07.

Amanda.

"Dove credi di andare?" domando sorpresa mentre Ethan mi supera e gira intorno alla mia macchina verso la portiera del guidatore.

"Guido io." dice deciso. Alzo le sopracciglia allibita. Ha veramente detto quello che ho sentito? Wow. Non pensavo che Ethan il perfetto volesse guidare questo rottame di macchina, ma non mi aspettavo neanche che riuscisse a dormire in un hotel così semplice, quindi.

Alzo un braccio facendo titillare le chiavi appese al mio dito indice.

"Ed esattamente cosa ti dice che te lo lascerò fare?" domando curiosa. Una volta finito questo viaggio sono sicura che questo ragazzo mi odierà a morte. Non credo gli piaccia essere sfidato o che qualcuno ribatta continuamente alle sue parole.

"Perché ho visto quanto hai sbadigliato durante la colazione, sei stanca, quindi lascia che guidi almeno per un po' io..." dice e ciò mi lascia ancora più esterrefatta.
Come ha fatto a notare che sono così stanca?
Ammetto che non ho dormito molto bene questa notte, forse il letto un po' scomodo, forse la presenza di un estraneo nel mio letto un po' scomodo.

"Sempre se questo catorcio regge!" aggiunge subito dopo e io riconosco finalmente Ethan.

Gli lancio le chiavi e lui le prende al volo sorridendo. Apre la macchina e mi butto sul sedile del passeggero.
Poso la borsa vicino ai miei piedi e osservo Ethan mettere in moto la macchina. Non gli si addice per niente. Inserisce la retromarcia e posa una mano dietro al mio appoggiatesta voltandosi per guardare la strada.

Mentre lui fa manovra osservo il piccolo hotel e sorrido. Anche se non è stato granché questo posto mi è piaciuto, mi ha dato modo di apprezzare ciò che ho e mi ha anche fatto scoprire qualche lato in più del mio compagno di viaggio.

Accendo la radio e cambio un po' di canali finché non sento Build me up buttercup dei The foundations. Alzo il volume e tiro giù il finestrino allungando il braccio al di fuori della macchina e godendomi l'aria tra i capelli.
Anche oggi fa molto caldo, forse quasi più di ieri.
Canticchio il ritornello mentre osservo la foresta di sequoie intorno a noi.

"Sai cantare?" domanda Ethan. Mi giro verso di lui e lui mi guarda rapidamente riportando poi lo sguardo sulla strada.
È strano perché sin da quando sono piccola mia nonna mi ha sempre detto che ho una bella voce, ma io non ci ho mai fatto molto caso. L'unica cosa che so è che canto solo quando mi sento tranquilla nel farlo, quando non mi sento giudicata o a disagio di fronte a qualcuno. Canto solo quando mi fido della persona al mio fianco.

Mentre provo a rispondergli alla radio parte Every breath you take dei Police e io inizio a cantarla.
Ethan non mi interrompe, ascolta in silenzio e quando l'ultima nota scema posa una mano sulla manopola del volume e abbassa tutto.

"Tu..wow hai una voce strabiliante, io sono senza parole..." dice e si gira più volte a guardarmi. Io non ci vedo nulla di così spettacolare quindi alzo leggermente le spalle.

"Cosa? Ma sei seria? Devi aver preso delle lezioni per sapere cantare in questo modo?!!" dice ancora più sorpreso.

"No, canto qualche volta con mia nonna, ma nulla di serio..." dico guardando la strada. Inizio a sentirmi a disagio.

"Cioè vuoi dirmi che tu da sempre apri la bocca e ti esce questo?" mi dice muovendo leggermente le dita sul volante tamburellando.
Io annuisco senza aggiungere nulla. È esattamente ciò che succede.

"Wow!" dice ancora e io sorrido leggermente voltandomi verso il finestrino e osservando come la foresta di sequoie inizia leggermente a sparire dietro di noi per dare spazio al deserto.

