turbolence
Pov Yeosang
L'aula studio era gremita di gente, immersa in un'atmosfera ovattata di bisbigli, sospiri e il fruscio di pagine voltate.
C'erano studenti ovunque: qualcuno si passava fogli di appunti, altri digitavano freneticamente sui laptop, e io, in mezzo a quella marea di persone, tentavo disperatamente di fissare nella mente concetti che sembravano sfuggirmi ogni secondo di più. Con i gomiti appoggiati sul tavolo e le mani sulle tempie, mi sforzavo di concentrarmi. Ma era come cercare di trattenere sabbia tra le dita: per quanto provassi, i pensieri continuavano a scivolare via.
Da un'ora buona tentavo di convincere il mio cervello a collaborare. Eppure, nonostante tutta la buona volontà, il mio cervello sembrava in vacanza. Giusto per complicare la situazione, il telefono, abbandonato sul tavolo a schermo in giù, iniziò a vibrare con insistenza. Cercai di ignorarlo, ma il rumore mi distraeva più di quanto volessi ammettere. Alla fine, cedetti e lo afferrai, gettando uno sguardo al display illuminato.
mingi
yeooo
16:36
Yeoooo
16:36
Yeoooo
16:36
YEOOOO
16:37
YEO
16:37
Sbuffai. Ma cos'aveva da essere così insistente?
yeosang
OH
16:37
si può sapere che diavolo vuoi?
16:37
per una volta che provo a studiare.
16:37
mingi
ok, scusa.
16:37
nervosetto oggi, eh?
16:38
se vuoi stasera puoi unirti a noi:
siamo io, yunho e gli altri (ho menzionato solo le persone importanti)😁
16:38
stase ceniamo insieme e facciamo gruppo di studio
16:38
yeosang
se gruppo di studio = tu e Yunho limonate e io vi guardo passo volentieri amïo :)
16:39
mingi
Bell'amico che sei, complimenti vivissimi.
16:39
prima mi tratti male, poi rifiuti i miei inviti.
16:39
il mio cuore ha fatto crack 💔
16:40
comunque per una volta nella vita sono serio
16:41
iniziamo a studiare per le 19
16:41
il piano è studiare finché non ci esplode il cervello
16:41
e comunque se sei geloso di me e Yunho, possiamo coinvolgerti baby, basta chiedere 😉
16:42
yeosang
NO BRO 0 COINVOLGIMENTI
16:42
in quante altre stanze deve segregarti Sani per farti smettere di fare il chico malo? :)
16:42
comunque va bene alle 19, ciao cuore, torno a concentrarmi.
16:43
Lasciai andare un respiro lungo e infastidito, poi misi il telefono in modalità "non disturbare", sperando che nient'altro mi distrasse dalla mia già fallimentare sessione di studio. Feci per infilare il cellulare nello zaino, quando qualcosa al di là della porta a vetri catturò la mia attenzione.
Hongjoong stava uscendo dall'ufficio di Seonghwa, ma aveva un'aria insolita: camminava lentamente, quasi pensieroso, con lo sguardo rivolto al suolo.
Alzai una mano per salutarlo, ma lui non mi notò nemmeno; era così immerso nei suoi pensieri da proseguire dritto per il corridoio, perdendosi presto oltre l'angolo.
Restai a guardare per un istante, con un piccolo nodo di curiosità. Qualcosa non va, Hongjoong?
Mi scossi, lasciando andare quel pensiero, e tornai a fissare il libro. Concentrati, Yeosang.
Pov Hongjoong
«Perché ti fa così ridere l'idea di venire a letto con me?»
La domanda di Seonghwa riecheggiò nella stanza, carica di una sfida che non riuscivo a decifrare. I suoi occhi, intensi, mi fissavano con un misto di curiosità e divertimento, come se stesse osservando da vicino ogni mia reazione. Sentii un formicolio alle mani, mentre cercavo disperatamente di mettere insieme una risposta che suonasse casuale, ma non troppo.
«Ehm... - abbassai lo sguardo, grattandomi la nuca in un gesto nervoso. - Penso solo sia... una circostanza improbabile. Noi due siamo molto diversi. E poi, corre voce che tu sia...»
