CAPITOLO 6 - SENTIMENTI DIFFICILI DA IGNORARE

Finito di pranzare Rhys propose di fare una partita a calcetto, 5 contro 5.
Nikita accettò entusiasta e costrinse anche Jonah e William a prenderne parte.
Si unirono anche Carl, un ragazzone un po' sovrappeso amico di vecchia data di William, Nolan un bello ragazzo dai lunghi capelli castani e occhi cerulei, loro compagno ai tempi delle scuole medie, ed infine Ross uno studente dell'accademia di belle arti che da qualche giorno stava assillando Nikita per convincerlo a posare per lui.
Nikita aveva sempre rifiutato perché quel ragazzo non gli piaceva affatto. Già dal loro primo incontro gli era sembrata una persona falsa, una persona che dietro ogni cosa nasconde sempre un secondo fine.

Anche la sua adesione alla partita gli puzzava molto, ma non si era opposto sperando di sbagliarsi.
Però mancavano ancora altre tre persone e la sua voglia di giocare era tanta. Aveva proprio bisogno di una bella sudata per scacciare ogni pensiero.

Keelan stava camminando per il corridoio con un diavolo per capello.

Sarah era riuscita a fargli perdere le staffe. Aveva bisogno di sfogarsi, forse poteva andare in palestra a prendere a pugni il sacco, oppure una bella corsa fino a cadere a terra stremato.
Stava per andare in camera a cambiarsi quando incontrò Simon che lo stava cercando tutto trafelato.
"Keelan finalmente. Ho bisogno di un grosso favore. E me lo devi, visto che hai passato la notte con quei due bocconcini al mio posto."
Keelan non era in vena di scherzi
"Taglia corto e dimmi cosa vuoi. Ti avviso non è aria."
"Ok. Non ti scaldare. È una cosa molto semplice. Devi solo venire a giocare a calcetto con i tuoi vecchi amici."

Keelan non capiva cosa volesse di preciso Simon.
"E tu cosa ci guadagni?"
L'amico lo guardò con aria innocente
"Io? Poter giocare naturalmente. Ascolta prima ero in mensa e ho sentito quei bei ragazzi organizzare questa partitella. Gli mancavano tre persone e così mi sono offerto di trovarglieli. Ho una gran voglia di giocare."
Keelan lo guardava dubbioso, così Simon decise di sputare il rospo.
"Ok. Va bene. La verità è che giocare sarà un'ottima occasione per conoscere meglio e conquistare il mio bel biondino"
"Lui non ...."
"Cosa?"
"Niente"
Cosa stava per dire? Che Nikita non doveva toccarlo? Che Nikita non era disponibile? Che cosa gli stava passando per la mente?

Simon sapeva ormai come prendere Keelan, non bisognava insistere, ma solo stuzzicare il suo interesse e soprattutto il suo orgoglio smisurato.
"Comunque fa come vuoi. Jem mi ha già detto di sì e se tu non vuoi cercherò qualcun altro."
A Keelan non era mai piaciuto essere sostituito così facilmente.
Ci pensò, poi decise di accettare principalmente per due motivi: primo aveva bisogno di sfogarsi e una partita a calcetto poteva fare al caso suo;

secondo non avrebbe lasciato Simon libero di agire di testa sua.

Era pur sempre un suo amico e ciò che faceva indirettamente poteva rovinare anche la sua reputazione.
Almeno questa era la motivazione che si era ripetuto cercando di ignorare quella gelosia crescente al solo pensiero che il suo amico fosse libero di provarci con Nikita.
"Verrò a giocare anch'io, ma solo perché ho bisogno di fare del movimento"
L'amico sorrise "Fra dieci minuti al parco qui davanti"

Come Keelan arrivò tutti si voltarono a guardarlo.
Quando Simon aveva aderito alla partita dando anche il nome dell'amico nessuno ci aveva creduto realmente.
Nikita primo fra tutti.
Il Keelan che aveva sempre conosciuto era un lupo solitario, voleva contare solo su se stesso, e di conseguenza preferiva sport individuali. Invece in una squadra di calcio bisognava agire in gruppo e fare affidamento sugli altri se si voleva ottenere un risultato positivo.


