CAPITOLO 10 - COM'ERA POTUTO ACCADERE?

Keelan uscì dal bagno e cercò di ignorare Jonah.

Era ancora troppo scombussolato da quello che era appena successo per tenere un discorso logico e sensato, ma l'amico non sembrava dello stesso parere visto come lo stava guardando.

Jonah era tremendamente geloso, da quello che aveva visto, alla fine Nikita aveva scelto Keelan.

Anche se aveva già capito che il suo amico era attratto dal moro, constatarlo di persona era stato un brutto colpo, difficile da accettare.

Avrebbe preferito sorvolare e fare finta di niente, ma aveva bisogno di sapere.

Doveva smettere di sperare ed appoggiare la relazione dei suoi due amici, oppure aveva ancora qualche possibilità?

"Allora ci hai provato. Com'è andata?"

Keelan sospirò, non poteva sottrarsi "Bene, se tu non ci avessi interrotti."

Jonah si sentiva da un lato in colpa e dall'altro felice di aver guastato la festa all'amico, così cercò di sembrare sincero anche se non gli riuscì molto bene.

"Scusa non sapevo di trovarti in compagnia. Potevi chiamarmi o mandarmi un messaggio."

"Non l'avevo previsto e quando è successo avevo altro per la testa"

Jonah sorrise, Nikita era in grado di far perdere la ragione anche al freddo e calcolatore Reyes.

Ma una cosa non gli tornava "Perché non l'hai seguito?"

Keelan sbuffò "Perché non so se mi becco un bacio o un cazzotto."

Jonah era perplesso "Ma non era consenziente?"

Keelan odiava farsi vedere così titubante e raccontare le proprie debolezze "Credo di sì"

Jonah alzò un sopracciglio "Come sarebbe a dire "credo" ?"

Era già pronto a spaccargli la faccia nel caso avesse fatto qualcosa di male a Nikita.

Vedendo la sua faccia Keelan decise di spiegarsi meglio "Gli sono praticamente saltato addosso e lui mi ha lasciato fare. Però non so cosa pensa di me e nemmeno se adesso è pentito..."

Keelan temeva quest'ultima possibilità, magari Nikita si era reso conto di cosa stavano facendo ed era scappato perché lo considerava solo l'ennesimo gioco perverso dell'amico, a causa di tutta la storia con Sarah e Linzy.

Aveva bisogno di parlare con Nikita, doveva spiegargli le sue intenzioni e i suoi sentimenti, ma la paura del rifiuto, unita alla possibilità che per ripicca, a causa di tutto l'antefatto, dopo la sua confessione gli ridesse in faccia lo stavano bloccando.

Nikita era impulsivo e vendicativo, se riteneva di aver subito un torto era capace di qualunque cosa.

Forse poteva sondare il terreno con una telefonata.

Prese il cellulare e si fermò un momento a guardare il suo compagno di stanza.

Inizialmente aveva pensato di non farla davanti a Jonah, ma poi ci ripensò, ormai l'amico sapeva tutto non aveva senso nascondersi, così compose il numero e attese. Uno, due, tre squilli, Keelan sentiva la tensione salire, ma dopo l'ennesimo squillo a vuoto, decise di provare con un messaggio.

"Idiota dobbiamo parlare."

La risposta non fu incoraggiante

"Parla col mio cazzo! Bastardo"

Era più arrabbiato di quanto pensava.

Avrebbe voluto rispondergli "L'ho appena fatto." ma non gli sembrava il caso di peggiorare ancora la situazione.

Meglio farlo sbollire, ragionava meglio se si calmava un po'.

Jonah capendo che Keelan non aveva nessuna intenzione di andare subito dal biondo decise di provarci lui. Voleva parlare con Nikita per capire meglio come fossero andate le cose e soprattutto voleva sapere come stava.

"Ci andrò io."

Keelan sgranò gli occhi e fu invaso da un senso di paura e gelosia, ma Jonah proseguì

"Nikita è il mio migliore amico e voglio sapere come sta."

Vedendo che Keelan non rispondeva, ma continuava a guardarlo storto lo incalzò

"O preferisci andare tu?"

