silver light
San spense la sigaretta nel posacenere, aspirandone l'ultimo tiro. Udì dei passi alle sue spalle, voltandosi finalmente per vedere Wooyoung raggiungerlo nel giardino di casa di Yunho.
Il giardino era tutto illuminato ma, dato il freddo pungente, nessuno della festa aveva avuto l'idea di uscire. Nessuno fuorché San.
Wooyoung, con le mani nelle tasche, si avvicinò con qualche passo, rivolgendo a San un saluto cordiale.
«Aspetti da tanto?» chiese, rompendo il silenzio del giardino notturno.
«Eccoti - asserrì San - non molto, ma facciamo in fretta. Voglio portarti in un posto», disse con un tono deciso.
Wooyoung, non ancora abituato a tanto altruismo da parte di San, rifletté sulla repentina cortesia. Di solito, San lo trattava in modo brusco o trascurato. Apprezzava tutte quelle attenzioni da parte sua ma,dall'altra parte, tutto gli sembrò surreale.
«È una trappola per condurmi in un posto isolato e farmi fuori? - chiese scherzosamente - ti comporti in modo strano ultimamente.»
«Preferisci che ti tratti male? - lo schernì San, si avvicinò pericolosamente al ragazzo senza però toccarlo - Quello posso farlo in seconda serata.» sussurrò, il suo tono si fece per un attimo più scuro, prima di esortare il festeggiato a seguirlo.
Camminando tra le luci del giardino, San guidò Wooyoung attraverso un vialetto circondato da fiori autunnali.
«Ho pensato che potremmo fare qualcosa di diverso per una volta - disse San, con uno sguardo misterioso - e no, non è una trappola. Ma devi fidarti di me.»
Wooyoung alzò un sopracciglio, scettico. «Okay, adesso sono seriamente preoccupato per la mia incolumità. Spero che il tuo regalo non sia una coltellata nel petto.»
San ridacchiò, poi con la testa indicò un cancello che conduceva verso un sentiero diretto alla proprietà adiacente.
«Riesci a scavalcare?»
Wooyoung scrutò con cautela il cancello, esitante di fronte all'idea di varcare la proprietà altrui. «San, non credo sia una buona idea. Se venisse qualcuno?»
San posò una mano sulla sua spalla con fare rassicurante. «Impossibile: io e Yunho ci siamo stati mille volte. - mormorò - La villa è sempre deserta perché il proprietario è sempre via per lavoro, le telecamere di sorveglianza sono spente e il custode è un uomo anziano che soffre di sordità.»
Fece una piccola pausa, poi, con uno sguardo complice, aggiunse: «Se non ti senti a tuo agio, possiamo tornare indietro, ma non c'è motivo di preoccuparsi. - sospirando, una nuvola di vapore abbandonò le sue labbra - Riesci a fidarti di me?»
Protese la mano verso di sé, quasi a vietargli di andar via e, nonostante i timori, Wooyoung si lasciò finalmente convincere.
Tirò un sospiro e, cautamente, fece per arrampicarsi sulla sommità del cancello, cercando di schivarne gli spuntoni appuntiti. Tuttavia, nel tentativo di saltare al di là, la sua giacca si impigliò inaspettatamente proprio su uno di essi e Wooyoung cadette su San, il quale, avendo già scavalcato, prontamente gli parò il colpo. Fortunatamente, la folta vegetazione circostante attenuò l'impatto ad entrambi.
«Ammettilo che in realtà sei tu a voler far fuori me.» lo riprese il ragazzo.
I due erano distesi sul pavimento freddo, cosparsi di fogliame, ma in una posizione non del tutto innaturale: le loro gambe erano aggrovigliate, il viso di Wooyoung sul petto di San, che mugugnò appena.
Ancora su di lui, Wooyoung alzò lo sguardo nella sua direzione.
«Ti sei fatto male?»
«Naah, ho solo la gamba un po' intorpidita.» Biascicò, cercando maldestramente di muovere la gamba. «Se magari ti alzassi.» disse poi con tono critico, il viso contratto dall'incomodo della posizione.
