AC/DC (1975-2020): l'adolescenza è hard (2)

Quattro lettere e un'uniforme del collage.

Sono i simboli della seconda  band alla quale sono legati i miei ascolti del periodo adolescenziale hard: siamo in territorio Ac/Dc!

Se il ragazzino tredicenne di allora si avvicinò ai Kiss colpito dai loro trucchi scenici, l'uomo che sono diventato ricorda bene che gli Ac/Dc furono, invece, una scelta d'ascolto venuta fuori da una selezione del genere hard rock dell'epoca.

E se dei Kiss abbiamo illustrato l'instabile parabola artistica dominata dal business, gli Ac/Dc hanno una storia legata alle debolezze umane.

Andiamo per piccoli passi.

William e Margaret Young partirono dalla Scozia per emigrare in Australia nei primi anni 60, con l'obiettivo di sbancare il lunario.

Storia di sofferenza che li accomuna a tanta povera gente disperata che, oggi come ieri, porta speranze di vita dignitosa e figli piccoli in terra straniera.

Loro ne hanno ben sei di figli.
I due più piccoli, Angus e Malcom, all'epoca avevano rispettivamente 8 e 10 anni.

Sarà necessario un decennio perché i signori Young vedano un barlume di stabilità finanziaria, grazie proprio a loro due.

Fratelli di sangue e di chitarra, da ragazzini fondarono un gruppo che rappresenterà il nucleo originario degli Ac/Dc.

La loro prima fase creativa fu legata a doppio filo con Bon Scott.
Anche la sua famiglia scozzese, come gli Young, erano emigrati in Australia.

Bon era amico di un altro fratello Young, George, il quale gli procurò un lavoro: fare l'autista del gruppo musicale in cui ogni tanto suona, quello dei suoi fratellini Malcom e Angus.

Dal volante, passerà quasi subito al microfono.

La storia degli Ac/Dc però, seppur lunghissima, sarà costellata da puntate intermedie con protagonista negativo l'alcool.

Nel pieno del primo successo, se ne andrà improvvisamente Scott, a soli 34 anni, per una non chiarissima serata passata a bere oltre ogni misura.

Eppure da questo improvviso e tremendo colpo la band si riprenderà con l'apporto vocale di Brian Johnson.

Eppure se non ci fosse stata la seconda guerra mondiale probabilmente il nuovo cantante degli Ac/Dc non sarebbe mai venuto al mondo.

In quel triste frangente della storia, una partigiana italiana nascose nella sua fattoria dei militari britannici.
Tra questi c'era un soldato del quale s'innamorò.

Erano i suoi futuri genitori.

La formazione Ac/Dc sarà negli anni alquanto instabile, con uscite di vari componenti e successivi rientri.

L'unico che rimarrà sempre presente sarà l'alcool che, con la sua ombra omicida, tornerà a colpirli nella persona di uno dei loro fondatori: Malcom Young.

Ma Ac/Dc pare essere un romanzo senza fine perché, ad imbracciare la sua chitarra, nell'ultimo e diciassettesimo album del 2020 ("Power up"), sarà il "nipotino" Stevie di 64 anni.

Figlio dell'ennesimo fratello Young (il più grande), aveva già sostituito in tour lo zio, malato già di demenza senile e di un cancro ai polmoni.
Per la serie, non facciamoci mancare nulla...

Insomma la dinastia Young, cominciata dopo un viaggio dei loro genitori dalla lontana Scozia fino in Australia, pare non finire mai e nuove generazioni crescono...

Ascoltiamo e leggiamo, nel prossimo capitolo, quelle che ritengo essere le loro cinque canzoni chiave.

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