QUEEN (1973-1995): la mia Regina

Se i Beatles erano i re della sala di registrazione, i Queen sono stati le regine del live.

Se i Beatles li ho scoperti tornando indietro nel tempo, i Queen li ho vissuti comprando i dischi quando venivano pubblicati.

In realtà cominciai ragazzino dal loro sesto disco, su consiglio del fratello maggiore, per poi procedere anche con gli acquisti a ritroso; allontanarmi verso la metà degli anni '80 ma senza mai dimenticarli; riscoprirli a fine carriera.
Le vere storie d'amore non sono mai lineari!

I Queen sono una storia musicale interrotta di colpo per ben due volte da Freddie Mercury: prima per la sua voglia di essere l'unica regina, poi per colpa dei tristi eventi che lo riguardarono.

Ma andiamo per gradi.

Brian May aveva un futuro da ingegnere già segnato, però nel frattempo suonava già la chitarra come pochi (unendo le due attività, a 16 anni aveva già progettato e costruito la Red Special: una chitarra tutta sua che diventerà "il suono Queen").

Roger Taylor era già leader di vari gruppi e convinto che nel futuro sarebbe stato front-men e voce di una band di successo, pur stando seduto dietro la sua batteria.


Insieme facevano parte degli Smile.
I primi live e qualche registrazione, ma mancava ancora qualcosa che li avrebbe resi speciali.

Beh, forse è meglio dire qualcuno...

Dall'incontro con l'istrionico cantante Freddie Mercury, prima, e il taciturno bassista John Deacon, poi, nasceranno i Queen.

Tanti anni di gavetta e il successo.
Probabilmente, come spesso capita, troppo.
Le band, del resto, sono fatte di relazioni umane con alti e bassi.

Freddie Mercury sembrava aver voglia di andar via e, incarnando troppo il gruppo, sarebbe stata la fine.

Sarà la musica a riunirli e quel palco del Live Aid.

Da quella partecipazione al concerto benefico riparti' la loro avventura di note e amicizia con più voglia di prima, ma il destino avverso aveva già altre idee per il finale di questo romanzo.

Freddie non rideva più.

Sapeva già che sarebbe morto per una malattia, interrompendo quello che amava fare di più: comporre, cantare e suonare nel suo viaggio di vita e d'arte con i tre amici.

Come spesso capita nel mondo dello spettacolo, la morte improvvisa innescherà il fenomeno della "mitizzazione".

Così i Queen, fortemente criticati durante la loro carriera per la loro versatilità (personalmente ebbi una dura polemica epistolare con Vittorio Sisti, giornalista di Rockstar, che aveva stroncato l'album "Jazz" con risibili valutazioni), verrano riabilitati in seguito.

Le critiche sul loro fare rock facendosi influenzare da altri generi non tenevano conto che proprio questa era la loro forza: nutrirsi delle contaminazioni (dalla musica classica al funky, dall'opera al gospel, dal blues all'elettronica, dal country al barocco, dal rockabilly al music hall ) per rinvigorire il loro iniziale Glam Rock.

Quando Freddie sarà morto da quattro anni, con l'album "Made in heaven", i Queen chiudevano i battenti.

Pur senza Mercury, May e Taylor avrebbero ancora voglia di suonare: lo dimostra il fatto che realizzeranno nel 2005 un lavoro col marchio Paul Rodgers + Queen (un lavoro non "irresistibile" e...uso un eufemismo) e portano avanti, ancora adesso, dei live col bravo Adam Lambert (e sono sicuro che prima o dopo faranno anche qualcosa in sala di registrazione).

John Deacon no.

Sali' con loro sul palco per l'ultima volta al concerto/tributo per ricordare l'amico Freddie.

Osservate la foto conclusiva dell'evento.

John guarda i compagni ma sembra già sceso dal palco.
Ha già deciso: per lui i Queen finiscono lì.

Per noi, qui, cominciano.
Arrivano quelle che per me sono le cinque canzoni chiave.

E per voi?
Avete già preferenze?

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