La frase mi si bloccò in gola, lasciandomi sospeso a metà, incerto se concluderla o meno. Mi chiesi se fosse davvero saggio dar peso a certe dicerie e, soprattutto, se fosse rispettoso nei suoi confronti. Ma Seonghwa sembrava aver intuito, poiché il suo sorriso si allargò e i suoi occhi brillarono di un lampo divertito.
«Che io sia...?» sussurrò, con quella voce bassa e suadente che rendeva la mia testa una confusione totale. Mi fissava inclinando leggermente la testa, aspettando che trovassi il coraggio di finire la frase. Ma nel silenzio crescente, mi resi conto che non avrei trovato alcuna parola adatta.
Alla fine, fu lui a terminare per me. «Asessuale, giusto?»
Le sue parole tagliarono l'aria, delicate ma precise, mentre un piccolo brivido mi attraversava. Annuii lentamente, mentre sentivo il volto accendersi di un imbarazzo che non riuscivo a nascondere.
«Sì, cioè... intendevo dire... sì.»
Il silenzio cadde su di noi come una coperta pesante, e mi ritrovai a desiderare ardentemente di non aver mai aperto bocca. «Seonghwa, scusami... sono stato inopportuno. Non sono affari miei.»
Seonghwa ridacchiò piano, rompendo la tensione con un suono così rilassato che mi sentii momentaneamente sollevato. «Davvero, non preoccuparti - rispose con un tono tranquillo, accennando un sorriso gentile. - in effetti, lo sono. Ma il fatto che provi raramente attrazione sessuale non vuol dire che non la provi affatto, lo sai?»
La sua voce, così naturale e serena, aveva una nota di sincerità che trovai inaspettatamente disarmante. Mi chiesi cosa significasse per lui parlare di quella parte così intima di sé, se fosse stato mai frainteso o giudicato.
«Può sembrare stupido però.. è come vivere le cose a un ritmo diverso.- continuò lui, incrociando le braccia al petto in una postura che mi parve familiare, quasi protettiva. - È un po' come se la gente avesse la radio sempre accesa, e io invece mi trovassi a sentire la musica solo a sprazzi. Ma quando capita... beh, è speciale.»
Quella descrizione aveva qualcosa di poetico, e per un istante non potei fare a meno di chiedermi se l'attrazione di cui parlava potesse un giorno essere anche solo velatamente rivolta a me. Forse era un pensiero un po' presuntuoso, ma l'idea mi colse così di sorpresa che per un istante non riuscivo a smettere di immaginarlo.
«Capisco... cioè, non proprio, ma non lo trovo affatto stupido. - dissi, cercando di non sembrare goffo - Credimi, non volevo ridere di te.»
Mi ritrovai a riflettere su quanto fosse vulnerabile in quel momento, con i suoi occhi scuri fissi nei miei, come se cercasse di mostrarmi un pezzo nascosto di sé, qualcosa che pochi avevano avuto l'occasione di vedere.
«Seonghwa - ripresi. La mia voce suonò più insicura di quanto volessi - G-grazie per avermelo detto.»
Un accenno di sorriso si formò sulle sue labbra, un'espressione che rendeva il suo volto incredibilmente dolce. Poi, con un'aria vagamente provocatoria, si avvicinò di un passo. «Quindi... se un giorno ti chiedessi davvero di venire a letto con me?»
Quella domanda mi spiazzò, mentre sentivo le guance arrossarsi di nuovo. L'idea era assurda, certo, ma non mi parve più così inverosimile come all'inizio della conversazione. Cercai di mantenere un minimo di compostezza e, per evitare di inciampare ancora in situazioni imbarazzanti, trovai la scusa più fiscale che mi venne in mente.
«Tecnicamente, il regolamento accademico vieta che un tutor e uno studente facciano...» lasciai ancora una volta la frase in sospeso, fingendo un tono serio e professionale.
Seonghwa mi fissò per un attimo con uno sguardo indecifrabile, poi ridacchiò.
«Mai dire mai» sussurrò quasi impercettibilmente.
Mi schiarii la gola, cercando di dissimulare l'imbarazzo, e risposi con tono il più neutro possibile. «Si è fatto tardi, devo proprio andare.»
«Buon lavoro, tutor.» aggiunsi, abbozzando un sorriso.
Abbandonai l'ufficio con una consapevolezza nuova: capii che quel nostro scambio, quella conversazione inaspettata, era solo l'inizio di qualcosa di più complesso tra noi.
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