Capitolo 5

Tancredi appoggiò la testa sulla superficie fredda e metallica dell'armadietto, ma non perché avesse bisogno di un sostegno fisico e materiale. Semplicemente non voleva che qualcuno vedesse le lacrime rapide straripargli dagli occhi. No, nessuno doveva avere pietà di lui. In ogni caso neanche uno dei suoi compagni avrebbe voluto, in quanto si era distinto più o meno negativamente. La sua bellezza l'aveva reso popolare e desiderato, ma il personaggio che interpretava aveva molto più fascino degli occhi limpidi.

Le leggende sono tra tutte le tipologie di storie probabilmente le più curiose. Esistono racconti fedeli alla verità, altri completamente provenienti dalle menti dotate e fantasiose di uomini annoiati. Ma le leggende nascono per lo strano legame che si instaura tra ciò che esiste e ciò che è finto: hanno origine nella realtà e sfociano in mondo nuovi a causa dell'aggiunta di particolari stravaganti.
Tancredi, durante l'adolescenza, aveva saputo trasformarsi in un eroe. L'età della ribellione sembrava trovare in lui il rappresentante perfetto, un degno interprete. Ecco che durante il primo anno di liceo era scappato dalla famiglia per vivere lontano da Roseville, mentre nella seconda metà del terzo aveva stretto rapporti poco convenienti con spacciatori locali, tutto per fuggire da un futuro vincolante che sembrava già scritto. Era inevitabilmente e irrimediabilmente il disonore della famiglia, qualcuno osava dire che fosse addirittura la vergogna di tutta Roseville, la macchia su una fedina penale immacolata. Sembrava essere cambiato per Sarah, Tobias e gli altri. Forse averlo salvato da sé stesso era il più grande dei meriti dei Pillhgrim.

Perry rimase immobile, nascosto dietro l'angolo del corridoio. Osservava da un paio di minuti il compagno, ben attento a non farsi vedere. Non voleva certamente ritrovarsi con un occhio tumefatto, conosceva il temperamento di Tancredi. Un tempo erano stati amici e provò un moto incontrollato di tenerezza verso il tentativo del ragazzo di nascondere quei sentimenti dolci e genuini nonostante lo spazio che lo circondava fosse deserto. Quella grande tristezza non poteva essere simulata, Squarepants ne era certo. Era anche convinto che l'assassino non fosse lui. Non sapeva bene se l'impressione derivasse dal suo parere personale o dagli indizi che lasciavano intendere che nelle indagini stessero escludendo un terzo per concentrarsi solo su un secondo.

Si incamminò silenziosamente verso l'uscita della scuola e, una volta fuori, inspirò l'aria salubre della cittadina. Era tardi e scelse di dirigersi al molo per meditare, nel luogo in cui tutto era iniziato. Giuntovi camminò a lungo prima di arrivare sulla scena del crimine. Già da qualche giorno i detective avevano abbandonato quelle sessioni di investigazioni continuative sulle quali avevano invece insistito inizialmente. L'acqua piovana aveva già lavato da tempo le ultime tracce, quindi una volta superate le poche protezioni con su scritto ''vietato l' ingresso '', poté tranquillamente inoltrarsi verso il punto preciso nel quale i corpi erano stati rinvenuti. Certo, era difficile non incolpare Tancredi quando praticamente il ritrovamento era avvenuto di fronte alla sua barca. Perry era quanto mai sorpreso dal fatto che la polizia non l'avesse già arrestato, considerando che fosse l'unica persona ad avere un rapporto stretto con ciascuna delle vittime e che avesse dato lui stesso l'allarme. Poi ricordò che il caso fosse praticamente nelle sue fragili mani, dato che la priorità di Roseville era dimostrare che l'omicidio fosse avvenuto accidentalmente, per così dire. Per quanto amasse la madre, sapeva bene che lei e i suoi colleghi avrebbero volentieri lasciato il lavoro più che macchiare di sangue le mani di un Creatore. E nonostante i Pillhgrim cercassero di fare pressione, fondamentalmente la paura della realtà ostacolava le ricerche dei professionisti.

