Capitolo 13
Il cuore gli batteva forte in gola.
Sentiva lo stomaco sottosopra.
Nonostante cercasse, invano, di chiamare il suo nome, il biondo sembrava svenuto.
I palazzi sotto di loro sembravano farsi pian piano più vicini, mentre scendevano in picchiata e perdevano velocemente quota.
"Cristo."
Imprecò il corvino, stringendo l'altro per la maglietta e scuotendolo forte. Doveva aggrapparsi il più possibile a lui, anche perché la presa sui suo fianchi si stava indebolendo e sarebbe morto, spiaccicato al suolo, prima del tempo.
Non era un tipo che pregava, ma in quel momento fece rassegna a tutti i dei e dee che conosceva, mentre cercava di svegliare Keigo con le sue urla.
"Dannazione !"
Cacciò un urlo a pieni polmoni, mentre con una mano chiusa tirò un pugno dritto sul viso del biondo. Questo sembrò funzionare, l'altro aprì velocemente gli occhi, scosse la testa e sbatté più velocemente le ali, tenendo stretto, contro il petto, il corpo del corvino.
"Dio, mi hai fatto prendere un infarto."
Ringhiò Touya.
Keigo si fermò su un tetto, l'aria continuava a tirare forte e menomale che aveva indossato il suo cappotto preferito.
Vide il biondo barcollare e allontanarsi verso una porta che dava all'uscita.
"Keigo...?"
Fece il corvino, confuso.
Lo seguì con lo sguardo. L'altro aveva chiuso le ali e le aveva appiattite alla schiena.
Il viso del moro sbiancò quando vide tante goccioline scure impregnare il cemento sotto i loro piedi.
Aveva dimenticato che Keigo fosse ferito.
Si avvicinò a lui, quando quest'ultimo si lasciò cadere a terra e con la schiena premuta contro il muro. Respirava a fatica mentre con una mano, rossa e piena di sangue, si teneva il fianco.
"Keigo..."
Lo chiamò di nuovo, mentre gli si accovacciò davanti e guardò quella ferita presente sull'addome, anche se coperta dalla mano dell'altro poteva solamente immaginare quanto fosse profonda.
"Sto per morire ?"
Sussurrò l'altro. Il suo respiro era affannato e ogni parola gli usciva dalla bocca in modo forzato, alzò il viso e affondò gli occhi lucidi, gialli come due fari, in quelli di Touya.
" tu non morirai. O almeno, non stasera."
Sussurrò, strappandosi un lembo della maglia, abbastanza grande da coprire il suo addome. Fece stendere il biondo davanti a se e gli alzò la maglietta, spostando prima la sua mano che andava a comprimere la ferita.
Da lì poteva vedere che non ci fosse il foro di uscita, quindi dedusse velocemente che il proiettile fosse ancora all'interno.
"Non urlare."
L'altro strinse le labbra, forte, annuendo con un mugolio e poi chiuse gli occhi. Sperava solo che il corvino facesse in fretta, gli facevano male le ali a stare in quella posizione.
"Fatto."
Detto fatto, in un batter d'occhio la sua ferita era coperta da quel pezzo di maglietta che gli aveva avvolto intorno al corpo.
"Va meglio ?"
La voce dura e ferma di Touya lo fece annuire velocemente. La ferita bruciava ma almeno aveva fermato il sangue.
"Andiamo allora."
Si alzò velocemente e si passò le dita sul pantalone, allungano poi la mano verso Keigo.
Quest'ultimo allungò una mano e gliela strinse tirandosi su a fatica.
"Dove andiamo ?"
Touya fece un sospiro e si guardò intorno, vedendo solo palazzi su palazzi. Non aveva mai visitato quel posto, quindi pensava che fossero ancora a Shibuya, poi soffermò lo sguardo sull'altro e mosse appena la testa:"nelle condizioni in cui sei, non possiamo volare verso Tokyo. Quindi prenderemo nuovamente il treno."
Keigo apri la bocca, fece per parlare, ma subito la richiuse quando l'altro, con un movimento della mano, si allontanò da lui e si avvicinò alla porta. La aprì ed entrò all'interno.
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