Modalità "In aereo" - Storiah a casoh #3
C'era una volta - e c'è ancora, non so dire se purtroppo o per fortuna - un grande edificio bianco strutturato su due piani, ricco di stanze e con un grande cortile curato in stile foresta inviolata nel cuore dell'Amazzonia. Questo luogo, nonostante fosse pieno di ragnatele, polvere, rifiuti (anche umani) e sale segrete degne di Indiana Jones, era in realtà un comunissimo Liceo Classico. Questo Liceo Classico non solo era mantenuto nelle meravigliose condizioni sopra elencate, ma era anche dotato di una terrazza ed un seminterrato inagibili e più ammuffiti di una fetta di gorgonzola, e di una palestra in costruzione - da vent'anni, ma pur sempre in costruzione - che i topi avevano eletto a loro territorio ufficiale. Ma questi mistici territori dove solo pochi eletti osavano metter piede (se non altro per timore di essere sbranati da un gigantesco Roditorzilla) non sono direttamente coinvolti nella nostra storia, per cui non ne parleremo. A noi interessa quella stanza al piano terra, subito a destra dopo essere entrati dall'ingresso secondario. Quella era - ed è ancora - la classe 5a Ginnasio. Meglio nota come Undicesima Bolgia nell'Inferno Dantesco. Vi spiego meglio: qui erano rinchiusi peccatori di ogni genere. Ergo visto che ho tempo da perdere ve li vado ad elencare.
-Ruffiani; esempio: "Amico mio, lo sai che ti ho sempre voluto bene? Quindi, in nome della nostra amicizia, mi passeresti la versione di greco?"
-Adulatori; esempio: "Prof, lo sa che lei è la mia preferita?"
-Simoniaci; esempio: quelli che prima del compito spacciano rosari e bibbie in giro per l'aula.
-Indovini; esempio: "Sarà la A, la B o la C? Boh... forse... la B? Proviamo..."
-Barattieri; esempio: "Facciamo così. Io ti passo le frasi di latino e tu quelle di greco, ci stai?"
-Ipocriti; esempio: "Giuro che ti suggerisco!" E all'interrogazione calò il silenzio...
-Ladri; esempio: "Mi presti 50 centesimi? Domani te li riporto..." E quei 50 centesimi non si rividero mai più.
-Consiglieri fraudolenti; esempio: "Ragazzi studiate, che se mi dimostrate impegno la verifica sarà facile!"
-Seminatori di discordia; esempio: "Sì, bella classe... ma chi è il più bravo?"
-Falsari; esempio: "No, prof, le giuro, è la firma di mia madre!"
Oltre a questi, che sono diciamo quelli canonici, ci sono i casinisti; e di questi non credo ci sia bisogno l'esempio.
Questa classe era anche frequentata da due personaggi già incontrati in precedenza; ritornano a grande richiesta del pubblico la Brutta Fiamma e la Bella Kira! Ma stiamo già divagando troppo, torniamo alla storia originale. Correva la penultima ora di un giorno non lontano di gennaio, che purtroppo è scomparso dalla mia memoria degna di un criceto con l'Alzheimer.
La classe era mezza vuota, non per colpa di un'epidemia di massa, ma perchè gli assenti erano impegnati a rendere meno orrendo l'aspetto esterno dell'Istituto in vista della Notte Bianca Nazionale del Liceo Classico. Se non la conoscete non ve ne faccio una colpa, ma in tal caso vi toccherà aprire Google e cercarvi da soli quello che volete sapere, perchè io ho già perso troppo tempo.
La Brutta Fiamma era stata da tempo chiamata alle prove del coro, nel quale avrebbe dovuto cantare durante la sopracitata notte. Voci di corridoio attestano che l'evento si sia svolto di notte proprio perchè al coro partecipava la Brutta Fiamma, e si voleva evitare che gli ospiti fuggissero urlando già all'inizio della serata. Dunque, la Brutta Fiamma si trovava quindi al piano superiore a spaccar vetr... ehm, a deliziare tutti con la sua soave voce da usignolo degna di Biancaneve, ma aveva commesso un errore. Un madornale errore. Un errore ancor più grave se si considera che in classe c'era ancora la Bella Kira. Aveva lasciato il cellulare sotto al banco.
A dir la verità ciò non è esatto, visto che quell'oggetto risalente al tardo XVI secolo non è degno di essere chiamato cellulare, neanche in una storia demenziale come questa. Ma non attacchiamoci ai dettagli. Il cellulare stette sotto il (brutto) banco della Brutta Fiamma per appena il tempo necessario a che la suddetta (e brutta) Fiamma lasciasse la stanza. Poi comparve improvvisamente tra le (belle) mani della Bella Kira.
La nostra (bella) Kira non tentò neanche di indovinar la password.Pregustando lo scherzetto che avrebbe fatto alla Brutta Fiamma, si limitò a togliere la batteria e mettere telefono e batteria ognuno in una tasca diversa dei suoi pantaloni, attendendo il ritorno della Brutta Fiamma.
Quando finalmente, intorno alla fine dell'ultima ora, la Brutta Fiamma riportò la sua (brutta) presenza in classe, ovviamente si accorse che qualcosa mancava. E ciò non dipese certo dal fatto che la Bella Kira la salutò portando il telefono rubat... Preso in prestito all'orecchio dicendo: "Ti va se ordino una pizza? Paghi tu."
Da quel momento iniziò un meraviglioso battibecco, che purtroppo non posso trascrivere per intero, ma che faceva più o meno così:
"Essere, ridammi il telefono."
"Chiedimelo con grazia..."
"Uff. Potresti ridarmi il telefono?"
"Si, potrei, ma non credo che lo farò..."
"Mi vuoi ridare il telefono??"
"Certo che no."
E così via, finché la Bella Kira si stancò e rese il telefono alla legittima proprietaria. Piccolo dettaglio, si tenne la batteria. Ovviamente la Brutta Fiamma si accorse che al suo (brutto) telefono mancava qualcosa, e così la storia ricominciò:
"Essere, ridammi la batteria!"
"Chiedimelo con grazia..."
Tutto ciò finché gli occhi della Bella Kira non caddero su una finestra, davvero troppo invitante... Quella finestra era irresistibile, e poi se le batterie hanno la modalità aereo un motivo ci sarà, no? Come dite? Ce l'hanno solo i telefoni quella? Ah, si? Mi giunge nuovo questo dettaglio... Oh beh, fa nulla. La batteria entrò arbitrariamente in modalità aereo e volò fuori dalla finestra. L'espressione della Brutta Fiamma in quel momento era impagabile.
Ovviamente all'uscita la Bella Kira fu costretta a correre per salvarsi la vita, ma questa è un'altra storia. Adesso scusatemi, vado a scegliermi i fiori per la tomba. Dopo aver raccontato questa storia finirò a guardar crescere le margherite dalla parte delle radici, con addosso un cappotto di legno. Addio, amici miei. Vi ho voluto bene.
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