Keelan si girò dall'altra parte "Meglio di no, visto cosa mi ha risposto, preferisco aspettare che sbollisca la rabbia. Più tardi riproverò a parlargli. Tu però non approfittare, altrimenti te la dovrai vedere con me."

Jonah sbuffò "Tranquillo, tante volte avrei potuto farlo. Adesso non è il momento adatto."

Sorridendo uscì dalla stanza.

Nel corridoio incontrò William che gli disse solamente che Nikita era ancora sotto la doccia quando aveva lasciato la camera.

Nikita era appena uscito dal bagno, quando sentì il cellulare squillare. Notando che era Keelan iniziò a imprecare, quel bastardo non si accontentava, voleva proprio il suo culo.

Preferì non parlargli altrimenti gli avrebbe sputato addosso tutta la rabbia e la frustrazione che provava in quel momento e sicuramente avrebbe detto cose irreparabili.

Quando vide il messaggio, però decise di rispondergli per le rime per fargli capire che aria tirava.

Dopo qualche minuto sentendo bussare alla porta imprecò, sperava non fosse Keelan, gli sembrava di essere stato chiaro, non voleva vederlo, ancora non aveva ben chiaro come doveva comportarsi.

Se avesse dato retta alla rabbia gli avrebbe spaccato la faccia e se avesse dato retta ai suoi istinti gli avrebbe rotto il culo in senso letterale del termine.

"Niki ci sei?" Sentendo la voce di Jonah si rilassò e un'idea assurda si fece strada nella sua mente. Perché non provare nuovamente la teoria "chiodo scaccia chiodo" per dimenticare Keelan?

Con le ragazze non era servito a niente, anzi il suo sogno sul moro era diventato addirittura realtà. Forse con Jonah sarebbe andata diversamente.

Appena l'amico varcò la porta Nikita gli fu addosso, lo bloccò contro il muro e iniziò a baciarlo.

Jonah fu colto di sorpresa, cosa aveva in mente Nikita?

Forse si era pentito ed aveva capito che preferiva lui? Ne dubitava fortemente.

Non gli sarebbe saltato addosso così senza una parola. No, temeva che la realtà fosse molto peggio.

Però sentire la lingua di Nikita che chiedeva il permesso per approfondire il bacio gli impedì di continuare a pensare e farsi domande. Tutto il suo essere gli urlava di rispondergli, così si lasciò andare al desiderio che provava per l'amico.

Notando che Jonah non l'aveva rifiutato si spinse ancora di più contro di lui facendo toccare i loro bacini.

Nikita si staccò dal bacio e con una mano gli tirò i capelli per fargli alzare il viso e avere più spazio per andare ad occuparsi del suo collo.

Jonah mugugnò, quanto aveva desiderato quel momento. Nikita sorrise per quel apprezzamento e lo prese come un incoraggiamento a continuare.

Gli tolse la maglia e riprese la sua opera. Si sentiva potente e di avere la situazione in pugno, non come era successo poco prima con Keelan.

Questo pensiero lo fece infuriare, voleva cancellare dalla sua mente il ricordo di quel bastardo e le sensazioni travolgenti che aveva provato. Ma la rabbia e la frustrazione gli annebbiarono la mente, piano piano nella sua immaginazione Jonah divenne il sostituito di Keelan. Voleva vendicarsi, voleva sottometterlo, voleva la sua rivincita.

Mise una gamba fra quelle dell'altro per fargliele aprire poi infilò una mano nei suoi pantaloni e iniziò a masturbarlo con foga mentre continuava a torturare il suo collo.

Jonah era travolto dalle emozioni, brividi di dolore per quel trattamento, Nikita stava andando a infierire nello stesso punto martoriato da Keelan, misti al forte piacere causato dal movimento della mano del biondo sul suo membro, non gli permettevano di ragionare e capire effettivamente cosa stesse succedendo.

Anche Nikita era completamente in balia della sua folle vendetta, sentendo i gemiti di Jonah gli fece alzare la gamba e con l'altra mano andò a cercare la sua piccola apertura. Nikita voleva avere la sua rivincita subito e la mente gli urlava di fargli male così non si preoccupò di farlo poco alla volta e di lubrificarlo.