Vederlo lì un po' gli dava sul naso.

Voleva giocare soprattutto per non pensare al suo sogno e avere vicino l'oggetto del suo tormento non era la soluzione migliore.
Avrebbe cercato di ignorarlo, se fossero stati in squadre differenti forse poteva riuscirci.
Era già impegnato a tenere d'occhio quello nuovo, anche adesso lo stava guardando come fosse un dolcetto da gustare da li a poco.

Nolan e Rhys fecero le squadre.
Da un parte Rhys, Nikita, William, Carl e Simon e dall'altra Nolan, Keelan, Jonah, Jem e Ross.

La partita entrò subito nel vivo, non avendo previsto l'arbitro le azioni erano sempre molto fallose.
Nikita e Keelan non perdevano occasione per fronteggiarsi e mollarsi un calcio o una gomitata.
Simon cercava di entrare nelle grazie di Nikita dimostrandogli di essere bravo e di fare un buon lavoro di squadra.
Quando grazie a un suo passaggio Nikita riuscì a segnare un gol si abbracciarono e lui ne approfittò per un bacio sul collo.
Nikita in un primo momento rimase sorpreso, poi però ricordò i commenti fatti da Simon in mensa, evidentemente preferiva i ragazzi.
Per lui non era un problema, non aveva mai dato importanza a certe cose, non aveva mai giudicato gli altri per le loro preferenze sessuali.
Però lo stupiva il fatto che fosse amico di Keelan, quest'ultimo era sempre stato attento a rispettare in tutto e per tutto le idee del padre e per quello che ricordava era ultra conservatore, per non dire di peggio.

In passato aveva guardato con disappunto anche il loro legame perché lo considerava troppo stretto per due ragazzi.
Forse finalmente Keelan iniziava a ribellarsi al padre e a ragionare con la propria testa.
Questa constatazione lo fece sorridere.


Ross invece era molto più volgare e diretto, ogni volta che si avvicinava a Nikita non perdeva occasione per allungare le mani sulle sue parti basse.
Nikita era ormai arrivato al limite della sopportazione, quando Keelan tirò una pallonata a tutta potenza proprio contro Ross, centrando in pieno il suo basso ventre e facendolo finire a terra boccheggiante.

Keelan quando aveva visto l'abbraccio e il bacio di Simon a Nikita si era trattenuto dal dire qualcosa all'amico, in fondo si era comportato bene e non aveva fatto niente di imbarazzante anche se una strana gelosia gli faceva prudere le mani.

Però gli aveva dato fastidio il fatto che Nikita non avesse protestato e non avesse allontanato Simon facendogli nascerà il dubbio che potesse gradire le sue attenzioni.
Quando infine aveva visto Ross insistentemente allungare le sue mani su Nikita non ci aveva più visto e aveva agito senza pensarci.

Nikita guardò Keelan e non gli sfuggì lo sguardo di puro odio rivolto a Ross.
Chiaramente non era stato un errore.

L'idea che Keelan avesse agito così in sua difesa lo fece, da un lato, gioire perché significava che il moro teneva ancora a lui ma, dall'altra, lo fece infuriare, non era una damigella indifesa, poteva cavarsela benissimo da solo. Aveva sempre odiato essere protetto perché significava non fidarsi delle sue capacità.

Gli si avvicinò per fronteggiarlo.
"Cosa credevi di fare?"
Keelan finse di non capire
"Volevo tirare in porta, ma ho sbagliato. Capita"
Se pensava di fregarlo così, era caduto proprio male e la cosa lo fece infuriare di più.
"Tu non sbagli mai. Non prendermi per il culo"
Keelan sorrise " Tu dici?"
"Smettila. Non ho bisogno del tuo aiuto, potevo benissimo cavarmela da solo."


Keelan aveva agito d'istinto e adesso se ne pentiva, avrebbe dovuto trattenersi perché non poteva pensare che Nikita non se ne accorgesse o facesse finta di niente.