Si avvicinò a 'Persefone', la grande barca dei Della Valle. Il nome della moglie di Ade era più che consono considerando che la famiglia trattava piante e fiori. Perry teneva con la mano destra il telefono, ma perse l'equilibrio e il dispositivo cadde con un tonfo prima sul ciglio del suolo, poi dentro l'acqua. Sbuffò e iniziò a muovere le braccia incredibilmente sorpreso dalla sua goffaggine nonostante vi fosse abituato. Un piccolo ponte in metallo separava l'ultimo gradino in pietra dalla barca. Lo sollevò e lo depositò sulla terraferma, si inginocchiò, speranzoso che il telefono fosse ancora funzionante, quindi abbassò un braccio e la testa. Quest'ultima era rivolta verso l'interno del porto. Vide con la coda dell'occhio tre gocce di sangue e si alzò di scatto, scioccato. Supponendo che appartenessero ai Pillhgrim, era ovvio che l'acqua della pioggia non le avesse portate via a causa del piccolo ponte, così come che ciò dipendesse dal fatto che la famiglia di Tancredi non avesse più usufruito della barca. Mark non gli aveva mai parlato di quella prova, probabilmente la considerava del tutto inutile.

Una volta ripresosi, si abbassò nuovamente per assicurarsi che la sua non fosse una visione. Nulla da fare, aveva visto bene. Scappò febbricitante lontano dal molo, eccitato e sconvolto al tempo stesso, come mai era stato prima mentre una nuova opzione iniziava a prender forma nella sua mente.

Doveva andare nell'ufficio della madre e assicurarsi che il sangue appartenesse ai Pillhgrim, in primo luogo. Ideò facilmente il modo in cui avrebbe avuto accesso illimitato ai file. A Roseville le persone utilizzavano computer e dispositivi elettronici di ogni tipo quasi come se fossero inespugnabili, perché di fatto lo erano. I Carter avevano creato nei primi anni duemila dei fantastici sistemi per proteggere la navigazione online e i documenti, quindi ogni tipo di informazione poteva essere rinvenuta solo ed esclusivamente attraverso una password scelta. Squarepants non avrebbe di certo rivelato alla madre le sue intenzioni considerando che lei l'avrebbe additato come un pazzo fantasioso, tanto per cambiare. Senza farsi vedere si recò quindi nel bagno al piano terra della stazione di polizia, aspettò che fosse vuoto e poi estrasse dalla tasca dei jeans un accendino. Salì sulla tazza del gabinetto e si protese verso l'alto per far scattare l'allarme. Attese che le diverse fasi si succedessero: l'acqua iniziò a colare dal sistema antiincendio, l'allarme all'inizio sovrastava le voci, poi le voci sovrastarono l'allarme, e per ultimo, silenzio. Quello era il segnale: l'edificio era probabilmente semivuoto, segno che poteva dirigersi verso l'ufficio della madre. Usò le scale.

In quel piano solamente disattivò l'allarme. Quell'ambiente non lo deliziava. La vernice non ricopriva più le pareti e l'orribile carta da parati sottostante spuntava fuori in qualche punto, per non parlare poi dei cavi scoperti che attraversavano il soffitto abitato da insetti. Quel posto era degradante e Perry trovò immensamente irrispettoso il fatto che il comune di Roseville preferisse utilizzare i fondi per rifare il teatro in centro piuttosto che la stazione della polizia. L'ufficio di Andrea era decisamente più pulito e moderno, dotato di una macchinetta da caffè e di una bella scrivania ricoperta da foto della famiglia e qualche aggeggio inutile ma accogliente. Il giovane Longbottom fu agile e aprì velocemente il portatile. Ovviamente Andrea aveva bloccato il computer prima di lasciare l'ufficio, precisa e attenta come al suo solito. La password Squarepants l'aveva scoperta tempo fa più o meno involontariamente, ma siccome rispettava profondamente il lavoro della madre non ne aveva mai usufruito. Solo per un altro caso aveva oltrepassato il limite: quello degli Amprels. Ai tempi il corpo di polizia aveva ipotizzato la vera ragione del perché quell'uomo fosse morto, nonostante mancassero delle prove tangibili. Paul Pillhgrim aveva agito in maniera scaltra, ma Squarepants in fondo era rimasto sospettoso, così come Andrea e chissà quanti altri. Perry proprio non riusciva a comprendere come la madre di Ted potesse aver avuto una svista del genere.

