Rosalba

La ragazza camminava serena sul lungomare. Il vento le scompigliava leggermente i lunghi capelli neri, ma lei non se ne accorgeva, persa nei suoi pensieri.

Inspirò profondamente il profumo del mare.

"Casa", mormorò alle onde.

Continuò a camminare per ancora un po' di tempo, poi si sentì chiamare.

"Ros! Ehi Ros!", si girò. Una ragazza stava correndo verso di lei sorridendo.

Quando arrivò aveva un po' di fiatone, ma continuava a sorridere.

"Oddio, non ho più l'età".

"Scema", l'apostrofò la ragazza.

"Cosa ci fai qui?", chiese l'amica.

"Pensavo", rispose malinconica Ros.

"Posso sapere a cosa...o a chi?", Ros arrossì e diede una leggera spinta all'amica, che si massaggiò fintamente il braccio, mormorando un poco credibile ahia.

"Solo che", iniziò un po' incerta.

"Solo che oggi è il tuo compleanno", la guardò divertita l'amica. Ros sospirò.

"Sì".

"Beh, dovresti essere contenta no? Finalmente stasera farai il Passaggio". Ros sorrise flebilmente.

"Sì, stasera farò il Passaggio".

"Ehi! Sono anni che aspetti, dovresti essere contenta!".

"La fai facile tu, lo hai passato almeno due secoli fa!".

L'amica sbuffò.

"Smettila di ricordarmi che sono vecchia", si imbronciò e incrociò le braccia offesa.

"Dai, che non sei poi così vecchia! Tua sorella ha quasi mille anni!".

L'amica iniziò a ridere.

"Sì, ma non ricordiamoglielo, lo sai quanto sia permalosa". Ros sorrise.

"Allora", iniziò l'amica "stasera devi essere al tempio alle sette, questo vuol dire che devi venire a casa nostra per le cinque, devi prepararti ed indossare la veste".

Ros roteò gli occhi al cielo.

"Lo so, oddio, me lo avrai detto mille volte, se non di più".

"Io sono la tua Maestra di Passaggio! Mica mi vorrai far fare brutta figura!".

Ros sorrise all'amica, dimentica del motivo della sua malinconia.

"Sia mai! Mi perseguiteresti per sempre!".

"Oh, ci puoi giurare! L'unica volta che una mia allieva ha sbagliato il Passaggio, il Consiglio mi ha sospeso per due anni! Se mi fai sospendere sarò tutti i giorni a casa tua a farti studiare di nuovo!", la additò imbronciata.

Ros alzò le mani alle spalle, facendo segno di arrendersi. L'altra le prese una mano e la tirò dietro di sé correndo verso casa.

"Ehi! Non correre, sono piccola e fragile!", sbottò fintamente seccata.

"Ma stai zitta! Hai già lottato con il tuo primo Serpente di Mare!", disse l'amica ridendo gioiosa.

"Dove andiamo?".

"A casa mia, a prendere un buon caffè e fare due chiacchiere, poi ti spedisco a riposarti a calci e poi alle cinque torni da me!".

"Altro?", disse Ros meravigliata.

"Sì, ho deciso di aggiungere un integrativo alla veste". Ros si fermò di colpo e la sua amica cadde per terra. Trattenne una risatina, mentre lei si massaggiava il fondoschiena.

"Ros, ma sei impazzita?", piagnucolò.

"Un integrativo?", chiese lei sorpresa ignorando l'amica ancora a terra "che integrativo?".

"Ah no, bella mia, te lo sogni, lo saprai quando la indosserai questa sera".

"Dai, non puoi lasciarmi così", disse imbronciandosi.

"Non mi commuovi cara, io sono la tua istruttrice e sono abituata alle tue moine. Ma puoi avere dei biscotti al cioccolato".

"Traditrice", sibilò Ros per poi guardarla con un sopracciglio alzato "ma per questa volta mi accontenterò".

"Brava, ora andiamo".

Entrarono in casa avvolte dal profumo dei biscotti e del caffè.

"Clò!", chiamò.

"Sono in cucina!", rispose la sorella minore.

Si girò e quando vide Ros sorrise.

"Guarda la nostra allieva! Stasera è la grande sera! Mia sorella non ha nemmeno dormito!". Ros sghignazzò e l'amica la fissò con gli occhi a mezz'asta. Poi sorrise cattiva.