"Con questo non aspettarti che io canti per te o cose così capito?!" gli dico decisa ed Ethan ride. Mi piace quando ride. I suoi occhi si stringono leggermente e intorno ad essi si formano piccole grinze di gioia. Il suo naso si piega leggermente e il suono della sua risata è leggero ma vibrante allo stesso tempo. Annuisce stringendo le mani sul volante.

"Non mi sarei aspettato nient'altro, tranquilla!" mi dice. Come io sto iniziando a capirlo anche lui sta decisamente capendo come sono fatta. Mia nonna Sheila dice sempre che sono un libro aperto, che ogni mia emozione mi si può leggere in pieno viso, negli occhi, e forse è vero.

Mi avvicino alla radio e rialzo il volume. La musica è sempre stata parte della mia quotidianità, pensare di vivere senza per me è impensabile. Mi piace ascoltarla, cantarla e sentirla sulla mia pelle quando mi riempie di brividi.

Siamo in viaggio da un po' quando incrocio le gambe sul sedile per cambiare posizione. Appoggio le mie converse nere sul sedile e chiudo gli occhi. Non sono al massimo delle energie, ma non so come questo viaggio mi da una grande carica, quindi non riesco a dormire anche se ci provo.
Mi muovo ancora un po' sul sedile cercando una posizione migliore e la mia gamba nuda entra in contatto con la mano di Ethan sul cambio.

Fisso il punto in cui la sua mano mi ha sfiorato e poi Ethan toglie la mano spostando lo sguardo dalla strada a me.

Osserva le mie gambe e lo vedo distogliere subito lo sguardo.

"Qualche problema?" domando continuando a guardarlo.

"No, io... -sposta di nuovo a disagio lo sguardo e vedo i suoi occhi cadere sulle mie gambe - potresti coprirti un po' di più no?" mi dice e io incrocio le braccia al petto sorridendo.

"Hai qualche problema con un po' di carne in bella vista!?" gli domando cercando di trattenere le risate. Lo vedo dalla sua schiena rigida, lo sento dal suo tono e lo vedo dal suo sguardo. Ethan è completamente a disagio come se fossi nuda davanti a lui. È quasi dolce come cosa, che non riesca a tenere lo sguardo dove vuole solo per rispetto. Così come la sera prima in hotel.

"No, io... lascia perdere Amanda!" a quel punto mi scappa una risata leggera e lui sbuffa.

"Per te è tutto un gioco!!?" dice la sua voce cambia, ora sembra più seria. Oh si sbaglia se pensa che la mia vita sia un gioco, anzi, ma non voglio ammetterlo davanti a lui come se fosse un mio amico da anni.

"E perché no? Non rivivremo mai più quello che ci capita nel presente. In questo momento ogni cosa è allineata, è al suo posto per noi, perché non vivercela!?" dico seria. Ho sempre pensato che rimandare le cose, non fare quello che si vuole in quel momento sia uno spreco. Ci sono così poche probabilità che ci si ripresenti la stessa situazione una seconda volta. Come si dice, vivi il momento?

Ethan sta in silenzio e continua a guidare. Abbasso le gambe tornando seduta dritta. A colazione abbiamo deciso quale sarà la prossima tappa del nostro viaggio e so che ci aspettano quasi 5 lunghe ore di strada, ma credo che passarci davanti senza fermarsi sia una vera eresia. Ethan imbocca l'autostrada della California 65 e il piano è quello di aggirare la Sierra Nevada a sud e arrivare fino alla Death Valley.

Controllo l'ora sul cellulare e vedo che è quasi mezzogiorno. Tra la colazione e il resto alla fine siamo partiti per le 10 ed è da un'ora e poco più che siamo in viaggio.
Ogni tanto volto lo sguardo verso Ethan e lo osservo mentre tiene il ritmo della musica sul volante con le dita. È seduto dritto e composto anche mentre guida. I capelli biondi seguono l'aria che entra dai finestrini e ogni tanto inspira ed espira profondamente godendosi l'aria sul viso. So che sente il mio sguardo su di sé, non capisco se gli dia fastidio o no, ma non fa niente per dirmi di smetterla.
Oggi fa veramente più caldo di ieri e io anche con il mio crop top sto sudando tantissimo. In questo momento vorrei veramente che l'aria condizionata funzionasse. Forse dovrei farla aggiustare...