Era troppo orgoglioso per accettare un aiuto.

E adesso non sapeva come giustificare il suo gesto visto che non gli era chiaro nemmeno a lui.
Così, come faceva sempre quando si sentiva con le spalle al muro, decise di contrattaccare.
"Aspetta, tu credi che io abbia agito di proposito per salvarti da quell'ameba di Ross? Sei molto egocentrico mio caro. Le mie azioni e i miei pensieri non girano sempre attorno a te. Per me puoi anche farti scopare da tutti i tuoi amici qui, direttamente sul campo, per quello che me ne importa. Forse ti ha dato fastidio che vi abbia interrotti?"
Nikita non ci vide più e senza preavviso gli diede un pugno in piena faccia.
Keelan reagì e iniziarono a darsele di santa ragione continuando a urlarsi contro.

Gli altri giocatori che si erano radunati per aiutare Ross accorsero a dividerli. Quando finalmente riuscirono a separarli Keelan e Nikita si guardarono in cagnesco per alcuni minuti, poi ognuno se ne andò per la sua strada senza dirsi nient'altro.

Non avrebbero mai ammesso che dentro si sentivano soddisfatti e appagati.
William sbuffò era come essere ritornati indietro di 5 anni con l'aggravante che adesso non erano più dei ragazzini e se volevano potevano farsi veramente male.

Quando erano piccoli infatti litigavano spesso e quando succedeva si azzuffavano senza trattenersi e alla fine erano si ammaccati, ma felici.
Era come se sfogarsi li avvicinava e li rendeva più amici di prima.

Avevano bisogno di quel contatto fisico, li faceva sentire vivi, era come se ogni livido o cicatrice che si lasciavano li legasse e li rendesse uno parte della vita dell'altro in modo indelebile.
Anche la piccola cicatrice che Nikita aveva sul sopracciglio destro e che ormai si vedeva appena, era stata causata indirettamente da Keelan. Era frutto di una stupida prova di coraggio.

All'età di nove anni Keelan aveva sfidato Nikita a salire su un albero e a prendere la foglia più in alto. Nikita si era spinto fino in cima, ma il ramo era troppo piccolo e si era spezzato, facendolo precipitare al suolo. Fortunatamente sotto c'erano dei cespugli che avevano attutito la caduta, ma gli avevano procurato quel taglio.
Tutte le volte che Keelan notava il piccolo segno sul viso del biondo avvertiva un sentimento perverso fatto di soddisfazione per un forte senso di possesso e di dolore per il senso di colpa.


La notizia della loro azzuffata si era diffusa in fretta e diverse ragazze si erano precipitate nella stanza di Keelan per avere notizie sulla sua salute e poter avere un'occasione per stargli vicino.

Jonah non sopportando tutto quel trambusto si era rifugiato nella stanza di Nikita.
Il biondo era disteso sul letto, aveva male ovunque, ma fortunatamente nessun livido evidente.
Jonah era seduto sul letto di William, visto che lui non c'era, e lo guardava divertito. Quest'ultimo infatti per non sentire le lamentele del biondo era uscito in giardino dopo essersi assicurato che l'amico non si fosse fatto niente di serio e che Jonah gli avrebbe tenuto compagnia.

Nikita ancora non riusciva a focalizzare bene cosa fosse realmente accaduto.

Fino a qualche giorno prima quasi non si parlavano, poi, anche grazie a Jonah, si erano ritrovati a trascorrere, volenti o nolenti, del tempo insieme e adesso erano finiti a fare a pugni come due ragazzini.
D'accordo forse lui si era arrabbiato troppo, ma Keelan non doveva intromettersi e poi negare quello che aveva fatto.
Era sempre il solito, cercava sempre di nascondere i propri sentimenti.

Questa constatazione da un lato lo faceva infuriare, il moro non era cresciuto per niente, e dall'altro gioire, perché questo Keelan era ancora lo stesso che aveva sempre conosciuto.
Quella scazzottata assomigliava così tanto a quelle del loro passato, come se il tempo non fosse mai trascorso, come se non si fossero mai allontanati. Sentì un senso di calore invadergli il cuore.