Il dolore per quella intromissione inattesa fu tale che Jonah si riscosse.

Non era così che voleva la sua prima volta con Nikita. Lo desiderava però non a quelle condizioni.

Era chiaro che Nikita non stava pensando a lui, altrimenti non si sarebbe comportato così.

Non voleva essere il rimpiazzo di Keelan.

Non voleva essere la vittima sacrificale della furia di Nikita.

Se stavano insieme era perché aveva scelto lui e non per vendetta verso il moro.

Perciò prese la sua decisione, anche se il suo intero corpo gli urlava di lasciarsi andare nelle sue mani, gli bloccò entrambi i polsi e lo chiamò con il nomignolo che lui tanto odiava, lo usava solo quando l'amico aveva combinato qualcosa "Kiki fermati!"

Nikita ringhiò.

Poi guardando Jonah negli occhi si riscosse.

Cosa stava facendo?

Si faceva veramente schifo!

Come aveva potuto trattare così il suo migliore amico?

Aveva messo in pericolo la loro amicizia per vendicarsi di Keelan.

Per sottomettere il suo cuore che continuava a battere per quel bastardo moro.

Con quel suo comportamento aveva rischiato di perdere tutto ciò che contava: Jonah, se avesse saputo il motivo che lo aveva spinto a fare sesso con lui, un rapporto quasi violento, non l'avrebbe più voluto come amico e Keelan, se per caso avesse avuto qualche intenzione sincera, la speranza ancora non voleva abbandonarlo, non l'avrebbe più guardato in faccia.

E anche se nessuno dei due lo fossero mai venuto a sapere con che coraggio li avrebbe guardati nuovamente negli occhi?

Si sentiva un mostro.

Si staccò da Jonah e appena lui gli lasciò liberi i polsi, si girò e, per sfogare la sua rabbia, scagliò un pugno contro il grande specchio appeso al muro mandandolo in frantumi e procurandosi profonde ferite alla mano.

Jonah gli urlò "Cosa fai?!" e corse a prendere un asciugamano pulito in bagno per tamponare le ferite.

Il sangue aveva già imbrattato il pavimento e pezzi di vetro erano sparsi ai suoi piedi. Nikita guardò la macchia che si andava allargando come ipnotizzato, fu riscosso dall'arrivo di Jonah che iniziò a prendersi cura della sua mano "Scusami mi odio per quello che ti stavo facendo. Non merito il tuo aiuto."

Jonah sorrise "Sei proprio un idiota. Lo sai che io non ti abbandono, nemmeno se fai la più grossa idiozia di questo mondo."

Nikita si sentì invadere il cuore da un grande calore. Si sentiva fortunato ad avere un amico così.

Gli voleva veramente un mondo di bene, perché il suo stupido cuore non poteva scegliere lui?

Lo abbracciò e gli sussurrò "Grazie".

Jonah dopo avergli medicato i numerosi tagli e avergli fasciato la mano decise di affrontare l'argomento per cui era lì.

"Niki mi spieghi cosa è successo con Keelan?"

"È solo un grandissimo bastardo. Tu lo sapevi che ha tentato di fregarmi sia Sarah che Linzy? E c'è anche riuscito ..."

Fortunatamente riprese a parlare senza attendere la risposta del rosso, altrimenti si sarebbe infuriato sapendo che Jonah sapeva già tutto da un po' e lo aveva lasciato all'oscuro.

"Se l'è portate entrambe a letto. E quando oggi sono andato nella sua camera a chiedere spiegazioni, mi è praticamente saltato addosso. Mi ha trattato come una di quelle puttanelle che si può fare in qualunque momento! Voleva solo umiliarmi e dimostrarmi che lui puoi avere tutto ciò che vuole."

Jonah sbuffò "Come fai a dirlo?"