La strada è tutta uguale, lunghi rettilinei circondati da campagna e deserto.

"Ti va di parlare un po'?" domando a Ethan dopo un po'. Questo silenzio inizia ad annoiarmi.
Ethan si volta leggermente e noto il suo sguardo diffidente.

"Mh sì..." dice poco sicuro. So che sta pensando che io gli stia per chiedere qualcosa di troppo personale. Ma non voglio, ho capito che è un tipo riservato, quindi se vorrà me ne parlerà lui. Cercherò di trattenere la mia curiosità.

"Qual è il tuo colore preferito?" gli domando e Ethan scoppia a ridere.

"Sai mi aspettavo qualcosa come con chi parli sempre al cellulare? Mi hai sorpreso..." dice e sorride leggermente.
Oh si, voglio sapere con chi parla sempre al cellulare e riuscirò a farmelo dire, ma prima dobbiamo conoscerci. Ci conosciamo da un giorno per l'amor di dio.

"Verde credo!" dice e io annuisco.
"Anche il mio!"

"Bene forse qualcosa in comune ce l'abbiamo Amanda!" dice e io sorrido. Non credo di avere molte cose in comune con lui. Anche se ci conosciamo appena è sempre stato chiaro ad entrambi che siamo veramente diversi.

"Frequenti l'università?" gli domando ancora.

"Sì, Giurisprudenza! È da quando sono piccolo che sogno di farla!" dice e io sorrido. Sono contenta che faccia qualcosa che gli piace. Io ho appena finito il liceo, anche se con due anni di ritardo, e non so assolutamente cosa fare. Studiare non mi è mai piaciuto, mi ero ripromessa di pensarci durante quest'estate, ma le cose sono leggermente cambiate.

"E vivi ad Atlanta, giusto?" dico usando le poche cose che so di lui.

"Giusto!" mi risponde lui.

"Allora posso sapere cosa facevi a Fresno?" domando seria.

"Mi piacerebbe dirti che stavo facendo un viaggio di piacere, ma in realtà non è così. Sono partito per risolvere una questione famigliare..." mi spiega e so che c'è di più, lo posso sentire dal tono della sua voce, ma non chiedo altro.
Poco dopo vedo l'insegna dell'uscita per Bakersfield e dico a Ethan di girare. Se sto ancora seduta un minuto in più in questa macchina con questo caldo credo di potermi sciogliere sul sedile.

"Mangiamo qualcosa?" domanda mentre giriamo per le strade di Bakersfield.

"Sì, assolutamente!" rispondo e quando Ethan vede una tavola calda entra e parcheggia la macchina vicino all'ingresso.
Scendo dalla macchina e mi sgranchisco le gambe.

"Ti giuro se fossi stata ancora un po' seduta il mio sedere avrebbe preso la forma del sedile!" dico e Ethan, che mi ha raggiunto sul mio lato della macchina, ride.

"Be' se proprio vuoi saperlo, il tuo sedere è a posto!!" mi risponde dando un'occhiata alla mia schiena e io rimango sorpresa da questo suo tono provocatorio e giocoso.

"Mille grazie per l'informazione!" dico e rido. Ethan chiude la macchina e mi passa le chiavi.
Alzo lo sguardo e vedo la grossa insegna della tavola calda "Woolworth Diner".
Entriamo e ci sediamo uno di fronte all'altro nel primo tavolino vicino alla finestra.

Recupero un menù dal tavolo e leggo cosa offre questo diner. Quando vedo un piatto di doppio cheeseburger con patatine, ho già deciso.
Chiudo il menù e osservo Ethan che sembra molto più indeciso di me.

È concentrato sul menù e non si accorge che lo sto guardando. Più lo osservo e più capisco la reazione di Mary, è veramente bello. Lineamenti decisi, ma morbidi, una bocca carnosa per essere un uomo e due occhi verbi molto intensi.
Si morde un labbro e io sento un piccolo calore espandersi nella mia pancia.
Distolgo lo sguardo e prendo un respiro profondo.