Così adesso Nikita si sentiva diviso in due, da un lato la voglia di perdonarlo e riprendere tutto da dove avevano interrotto, e dall'altro, la voglia di vendicarsi, di farlo soffrire per poter pareggiare il conto e ricominciare.
Si stupì di questi suoi pensieri.
Le due opzioni che aveva in testa non prevedevano più lo stargli lontano. In entrambe voleva ricominciare, ma attraverso due strade completamente diverse.
Qualcosa in lui era cambiato. Forse gli mancava, rivoleva indietro il suo amico. Ma prima se lo doveva meritare.
Adesso come adesso la sua opzione preferita era la strada della vendetta.

La voce di Jonah lo distrasse dai suoi pensieri.
"Si può sapere cosa ti ha detto Keelan per farti arrabbiare così tanto?"
Nikita non voleva far sapere a nessuno i suoi pensieri nemmeno al suo amico.
"Lascia perdere. E' il solito bastardo. E non capisco come tu possa andarci d'accordo."
Jonah sorrise "Forse ti stai dimenticando che anche io sono un vero bastardo."
Nikita lo guardò e gli sorrise "Non con me. Con me sei sempre stato un vero amico e un fratello. Non mi hai mai abbandonato. Non sei affatto come Keelan."

Nikita tirò su la maglia per controllare se gli stava venendo un livido sull'addome dove aveva ricevuto un calcio che non era riuscito a parare.
Jonah lo stava osservando in silenzio. Non riusciva a capire cosa lo attirasse tanto in quel ciclone biondo.
Lo eccitava e se non avesse avuto così tanta paura di rovinare la loro amicizia ci avrebbe già provato.
Le occasioni non gli erano certo mancate e questo non faceva che aumentare i suoi dubbi.

Anche in quel momento aveva una gran voglia di raggiungerlo sul letto e passare la sua lingua su quell'addome scoperto e non fermarsi più.
Sentirlo gemere di piacere, farlo suo e poi lasciarsi possedere per diventare una cosa sola. Ecco cosa voleva, ma il timore di essere respinto era tanto che aveva sempre represso ogni desiderio ed ogni istinto.

****************


Linzy aveva sentito delle ragazze parlare di ciò che era successo a Keelan così si era affrettata a ritornare in camera per cambiarsi e poter correre da lui.
Si aspettava che appena avesse dato la notizia a Sarah anche lei avrebbe fatto lo stesso, invece la trovò distesa sul letto con una faccia da funerale minimamente interessata alla cosa.
Così le si avvicinò per chiederle spiegazioni.
"Cosa è successo? Non corri dal tuo amore? Non hai sentito che ha fatto a botte con Nikita?"
Sarah non rispose, ma si voltò dall'altra parte, faticava a trattenere le lacrime.
Linzy se ne accorse, così decise di insistere. Iniziava a preoccuparsi per lei.
Anche se spesso si stuzzicavano e litigavano, era la sua migliore amica fin dall'asilo, erano come due sorelle e non poteva far finta di niente.
"Dai raccontami cosa ti è successo? Sono la tua migliore amica con me puoi parlare liberamente. Se ti sfoghi vedrai che starai meglio."
"Non posso."

Linzy aveva capito che doveva essere colpa di Keelan.
"Ti prometto che non lo dirò a nessuno"
Sarah aveva paura della reazione del moro se avesse saputo che aveva parlato con Linzy, ma aveva proprio bisogno di sfogarsi altrimenti sarebbe esplosa.

Aveva bisogno di avere un consiglio e una conferma ai suoi dubbi.
Si mise a sedere sul letto, fissò l'amica con sguardo serio e le disse "Promettimi che non dirai niente a nessuno."
Linzy la guardò dubbiosa.
Sarah allora decise di insistere "È estremamente importante che tu mantenga il segreto, altrimenti non ti dirò niente."
"Ok, come sei melodrammatica."
Detto questo Linzy si sedette sul letto vicino alla sua amica.
Sarah buttò fuori l'aria e iniziò il suo racconto.

