Capitolo 2
I giorni successivi passarono nella placida tristezza che solitamente giace all'ombra del lutto. Gli abitanti di Roseville vestirono scuro in ogni occasione, eccezione fatta per impiegati e sportivi, che non potevano certo evitare l'uniforme o la divisa distintiva.
Una domenica la quotidianità venne nuovamente interrotta. La famiglia Longbottom, piuttosto inaspettatamente considerando i fatti, era stata invitata a casa Pillhgrim.
Il padre di Perry conosceva Mark; i due si erano incontrati dopo l'arrivo in città della nuova famiglia e da allora i rapporti intrattenuti erano stati piuttosto buoni. I Pillhgrim compresero sin da subito l'importanza di conquistare amicizie proficue; essendo Perry figlio di un importante medico e del capo del corpo di polizia, non poteva certo venire trascurato del tutto, nonostante i tentativi di passare inosservato a scuola non fossero affatto vani. La sua non era una delle famiglie Creatrici, ma era certamente rispettabile.
Davanti allo specchio circolare della spaziosa stanza, Squarepants indossò camicia bianca e cravatta verde scuro. Regola di Roseville: gli incontri amichevoli erano regolati dal colore della speranza tanto quanto quelli diplomatici dal blu. Contemplò la sveglia elettronica sul comodino e comprese che era in ritardo. Tanto male, sarebbe uscito senza usare il bagno.
Scese le scale e si diresse alla macchina, dove suo padre e sua madre già da qualche minuto lo stavano aspettando.
L'uomo non mancò di fare al figlio le solite raccomandazioni.
"Perry, cerca di contenere i tuoi atteggiamenti, per favore."
"Cosa intendi, papà?" chiese il ragazzo, pur comprendendo precisamente a cosa si riferisse. La sua fantasia e le grande idee rivoluzionarie non erano ben viste.
"Lo sai benissimo. I Pillhgrim sono una famiglia rispettabile, in ascesa per altro. Non fare domande inappropriate, non osare confabulare e non rivolgere la parola alla Signora Agata."
"Ti vergogni di me?" Domanda retorica che fece cambiare tono al medico.
Disse dolcemente:" Perry, figliolo, sai quanto io ti voglia bene. Solo che tu sei talvolta.. poco adatto alla società."
Perry era infastidito:" Mark non mi disprezza."
"Mark non disprezza nessuno, né pubblicamente né in privato, caro. Sua moglie, al contrario, molto spesso si lascia andare a commenti che non voglio trattino di te. Quando lei giudica, gli altri ascoltano e prendono per vero." La madre aveva parlato con voce dura e tono deciso. L'ultima parola era stata detta.
La residenza dei Pillhgrim era magnifica, realizzata da cima a fondo dall'architetto Griffith, il più importante della città. Lo stile moderno era dominato da toni freddi, perfettamente bilanciato tra il bianco e il nero. Tuttavia i dettagli rendevano la casa piacevole e, persino agli estranei, stranamente familiare. I Longbottom vennero accolti dalla governante, che li condusse al salone. Agata Pillhgrim era seduta sul divano in stoffa: i biondi boccoli le ricadevano sulle spalle e indossava un abitino bianco che la rendeva simile a una sposa angelica. Perry rabbrividì ripercorrendo con la mente il ricordo del giorno che, distrutta dal dolore, l'aveva vista scattare sul palco della palestra.
La donna si sollevò senza sapere quel che il ragazzo pensava per accogliere i suoi ospiti. I soliti convenevoli vennero rotti dalla voce di Perry:" Posso andare in bagno?"
I genitori, sbigottiti, lo fulminarono con lo sguardo. Agata invece gli sorrise e annuì, per poi ricordargli la direzione "Credo tu sappia già dove andare, Perrault."
La sua espressione, generata dal volto giovane dell'ospite, tradiva una tristezza profonda dovuta alla mancanza dei figli.
Perry si mosse a passo veloce, un corridoio dopo l'altro. Quella casa era come labirinto. Sbuffò.
