Inglobati dal male

[Nella foto, Erhard Weim]

Scoppiò la prima guerra del mondo e quel ragazzo dovette lottare per la sua patria nonostante avesse pensieri opposti al suo popolo.
Era diverso e perciò era considerato nemico, a sua volta, dai compagni suoi stessi, quando esclamò di consegnarsi ai nemici e di far fine a quella tragedia.
Teneva fede solo alla sua famiglia, sua madre in particolar modo; pianse come un dannato quando ella morì dopo aver donato il suo secondogenito e la gioia di suo fratello maggiore, sperando che mai avesse preso da lui la codardia.

Tu sei forte, Johann

Gli disse poco prima di uscire di casa ed andar al fronte consegnandosi a loro. Johann era piccolo ma sapeva che non avrebbe più rivisto suo fratello e così rimase solo con suo padre, crescendo forte ma con la grinta che Erhard voleva.

Codardo

Rimuginava spesso l'uomo, stringendo i denti per il dolore della perdita di un figlio ma soprattutto della delusione che gli aveva portato; si era venduto al nemico ma poco prima che potesse farsi giustizia da solo, alcuni soldati lo minacciarono, gli tagliarono la lingua cosicché non potesse confessare nulla né parlare più.

Josef era seduto a terra con le ginocchia al petto ed in una mano ancora la pistola.
Singhiozzava come un bambino, chiedendo perdono a dio ed a tutti i santi, sperando che ciò fosse solo un incubo, un delirio, un qualcosa di giustificabile.

Guardava con occhi sgranati l'altro crollare nella sua stessa pozza di sangue, con sguardo vitreo e polso assente, lasciando che dei ciuffi neri ricadessero sulla fronte.

Josef si avvicinò scattando ogni due per tre, tremando ininterrottamente mentre cercava di scuotere l'altro invano; non voleva credere che fosse morto.
Il suo stomaco non resse e corse in bagno a vomitare, alternando lamenti a singhiozzi per poi soffocare un grido di frustrazione.
Era in panico, era al momento solo a casa, così prese coraggio e riuscì a comporre il numero dell'unica persona che lo avrebbe potuto aiutare, sperando vivamente che rispondesse.

John arrivò all'istante seguito da Samantha, era sera e faceva più freddo del solito, aggirarono il bosco di faggi soccorrendo Josef in tempo, ancora seduto a terra e con la schiena al muro.

Si liberarono del corpo scavando una profonda buca poco distante dal campo, dall'altra parte del bosco, senza farsi vedere per poi tornare in fretta nella dimora di Josef.

Samantha era lì e aveva terminato di togliere le macchie dal pavimento, non riuscendo ancora a metabolizzare il tutto.

-Samantha,- La chiamò John facendo segno di stare accanto al cugino, ora in piedi e con sguardo assente, mentre serrava i denti. -Grazie.- Continuò alludendo al pavimento pulito.

Non aggiunsero nulla, nessuno aveva il coraggio di dire qualcosa anche se il silenzio venne spezzato da Josef stesso che tirò un pugno contro il muro con la medesima rabbia di poche ore prima.

-Josef!-

-Lui... L'aveva usata.-

Samantha si sorprese di tale affermazione, non avrebbe mai immaginato che la migliore amica avesse dovuto subire anche il tormento di Johann. Allora una soddisfazione strana le riempì la testa, godendo quasi della morte di quel pazzo.
John, d'altro canto, era rimasto interdetto,sembrava tutto uno stupido scherzo del destino.



Lianne's pov

Pulire la casa del comandante diventò quasi un'abitudine per me, i giorni non passavano mai ed all'interno di quella villa non c'era cosa che non avessi inquadrato da tutte le angolazioni, finché me lo permise. Il pianoforte era impotente in quella grande sala, mentre io gli davo le spalle finendo di spolverare i vari mobili che contornavano essa. Non ero sola, e questo mi rassicurava, affidarono il compito a Luise di lavare lenzuola, coperte, tovaglie, il tutto per rendere più profumata possibile la villa. Ci sostenevamo a vicenda, come avevamo sempre fatto.

Il comandante tornò a casa euforico, lo potei intuire dalle sue esclamazioni, per una volta si era complimentato di quanto fosse splendida casa, mettendo gli occhi su Luise e poi su di me. Squadrò ella più insistentemente, con un misto tra sdegno e desiderio, per quanto riuscissi a capirne. 

-Tu, come sono venute le mie lenzuola?!- Si rivolse a lei che al momento aveva finito di ripiegarle, ben asciutte.

-B...Bene, signor comandante.- Balbettò Luise a disagio ed incerta sul come rivolgersi a quell'autorità che non smetteva di scandirla a fondo.

-Questo lo dirò io.- Fece una breve pausa per poi annusarle. -Portale su, nella mia stanza.- Ordinò austero e la povera Luise non poté che ubbidire, correndo al piano superiore mentre lui continuava a fissarla da dietro. 

Pulii i bicchieri in cristallo appena lavati, adocchiando l'uomo seduto al tavolo mentre si concedeva liberamente dell'alcool, così dannatamente forte che mi entrò nelle narici. Mi allontanai focalizzando la mia attenzione tutta sul servizio da cucina quando lo sentii alzarsi ed andare al piano superiore. Strinsi tra le mani uno dei bicchieri per l'ansia che cresceva in me, ma dovevo farmi coraggio, avevo le mani legate dietro la schiena, come tutti.

Ero sola in quella grande e fredda cucina con un'unica finestra dalla quale potevo osservare il cielo plumbeo su di me, neanche una nuvola osava uscire, solo alcuni lampi che segnavano l'imminente temporale, seguiti da tuoni rimbombanti nella mia testa. Il primo pensiero andò a Josef; la mia mente contrastava continuamente con il mio cuore, tra il temerlo e temere un qualcosa di peggiore e l'immensa voglia di fuggire via con lui, lontano da tutto quello. 

Non erano ancora riusciti a portarmi via la speranza; avevo ancora un po' di forza per chiudere gli occhi, sedermi accanto a quella finestra, lasciare che il rombo esterno mutasse in candido silenzio, permettendogli di accarezzarmi con delicatezza i capelli, così da farmeli immaginare setosi e non spenti. Cercavo una via d'uscita, una seconda vita, magari. Allora, quel tuono non mi faceva più sobbalzare, al contrario.

Sentivo appena il freddo, anche le mie mani stavano cominciando a schiudersi.

Sobbalzai quando, d'un tratto, mi sentii scuotere dalla spalla, ma tirai subito un sospiro di sollievo notando che fosse solo lei.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top