Nikita si era infervorato "Lo so! Lui è un bastardo e una volta che si sarà divertito passerà a un nuovo passatempo. Io non sono il giocattolo di nessuno, né tantomeno il suo! Se proprio muore dalla voglia di avermi nel suo letto, sarò io a dirigere i giochi e a fotterlo, e poi tanti saluti."

Jonah non sapeva bene perché, ma decise di insistere. Forse sapeva che era la cosa giusta da fare per la felicità dei suoi due amici. Aveva capito che Nikita non sarebbe mai stato veramente felice senza Keelan e nemmeno Keelan senza Nikita.

"E se fosse sincero? E se fosse veramente innamorato di te?"

"Non c'è pericolo! Credimi."

"E se io avessi un'idea per valutare i suoi veri sentimenti? Saresti disposto a provare?"

Nikita era perplesso "Perché stai dalla parte di quello stronzo?"

"Non sto dalla parte di nessuno. Voglio solo che tu sia felice e in questo momento non mi sembra proprio."

Nikita non sapeva cosa ribattere.

Effettivamente era incavolato e frustrato per il comportamento di Keelan, l'incertezza dei propri sentimenti e di quelli del moro lo stava torturando, però non voleva assolutamente cedere all'idea di essere innamorato di Keelan.

Così cercò di nascondersi dietro un'altra possibile via di fuga. "E se fossi più felice con te?"

Jonah lo guardò poco convinto "Non ci sarebbe cosa che mi farebbe più felice. Ma purtroppo non credo sia così."

Nikita gli si avvicinò "Perché non proviamo?"

Jonah sorrise "Prima non è andata tanto bene."

"Prima mi sono fatto prendere la mano dalla rabbia, questa volta sarà diverso. Te lo prometto"

Nikita era proprio cocciuto, per paura di soffrire non voleva accettare i propri sentimenti, voleva soffocarli a tutti i costi.

Jonah decise di assecondarlo.

"Allora facciamo una scommessa. Se riesci a non pensare a Keelan nemmeno per un attimo avrai vinto. Dovrai essere sincero, appena la tua mente correrà a lui ti dovrai fermare."

Nikita sorrise, le scommesse gli erano sempre piaciute e questa aveva molto in ballo. Se avesse vinto avrebbe vinto non solo contro Jonah, ma soprattutto contro Keelan. Avrebbe dimostrato a Jonah e a se stesso di non essere innamorato di lui.

"Cosa c'è in palio?"

"Se vinci tu potrai fare di me ciò che vorrai. Fottermi, picchiarmi, qualunque cosa non mi difenderò. Se vinco io tu dovrai fare come dico io."

"Ok ci sto"

Jonah si ritrovò a pensare "Scusami Keelan, ma questo è l'unico modo per convincere questo testone. Ha bisogno di sbattere il muso contro la verità per vederla" anche se in fondo non poteva certo dire che gli dispiacesse ...

Era sicuro però che non sarebbero trascorsi che pochi minuti prima di vincere la scommessa, tanto valeva godersi quegli attimi di piacere.

Nikita decise di riprendere da dove aveva interrotto prima. Aveva lasciato l'amico insoddisfatto.

Fece stendere Jonah e salendogli sopra iniziò a baciargli il torace ancora senza maglietta, notò con piacere che nonostante tutto Jonah era ancora eccitato così riprese subito a masturbarlo.

Si stava impegnando per non lasciare la sua mente libera di viaggiare.

Quando sentì l'amico gemere decise di dargli più piacere andando a sostituire la mano con la bocca, se lo aveva fatto Kee... lo poteva fare anche lui, imprecò mentalmente e cercò di illudersi che quello non era veramente pensare a lui.

Prima che potesse provare a farlo veramente un pensiero indesiderato, difficile da ignorare, invase la mente del biondo: chissà cosa avrebbe pensato e soprattutto fatto Keelan se li avesse visti ora? Si sarebbe arrabbiato o avrebbe semplicemente cercato di fregargli anche Jonah. Sorrise con lui non sarebbe stato così semplice.

Appena si rese conto di quello che aveva pensato imprecò ad alta voce.

