special

Pov San

La sessione di studio tra me, Wooyoung, Yeosang, Hongjoong, Yunho e Mingi stava andando sorprendentemente bene. Avevamo iniziato in modo caotico e rassegnato, ma presto ci eravamo organizzati: ogni volta che qualcuno faticava a capire un concetto, qualcun altro era pronto a spiegarlo, e confrontando gli appunti eravamo riusciti a colmare molte delle nostre lacune. L'ansia per l'esame, che all'inizio ci opprimeva tutti, sembrava scemare, e a mano a mano che proseguivamo, la fiducia aumentava.

A un certo punto, un odore inebriante di formaggio e pomodoro invase la stanza, mandando all'aria la nostra concentrazione. Mi voltai giusto in tempo per vedere Yunho entrare trionfalmente dalla porta, con tre enormi cartoni di pizza nelle mani e un sorriso soddisfatto sul volto.

«QUALCUNO HA DETTO PIZZA?!» annunciò, appoggiando i cartoni sul tavolo con una teatralità da applauso.

«Dio sia lodato, stavo morendo di fame,» sospirò Wooyoung con aria drammatica, fiondandosi subito verso il cibo. Non c'era mai fine alla sua fame, pensai ridacchiando.

«Per fortuna il mio uomo è venuto in soccorso,» aggiunse Mingi con tono smielato, battendo una mano sulla spalla di Yunho.

Eravamo tutti così presi dal cibo e dalle battute che quasi non notammo il ragazzo che si era fermato alla porta, osservandoci in silenzio. Aveva un'aria pacata, e sembrava incerto sul da farsi.

«È permesso?» domandò infine, con un leggero sorriso e un tono educato, avanzando di qualche passo.

Yunho si voltò verso di lui, facendo un cenno per invitarlo a entrare. «Certo, accomodati! - disse, accogliendolo con il suo tipico sorriso amichevole. - Ragazzi, lui è Jongho. Seguiamo insieme il corso di Fotografia. È un talento naturale, pensate che l'ateneo gli ha concesso di frequentare i corsi dell'anno successivo» aggiunse mentre Jongho abbassava leggermente lo sguardo, visibilmente timido. «L'ho incontrato in portineria mentre aspettavo il fattorino, e gli ho chiesto se voleva unirsi a noi.»

«Ciao Jongho, piacere di conoscerti.» intervenne Yeosang con un sorriso caloroso, cercando di metterlo a suo agio.

«È un piacere anche per me, ma sappi che un intero cartone di pizza è mio.» dichiarò Wooyoung, senza nemmeno staccare lo sguardo dalla pizza.

Gli diedi un colpetto dietro la testa, cercando di contenere una risata. «Perdonalo, Jongho. Wooyoung è nato così, non lo fa apposta - scherzai, allungando la mano - Comunque, piacere, io sono San.»

Jongho ridacchiò piano e ricambiò il gesto, stringendomi la mano con fermezza. Dopo un rapido giro di presentazioni, il ragazzo si sciolse visibilmente. Si sedette con noi e cominciò a parlare con più disinvoltura. In poco tempo, ci ritrovammo tutti a chiacchierare senza sosta.

Era facile parlare con lui, e la sua timidezza iniziale lasciò presto spazio a un atteggiamento più rilassato. Scoprimmo che, oltre alla fotografia, era appassionato di musica e si dilettava a suonare la chitarra. Hongjoong, incuriosito, lo tempestò di domande tecniche, chiedendogli persino se sarebbe stato disponibile a collaborare per qualche progetto artistico. Jongho arrossì, ma annuì, visibilmente lusingato.

Dopo un'ora abbondante di chiacchiere e risate, avevamo ormai divorato tutte le pizze. Ci guardammo attorno, un po' sfiniti, ma sapevamo che la pausa era durata anche troppo. Dovevamo rimetterci a studiare.

«Ragazzi mi duole ammetterlo ma mi sa che ci tocca tornare a studiare.» suggerì Yeosang, battendo le mani per attirare la nostra attenzione.

Alzai gli occhi al cielo, facendo un cenno di assenso, anche se sapevo che tornare a concentrarsi non sarebbe stato facile. Mentre ci sistemavamo di nuovo attorno al tavolo, Jongho ci osservò, come se fosse indeciso su cosa fare.

«Ti va di restare, Jongho?» suggerì Mingi, notando la sua esitazione.

Lui ci guardò, un po' sorpreso, poi sorrise leggermente e annuì. «Sì, se non vi dispiace, volentieri.» rispose, sedendosi con noi.

Riprendemmo a studiare, e Jongho si rivelò subito un alleato prezioso: nonostante fosse più giovane di noi, aveva una mente acuta e trovava sempre modi chiari per spiegare i concetti più complessi. In breve tempo, ci aiutò a risolvere alcuni dubbi che ci stavano bloccando da ore. Ridemmo per ogni piccola conquista e ci incoraggiammo a vicenda, e, a ogni problema risolto, la nostra fiducia aumentava.

Il tempo volò, e prima che ce ne accorgessimo era ormai quasi mezzanotte. Quando finalmente decidemmo di chiudere i libri, eravamo sfiniti ma abbastanza soddisfatti. Avevamo lavorato sodo, e anche se sapevamo che l'esame sarebbe stato difficile, eravamo molto meno in ansia.

Avviandosi verso la porta per tornare nella propria stanza, Jongho si fermò per un momento e ci guardò sorridente. «Grazie di tutto, ragazzi. Mi ha fatto piacere. Buonanotte.»

Yeosang gli diede una pacca sulla spalla. «Quando vuoi, Jongho. E poi, senza di te, non ce l'avremmo mai fatta con tutti quei dubbi sui moduli d'esame.»