"Sì sì, vedremo chi sogghignerà stasera!", in tutta risposta Ros le fece una linguaccia.

"Ad ogni modo", disse l'amica proseguendo il discorso e rivolgendosi a Clò.

"Sorella, la ragazza qui necessità di caffè e biscotti! Vagava senza meta per la battigia invocando lontani amori", disse solenne. Ros la fulminò, lei di rimando alzò un sopracciglio.

"Le hai detto che è stato cambiato il Maestro di Cerimonie?". Ros si irrigidì, poi sgranò gli occhi.

"Co-cosa?".

L'amica sospirò.

"Te lo avrei detto dopo un caffè", disse fulminando la sorella, che abbassò colpevole lo sguardo "il Maestro Solian non sta bene, è stato sostituito da un altro".

"Chi? Lo conosco?". Clò guardò incerta la sorella, che la inchiodò con lo sguardo.

"Non credo, lo scopriremo stasera", disse l'amica alzando le spalle.

Ros sbuffò. Tutte a lei, anche un Maestro sconosciuto le doveva capitare. Sperò non fosse uno del Nord, quelli erano tosti, abituati a clima rigido ed impietoso, da qui il loro gelido carattere. Guardò supplicante l'amica e Maestra.

"Va bene, va bene!", sbottò quella avendo capito "i biscotti con il cioccolato dentro e fuori!", prese un contenitore e glielo passò "e solo per stavolta non conto le calorie. Solo.per.stavolta!", la fissò severa. Ros sorrise soddisfatta.

"Yep!".

Clò si avvicinò, mise in tavola caffettiera, zucchero e tazzine varie. Versò il caffè e poi le tre ragazze si misero a chiacchierare del più e del meno, fino a quando l'amica non si alzò.

"Ora vai a riposarti, alle cinque devi essere nuovamente qui", Ros sospirò agitata.

L'amica le mise la mano sulla spalla.

"Andrà tutto bene!", la rassicurò. Ros annuì non del tutto convinta ed andò a casa a riposarsi. In realtà non riposò poi molto, era troppo nervosa.

Alle cinque si presentò puntuale per prepararsi al Passaggio. Le aprì Clò, che le sorrise tirandola dentro e sbattendo rumorosamente la porta. Ros la guardò curiosa.

"La tua veste è pronta e perfetta! L'ho finita di sistemare ora ora!". Ros sorrise. Clò non era una persona particolarmente espansiva, quindi nelle poche occasioni in cui lo era lei ne approfittava. Quindi l'abbracciò di slancio. Clò la ricambiò, ma subito si staccò frettolosa, con un sorrisino imbarazzato. Poi le fece cenno di seguirla.

Entrarono nella camera ovale, dove si sarebbe svolta la preparazione al Passaggio. L'amica era già ad aspettarla, le sorrise e la invitò ad avvicinarsi.

"Dunque, il colore della tua veste sarà cobalto, poiché sarai colei che lo donerà agli occhi di chi sogna". Ros annuì, sperava davvero che fosse quello.

"Dopodiché indosserai il manto azzurro, poiché spesso esso si accompagna al tuo colore", il cuore di Ros perse un battito, ma non lo diede a vedere.

"Le tue armi saranno la falce bianca, che porterà la tua ira ed il corno nero che richiamerà i tuoi alleati nascosti", Ros annuì concentrata.

"I tuoi gioielli saranno la spada argentea, che proteggerà chi ti porta rispetto ed il corno bianco che richiamerà coloro che si mostrano alla luce".

"Ora, poiché la Maestra può scegliere di fare un dono alla sua allieva più preziosa, io ho deciso che questo sia il mio dono".

Detto questo, le porse una piccola scatola di madreperla, invitandola ad aprirla con un cenno del capo. Ros la guardò e lei sorrise.

Aprì lo scrigno e trattenne un gridolino. Quello che aveva davanti era un opale nero.

"Ma", disse intimidita.

"Quello è il marchio della Divina. Te lo dono perché leggo in te il dono della verità e la volontà di amare e proteggere. L'opale è la pietra che caratterizza la mia Casata, poiché consente di condividere le emozioni e la sensibilità dell'Acqua e porta alla preveggenza", disse seria la sua Maestra.

"Ma questo dono comporta delle grandi responsabilità, lo sai bene poiché è una delle pietre della Antiche Casate. Questo dono comporta la tua appartenenza alla nostra. Sei una nostra affiliata e le responsabilità delle tue azioni ricadrà su di noi".

