1 SPANISH CARAVAN (1968)

In collaborazione con StefanoRuzzini

" Spanish caravan" inizia con un arpeggio di chitarra spagnoleggiante che sembra quasi un'arpa.

Poi la stessa intro è riproposta in versione elettrica.
Qualcosa che i Queen ci faranno risentire col pezzo "Innuendo" dopo più di vent'anni.

La versione live ci permette tra l'altro di vedere all'opera i quattro componenti, ma soprattutto di apprezzare la chitarra elettrica di Robbie Krieger: uno strumento che imparò a maneggiare con maestria dopo soli sei mesi di studio, pur nascendo come musicista classico.

Il tempo non cancella l'arte e Robbie dà ancora lezioni con dimostrazioni della sua maestria a 74 anni suonati su YouTube: vedere per credere.

"Spanish caravan" fa parte del loro terzo album "Waiting for the sun".

Un LP che fu criticato perché considerato commerciale rispetto ai loro inizi, ma in ogni caso osannato dalle classifiche di vendita americane ed europee.

Un disco ricordato anche perché contiene il celebre verso di Jim Morrison: "Io sono il Re Lucertola. Io posso fare tutto ciò che voglio."

Deliri di onnipotenza o incapacità di porre confini alle proprie ispirazioni artistiche?

Ad ognuno la propria convinzione.

2 BREAK ON THROUGH (1967)

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E' il primo pezzo del primo LP "The Doors": il primo solco della loro storia musicale.

Nessuna partenza soft però.

"Break on through" è come un pugno nello stomaco dopo un solo secondo del primo round al gong della loro carriera.

Batteria in ritmo bossa nova brasiliana, poi assolo di organo in stile Ray Charles tra contaminazioni jazz e blues.

E' già un menù che anticipa ciò che gusteremo del loro complesso sound.

Lo firmarono i componenti della formazione assieme, come del resto successe per tutti gli inediti del disco.

3 PEOPLE ARE STRANGE (1968)

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Due soli minuti che partono e si bloccano continuamente mentre Jim canta col suo accattivante timbro di voce.

Il sound sembra talvolta dare origine ad alcuni tratti del futuro glam rock.

"People are strange" è opera del duo Morrison/Krieger e trova posto nel loro secondo "Strange days".

Un album che si chiude con una chilometrica "When the music's over" assolutamente da ascoltare se non si ha fretta per i prossimi undici minuti della propria vita.

Un investimento artistico contro la fretta del nostro tempo che invece non ci permette tregue.

4 RIDERS ON THE STORM (1971)

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Il rumore delle onde dell'oceano durante una tempesta.

In questo modo affascinante si apre "Riders in the storm".

Poi il suono di singoli tasti scelti con cura da Manzarek per far compagnia alla passeggiata senza pensieri di un basso.

Proprio quello strumento insolitamente senza padrone nei Doors che qui, invece, assume importanza narrativa.

E' uno dei brani più suggestivi in cui voci e strumenti sono al loro meglio, perché sembrano andare avanti senza essere incalzati dallo stress, per tutti i sette minuti di cui fanno parte.

E' una canzone che non poteva mancare perché storica: è l'ultima registrata da Morrison prima di morire ad essere pubblicata su vinile.

Il long playing è "L.A. Woman" riconosciuto come quello più blues della loro produzione, seppur il brano del genere più trascinante (per la sua tipica cadenza nera e l'armonica in stile Mississippi) sia la meravigliosa "Roadhouse Blues" che apre il 33 giri dell'anno precedente "Morrison Hotel".

Quello del 1971, invece, sarà dunque l'ultimo disco dato alle stampe con Jim Morrison vivo.

Dopo appena tre mesi la storia del gruppo non sarà più la stessa.

5 LIGHT MY FIRE (1967)

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Mio fratello, quando era bambino, voleva alla fine del pranzo "qualcosa per finire bene".

Mutuando in musica questa sua infantile esigenza alimentare, chiudiamo con il pezzo dolce più famoso della casa, proposto e riproposto in una moltitudine di cover (si consiglia quella quasi in contemporanea del chitarrista portoricano Josè Feliciano).

"Light my fire" chiude il lato A del già citato album iniziale dei Doors con sette minuti che partono con un giro armonico, quasi medievale, dell'organo di Manzarek e un cantato soft di Morrison.

Poi tutto si anima in un nucleo centrale strumentale che fu addirittura tolto nelle versioni per le radio.

Una parte che anima il brano facendogli esplorare territori che in futuro saranno denominati fusion.

Quando tutto torna alla parte iniziale tutto si modifica: la linea melodica di Jim Morrison non è più la stessa e anche la sua voce assume una timbrica più aggressiva.

Pur essendo firmata da tutta la band si tratta in realtà di un brano iniziato da Krieger e terminato da Morrison.

Perché alla fine Doors è un cammino che fa sempre tappa lì, dove c'è il suo Re Lucertola da ascoltare o da leggere...

Di quale altra band Made in Usa ci occuperemo io e Stefano adesso?

Che dici?
Diamo ai nostri amici un piccolo indizio geografico/fotografico?

Avete capito?

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