Le spalle incurvate e protese in avanti si drizzarono di colpo e la figura si fermò di fronte a una gigantesca foto che occupava buona parte della parete bianca. I cinque ragazzi Pillhgrim guardavano verso l'osservatore, immortalati per sempre dalla macchina fotografica di un esperto locale. Quello scatto risaliva a qualche mese prima, Perry ricordava vividamente il vestito magenta che Sarah aveva indossato. Si avvicinò per analizzare il suo volto regolare e delicato da vicino: naso alla francese, labbra sottili e guance rosee soggiunte dai bellissimi occhi verdi, il marchio di famiglia. Dopo qualche istante una voce interruppe il silenzio.
"La mia bambina era bellissima" disse semplicemente. Il ragazzo si ritrovò al fianco la figura imponente del capofamiglia, Mark. Balbettò qualche scusa, ma l'uomo lo tranquillizzò educatamente.
"Certo questa vicenda deve incuriosirti particolarmente, Perrault. Oh, non guardarmi così. Io e te condividiamo una passione che non molti capiscono e che spaventa i più. Il mistero ci chiama, l'ignoto ci attrae. Vedo nei tuoi occhi un guizzo tanto simile al mio da stupirmi. È un peccato che i tuoi genitori non comprendano il tuo amore per la scrittura." Scosse la testa dispiaciuto e riprese:"Tranquillo, non lo capivano neanche i miei. Ma guarda dove sono arrivato" si lasciò andare in un sorriso e fece l'occhiolino alla faccia stupita di Perry. Lo sorprese la facilità con cui l'uomo aveva cambiato tono. Mark Pillhgrim era di fatto un apprezzato scrittore di romanzi di ogni genere.
Attese qualche secondo, poi fece a Perry cenno di seguirlo. Arrivati davanti a una porta, invitò il giovane all'interno. Se la chiuse alle spalle e fece una proposta sconvolgente al ragazzo. Le parole pronunciate in quella fredda domenica rimasero incastrate tra i grandi scaffali della biblioteca di famiglia.
Perry non mangiò molto durante il pranzo ed evitò accuratamente di incontrare lo sguardo dell'uomo, che gli lanciava di tanto in tanto occhiate significative. Squarepants era sbiancato e non riusciva a connettere correttamente i pensieri. I signori Longbottom rimasero tanto sorpresi dal suo comportamento da preoccuparsi seriamente. Una volta tornato a casa, Perry si precipitò in camera per scrivere un semplice messaggio agli amici Ted e Susanne.
Oggi. Diciassette. Molo.
Una volta accordato, pensò a lungo al modo in cui avrebbe detto quel che voleva, senza riuscire mai a costruire la frase perfetta. Il suo animo calcolatore, abituato alle passioni fittizie e a una placida realtà ordinaria, iniziava a confrontarsi col mondo, molto più astuto e macchinatore di lui, il perfetto drammaturgo.
Quando il momento giunse, inspirò a fondo l'aria marina, avvistando da lontano i preziosi amici. La sabbia era fina e chiara, odiata dai cittadini perché insinuatrice e infida, amata dai turisti per gli stessi motivi. L'acqua era calma, rispecchiava perfettamente il colore del cielo, possedendone però la corporeità; riflessioni illusorie.
Susanne era avvolta nel cappotto invernale di seconda mano, totalmente inadatto per quelle temperature piuttosto fresche. Agitò la mano al ragazzo per fare cenno di raggiungerli e lo osservò teneramente mentre questi si avvicinava. Ted teneva tra le mani il telefono di ultima generazione e si contemplava i pantaloni verdolini in stoffa, perfettamente abbinati alla giacchetta. Le sue sopracciglia curate ebbero un guizzo di fronte alla faccia stravolta di Perry. Si accomodarono sulla coperta in pile che Susanne aveva portato. Dapprima Squarepants raccontò del sogno e del bigliettino, dato che in un primo momento aveva preferito tenere quel ricordo per sé. Poi affrontò l'argomento che lo tormentava.
"Oggi ho avuto un incontro inaspettato con Mark Pillhgrim. Mi ha condotto nella sua libreria, pensavo volesse scambiare due chiacchiere da scrittore ad aspirante scrittore, capite?"
La ragazza arricciò il naso:" Non sono sicura di voler sapere il continuo."
Perry le lanciò un'occhiataccia che la ammutolì.
"Vuole che indaghiamo sull'omicidio dei figli e dei nipoti, lontano dalla stampa, dai giornalisti e dai ficcanaso. Ritengono che l'assassino sia nella nostra scuola e hanno bisogno di qualcuno che possa osservare in prima linea."