Jonah capì al volo cosa era successo anche se la sua mente era offuscata del piacere. Non riuscì a nascondere a se stesso il suo dispiacere, avrebbe tanto voluto perderla questa scommessa, ma era una mera illusione, i sentimenti del biondo ormai erano più che evidenti.

Nikita si fermò e gli disse con una punta di tristezza "Hai vinto. Però lascia che almeno questa volta finisca." Salì a baciarlo, un bacio che voleva trasmettergli tutto il dispiacere di quello che era appena accaduto e al contempo la gratitudine per essere sempre rimasto al suo fianco, e con la mano riprese a masturbarlo fino a portarlo all'orgasmo.

Jonah abbracciò Nikita e sorrise "Ho vinto"

Nikita sbuffò sonoramente. Aveva perso.

Adesso doveva ammettere di essere innamorato di Keelan, aveva perso anche contro di lui.

Keelan era riuscito a legarlo nuovamente a sé e questa volta in modo più profondo e devastante. Aveva invaso ogni sua cellula e se avesse voluto questa volta l'avrebbe potuto uccidere.

Si sentì impotente, possibile che fosse tutto accaduto nel giro di poche settimane?

Jonah interruppe i suoi pensieri. "Adesso farai come dico io. Ho un piano infallibile per scoprire cosa prova Keelan per te."

Nikita lo guardò poco convinto.

Jonah proseguì. "Domani sera ci sarà la festa per l'ingresso dei nuovi membri nella confraternita. Tu, io e Keelan siamo stati accettati e quindi dovremo essere presenti. Durante la festa faremo ingelosire Keelan e vedremo come reagirà. Alla serata saranno presenti anche suo fratello in qualità di presidente e suo padre in qualità di presidente onorario. Se Keelan tiene veramente a te, se ne fregherà della presenza di suo padre e cercherà di riaverti, altrimenti farà finta di niente."

Nikita purtroppo sapeva già come sarebbe andata. "Farò come dici solo perché ho perso la scommessa, io non mi rimangio mai la parola. Ma so già come andrà. Keelan non farà assolutamente niente di compromettente davanti a suo padre, niente che in qualche modo possa contraddirlo o rovinare la sua immagine di figlio perfetto. E per quell'omofobo di suo padre essere innamorato di un ragazzo non rientra in questa categoria."

Jonah sorrise "Se sarà così vuol dire che non ci tiene realmente a te e quindi non ti merita. E io ti giuro che farò di tutto per fartelo dimenticare e credimi se ti dico che ci riuscirò."

Nikita lo guardò supplicante "Perché non lo fai adesso? Tanto lo so che sarà una prova inutile. È un fottuto bastardo che pensa solo a se stesso. Non sarò mai più importante del suo stupido cognome! Me l'ha già ampiamente dimostrato."

Jonah sospirò "Non lo faccio perché ti voglio bene e non sarebbe giusto negare a Keelan la possibilità di dimostrarti che è sincero e togliervi la possibilità di stare insieme."

Quelle parole erano costate molto a Jonah, ma sentiva che erano la verità e la cosa giusta da fare. Adesso toccava a Keelan dimostrare di meritarsi la possibilità di stare con Nikita.

Il biondo fu assalito da un dubbio "Come fai a sapere che ci sarà suo padre?"

Jonah gli sorrise "Isaac oggi è venuto a farsi un tatuaggio e abbiamo parlato un po'. Non è niente male."

Nikita sorrise, anche a lui Isaac era sempre piaciuto, contrariamente a quello che diceva sempre Keelan.

Keelan era rimasto in camera ad aspettare il ritorno di Jonah. Non era sicuro di aver fatto bene a mandare lui, infondo era un suo rivale. Gli aveva servito Nikita su un piatto d'argento: eccitato, frustrato, arrabbiato pronto per essere consolato ...

Non riusciva a starsene lì buono, la sua mente gli stava proponendo immagini di Jonah e Nikita intenti in attività poco caste.

Meglio uscire e fare un giro altrimenti era sicuro avrebbe fatto a pezzi la camera.

Decise di andare in palestra. Ce n'era una di proprietà della confraternita, i nuovi membri potevano già usufruire di tutti i vantaggi anche se la festa per il loro ingresso sarebbe stata solo il giorno dopo.