Aprì il file dei Pillhgrim e girò le diverse foto collegate al caso, superando quelle che immortalavano il porto. Finalmente trovò quello che cercava. L'immagine delle gocce scarlatte sulle pareti con sotto un appunto da aprire.

''Il test ha rivelato che il sangue rinvenuto appartiene alla deceduta Mindy Pillhgrim."

Aveva ottenuto quel che desiderava. Armeggiò ansiosamente col computer prima di riuscire a chiuderlo, poi corse lontano dall'ufficio, fino al pian terreno. L'allarme era stato disattivato e le pochissime persone rientrate si guardavano intorno sorprese. Il ragazzo arrivò giusto in tempo davanti alla madre, che non appena lo vide gli puntò addosso uno sguardo sorpreso. Era una bella donna sulla cinquantina, capelli neri ricci e viso lungo tracciato da appena qualche accenno di ruga.

''Perry, c'è stato un avviso di incendio! Si può sapere cosa diavolo fai qui dentro? E come mai non sei uscito quando l'allarme è scattato?'' era furiosa per il comportamento irresponsabile del figlio e spaventata al pensiero di quel che gli sarebbe successo se non fosse stato un errore.

''Cuffie e mp3'' le rispose Perry mentre col piede destro era preso a disegnare cerchi invisibili sulla moquette scadente. ''Highway to hell. Sai, quella canzone è così...'' mosse le braccia suscitando il risolino strozzato di alcuni colleghi della madre. ''...movimentata.'' tossicchiò.

''E l'acqua suppongo tu l'abbia presa per un effetto speciale'' disse sarcasticamente Andrea.

''In realtà pensavo venisse dal soffitto, questo posto cade a pezzi'' replicò il ragazzo. Altre risate.

''Tanto so perché sei qui.'' Il Longbottom sentì il cuore battergli forte e veloce. Smise di respirare per ascoltare con più attenzione. ''Perry, non ti permetterò mai di usare Christian come collaboratore per le tue storie. E' nuovo, sì, ma è molto impegnato col lavoro, te ne ho già parlato.'' il suo tono diveniva via via più annoiato. Non le piaceva dovergli ripetere sempre le solite cose. Il ragazzo ricominciò a respirare normalmente.
"E poi com'è che non sei bagnato fradicio?"

''Sono rimasto dentro all'ufficio di Bryan, quello,'' affermò indicando una stanzetta posta accanto alle scale di servizio che aveva utilizzato prima ''per tutto il tempo. Vedi? Non sono tanto bagnato. Negli uffici non passava l'acqua. Suppongo che in alcune stanze parta solo in circostanze gravi, oppure sono stato solo fortunato." Mentì con una scrollata di spalle. Sapeva bene che quella procedura derivasse dalla decisione di proteggere i preziosi oggetti contenuti nell'edificio il più possibile. C'era una bella differenza tra bruciare una piantina nel corridoio e alcuni importanti fogli incriminanti: Perry la vedeva figuratamente come una questione di vita o di morte.
Andrea annuì, come se comprendesse il ragionamento del figlio pur continuando a trovarlo strano.

''E non ti è saltato in mente che l'incendio potesse essere reale?'' chiese di colpo.

''Ho rotto il telefono nuovo e sono venuto qui per dirtelo. Francamente morire bruciato mi sembrava una soluzione migliore.''

Una volta uscito, si incamminò verso la meta. Il cielo azzurro e il tempo mite rincuorarono Perry. Non si sentiva sicuro ma sapeva di fare la cosa giusta, sapeva di aver raccolto abbastanza pezzi. Suonò al cancello dell'enorme proprietà che gli si palesava davanti, aspettò pazientemente di entrare e percorse senza fretta il sentiero in selciato che lo separava dalla villa. Melody, la governante della famiglia Della Valle, aprì la grande porta per lasciarlo passare. Gli rivolse un sorriso buono e accondiscendente, poi gli chiese cosa l'avesse spinto lì.

''Devo parlare con Tancredi.''

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