Jongho sorrise, poi, prima di uscire, si voltò verso di noi per un ultimo cenno. Lo salutammo, ricambiando il suo sorriso, e lo guardammo sparire oltre la porta, consapevoli che quella serata non era stata solo una sessione di studio, ma l'inizio di una nuova amicizia.

Non passò molto prima che anche noi decidessimo che era arrivata l'ora di andare a letto. Dopo aver riordinato i libri e raccolto i cartoni di pizza sparsi, ci avviammo uno per uno verso l'uscita. L'energia nella stanza era calata, e si percepiva una stanchezza mista a soddisfazione.

«Beh, ragazzi - disse Mingi con un sorriso stanco - direi che è il momento di togliervi dalle palle così mi faccio un po' coccolare.»

«Sempre ospitale, Mingi. - ridacchiò Hongjoong stiracchiandosi. - Comunque Jongho è davvero un genio. Non riesco a credere a come ci abbia aiutato a risolvere quegli esercizi.»

«E pensare che era anche un po' timido all'inizio - aggiunse Yeosang ridacchiando - ma poi ha preso il ritmo con noi.»

«Sì, sì, bravo ragazzo... però avrei voluto un'altra fetta di pizza.» disse Wooyoung, guadagnandosi una risata generale.

«Non cambierai mai, Wooyoung - sospirai, dandogli una leggera spinta - Andiamo, andiamo, o Mingi ci caccia fuori a calci in culo.»

Ci dirigemmo tutti verso le nostre stanze, e il corridoio si fece silenzioso. Quando finalmente mi ritrovai in camera con il mio compagno di stanza, chiusi la porta e mi lasciai cadere sul letto, esausto.

«Niente coccole per me?» si lamentò Wooyoung

«Mmm, non penso proprio. - mugugnai voltandomi dalla parte opposta - spegni la luce, principessa

Sentii il suo peso afflosciarsi sul materasso accanto al mio, e poi una voce bassa e scherzosa si avvicinò al mio orecchio, tanto vicina che potevo percepire il calore del suo respiro.

Mi voltai verso di lui, ridacchiando a mezza voce. «Caspita, ti piaccio davvero così tanto?» scherzai, osservando il suo volto illuminato dalla debole luce della lampada sul comodino. I suoi occhi brillavano divertiti, ma c'era anche un velo di tenerezza che non mi aspettavo.

«Beh, non mi dispiaci.» rispose lui con un mezzo sorriso

Allungai la mano verso l'abat-jour per spegnere la luce, ma nel farlo dovetti inclinarmi oltre Wooyoung, che era disteso a fianco a me. Mi ritrovai a sovrastarlo, il mio viso a pochi centimetri dal suo.

« 'Non mi dispiaci' non è sufficiente, sai?» sussurrai maliziosamente.

Prima che potesse rispondere, mi lasciai cadere leggermente sopra di lui, quasi schiacciandolo contro il materasso.

«Ahi! Mi fai male!» protestò Wooyoung, cercando di scostarmi con una risata soffocata. Si contorceva, tentando di liberarsi, ma la sua risata era contagiosa, e presto anch'io scoppiai a ridere.

«Oh, scusa, principessa, sono troppo pesante? - lo stuzzicai, mantenendo però un po' di pressione su di lui, giusto per infastidirlo ancora un po'.

«Dimmi che sono speciale e ti lascio andare.» dissi, la voce morbida ma provocatoria.

Wooyoung mi guardò per un attimo, un'espressione che alternava incredulità e divertimento. Le sue labbra si piegarono in un sorriso più sottile, quasi esitante.

Mi scuso per l'incomprensione. Ecco una versione più in linea con la situazione che hai descritto:

«Okay, okay, sei speciale,» bisbigliò Wooyoung, la voce più morbida, mentre mi guardava con uno sguardo che mischiava tenerezza e ironia.
Non riuscii a trattenere un sorriso soddisfatto, mollando leggermente la presa.

«Uno stronzo speciale.» aggiunse poi con un'espressione beffarda.

In un attimo, decisi di vendicarmi. Non avevo intenzione di lasciar passare così facilmente la sua battuta. Allungai una mano con rapidità e iniziai a solleticargli i fianchi. Wooyoung sobbalzò, cercando di allontanarsi, ma il mio attacco era implacabile.

«Ah! No, basta! Ti prego!» esclamò tra le risate, cercando di fermarmi, ma era inutile.

«Così impari a chiamarmi stronzo!» dissi divertito, insistendo con il solletico.

Wooyoung, ormai ridendo senza riuscire a fermarsi, crollò sul letto, battendo il cuscino con un braccio come se cercasse di proteggersi. «Ok, ok, mi arrendo! Sei speciale!» continuò a dire, ma le sue parole erano interrotte dalle risate incontrollabili.

Alla fine, smisi, lasciando che il suo respiro si calmasse un po'. Mi sdraiai accanto a lui, il petto che si sollevava ancora per le risate appena interrotte.

Mi guardò negli occhi, il suo sorriso che si fece più dolce. «Dai, ti lascio riposare.»

Si interruppe un istante, recandosi verso il suo letto.
Si sedette sul suo letto.

«San?» mi richiamò

La sua voce si fece improvvisamente seria, e qualcosa nel tono mi fece fermare un attimo.

«Sei davvero speciale per me.» asserrì teneramente.

«Lo so - risposi, il mio respiro che si accorciava un po' - e non mi stanco mai di sentirtelo dire.»

«Buonanotte, stronzetto.»

«Buonanotte, principessa

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top