"Oggi ho incontrato Keelan e gli ho chiesto di passare un po' di tempo insieme. Ma lui mi ha rifiutato e mi ha chiaramente detto di non cercarlo più, senza darmi spiegazioni. Allora l'ho accusato di essere venuto a letto con me solo perché ero stata con Nikita. Lui non ha negato, ma si è arrabbiato molto intimandomi di non parlarne con nessuno."

Linzy non sapeva cosa dire si immaginava che Keelan avesse scaricato Sarah, ma quell'ultima parte proprio non se l'aspettava.
"E tu come fai ad esserne certa?"
Sarah sospirò "Non ne sono sicura, però ho questo sospetto. Gli ho anche proposto di fare sesso solo quando ne aveva voglia, ma lui ha rifiutato. L'unica differenza che c'è in me oggi, da ieri sera, è Nikita. Ieri ero la sua ragazza, oggi no. Poi mi è ritornata in mente la loro malsana rivalità e le assurde sfide che facevano al tempo delle medie. E ho provato a buttarla lì. Non mi aspettavo si arrabbiasse tanto."
Linzy sorrise "Interessante"
"Interessante un corno. Ho preso una paura e poi mi sono sentita usata."

Linzy stava già pensando ad un piano per poter fruttare a suo vantaggio quell'informazione.
"E se provassimo a valutare la veridicità della tua intuizione?"
"E come?"
"Io potrei sedurre Nikita e poi vedere se Keelan ci prova con me."
"Perché dovrebbe interessarmi?"
"Avresti le tue conferme e poi forse potremo usare questa informazione a nostro vantaggio."
Sarah la guardò scettica "Tu certamente avrai il tuo tornaconto andando a letto con Keelan. Ma sarai contenta ugualmente sapendo che viene con te solo per questo motivo?"
Linzy sorrise "Una notte di sesso con Keelan è sempre una cosa impagabile. Tu dovresti saperlo."
"È vero però..."
"Tu hai avuto la tua occasione, adesso spetta a me. Almeno potremo dire di esserci state entrambe. E se il giorno dopo rifiuterà anche me saremo pari."
Sarah sorrise "Sì sedotte e abbandonate. Ma dimmi come pensi di fare a sedurre Nikita? Non siete mai andati d'accordo."
Linzy sbatté le ciglia in modo civettuolo "Non ti preoccupare andiamo a lezione insieme. Gli chiederò di aiutarmi in tedesco e mentre saremo insieme ci proverò con lui, e credimi sono pochi quelli che riescono a resistermi."
"Dovrai però fare in modo che Keelan lo venga a sapere."
"Troverò il modo. Tu piuttosto non stare qui a crogiolarti, cerca un nuovo ragazzo così farai vedere a Nikita e a Keelan che sei superiore ai loro giochini."
"Hai ragione. Ieri sera alla festa ho conosciuto un certo Ross, mentre ero con Nikita non mi ha mai tolto gli occhi di dosso. È un bel ragazzo e potrei farci un pensierino."
"Potremo quasi organizzare un'uscita a quattro per vedere Keelan come la prende."
"Non ti sembra di correre troppo?"
"Lascia fare a me. Tu concentrati solo su Ross."

Keelan si era stancato di quelle ragazze. Così chiamò Jem, era sicuro che avrebbe risolto il problema.
Infatti appena arrivò si allontanarono tutte, gli era bastato guardarle male per spaventarle.
Naturalmente con lui era arrivato anche il suo compagno di stanza: Simon non voleva perdere l'occasione per spettegolare un pò.
"Allora il mio bel biondino sa anche fare a pugni"
Dalle labbra di Keelan uscì un suono che sembrava quasi un ringhio.
Simon sorrise e continuò "Ma si può sapere cosa è successo? L'hai salvato da quel Ross e lui si è arrabbiato?"
Il moro si stava irritando "Lascia stare, non ho voglia di parlarne."
L'amico non demorse "Forse gradisce le avance dei ragazzi. Ho più possibilità di quelle che pensavo. Forse dovrei avere un approccio più spinto."
Keelan sentì la rabbia salirgli prepotente "Ti ho detto di smetterla se non vuoi finire molto peggio di lui."

