1. BACK IN BLACK (1980)

Sei colpetti di chitarra repressi e appena accennati, gemellati al charleston che poi viene lasciato solo per altre due battute.

Dopo parte il riff di chitarra rock tra i più noti al mondo e infine si scatena la Brian Johnson, voce ruvida degli Ac/Dc.

E tutti noi insieme a loro.

Non stiamo rispettando la linearità del tempo in questo capitolo dedicato a loro, ma non importa.

Il mio obiettivo era partire con il pezzo che è stato come una scala reale minima in un tavolo da poker in cui ti puntano tutta la posta perché hanno poker d'assi.

Cosa fai?
Rilanci e vinci.

Come hanno fatto i fratelli Young, questi ragazzotti un po' scozzesi e un po' australiani, con l'album "Back in Black".

Un album nero a lutto che si apre con le campane a morte nella sua prima traccia ("Hells bells") per ricordare la morte del loro cantante Bon Scott.

Ma la bastarda signora nera con la falce in mano non metterà fine alla storia, perché sarà al contrario l'inizio della seconda parte del romanzo Ac/Dc.

L'album che non doveva esserci venderà 50 milioni di copie in tutto il mondo (secondo di tutti i tempi dopo "Thriller" di Michael Jackson).

Una volta stabilito un punto chiave di rinascita dell'avventura musicale Ac/Dc è arrivato il momento di fare un passo indietro.

Prima di Johnson, Bon Scott scriveva i testi e soprattutto cantava con quattro polmoni le canzoni del gruppo, in tutto il loro percorso degli anni 70.

Il marchio della band era caratterizzato dalla sua voce di carta vetrata che non conosceva ostacoli nel canto.

2. HIGWAY TO HELL (1979)

[Dovrebbe esserci un GIF o un video qui. Aggiorna l'app ora per vederlo.]

"Higway to hell" era stato il loro sesto album con cui raggiunsero il momento più in alto, fino ad allora, della loro carriera nel 1979.

Con il pezzo omonimo sfondarono le classifiche inglesi e americane.

Il titolo non è particolarmente inquietante se consideriamo la durezza dei testi del genere di cui fa parte, ma profetico sì perché anticipò tristemente quel che avvenne.

Ad un giornalista che fece una domanda su cosa rappresentasse per lui il mondo dello spettacolo, Angus Young rispose: - E' una fottuta autostrada per l'inferno.

Era il titolo perfetto per l'album che stavano completando, ma anche un'involontaria anticipazione sugli imminenti avvenimenti futuri che toccarono di lì a breve la band.

3. TOUCH TOO MUCH (1979)

[Dovrebbe esserci un GIF o un video qui. Aggiorna l'app ora per vederlo.]

Questo sarà, come dicevamo, l'ultimo album che si fonderà sulla firma autoriale Young, Young & Scott.
Come, del resto, era successo sempre in tutti i loro pezzi fin dagli inizi.

Bon Scott, quindi, se ne andò lasciando un testamento in vinile di grande rilievo.

Tanti i brani sono degni di nota: "Touch too much" fu l'ultimo singolo pubblicato con l'autore ancora vivo.

Il video che ho trovato riguarda proprio la loro partecipazione alla trasmissione "Top of the Pops" della BBC del 7 febbraio 1980.

Il cantante morirà il 19 febbraio 1980.

4. ROCK N ROLL AIN'T NOISE POLUTION (1980)

[Dovrebbe esserci un GIF o un video qui. Aggiorna l'app ora per vederlo.]

Siamo tornati all'album post-Scott.
La band era sul punto di sospendere la sua attività, quando Brian Johnson subentrò all'ex-cantante dopo due mesi di audizioni.

La scelta fu fatta per la somiglianza assoluta del suo timbro di voce col cantante precedente, ma egli si rivelò un ottimo sostituto di Scott anche nella scrittura dei testi.

Si ricostituì, così, un trio d'autori di successo come in passato.

Quest'ultimo brano del disco è un inno in difesa del rock in una trama musicale che viaggia su un ritmo rallentato, quasi blues, esaltando le doti canore del cantante soprattutto nelle parte finale.

5. YOU SHOOK ME ALL NIGHT LONG (1980)

[Dovrebbe esserci un GIF o un video qui. Aggiorna l'app ora per vederlo.]

Concludiamo con il brano più corto di questo storico album.

"You shook me all night long" resterà tra le loro canzoni sempre presenti dal vivo con uno degli assoli di chitarra di Angus più belli della storia del rock.

Ed è con lui che chiudiamo il capitolo Ac/Dc.

Dopo 45 anni di album (nel 2020 uscì il loro diciassettesimo "Power up"), e tour in giro per il mondo, si parla ancora di loro.

La band ovviamente è mutata di continuo, con musicisti fuoriusciti e poi tornati o andati via da questa terra per esibirsi in purgatorio (dubito che San Pietro aprirebbe loro porte più importanti...).

Cosa è rimasto, però, lì al suo posto come simbolo imperituro dalla fondazione del gruppo?

Quel peperino in irriverenti pantaloncini corti di Angus  Young che sgambetta per il palcoscenico, chitarra alla mano, dentro gli improbabili abiti di uno studente liceale.

Quel suo incedere caratteristico e l'energia dirompente che non ha età.

Osservatene la carica adrenalitica!

[Dovrebbe esserci un GIF o un video qui. Aggiorna l'app ora per vederlo.]

E adesso da una band all'altra, da una chitarra all'altra, da dei fratelli ad altri...

Stavolta non sapendo che indizio dare...indizio DIRE!

Di chi parleremo?

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top