"Perché noi?" Disse con slancio Ted, che aveva tutto men che lo spirito di intraprendenza. "Non voglio entrarci, Perry!"
"Perché eravamo gli unici idioti assenti alla festa?"chiese sarcasticamente Susanne, in realtà scocciata tanto quanto lui dalla richiesta.
"Ci ha incastrati. Ha delle proposte per noi. Proposte che non possiamo rifiutare." Gli amici lo guardarono come per invitarlo a parlare e, dopo essersi massaggiato le tempie, Perry iniziò ad elencare le ragioni.
"Pagherà a te il college, Susanne, dato che comprende che da sola non potresti. Ha usato un sacco di formule per lodare la tua grande intelligenza, ma in poche parole posso assicurarti che sa bene che non potresti sfruttarla senza un aiuto esterno. Ha proposto, qualora il mistero venisse risolto, di vendermi i diritti per scrivere un libro sulla vicenda. Conosce la mia passione e la mia ambizione tanto quanto gli editori più importanti della penisola. Non potrei avere successo, altrimenti. Ma non sono ragioni sufficienti per accettare un fardello del genere, lo riconosco. Il motivo per cui accetteremo riguarda Ted. Quando i Pillhgrim sono arrivati in città tuo padre ha affidato un importante caso a Paul, il fratello avvocato di Mark, non è vero?"
L'Amprels sbiancò e arrossì nel giro di pochi secondi. Aveva compreso immediatamente in cosa consisteva la minaccia. Annuì e, con voce rotta, aggiunse:" Donna, la matrigna di Susanne, ce li aveva presentati."
"Un operaio di tua madre cadde da una facciata e ci lasciò la pelle. Non finì in carcere perché Paul la difese." Abbassò la voce "Non finì in carcere perché Paul Pillhgrim nascose le prove che dimostravano la svista del datore di lavoro." Quelle parole, che avevano galleggiato fino ad allora nel silenzio, corsero come cavalli inferociti sulle braccia di Ted, lasciandogli dei brividi. I grandi occhi azzurri si riempirono di lacrime. Susanne, che non ne aveva saputo nulla fino ad allora, lo guardò delusa. Il ragazzo tirò su la sciarpina in seta viola e vi nascose il volto.
"Io non c'entro nulla" disse tra le lacrime "non potevo tradire i miei genitori..."
Perry odiava i sentimentalismi e lo interruppe noncurante "Ted,mi sa che non hai capito. Se non facciamo quel che vuole rivelerà la verità. Non ne va della reputazione della tua famiglia e basta. Ne va della reputazione di tutta Roseville. Si tratta di discendenti dei Creatori. Ha le prove!"
Susanne disse di colpo, completamente incredula: "Scommetto che è stato qualche nemico di Scott! Tra tutti era di sicuro il meno loquace! Non posso credere che siamo obbligati!"
"Lascia in pace Scott, chiaro? Smettila!" Ted alzò la voce a tal punto che gli altri due si girarono di scatto verso il volto pieno d'ira dell'amico. Susanne abbassò la testa imbarazzata, ma la discussione proseguì per il resto del pomeriggio e si animò allo stesso modo per gli altri scomparsi. Persino per gli improvvisati detective quei ragazzi erano intoccabili.
Secondo un'antica tradizione di Roseville, per mantenere la privacy un tempo non si soleva scrivere lettere per accettare o rifiutare delle proposte.
A Meredith Griffith, Creatrice, venne chiesta la mano da due uomini galanti e provenienti da importanti famiglie. A mezzogiorno la sua scelta doveva essere resa nota mediante lettere recapitate personalmente dalla fidata assistente. Uno dei due l'avrebbe avuta in moglie, l'altro avrebbe ingoiato il boccone amaro. Quel giorno nella casa padronale mancava la carta per scrivere, quindi la signora improvvisò. Un giovane ottenne un cesto di calde margherite, l'altro un mazzo di rose gialle. Era risaputo che Meredith amasse i petali fini delle margherite tanto quanto che odiasse gli steli spinosi delle rose.
Da allora, per accettare una proposta si suole spedire mazzi di uno, per rifiutare mazzi dell'altro.
Due giorni dopo il colloquio, Mark Pillhgrim ricevette un bel cesto di margherite.
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