"Ma-è troppo-se sbaglio, se-", ma l'amica le mise la mano sulla spalla.

"Se sbaglierai tu, sarà anche colpa mia, perché sono stata io a farti da Maestra. Io ho fiducia in te. Sai benissimo che puoi rifiutare il mio dono, poiché ti sto investendo di un'autorità ingombrante essendo tu così giovane. Ma se accettassi di affiliarti alla nostra Casata mi renderesti orgogliosa e felice".

Ros tentennò un po', poi però sorrise. Era una grande dimostrazione di rispetto, ma anche di affetto, poiché le affiliate erano rarissime e spesso molto lontane nei secoli le une dalle altre. Inoltre l'amica le aveva proposto l'Affiliazione davanti al suo stesso sangue e se lei avesse accettato lo avrebbe fatto nuovamente. Davanti a tutti, durante il Passaggio. Sospirò.

Rese all'amica la scatoletta, le mani che le tremavano impercettibilmente.

"Sì", mormorò. L'amica sorrise e lo stesso fece Clò.

"Bene", disse solo "ora finiamo di prepararci, a quanto pare il nuovo sacerdote è un osso duro ed inoltre ha deciso di affidarti ad un superiore, che ha fatto il Passaggio già da qualche tempo". Il viso di Ros si scurì, lei non voleva nessuno.

"Io pensavo sarei stata da sola", mugugnò fra i denti. L'amica sospirò delusa.

"Non possiamo sempre scegliere, Ros. Tu hai dei doveri e purtroppo nemmeno le Casate possono disobbedire alle scelte di un Maestro di Cerimonie, lo sai".

"Sì, lo so...solo-", non terminò la frase.

"Mi spiace, Ros, mi spiace davvero". Lei annuì e poi sorrise.

"Vestiamoci, sono pronta". Le due ragazze annuirono ed iniziarono a vestirla. La veste consisteva in una divisa cobalto, chiusa fino a metà collo e con maniche larghe per permettere movimenti fluidi. Al contrario i pantaloni le aderivano come una seconda pelle ed erano composti di minuscole scaglie di madreperla. Indossò un manto azzurro di seta, legato con una spilla dello stesso colore.

Indossò la falce, la spada ed infine, alla vita, i due corni. Si avviarono verso il tempio in silenzio. L'amica stava alla sua destra e Clò subito dietro di loro, come Assistente di Cerimonia accanto alla Maestra. Prima di entrare nel Tempio, Ros fece un profondo respiro, guardò l'amica e Maestra, che sorrise e la invitò ad entrare.

Il Tempio era gremito di gente. Per la maggior parte allievi che presenziavano al suo rito di Passaggio, accompagnati dai vari Maestri ed Educatori. In fondo alla stanza, davanti ad una polla d'acqua, stava in piedi il Maestro di Cerimonie, un uomo imponente, con gli occhi azzurri come il mare ed i capelli brizzolati. Teneva in mano il suo bastone, su cui era incastonata la Pietra del Sole, lo spato islandese, che simboleggiava la sua appartenenza alle Casate del Nord.

Appunto – pensò Ros

"La ragazza si faccia avanti", disse severo. Ros camminò lentamente fino a trovarsi davanti all'uomo, inchinando la testa in segno di rispetto.

"Il tuo Passaggio ha inizio, giovane Guardiana", disse.

Ros alzò la testa sempre tenendo gli occhi bassi.

"Chi presenta la Guardiana?", chiese il Maestro di Cerimonie.

"Io. Maestra della Casata della Divina", disse l'amica, posandole una mano sulla spalla, restandole a fianco.

"Come la presenti, Maestra?".

"Come Guardiana delle Acque e affiliata alla Divina".

Un silenzio stupito calò nel tempio, sembrava che esso stesso stesse trattenendo il fiato.

"Sei certa della tua scelta?", chiese severo il Maestro di Cerimonie "l'affiliazione è rara e richiede qualità ben precise. Possiede la tua allieva queste qualità, Maestra?".

"Sì, ella le possiede".

"Possiede la volontà di amare e proteggere?".

"Sì, ella la possiede".

"Possiede la sensibilità dell'Acqua?".

"Sì, ella la possiede".

"Ha la sua pietra?", chiese infine il Maestro.

"Sì, la ha".

Si levò un leggero mormorio, che subito cessò quando il Maestro volse lo sguardo sulla folla.

