Prologo

Roseville era, quel giorno, immersa in una nebbia incantata. I raggi del sole non danzavano sulle onde increspate dell'oceano che bagnava le rive, sostituiti invece da dei prepotenti rivoli di vento che si divertivano vergognosamente a scontrarsi con i volti umidi di lacrime. Gli abitanti della cittadina, vestiti in nero per il lutto,  sostavano inerti di fronte alle cinque tombe dei ragazzi trovati morti tre giorni prima. La croce cristiana, decorata con motivi gotici, era uno dei vanti del parroco, che in quel momento cercava di biascicare le parole adatte per confortare amici e conoscenti dei morti. Non era mai stato molto bravo con i salmi e le prediche, ma quel giorno, dopo varie esitazioni, diede il meglio di sé. 

Perry Longbottom, nominato Squarepants per i pantaloni quadrati che soleva portare da bambino, osservava curiosamente la scena, analizzando i volti che lo circondavano. Era un ragazzo di diciotto anni appena compiuti, abbastanza alto e snello, dalla pelle scura. I capelli neri erano quasi sempre spettinati, ma non si poteva definire uno che lasciasse i dettagli al caso: ogni minimo particolare era studiato, faceva parte del personaggio che aveva costruito. Il suo atteggiamento, definito da molti calcolatore, e la grande fantasia, l'avevano reso un emarginato. Quel ruolo, secondo lui, gli calzava a pennello e non chiedeva niente di più che essere invisibile. Viveva in tanti mondi, non aveva tempo per le sciocche lotte di casta.

Si soffermò sul volto della migliore amica, Susanne Ockin. Aveva i capelli biondo ramati raccolti in una crocchia e dagli occhi color nocciola versava qualche lacrima, probabilmente in onore dei gemelli. I due ragazzi avevano sempre difeso la sua compagna dai bulli, che si divertivano a deriderla, a chiamarla ''grassa'' e ''stracciona'' senza contegno. Perry non poteva soffrirli, ma riconosceva di non avere i mezzi per metterli a tacere. Ecco che Tobias e Scott, paladini della giustizia, avevano scelto di mettersi al servizio dei più deboli. Il giovane Longbottom si domandò chi avrebbe difeso da quel momento in poi la base della piramide sociale.

Sin dal loro arrivo, avvenuto all'incirca due anni prima della tragedia, i Pillhgrim avevano rappresentato le forze del bene. I gemelli avevano una sorella, Sarah, il capitano della squadra delle cheerleader, bella e raggiante come nessun altro era mai stato prima a Roseville. Ogni ragazzo sano di mente desiderava lei, al proprio fianco. Non era solo la bellezza eterea e il candore quasi virginale a renderla irresistibile agli occhi degli altri. No, la generosità, la pace che infondeva, il sorriso buono con cui accompagnava il ragazzo disabile, Tom, nella sua classe: ecco i suoi veri punti di forza. La migliore amica della ragazza era anche sua cugina, Mindy, altrettanto bella e apprezzata. Perry, che al secondo anno suonava nella banda, l'aveva vista lì la prima volta. Era l'unica del clan ad avere i capelli rossi, ma gli occhi verdi come il mare confermavano l'appartenenza a quella famiglia avvenente e miracolosa. Quel giorno aveva portato il violino per fare l'audizione, e Perry quasi si commosse per il tocco soave, per la dolcezza con cui accarezzava quelle corde. Alla fine dell'esibizione, il primo che applaudì fu senz'altro Jonathan, il fratello maggiore della ragazza. Si abbracciarono calorosamente, per poi dirigersi insieme, mano nella mano, verso l'insegnate, che la riempì di ogni genere di complimento. Squarepants rimase così stupefatto da quella figura quasi angelica che, scrivendo la sua prima e unica storia romantica, si ispirò proprio a lei.

Tornato a casa meditò a lungo sulle ragioni che potevano aver condotto alla morte i Pillhgrim, anche se per i più la questione era già conclusa: suicidio dovuto alla pressione che i cinque dovevano sopportare. Ma il ragazzo riteneva troppo semplice quella spiegazione; non era solo la sua sete di avventura, di nuove scoperte: sentiva nelle viscere che una mano assassina aveva condannato i poveri malcapitati. Se ne stava con questo atteggiamento nella stanza, mentre fuori la pioggia cadeva lentamente, sbattendo di tanto in tanto contro la finestra chiusa.

La madre, Andrea, lo chiamò dalla cucina per la cena. Scese quasi febbricitante, spaventato ma eccitato dalla sua stessa ipotesi. E se i Pillhgrim non fossero sempre stati dei ragazzi perfetti? Se quella famiglia avesse realmente avuto dei segreti da nascondere?

Accomodatosi sulla sedia, ricevette delle occhiate irritate dalla madre, che non sopportava una tale trepidazione dopo un funerale. Il padre si accomodò al tavolo impallidito senza riuscire a proferire parola. Era un medico legale, colui che aveva analizzato i corpi prima della sepoltura. Incapace di trattenersi ancora, disse: ''Voglio dirvelo prima che possiate scoprirlo da altri. Domani probabilmente ogni persona della città ne starà già parlando, ho dato la notizia alla scientifica poco fa. Omicidio. Si tratta di omicidio.''

Perry, abituato a vedere il male solo nelle sue storie, trasalì e venne scosso da un brivido imprevisto. Ed ecco come la vicenda che scosse irrevocabilmente Roseville, ebbe inizio.

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