1 HOTEL CALIFORNIA (1976)
Un arpeggiato che si ripete due volte e poi quel colpo di batteria di Don Henley che sembra dia il via alla storia cantata in musica da lui stesso.
L'apparente semplicità di "Hotel California" ti conquista da subito e non riesci ad uscire da questo percorso melodico che si ripete all'infinito anche quando il ritmo rallenta.
Il finale è dominato da un fantastico assolo di chitarra elettrica che prolunga e decide i tempi di chiusura.
La musica è firmata da Don Felder e la sua chitarra esegue tutti i passaggi da solista di cui abbiamo parlato.
Era appena arrivato negli Eagles e i sei minuti e mezzo di musica che diverranno i più famosi della loro storia, furono il miglior biglietto di presentazione possibile.
A completare l'opera il testo della premiata ditta Henley/Frey.
Il relativo 33 giri omonimo cambiò il corso della storia Eagles.
Tante le novità.
Partiamo dai fondatori: fu l'ultimo col bassista Meisner, ma soprattutto il primo senza il chitarrista Leadon.
Ma divenne importante anche l'arrivo della chitarra elettrica di Joe Walsh.
Il suo ingresso portò un solo brano come autore ma soprattutto determinò un suono più duro, come i riff di "Victim of love" e "Life in the fast line".
2 DESPERADO (1973)
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"Faresti meglio a lasciare che qualcuno ti ami prima che sia troppo tardi", dice un intenso verso di "Desperado".
Avete tempo per un lento da fare abbracciati con qualcuno o anche solo per immaginarlo?
Un pianoforte e la voce.
Le mani di Glenn sui tasti e le corde vocali di Don sul cuore.
Sempre loro.
Uniti dentro e fuori dalla sala di registrazione.
Alla semplicità iniziale segue un raddoppiamento della melodia da parte dei cori che ti conquista da subito e non ti abbandona neanche quando l'intro in acustico si trasforma in un seguito orchestrale.
"Desperado" è la title track di un concept album sul vecchio West.
La vena melodica del duo di autori sarà evidente anche nell'altra canzone firmata da loro in quest'album omonimo: il country di "Tequila sunrise" condito dalle armonie vocali tipiche degli Eagles.
3 I CAN'T TELL YOU WHY (1979)
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E' la canzone che preferisco degli Eagles perché, oltre che bella, considero sia la migliore via di mezzo tra le loro sonorità originarie e l'evoluzione nel loro decennio di attività.
Anche in "I can't tell you why" la musica è un regalo d'arrivo di un nuovo musicista, Timothy B.Schmit, il nuovo bassista che aveva appena sostituito il fondatore Meisner.
La voce di Glenn fa gara di morbidezza con i cori che gli rispondono.
L'organo Hammond non ha pretese e segue l'espandersi in orizzontale del pezzo che non ha bisogno di improvvisi colpi di coda in verticale, forse perché parla malinconicamente di un amore che non decolla più.
Non so dirvi perché neanche io, come ripete insistentemente il testo, ma tutto conquista di questo brano scritto da Schmit insieme ai soliti Frey ed Henley.
Anche in questo ultimo album dei primi Eagles, il duo di amici fondatori firmò un altro successo: la "The long run" che darà il titolo al 33.
4 TAKE IT EASY (1972)
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Torniamo al primo album, al loro primo singolo e al tratto distintivo della band.
"Take it easy" è un country ben arrangiato che trotta dall'inizio alla fine come solo un pezzo di razza sa fare.
A cavalcarlo cantando è Frey, ma un suo coautore d'eccezione fu un giovane e ancora sconosciuto Jackson Browne, presenza illustre che nel loro album d'esordio firma anche "Nightngale" e proseguirà la collaborazione anche nei due album successivi.
Il video scelto è un live dell'epoca che evidenzia la sinergia tra i componenti della band.
5 WHAT DO I DO WITH MY HEART (2007)
E' la prima volta che devo arrendermi nella ricerca di un brano da proporvi.
Giuro che ho fatto di tutto, ma se sulla rete ho ovviamente trovato questa dolce "What do I do with my heart" all'indirizzo seguente https://g.co/kgs/VsY4je , non sono riuscito a pubblicarla nel capitolo.
Trattasi di una ballad accattivante.
Bella seppur fuori dalla tradizione Eagles e più vicina al pop che alla comfort zone della band dei tempi che furono.
Unico anello congiungente con quell'epoca è l'inesauribile firma cointestata a Glenn Frey e Don Henley.
Vuoi vedere che non esser riuscito a pubblicarla qui è una punizione Eagles?
Non avrei infatti dovuto inserire una canzone datata oltre il 1979, visto che ho considerato qualitativamente produttiva la loro vita artistica dal 1972 ai seguenti sette anni.
Ma, in realtà, già quattro inediti erano presenti in un disco live del 1994 e ben ventidue nuove composizioni sono nell'ultimo album "Long road out of eden".
Ultimo?
Boh, con gli Eagles non si sa mai...nel 3076 ci potrebbero essere disponibili i nipoti dei fondatori originari e un nuovo tour da organizzare.
Come premesso, ci aspetta un nuovo decennio.
Non la paura, ma la musica adesso fa 90.
So che ormai sembra quasi un rito proporvi un indizio.
Ma siccome siete stati troppo bravi ad indovinare, questa volta l'indizio non ve lo do sul nome del gruppo ma sull'AMICA DI PENNA con cui ho collaborato per il prossimo capitolo...
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