Furono interrotti dall'arrivò di Karen che tutta trafelata si buttò su Keelan, che in quel momento era seduto sul suo letto.
"Keelan cosa è successo? Chi ha osato farti del male? Adesso sono qui io e mi prenderò cura di te."
Keelan se la scrollò di dosso.
"Non ho bisogno di niente e adesso togliti."
"Ma dove sei stata mentre Keelan aveva bisogno?" Simon sapeva esattamente dove era fino a pochi minuti prima, ma non voleva perdere l'occasione per stuzzicarla.
Karen divenne paonazza "Fatti gli affari tuoi triglia."
Simon sorrise "Dai, perché non ci racconti cosa fai tutti i pomeriggi nel laboratorio del professor Morroe? Ti scopi solo lui o partecipa anche quel suo assistente occhialuto?"
Karen gli si scagliò contro cercando di graffiarlo.
"Ti strappo quella linguaccia e ti butto giù tutti i denti. Così vediamo se riesci ancora a fare i pompini."

Keelan non riusciva proprio a capire come facesse Karen ad andare con uno così, gli sembrava proprio un viscido, peggio di tutti quei serpenti che aveva nel suo laboratorio.
Avevano saputo di quella relazione per puro caso qualche ora prima.
Simon aveva visto Karen uscire dalla mensa in modo furtivo, così aveva deciso di seguirla. L'aveva vista entrare in uno dei laboratori di biologia in cui erano contenuti i rettili. Aveva guardato attraverso la porta e aveva visto Morroe spogliare completamente Karen e poi farla stendere su un tavolo vicino alle teche contenente quei "dolci" animaletti.

Simon era scappato sentendo arrivare qualcuno.

Aveva raccontato tutto a Keelan e a Jem attendendo il momento di poterlo spiattellare in faccia alla diretta interessata.
Karen era arrabbiatissima, non le importava se Simon ne fosse a conoscenza, ma non voleva che lo raccontasse a Keelan.
Anche se il moro non l'aveva mai voluta, la sua speranza di avere finalmente una storia con lui non era mai crollata.
Era successo così velocemente che non aveva avuto tempo di pensarci su molto.
La prima volta che aveva avuto lezione con il professor Morroe lui le si era avvicinato e le aveva sussurrato all'orecchio "Al termine ti aspetto nel mio laboratorio".

Lei era andata perché quell'uomo la intrigava.
Lui l'aveva riempita di complimenti e di lusinghe e poi era successo.
A lei era piaciuto molto, lui ci sapeva fare. E così avevano iniziato a vedersi tutti i giorni.


L'urlo di Keelan la riportò alla realtà.
"Adesso basta mi avete stancato. Fuori!"
Era arrivato al limite della sopportazione.
Karen e Simon uscirono continuando il loro litigio nel corridoio.

Quando Jonah rientrò in camera trovò Keelan alla scrivania con il portatile acceso, non era sceso a cenare aveva preferito starsene da solo.
"Vedo che stai bene."
Keelan non rispose e continuò a digitare sulla tastiera.
"Nikita ti cercava per chiederti scusa"
Keelan lo guardò dubbioso "Davvero?"
"No. Non ti chiederebbe scusa nemmeno se ne andasse della sua vita, piuttosto si ucciderebbe con le sue mani. Ma penso che in questo siate uguali"