L'unico problema poteva essere incontrare Isaac, non era dell'umore adatto per una disputa con lui, o forse sì, poteva sfogare su di lui la sua frustrazione.

Si preparò, mise dei calzoncini e una maglietta e dopo aver preso il borsone uscì.

La sfortuna aveva deciso di perseguitarlo, nell'atrio infatti incontrò Linzy e Sarah.

Appena le due ragazze lo videro decisero di provare la loro idea del ricatto.

Gli si pararono davanti e Linzy attaccò subito discorso.

"Ciao Keelan, io e Sarah stavamo parlando proprio di te, stavamo pensando che per evitare che una certa cosa esca fuori sarebbe bene rivederci una di queste sere."

Keelan le guardò male "Mi sembrava di essere stato chiaro. Non vi voglio attorno."

Linzy volle ribadire il concetto per paura di non essere stata chiara "E se noi raccontassimo in giro quello che sappiamo?"

Keelan sorrise "Ormai non mi interessa più, ditelo pure a tutti. Non dimenticatevi di aggiungere che non sarei mai venuto a letto con voi due se non fosse stato per quell'idiota."

Keelan si allontanò lasciando Linzy e Sarah a guardarlo incredule. Poi Linzy sbottò "Lo vedremo se domani sarai dello stesso parere."

Il moro si sentiva meglio dopo aver detto quello che pensava alle due piattole, ormai non aveva più importanza mantenere il segreto, l'unico che doveva restarne all'oscuro lo sapeva già.

Per strada incontrò anche Karen, ma la liquidò con un semplice "Non rompere" non aveva nessuna voglia di tutte le sue moine.

Arrivato in palestra si mise subito a prendere a pugni il sacco. Aveva bisogno di sfogarsi.

Non riusciva a rimanere tranquillo, l'idea di Nikita fra le braccia di Jonah non voleva abbandonare la sua mente.

Perché quell'idiota era scappato? Stava andando tutto a meraviglia, o quasi.

In effetti era un po' troppo perso, troppo arrendevole. Non sembrava neanche lui.

Il sesso con lui l'aveva immaginato come una lotta, qualcosa di molto focoso e passionale, a volte anche violento, ma non certo così. Qualcosa non era andata come doveva.

Doveva vederlo assolutamente. Sperava solo di non avere fatto una cazzata irreparabile.

Anche Nikita aveva deciso di fare un salto in palestra, Jonah era andato a studiare in facoltà lui invece aveva bisogno di sfogare un po' la tensione e schiarirsi le idee.

Quando entrò nella sala che ospitava gli attrezzi, notò subito Keelan che stava allenandosi a uno dei sacchi. La sua canottiera blu faceva intravedere i muscoli che si contraevano ad ogni colpo, i suoi movimenti erano fluidi ed eleganti, era uno spettacolo osservarlo.

Nikita si riscosse da quella contemplazione, stava per andarsene per evitare di rimanere solo con lui, poi il suo orgoglio ebbe la meglio.

Lui non aveva mai indietreggiato davanti a niente. Chi era Keelan per costringerlo ad andarsene?

Lui non aveva paura di niente e nessuno. E soprattutto lui non era in balia di quel bastardo.

Gli avrebbe dimostrato che si sbagliava di grosso se credeva di averlo in suo potere. Era stato solo un momento di debolezza.

Anche se purtroppo si stava innamorato di quello stronzo egoista, non poteva lasciargli fare ciò che voleva.

A Nikita andare in palestra non piaceva particolarmente, preferiva di gran lunga una bella nuotata o una corsa all'aria aperta, ma visto che ancora pioveva e il centro sportivo era chiuso aveva optato anche lui per un po' di movimento con il sacco. Un ottimo modo per sfogare la rabbia anche se, visto che aveva una mano ferita, poteva usare solo i calci.

Si avvicinò al moro e si sistemò a quello davanti per non vederlo, senza degnarlo di uno sguardo o di una parola.

