Capitolo 3

Doveva dirigersi all'areoporto, per partire verso Tokyo. Non avrebbe mai potuto andare a piedi da lì.
L'areoporto lo raggiunse facilmente con un taxi, quelli avevano provveduto a tutto. Anche a pagargli il biglietto per il volo con aggiunta di albergo e cibo.
Toshinori gli aveva dato delle indicazioni ben chiare: prima che sarebbe partito, gli avrebbe dato una serie di documenti che avrebbe potuto utilizzare li e anche una carta prepagata per le ulteriori spese.
Il taxi si fermò nel parcheggio. Lui era già stanco e sperava che i controlli sarebbero andati bene, siccome sapeva che armi e alcool fossero illegali da portare.
Ma anche su questo lato Toshinori lo aveva tranquillizzato, senza ulteriori domande da parte sua. Probabilmente sapeva già dei suoi vizi.

Scese dall'auto, imbracciando il pesante borsone e scansò una fila di persone che si apprestavano a entrare mentre trascinavano le loro valigie. Alcune di esse indossavano dei cappelli di paglia sulla testa, degli occhiali da sole e delle camicie dai colori altamente discutibili.
Anche lui, una volta fatto, avrebbe dovuto prendersi una vacanza, lontano da tutto e da tutti.
Avrebbe sfruttato anche i soldi che aveva conservato pur di andare a rilassarsi in qualche posto sperduto nel mondo, magari su un'amaca, su un'isola deserta, all'ombra di una palma e con un bicchiere di spumante in una mano.
Era una visione paradisiaca ma che in quel momento rimaneva solo tale.

Superò le ampie porte scorrevoli, entrando dentro e lanciando uno sguardo al monitor delle partenze.
Di Tokyo non c'era ancora nessuna traccia. Era ancora preso per mettere gli orari. Poco più avanti, sulle panchine, scorse la figura imponente di Toshinori che torreggiava su tutte le persone che erano sedute in po' più lontane e intimorite dalla figura dell'uomo.
Touya si andò a sedere vicino a lui, mettendosi con la schiena dritta e rigida, guardando di fronte a sé.

"Le partenze per Tokyo non sono state aggiornate ancora."
Disse il corvino, stringendosi nelle spalle. Lo sguardo che saettava da una parte all'altra, vedendo tutte quelle persone che facevano avanti e indietro.

"Ho notato."
Ci fu un breve silenzio tra i due, poi l'uomo alto proseguì.
"Ho qui tutte le cose che ti serviranno."
Gli passò un borsello nero, Touya lo prese e lo infilò in una tasca del borsone.
"Ci sono documenti, carte di credito e un passaporto. Per le armi, nessun problema, ho già chiamato i miei contatti e non dovrai andare ai controlli, ma devi direttamente imbarcarti sull'aereo."
A ogni parola, il corvino annuì.
Poi, a un tratto, il monitor si accese nuovamente: l'orario di imbarco per Tokyo era stato aggiornato.
Si alzò e si diresse verso i gate.

"Buona fortuna."
Disse Toshinori alle sue spalle.
"Ti servirà."
Aggiunse con tono più basso, ma lo sentì lo stesso.

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