5. RIPPLES (1976)

"Ripples" parte lentamente: è una rincorsa senza fretta per poi arrivare al primo urlo a squarciagola, ma vale la pena aspettare.

Infatti quello che, in un pezzo prog di otto minuti, chiamare ritornello è un evidente errore di grammatica musicale risulta essere romanticamente affascinante.

Ad aiutarci nel cammino verso la parte chiave del brano ci sono le chitarre.

Poi il brano muta e le scale delle tastiere ci guidano nella trasformazione.

Chitarre e tastiere: non a caso il brano è stato scritto dal chitarrista Hackett e dal tastierista Banks nell'album, "A trick of the tail": il primo in cui i Genesis non hanno più la firma unica delle loro tracce.

Poco prima di questo 33, Hackett era stato il primo Genesis a fare un album da solista e, dopo il successivo "Wind & Wuthering" del 1976, lascerà definitivamente la band perché riteneva di non essere apprezzato adeguatamente dagli altri come autore.

Avete capito che, dopo aver parlato soprattutto di Peter Gabriel e Phil Collins, per l'ultimo capitolo vorrei soffermarmi sugli altri membri del gruppo.

Era necessario dunque tornare indietro nel tempo al punto chiave del romanzo Genesis.

Il primo step di rinascita del gruppo.
Peter Gabriel se n'è appena andato da vincente con un album ("The lamb lies down in Broadway") che lo ha incoronato come vero leader e ha pure conquistato i fan Genesis con il suo primo fantastico album da solista (sarà l'unico ad essere fantastico, perché gli altri saranno...meravigliosi!).

Dovendo cercare un nuovo solista, il compito principale lo ebbe il batterista del gruppo che, sia ai concerti che in studio, aveva il compito di fare controcanti e armonie.

Phil Collins registro' le voci guida per trovare il cantante giusto: cerca, cerca e ricerca, ma nulla.

Poi l'illuminazione: era lui stesso la migliore voce disponibile e sarà una scelta fortunata.

Ma con "A trick of the tail" si ripartirà col contributo di tutti.

Perché sarà questo loro settimo album ad essere, in realtà, il primo che farà capire il valore di ogni musicista anche a livello compositivo.

Comporranno buoni pezzi sia Mike Rutherford che Steve Hackett, ma Tony Banks si rivelerà il migliore.

Ad esempio, più avanti, in un altro momento di crisi del gruppo, sara lui a tirare fuori meravigliose canzoni inserite in "...and then there were three" del 1978.

Una sarà "Undertown".

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L'altra invece, più nota, sarà "Many too many".

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Mike Rutherford contribuirà alle tante rinascite del gruppo anche col suo carattere da collante perfetto per saldare le diverse personalità del gruppo: riservato fino all'invisibilità Tony Banks, estroverso fino alla teatralità Phil Collins.

Perché le rock band non sono fatte solo di note, ma di relazioni umane...degne di nota.

Concluso il romanzo Genesis, vi aspettano due capitoli più brevi con le mie cinque preferenze musicali raggruppate in un unico racconto.

Due rock band dello stesso genere musicale paragonabile al materiale raffigurato nella seguente immagine...

...se avete inteso il messaggio subliminale capirete in anticipo il genere rock di cui parleremo!

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