Serena si diresse verso la sua camera, ancora con le lacrime agli occhi, per sistemare il suo trucco che ormai, sembrava essere sparito.
Dopo aver fatto ciò, Sangiovanni entrò in stanza, vedendo la sua amica piangere.
"Principessa cos'è successo?"
"Nulla davvero"
"Se è per Evandro-"
"Come fai a saperlo?" chiese interrompendolo.
"Hanno mandato in onda qualche spezzone e questa mattina vi ho visti" sputò tutto d'un fiato il ragazzo.
"Oh, capisco"
"Mi dispiace Sere"
"Non fa nulla"
Tutto ciò che avrebbe voluto fare era andare da lui e chiedergli perché diavolo non voleva provare.
Forse non n'è valeva la pena?
Forse non era abbastanza bella?
Forse si era illusa?
Forse quel bacio non aveva significato nulla?
Queste domande ronzavano per la testa della ragazza, che si rifiutò anche di mangiare, e si mise subito a letto cercando di dimenticare quel dannato bacio.
All' improvviso, inaspettatamente, Samuele entrò nella sua stanza, cercando di mettere in chiaro le cose.
"Ei Sam"
"Ehy Sere, ma non hai mangiato?" chiese stupito, sedendosi affianco a lei.
"Non ho fame"
"Okay va bene ma non starci male, per Eva' dico"
"cioè?" chiese la mora, stranita.
"Hanno visto tutti il rapporto che avete, e non devi prenderla in negativo, non dovrei essere io a dirtelo ma forse non si sente pronto a questa cosa" affermò il ragazzo.
"Io davvero non lo capisco. Perché al posto di ignorarmi non viene a spiegarmi i motivi per cui dobbiamo stare lontani?Ma sopratutto, perché diavolo mi ha fatto provare qualcosa per lui se dopo sarebbe andato via?" chiese la mora, con le lacrime che le percorrevano in viso.
"Non sono io a dirtelo mi dispiace, devi parlarne con lui"
Il ragazzo uscì dalla stanza e la mora si rifugiò sotto le calde coperte, ancora in lacrime.
Purtroppo la ragazza non riusciva proprio a dormire.
La sua testa era piena di domande e aveva bisogno di rilassarsi, così in tarda nottata, verso le 3 si alzò per bere un bicchiere d'acqua.
Prese la bottiglia, versando dell'acqua in un bicchiere di vetro; notando del fumo provenire dal cortile.
La mora si mise a correre, pensando si trattasse di un incendio, ma purtroppo, l'unica cosa che trovo fu un ragazzo sulla panchina che fumava una sigaretta: Evandro.
Gli occhi del ragazzo, sembravano essersi illuminati di colpo, dopo aver notato la ragazza.
"Che ci fai sveglia a quest'ora?" chiese il ragazzo, buttando fuori il fumo della sua sigaretta.
"Avevo sete, tu che fai qui fuori?" chiese lei.
"Non riesco a dormire" affermò il ragazzo, porgendole la sigaretta.
La mora ispirò la sigaretta e buttò il fumo tutto d'un fiato.
"Ho notato che non hai cenato" continuò, con la sigaretta fra le labbra.
"Non avevo fame"
"Okay"
Tra i due calò un silenzio imbarazzante, che fu rotto poco dopo dalla ragazza.
"Forse è il momento di smettere di fingere che vada tutto bene" sbottò in una sola volta.
"Cosa?"
"Nessuno dei due sta bene dopo l'altra sera e ho bisogno di sapere"
"Sapere cosa?" chiese lui confuso.
"Sapere se quel bacio è significato qualcosa per te, sapere perché dobbiamo ignorarci" affermò la ragazza.
"Senti, io penso che fra noi c'è qualcosa di, insomma, di bello ma siamo qui per cantare e non voglio distrazioni" disse lui, guardandola negli occhi.
"Quindi io sono una distrazione? Okay, non n'è vale la pena, io non valgo la pena" affermò alzandosi improvvisamente dalla panchina.
"Aspetta, ti prego" urlò il ragazzo, seguendola.
"Parliamone" continuò lui.
"non voglio più parlare, buonanotte" disse correndo in camera in lacrime.
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