Keelan sentendo avvicinarsi qualcuno si girò e per lo stupore perse la sua coordinazione e un gancio andò a vuoto, mancando il suo bersaglio e gli uscì un "Niki?"

Nikita non disse niente e iniziò a colpire il sacco.

Keelan continuava a incantarsi a guardarlo, la sorpresa era stata tale che non riusciva a ragionare lucidamente, così decise di smettere e andare a farsi una doccia, anche perché qualcosa si stava ingrossando nei suoi pantaloni.

Voleva parlare con Nikita, ma prima doveva calmarsi per evitare di saltargli nuovamente addosso.

Nikita rimase un po' deluso dalla fuga di Keelan voleva dirgliene quattro, ma forse era meglio così, una bella litigata forse avrebbe rovinato il piano di Jonah, che tra l'altro ancora non conosceva, e l'amico si sarebbe sicuramente arrabbiato.

Poco dopo anche Nikita decise di averne abbastanza, come entrò negli spogliatoi trovò Keelan già cambiato seduto sulla panca, sembrava lo stesse aspettando.

Infatti come lo vide si alzò e gli andò incontro "Niki dobbiamo parlare."

Keelan si era fatto la doccia e aveva deciso di attendere il biondo all'interno dello spogliatoio per potergli parlare senza essere disturbati, però adesso dubitava fosse stata una buona idea, forse era meglio aspettarlo fuori.

Nikita si era tolto la maglietta e la mente del moro gli stava urlando di fare ben altro invece di parlare.

Quel maledetto idiota lo eccitava da morire, non c'era niente da fare. Molto più di un corpo femminile, anche se gli altri ragazzi lo lasciavano indifferente.

Rimase in silenzio, si stava completamente perdendo nella contemplazione di quel corpo che tanto desiderava.

Nikita notando il suo sguardo sorrise beffardo "Hai ragione, dobbiamo parlare. Se non ti dispiace inizio io."

Senza dargli il tempo di rispondere proseguì "Sappi che io non sono come Sarah e Linzy, non puoi fare quello che vuoi di me. Io non sono una puttana ai tuoi ordini. Io non mi faccio scopare! Se ti sei stancato delle donne, puoi sempre farti il tuo amico Simon o quello psicopatico di Ross. Tanto per te un buco vale l'altro. L'importante è che il grande Reyes sia sempre il migliore e possa dimostrare sempre la sua superiorità. Non puoi avere sempre chi vuoi. Io non mi faccio rompere il culo da un bastardo che vuole solo divertirsi."

Nikita aveva un po' esagerato, ma non voleva sembrare debole e soprattutto fargli capire i propri sentimenti.

A quelle parole dure Keelan si riscosse. Si aspettava che Nikita fosse un po' confuso e arrabbiato per come erano andate le cose, ma non certo furioso.

E come sempre quando si sentiva minacciato, senza pensarci, partì all'attacco, non si sarebbe fatto vedere debole, dimenticandosi completamente che era lì per chiarirsi.

"Non mi sembra ti sia dispiaciuto il mio pompino."

Nikita si sentì colto in fallo e partì al contrattacco.

Spinse Keelan contro gli armadietti e lo baciò con foga e con la mano sana scese nei suoi pantaloni.

Quest'ultimo fu preso alla sprovvista, ma rispose subito al bacio e la sua erezione si risvegliò immediatamente appena la mano di Nikita la stimolò.

Keelan spense la mente e si fece prendere da quel contatto inatteso, andando con le mani ad esplorare quel fisico tanto desiderato.

Nikita sentendo la risposta del corpo dell'altro sorrise era ora di affondare il colpo, gli diede un morso al labbro inferiore e si staccò.

Keelan era disorientato, prima lo accusava, poi lo baciava e lo toccava e poi gli dava un morso lasciandolo insoddisfatto, si portò una mano al labbro e vedendo il sangue imprecò.

"Che cazzo fai? Sei fuori di testa?"

Nikita gli rivolse un ghigno e indicando la sua evidente erezione disse "Visto che sei tu che muori dalla voglia di infilarti nel mio letto. Sarà il tuo culo a essere scopato. Quando sarai pronto fammi un fischio. Adesso scusami, ma voglio fare una doccia." e leccandosi le labbra se ne andò.