Il mattino dopo Nikita arrivò a lezione di tedesco, come sempre, all'ultimo momento, si sedette nell'ultima fila e si mise ad ascoltare distrattamente il professore.
Non aveva certo bisogno di quelle lezioni per sapere il tedesco, con tutti gli anni che aveva passato a Berlino, però il corso richiedeva la frequenza, così andava lì a scaldare la sedia.
Appena il professore congedò gli studenti, Nikita si stiracchiò e stava per alzarsi quando si ritrovò Linzy a pochi centimetri.
"Ciao Nikita"
Nikita la guardò stupito, si conoscevano ormai da tanti anni e mai una volta Linzy gli aveva rivolto la parole, se non per urlargli contro o deriderlo.
Non lo ingannava, voleva sicuramente qualcosa, sperava non c'entrasse Sarah.
Così le rispose con tono sarcastico "Linzy che piacere."
Lei si abbassò appoggiando le braccia davanti a lui e mettendo così in mostra il seno attraverso la scollatura della camicetta sapientemente sbottonata. "Avrei bisogno di una grande favore..."
Non gli era mai stata simpatica e non l'aveva mai attratto, ed era sicuro che per lei fosse lo stesso.
Adesso il suo istinto gli diceva che quella situazione non prometteva niente di buono. Però cercò di stare al gioco.
"Dimmi pure, se posso aiutarti..."
Linzy sorrise e pensò "E' fatta" il suo piano aveva inizio.
"Ho assolutamente bisogno che mi aiuti con il lavoro che ci ha dato il professore. Ti prego non dirmi di no. Ti sarò eternamente grata."
"È tutto qui?" Pensò Nikita e si rilassò. Aveva immaginato chissà quale sciagura stesse per abbattersi su di lui e invece la ragazza non tramava niente alle sue spalle.
Così le disse "Certo quando vuoi, basta che mi chiami."
Linzy si avvicinò ancora "Cosa ne dici di oggi pomeriggio? Vengo nella tua camera verso le 15"
"Non sarebbe meglio in biblioteca?"
Lui divideva la sua camera con William e non era sicuro fosse contento di vedere la sua ex.
Erano stati insieme per tutto il periodo delle superiori. Poi 3 mesi prima dell'inizio dell'università si erano lasciati senza un preciso motivo. William si era giustificato con i suoi amici dicendo che si era stancato e nessuno di loro aveva avuto ulteriori spiegazioni.

Anche la camera di Linzy era off-limite, non aveva nessuna voglia di incontrare Sarah.
Ma Linzy insistette "Andiamo nella tua camera, staremo più tranquilli"
La ragazza voleva andarci per due motivi molto chiari: primo, per attuare il suo piano e provocarlo dovevano essere da soli e in un luogo appartato; due, voleva essere vista da William, ancora non l'aveva perdonato per averla lasciata per quella troietta.


Nikita decise di accontentarla, effettivamente avevano bisogno anche di leggere a voce alta e in biblioteca avrebbero disturbato.
Il compito verteva su un'opera a scelta fra quelle indicate dal professore.
Lui ancora non aveva deciso quale, ma temeva che Linzy avesse scelto qualcosa di romantico. Non aveva voglia di mettersi a parlare di amore con l'ex di Will.
"Ok. Ti aspetto da me per le 15."
"Perfetto grazie" disse Linzy e dopo avergli dato un bacio a fior di labbra se ne andò.

Nikita si incontrò con Jonah in mensa e si stupì di non vedere anche Keelan con il suo amico.
Si guardò attorno per controllare se fosse con quei suoi strani amici, ma niente al tavolo con loro non c'era.

Quello tinto, gli sembrava si chiamasse Simon, incrociando il suo sguardo aveva colto l'occasione per fargli un gesto inconfondibile su ciò che avrebbe voluto fargli.

Jonah attirò la sua attenzione "Non è tornato. Deve essere rimasto in facoltà a studiare."
Nikita fece finta di non capire, non voleva assolutamente far sapere a nessuno che ultimamente non faceva che pensare al moro e che tutte le sue convinzioni stavano andando a rotoli. Era arrabbiato con Keelan, però si sentiva felice quando erano vicini e anche essersi picchiati faceva parte del loro vecchio rapporto che in qualche modo stava riaffiorando senza che loro ne fossero responsabili.