Non era esattamente quella la circostanza in cui San immaginava Wooyoung su di sé ma decise di non scavare ulteriormente nei suoi pensieri, anche se l'incertezza traspariva dai suoi occhi.
Il moro, in risposta, si scostò prontamente, ignorando la richiesta provocatoria, e senza dargli il tempo di replicare, lo prese in braccio con una fare deciso ma gentile, sostenendolo con attenzione.
«Wooyoung, che cazzo stai facendo? Mettimi giù.»
San provò a distendere le gambe, cercando di liberarsi dalla sua presa ma il ragazzo glie lo impedì.
«Mi hai detto di seguirti e mi sono fidato, questo è il tuo turno. - fece qualche passo lungo il viale - Dove la porto, principessa?»
Pov Wooyoung
Attraversammo con passo furtivo il retro della villa, intrufolandoci in un'aiuola ricolma di vasi. San frugò dietro di essi e, con maestria, estrasse un mazzo di chiavi per aprire la sontuosa portafinestra a vetrata.
«Non finiremo nei casini, vero?» sussurrai, preoccupato.
«Non succederà nulla», mi rassicurò.
Dopo aver richiuso la portafinestra alle nostre spalle, abbiamo attraversato una veranda elegantemente arredata, scendendo poi una rampa di scale in pietra.
L'area che si è svelata davanti a noi era incantevole: l'arredamento moderno, accoppiato alle piastrelle scure che adornavano il pavimento, rendeva l'ampia piscina al coperto straordinariamente affascinante.
«È bellissimo.» mormorai
Dalla piscina, l'acqua calda emanava un vapore sottile, creando un'atmosfera avvolgente. San si sfilò la maglia con rapidità e, per un attimo, il riflesso delle luci giocò sulle sue spalle nude e sul suo viso etereo.
Lo guardai gettarsi nell'acqua per poi riemergere, sorridente. «Vieni?» domandò
Senz'esitare, sfilai i miei vestiti, riemergendo accanto a lui nell'acqua cristallina; eravamo soli, io e lui, fianco a fianco, e l'unico suono era il lieve fruscio dell'acqua intorno a noi.
Il ragazzo mi tirò a sé da un fianco, invitandomi ad avvicinarmi.
«Ti chiederai come mai ti ho portato qui. » sussurrò, qualche goccia d'acqua gli attraversò le guance bagnate.
Annuii, lasciandolo spiegare.
«Ricordi quando in classe hai detto di sentirti in caduta libera? - le sue mani si mossero dolcemente nell'acqua, creando piccole increspature - quando ne hai parlato, ho pensato a quanto spesso ci sentiamo in balia degli eventi, come se stessimo cadendo senza poter controllare la discesa.Ma qui... »
Il suo sguardo penetrante si perse per un attimo nelle profondità dell'acqua, per poi soffermarsi su di me con maggiore intensità.
«Qui possiamo sentirci leggeri, come se stessimo galleggiando in un momento senza peso. - continuò - è questo il mio regalo per te.»
La sua voce si fece morbida, come il movimento dell'acqua che ci circondava. San si avvicinò ancora di più, i suoi occhi incontrarono i miei con un'intensità che fece accelerare il mio cuore.
«Ti va di restare qui per un po'?» sussurrò sulle mie labbra
Guardai l'acqua riflettere la luce, per poi posare lo sguardo sulle labbra rosee del ragazzo davanti a me e annullare le distanze tra noi.
L'unione aggraziata delle nostre labbra e i nostri corpi vicini rendevano l'atmosfera ancora più intima e totalizzante.
Continuammo a galleggiare, lasciandoci cullare dalla dolcezza dell'acqua calda, immersi in un momento senza tempo, liberi dalla gravità dei nostri pensieri. Con delicatezza, le mie dita percorsero la sua schiena bagnata, un gesto che aggiunse un tocco sensuale alla magia di quell'istante.
«Quindi, cosa pensi di fare qui?»
Le sue labbra si incurvarono in un sorriso malizioso mentre le sue mani iniziarono a muoversi con un tocco sensuale lungo i miei fianchi.
«Possiamo fare quello che vuoi.»
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