Keelan gli rispose semplicemente mandandolo a quel paese "Vaffanculo idiota" e uscì dallo spogliatoio.

Nikita aveva dovuto impegnarsi molto per non eccitarsi, aveva pensato alle cose più assurde e ripugnanti.

Si sentiva vittorioso, aveva umiliato il perfetto Keelan, ma la sensazione piacevole durò pochi minuti.

Fu presto sostituita da mille dubbi.

Keelan sembrava non solo arrabbiato, ma triste e deluso.

E se avesse avuto ragione Jonah e le intenzioni del moro erano sincere?

E se avesse voluto rivelargli i suoi sentimenti?

Lui aveva mandato tutto all'aria e se Keelan si era sentito umiliato, proprio quando voleva mettere a nudo il suo cuore, probabilmente non l'avrebbe più fatto. E lui l'avrebbe perso per sempre.

Si sentiva un vero bastardo.

No, un attimo, era Keelan il bastardo!

Sicuramente voleva solo approfittare di lui e lui gli aveva dato quello che si meritava.

Le persone non cambiano e soprattutto non l'egoista ed egocentrico Keelan Reyes.

Riprese a lavarsi cercando di ricacciare indietro quella tristezza. Doveva aspettare solo fino a domani sera per vedere chi aveva ragione e per archiviare per sempre tutta quella assurda storia.

Keelan era arrabbiatissimo quell'idiota riusciva sempre a scombussolarlo e a rovinargli qualsiasi piano avesse in mente. Era una calamità.

Forse faceva meglio a lasciarlo perdere. Prima o poi gli sarebbe passata.

Doveva per forza essere una pazzia passeggera, non poteva veramente amare quel decerebrato.

Ne andava della sua sanità mentale.

Poteva forse provare a trovarsi una ragazza disponibile? No, temeva fortemente andasse a finire come con Linzy e poi non c'era nessuna che lo interessasse, erano tutte noiose e rumorose.

E se provava con un ragazzo? No, solo l'idea lo ripugnava.

Baciare Jonah però non gli era dispiaciuto, anche se non era neanche lontanamente paragonabile alle emozioni che provava con quel dannato biondo.

Immerso nei suoi pensieri si ritrovò davanti Isaac senza neanche rendersene conto e per poco non gli andò a sbattere.

"Ehi fratellino. Qualcosa non va?"

Keelan si riscosse e lo guardò male. "Non sono cazzi tuoi"

Isaac sorrise "Ok, come vuoi. Ti stavo cercando."

Keelan lo guardò dubbioso "Dimmi cosa vuoi e vattene"

Isaac fece finta di non notare il tono del fratello e proseguì "Ti volevo solo far sapere che alla festa di domani sarà presente anche nostro padre. Quindi sarà un vero mortorio, niente ragazze, niente orge o giochi erotici, niente scherzi o prove d'ammissione. Tutto si dovrà svolgere nel pieno rispetto delle regole e della tradizione."

Keelan sbuffò "Dovrebbe interessarmi?"

Isaac ampliò il sorriso "Ho preferito avvertirti per evitare che tu e Nikita vi facciate prendere la mano durante la festa. A meno che tu non voglia far sapere a nostro padre le tue tendenze."

Keelan si sentì colto in fallo e la cosa lo fece infuriare. "Io non sono gay. E poi chi ti ha detto che sono interessato a quell'idiota?"

Isaac scoppiò in una sonora risata "Non ce n'è bisogno. Vi mangiate con gli occhi e si vede lontano un miglio che non vedete l'ora di saltarvi addosso. Solo un cieco non se ne accorgerebbe."

Si avvicino a Keelan e proseguì "Se non hai ancora approfittato sei un vero idiota."

Keelan imprecò mentalmente "Fatti i cazzi tuoi!".

Adesso ci si metteva anche suo fratello. 

Se ne andò senza aggiungere altro seguito dalla risata di Isaac. 


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NdA: Ecco il nuovo capitolo ... per farmi perdonare :-)

A presto

J.

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