Non ho mai avuto problemi con i ragazzi, di solito so cosa voglio e faccio io il primo passo verso un ragazzo. Ma lui non lo conosco, non so se quella Violet potrebbe essere la sua ragazza, se è lei che lo chiama in continuazione o gli scrive tutti quei messaggi.
Ethan è un bel ragazzo, ma rimarrà solo il mio compagno di viaggio.

"Hai deciso?" gli domando e lui annuisce posando il menù.
Poco dopo al tavolo arriva la cameriera, una ragazza bionda molto giovane. Indossa una divisa perfetta per questo posto, con una camicetta molto scollata che mette in risalto il suo bel décolleté, ah che invidia!

Anche lei sembra molto colpita dalla bellezza di Ethan, lo vedo dalle sue guance che si colorano di rosa quando lui le sorride.

"Ragazzi, benvenuti al Woolworth Diner, cosa posso portarvi?" chiede, ma continua a guardare solo Ethan.
Lui distoglie lo sguardo, sembra quasi a disagio da tutte le esplicite attenzioni che la cameriera gli sta dando.

"Io un doppio cheeseburger!" dico provando ad attirare la sua attenzione, invano. La cameriera segna l'ordinazione sul blocchetto, ma continua a guardare Ethan con un sorriso palese da se vuoi passare una bella serata, chiamami.

Ethan distoglie lo sguardo da lei, veramente imbarazzato e lo vedo che riprende il menù.
Sembra veramente in difficoltà, quindi allungo una mano sul tavolo e la poso su quella di Ethan. Non appena lo tocco prendo una piccola scosso e so che anche lui l'ha sentita perché alza lo sguardo su di me e fissa i suoi occhi nei miei.

"Sì, grazie anche per il mio ragazzo uguale e anche due Coca Cola!" dico e allora la cameriera sposta lo sguardo dalle nostre mani unite al mio viso. Segna le ultime cose e se ne va.

"Grazie..." dice Ethan poco dopo e io sorrido.
"Mi sei sembrato un po' in difficoltà! Non ti piace essere al centro dell'attenzione, vero?" gli domando curiosa.

"No, in realtà no, ma ci sono molto abituato. Credevo di essere più bravo a nascondere il mio senso di disagio, ma a quanto pare non lo sono..." dice e sento il suo pollice accarezzarmi la mano.
Quando me ne accorgo sposto la mia mano dalla sua velocemente.

Rimaniamo in silenzio finché non arrivano le nostre ordinazioni. Ho molta fame quindi ci metto poco a mangiare tutto il piatto.

"Avevi proprio fame eh?!" dice Ethan fissando il mio piatto vuoto mentre lui sta ancora finendo il cheeseburger.
Io annuisco e mi poso una mano sulla pancia piena.
Lascio Ethan a finire e vado a pagare. Quando torno lui è in piedi e mi sta aspettando.
Ci muoviamo verso la porta e lui si sporge per primo per aprirla. Posa una mano sulla base della mia schiena e mi da una leggera spinta per uscire per prima. Mi muovo e lui chiude la porta dietro di noi.

Ethan mi sorride e io gli rilancio le chiavi della macchina. Lui le prende al volo come se fossero un premio e quindi sorride trionfante.
Saliamo in macchina e ricontinuiamo il viaggio.

Mentre usciamo da Bakersfield non posso fare a meno di chiedermi perché sento questa tensione tra di noi.
Non lo conosco, eppure ogni volta che mi sfiora per sbaglio, o mi tocca come è appena successo tutto il mio corpo fa un piccolo sobbalzo.

Mi ripeto che non lo conosco e che non sarò io a fare il primo passo, non questa volta...


***

Ciao a tutti!
Nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto.
Vi ricordo che su Spotify ho creato una playlist per leggere questa storia.
Si chiama "Road Trip" e la trovate sul mio profilo "Sophia Blakee"!

Buona giornata a tutti!
Sophia.

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