidosi >> propose Chase.
<< Potrebbe >> si limitò a dire House.
<< Direi di fare la biopsia del grasso periombelicale e la colorazione al rosso congo, allora >> esclamò Robert, pronto a dirigersi verso la stanza di Annie.
<< Aspetta, dove stai andando? Non ho esposto la mia ipotesi >> lo fermò House. << Potrebbe avere una leucemia mieloide cronica >>.
Temevo che l'avrebbe detto.
Ci avevo pensato anche io, ma continuavo a negarlo a me stessa.
<< Ipotesi valida, House. Dovremmo fare una biopsia osteomidollare >>.
<< E trovare un donatore compatibile, visto che ha bisogno di un trapianto di midollo >> intervenni.
Non potevo credere che nessuno di loro due fosse realmente preoccupato per quella ragazzina; entrambi erano interessati soltanto alla diagnosi, e la trattavano come un caso clinico come tanti altri.
House si preparò a ribattere, ma io non ne potevo più: mi precipitai fuori da quella sala, verso il corridoio.
Una calda lacrima mi solcò il viso.
Non ce la facevo più ad avere quotidianamente a che fare con le malattie.
Probabilmente sarebbe stato un trauma perdere Annie, e io non sarei riuscita a tollerarlo, non dopo aver attraversato la stessa tragedia con mio marito.
Mi tolsi il camice e lo gettai nell'armadietto dello spogliatoio: non ero più lucida, e quella giornata incredibilmente lunga doveva finire.
Uscii dall'ospedale e mi diressi verso la mia auto, pronta a tornare a casa, quando vidi Andrew: era in preda alle lacrime.
<< Ehi >>.
Non sapevo che altro dire.
Lui si voltò a guardarmi.
<< Ciao >>.
Che momento bizzarro.
<< Dovresti stare vicino ad Annie >> dissi.
Sembrò sorpreso da quell'affermazione.
<< Pensavo mi detestassi. Fino a poche ore fa mi accusavi di maltrattare la mia ragazza >>.
Aveva ragione.
Ero stata troppo precipitosa nel puntargli il dito contro.
E avevo avuto pienamente torto.
Le ecchimosi di Annie erano dovute alla sua piastrinopenia, non ad Andrew.
<< Ti chiedo scusa >>.
<< Non avrei dovuto giudicarti così. Ho sbagliato in pieno >> aggiunsi.
Sorrise.
<< Non preoccuparti. Dopotutto anche io ho fatto i miei errori, e me ne pento. Non avrei mai dovuto tirare quello schiaffo ad Annie >>.
Riprese a piangere. Mi avvicinai a lui e lo presi per mano, aiutandolo a rialzarsi.
<< Andrew, pensala così ... Se non fosse stato per te, non avremmo mai scoperto il problema della tua ragazza >>.
Gli sorrisi di rimando.
<< Grazie >>.
<< Adesso vado a casa, Andrew >> dissi, aprendo la portiera della mia auto.
<< Avete trovato un midollo compatibile? >> chiese.
Era chiaro che non volesse rimanere solo.
Chiusi la portiera della macchina.
<< Lo stiamo cercando >> risposi. << Dai, entriamo dentro. Stavolta te lo offro io un caffè >>.
Ci dirigemmo verso l'ingresso dell'ospedale.
<< Vorrei essere io il donatore >> esclamò.
<< É un po' difficile, dovremmo fare dei test per verificare la compatibilità >> gli risposi.
<< Posso fare questi test? >>.
Mi stava praticamente supplicando.
<< Certo >>.
Parlammo quasi due ore, tutti e due.
Andrew si rivelò una persona veramente dolce, esattamente come l'aveva descritto Annie.
<< Adesso dovresti andare a farle compagnia >> dissi a un tratto.
<< Hai ragione. È solo che ... ho paura. No, sono letteralmente terrorizzato. Non voglio perderla >>.
Lo capivo benissimo.
<< Lo so, non puoi immaginare quanto ti capisca. Io ... ho affrontato una situazione simile, in passato. Capisco perfettamente che tu sia combattuto tra lo stare vicino a lei e lo starle lontana, per timore di vederla morire tra le tue braccia. Ma ti posso assicurare che lei non morirà >>.
Pronunciare quelle parole diede più forza a me che a lui.
Ero decisa a trovare un donatore per Annie e a scoprire la sua malattia.
<< Grazie, e scusami se sono stato ... sì, un pezzo di idiota con te prima >> disse Andrew.
<< Figurati, non è che io sia stata proprio mrs. simpatia >>.
<< Posso chiederti una cosa? >>.
Mi era venuta un'idea.
<< Hai per caso idea di come potremmo rintracciare il padre di Annie? >>.
Sarebbe stato il donatore ideale di midollo, con tutta probabilità.
<< In realtà, sì ... è venuto al funerale della mamma di Annie qualche mese fa >>.
Non riuscivo a credere alle mie orecchie.
<< E hai idea di dove vive? O hai un suo recapito? >>.
<< Certo, te lo do subito >>.
Prese il cellulare e mi dettò il numero di telefono dell'uomo.
<< Spero che vi risponda. Ora vado da Annie, se non ti dispiace >> disse, voltandomi le spalle.
Finalmente avevo la possibilità di aiutare veramente la ragazza.
<< Novità? >>.
Era Chase.
<< Sì, abbiamo un potenziale midollo per Annie >> dichiarai, sorridendo.
<< Ma come... ? >> iniziò.
Lo zittii, mettendogli una mano sulle labbra. Mi avvicinai cautamente a lui, chiusi gli occhi e lo baciai.
E tutto sembrò sistemarsi, come per magia.
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