"Di chi parli?"
Jonah sbuffò "Va bene..... io oggi lavoro. Tu cosa fai?"
"Devo dare lezioni di tedesco a Linzy"
"È la stessa Linzy che stava con William?"
"Sì, ma tu come lo sai?"
"È una lunga storia... pensi che tutto rimarrà sul professionale?"
"Credo proprio di sì, non siamo mai andati tanto d'accordo. Lei è sempre stata innamorata di Keelan prima di mettersi con Will."
Questo particolare insospettì Jonah. Se aveva parlato con Sarah avrebbe usato Nikita per arrivare a Keelan. Gli disse semplicemente "Non fare cazzate."
"Non ti preoccupare. Adesso vado perché fra poco arriverà "


Keelan aveva deciso di non andare in mensa per non incontrare Nikita, aveva bisogno di pensare a quello che era successo senza avere il biondo fra i piedi.
Non capiva perché si stesse comportando in modo tanto assurdo.


Credeva di essere cresciuto, di aver dato un equilibrio alla sua vita, di essere diventato una persona fredda e calcolatrice.

E invece era bastato rincontrare Nikita e passare quei pochi giorni con lui per riportarlo indietro di almeno cinque anni e indurlo a comportarsi in maniera veramente infantile.


Erano ricominciate le loro sfide, le loro rivalità, ma soprattutto, e questo proprio non riusciva a capirlo, si era fatto strada in lui un forte senso di possesso che l'aveva portato ad agire in maniera così impulsiva nei confronti di Ross.


D'accordo quel Ross gli stava antipatico a pelle, ma Nikita non era una damigella da salvare dall'orco cattivo, era in grado benissimo di difendersi da solo.
Era stata soprattutto l'idea che potesse apprezzare le avance di quel maniaco a fargli arrivare il sangue alla testa.

Non capiva proprio cosa gli stesse succedendo.
Ripensò a tutto quello che era accaduto da quando si erano rivisti.
Poteva anche starci la sfida per il tatuaggio, non era tanto diversa da quelle che si lanciavano tempi addietro, anche allora se erano tacite erano ancora più divertenti.
Andare a letto con Sarah era stato solo per dimostrare che lui fra i due era ancora il migliore e che se voleva poteva portargliela via.


Però qui qualcosa non tornava, perché non aveva voluto assolutamente che lui lo sapesse? Arrivando addirittura a minacciare Sarah?


Di solito le sue vittorie gli davano soddisfazione quando poteva vantarsi con l'amico e vederlo gonfiare le guance in segno di frustrazione.
Questa volta però sapeva che se il biondo l'avesse saputo si sarebbe arrabbiato molto e questa possibilità non gli piaceva, considerando poi che ancora non l'aveva perdonato per averlo abbandonato.
Non glielo aveva detto chiaramente, ma si vedeva dai piccoli messaggi che gli mandava con il suo comportamento.
Una vocina gli ricordò che forse il vero motivo era un altro.

Era semplicemente geloso e non voleva dividere Nikita con nessuno, specialmente con Sarah.
Keelan la ignorò e cercò di ignorare anche tutti gli strani messaggi che il suo corpo gli mandava quando si trovava vicino a Nikita e soprattutto quello che aveva provato quando il biondo l'aveva stretto a sé.

Forse la soluzione più semplice era smettere di combattere e arrendersi al fatto che Nikita ancora contava molto per lui e impegnarsi per riconquistare la sua fiducia e la sua amicizia.
In fondo gli anni in cui erano stati grandi amici era stato il periodo migliore della sua vita.
Ma l'immagine di suo padre che lo guardava disgustato proprio per quel loro legame irruppe nei suoi pensieri.

No, non poteva permettersi di lasciarsi sopraffare dai sentimenti. Non ancora, non prima di aver conquistato la propria libertà.


Una vocina gli rivelò che forse per quel tempo Nikita lo avrebbe perso per sempre e forse con lui avrebbe perso anche la parte migliore di sé.




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NdA: Oggi ho postato il nuovo capitolo con un secondo fine ....

farvi sapere che oggi è il mio compleanno :-D


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