"Che sia mostrata".

L'amica si avvicinò al Maestro, presentò lo scrigno con la pietra e l'uomo la prese.

Delicatamente la immerse nella polla d'acqua, poi la alzò e la porse a Ros.

"Prendi la tua pietra, affiliata", disse severa a Ros. Lei, sempre senza alzare lo sguardo, prese la pietra.

"Porgimi la tua falce", ordinò l'uomo.

Lei lo fece.

Il Maestro di Cerimonie prese la falce.

"Questa falce porterà l'ira del mare ed io la segno con il glifo del Nord", disse toccando la superficie della falce con la Pietra di Sole. Al tocco della pietra un simbolo apparse sulla falce, per poi subito scomparire. Rese la falce a Ros che ringraziò.

"Porgimi la tua spada", ordinò il Maestro di Cerimonie.

Lei lo fece.

"Questa spada proteggerà chi porterà rispetto al mare ed io la segno con il glifo del Nord", detto questo ripeté la medesima operazione sulla spada.

Così fece anche con i due corni, per poi renderli alla ragazza. Ancora Ros teneva lo sguardo basso.

"La Maestra si faccia avanti", disse allora l'uomo.

L'amica si frappose fra lei ed il Maestro di Cerimonie.

"Questo è il monile che la designa Guardiana, porgila alla tua allieva, che essa vi posi sopra la pietra.

L'amica si girò e, tenendo il monile sul palmo della mano, lo avvicinò a Ros perché potesse posarvi la pietra. Come la ragazza lo ebbe fatto, la pietra si illuminò, sembrò farsi liquida ed il monile la assorbì.

"Prendi il monile ed indossalo", disse il Maestro di Cerimonie. Lei lo fece.

"Giuri di avere la volontà di amare e proteggere?".

"Lo giuro".

"Dovrai affrontare inganni e menzogne. Dovrai combattere contro la vanità e la superbia degli uomini. Dovrai imparare a distinguere la realtà dalla menzogna e sarai guidata solo dalla tua forza. Giuri di usare tale forza per amare e proteggere?".

"Lo giuro".

"Giuri di essere trasparente come la madre Acqua che sei chiamata a proteggere?".

"Lo giuro".

"Combatterai per preservare colei che ti ha dato la vita?".

"Lo farò".

"Ricorderai le tue origini e porterai loro rispetto?".

"Lo farò".

Il Maestro le pose la mano sulla testa.

"Da questo momento il Padre Mare e la Madre Acqua ti accolgono come loro Guardiana e si aspettano che tu assolva ai tuoi compiti, rispettando loro e te stessa, perché tu sei ciò che proteggi".

"Io acconsento al tuo Passaggio e ti nomino Guardiana della Madre Acqua ed affiliata della Casata della Divina. Questo è un grande onore e mi auguro tu ne sia cosciente".

"Lo sono".

"Adesso puoi alzare lo sguardo Guardiana, sei anche tu parte della Grande Famiglia e puoi guardarmi negli occhi senza timore".

Ros alzò lo sguardo e vide che l'uomo stava sorridendo e che la sua espressione era del tutto diversa.

"Ora ti presenterò il tuo affiancamento. Il Guardiano che ti affiancherà è di poco più anziano di te nel rito del Passaggio ed il colore della sua veste è l'azzurro", fece un gesto ed una figura uscì dall'ombra.

Ros sorrise istintivamente.

Un ragazzo alto, i capelli appena lunghi sul collo e gli occhi color ghiaccio stava davanti a lei compassato e solo lei, che lo conosceva da lungo tempo, seppe riconoscere l'ombra di una risata nei suoi occhi.

"Il tuo nuovo affiancamento, Constantin, delle Isole del Nord". Come da protocollo il ragazzo si inchinò e lei fece lo stesso. Poi afferrarono l'uno l'avambraccio dell'altra. Si guardarono e sorrisero, cosicché Ros potesse intravedere i canini un po' appuntiti del ragazzo.

Terminato il rito, tutti si diressero sulla spiaggia per festeggiare l'avvenuto Passaggio di Ros. La ragazza prese Constantin per mano e si avvicinò all'amica.

"Non devi dirmi niente?", le chiese sorridendo.

Marta alzò le spalle sorridendo a sua volta.

"Constantin mi avevi chiesto e Constantin ti ho dato", disse.

"Buon Compleanno Ros. Buon Passaggio".


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