Nella foto: Phoenix
Phoenix pov's
Torno in camera mia dopo un po' di svago a sedurre delle umane che peró non mi interessavano minimamente, sul letto trovo la mia maglia nera che avevo lasciato a Sit e una lettera che decido di aprire:
"Phoen..
Forse non leggerai nemmeno questa lettera, ma meglio tentare.
Per un po' torno in paradiso, dato che Mihael ha bisogno di aiuto e Eris giustamente non può, perché deve badare al figlio insieme a Lucio.
So che non è un addio, però volevo ringraziarti..
Per quelle giornate di odio puro e amore eterno.
Non so se in quei giorni mi avevi solo illuso perché ti facevo pena e in fondo mi avresti reso felice così, ma non per molto.
Ho amato dal primo bacio le tue labbra morbide e calde..
Il tuo corpo che mi avvolge e mi fa sentire in un altro mondo nuovo.
La tua voce, il suono più bello che potessi sentire.
Ma in questo periodo ci siamo distaccati, e molto direi.
Forse perché non mi ami, mi hai solo illuso per farmi sorridere..Non lo posso sapere.
Ti giuro che non ho mai provato sentimenti così forti per nessun altro, ma solo per te..
Ora meglio che vada..
Grazie di tutto..
Ti amo.
-Sitael"
Leggo questa lettera con l'amaro in gola e a ogni parola le lacrime si fanno piú forti in me e premono con forza per voler uscire.
Cedo.
Cado a terra e mi tengo le ginocchia al petto in silenzio.
In silenzio piango.
"É andato" sono le uniche parole che mi martellano la mente.
"Se ne è andato" piango sussurrando quelle parole.
Ginevra passando di li entra in camera mia sentendomi piangere e si avvicina «Phoe..che succede?»
Nessuno risposta e viso basso.
Ritenta scuotendomi «Phoe che cos'hai?»
Silenzio.
Mi abbraccia in silenzio «Dimmi che succede su..»
Rimango fermo e rigido non muovendomi e sussurrando «Vattene»
Lei mi guarda con occhi affranti e si stacca «Non potrai stare qui per tutto il giorno» dice fiduciosa.
Io non la guardo neanche «Esci.»
Lei sospira e asseconda la mia scelta uscendo dalla stanza sospirando pesantemente e sapendo che io avrei potuto benissimo stare rinchiuso dentro senza muovermi e a crogiolarmi nel dolore per giorni,senza parlare o nutrirmi.
Chiudo gli occhi e mi compare di nuovo Sit,mentre mi bacia,mi salta addosso o gioca coi miei capelli,le notti sullo stesso letto e i baci sul petto.
Stringo la mia maglia col suo profumo, annusandola per fare in modo che i ricordi non si offuscassero,io non volevo dimenticare e il dolore era l'unica cosa che mi teneva in vita e provandolo ero consapevole che era tutto vero,non era un sogno.
Fissavo il vuoto con viso assente e occhi vuoti, Fiammetta e Ginevra circa ogni ora venivano a farmi visita alternandosi,mi si sedevano difianco e mi parlavano o magari tacevano, cercando di farmi compagnia.
Cercavano di convincermi a nutrirmi,a mangiare,a parlare a dire che era successo o semplicemente a dire quello che stavo passando,a sfogarmi.
Io restavo in silenzio e immobile.
Il primo tramonto caló e con esso il mio umore sprofondava.
La notte Ginevra la passó con me,mi guardava e sorrideva cullando Isabelle che piangeva perché voleva venire in braccio a me.
Ormai erano circa 5 giorni che non mi nutrivo e dalla partenza di Sitael ne era trascorso appena uno,cominciavo a perdere le forze ed a essere sempre piú stanco.
Ne Ginevra ne Fiammetta mi permettevano di dormire in loro assenza perchè avevano paura che potessi morire di sete da un momento all'altro considerando che di solito un demone mediamente si deve nutrire almeno una volta al giorno e io ero a digiuno da 5.
Mi guardavano sospirando, cercavano di convincermi a parlare ma io ero irremovibile sulla mia scelta,tacevo e rimanevo fermo guardando il vuoto.
Fiammetta a volte si arrabbiava e mi scuoteva con forza fino a farmi sbattere la testa contro la parete,non capiva il motivo del mio silenzio e alternava scatti d'ira con crisi isteriche in cui si appoggiava a me e piangeva implorandomi di andare oltre e di non stare fermo li.
Solo Eris aveva capito di cosa avevo bisogno,ovvero del mio angelo, avevo bisogno di Sitael per stare bene e per avere un motivo per vivere.
4 tramonti passarono e si susseguirono 5 albe, era il quinto giorno che ero fermo li in quella posizione.
Ero abbastanza pallido,non avevo il mio solito colorito abbrozanto ma ero senza forze,i capelli erano fragili e non sprigionavo piú quel calore che mi caratterizzava.
Ginevra era sempre più disperata e Fiammetta continuava ad implorare Mihael, il suo attuale ragazzo,di far tornare Sit e di sbrigarsela da solo e che io non avevo piú voglia di vivere.
Era vero,non volevo vivere senza quell' angelo,non mi interessava piú niente se non di tenerlo stretto a me e di rimediare a tutti i miei stupidi errori e ai miei comportamenti idioti con cui lo facevo solo soffrire.
Erano circa le due del pomeriggio e come al solito Ginevra se ne era appena andata col vassoio ancora pieno di cibo che mi aveva portato e che io non avevo osato toccare stando ancora a digiuno quando sentii la porta aprirsi ma non avevo la forza di aprire gli occhi per vedere chi era..ero troppo stanco volevo solo lasciarmi andare..
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