capitolo 5
A Hogwarts
- ragazzi - Rose si sedette accanto ai cugini nella Biblioteca -la preside ci controlla i gufi-
I ragazzi alzarono lo sguardo verso Rose che aveva un'aria stranita e irritata
-E tu come fai a saperlo?- chiese poi Scorpius sporgendosi verso la sua amica. I ragazzi che stavano al tavolo accanto avevano smesso di parlare e avevano iniziato a sentire i discorsi dei cinque
Vera si girò verso il gruppetto e alzò un sopracciglio -cosa avete voi da guardare?- chiese poi
Il gruppetto arrossì e riniziò a parlare di trasfigurazione
-Ho visto la McGranitt che intercettava un nostro gufo, esattamente quello mio... C'era una lettera che lei non ha letto, però l'ha portata nel proprio studio- spiegò poi. Albus si sporse ancora un po' più di Scorpius
-Si chi era la lettera?- chiese poi. Rose alzò le spalle
-Non lo so, non ho letto quello che c'era scritto- rispose poi
-Hugo?- chiese James. I cinque si guardarono
-Probile... Sarà successo qualcosa di importante e Hugo ce lo ha scritto. Probabilmente è quello- rispose Vera. Rose alzò lo sguardo al soffitto. Tutto questo le suonava come una specie di presa in giro dai genitori e dalla scuola stessa, probabilmente non volevano spaventarli, probabilmente non volevano nemmeno che loro si mettessero nei guai, ma se loro erano e gli altri erano in pericolo allora perché non dirlo?
-Non li capisco- sussurrò infine Vera continuando a guardare il soffitto
-Non vogliono metterci in mezzo- rispose Scorpius avvicinandosi all'amica. Le sfiorò la guancia e sorrise
-Comunque noi non potremmo nulla contro il signore Oscuro- insistette ancora con la sua teoria la piccola Weasley
-Non vogliono semplicemente facci passare quello che loro hanno passato. Avevano delle grosse responsabilità sulle spalle alla nostra età- raggionò James. Il gruppo stette in silenzio per un po' di tempo, ognuno pensava alla storia che i propri genitori gli avevano raccontato. Nessuno di loro sapeva cosa significasse per loro fortuna. Lentamente la gente iniziò ad abbandonare la biblioteca per andare in sala Grande, l'ora della cena era vicina e i cugini non avevano risolto nulla, ognuno era perso nei propri pensieri
-Ragazzi, è tardi- James ruppe i pensieri dei suoi amici e si alzò
-Dobbiamo recuperare la lettera che ci ha spedito Hugo, voglio sapere quello che aveva da dirci di importante- Vera espresse il suo pensiero mentre gli altri la guardavano sbalorditi, solo la sera prima aveva detto che non voleva mischiarsi in cose più grandi di lei, e ora?
La ragazza, dal canto suo, era molto curiosa. E come si sa la curiosità va placata altrimenti ti inghiottisce
-Tu... Hai appena detto quelle parole? Dov'è la Vera di ieri sera?- chiese James girandosi verso di lei, ma come ogni volta abbassò lo sguardo sulle sue scarpe, non riusciva a guardarla negli occhi, non riusciva a guardarla senza che quella sensazione strana allo stomaco lo uccidesse, e lui non capiva come era possibile. Era la prima volta che provava quelle cose per qualcuno
-Quella Vera è stata sostituita all'altra che vuole sapere solo cosa le sta accadendo attorno e, cosa più importante, vuole sapere perché i genitori continuano a mentirle. Non ha senso-
Gli altri annuirono
-ragazzi- Rose si guardava intorno con circospezione -mi sento osservata- i quattro si girarono verso di lei, poi iniziarono a guardarsi attorno, attenti ad ogni dettaglio. Forse la paura, forse qualcos'altro, ma James balzò dalla sedia
-Ho visto un'ombra nera con degli occhi rossi- affermò indicando il punto più vicino alla parte della biblioteca "proibita".
-James smettila, questo scherzo non fa più ridere- commentò seccato Albus posando lo sguardo fuori dalla finestra istoriata
-non sto scherzando. Vi dico che ho visto qualcosa- si arrabbiò James. Le guance sfumarono a un rosso quasi intenso e nei suoi occhi comparve una scintilla. Vera, vedendo la situazione scaldarsi all'improvviso, mise entrambe le mani sulle spalle di James sperando di calmarlo
-James ci sono tantissimi fantasmi qui ad Hogwarts e non li conosciamo tutti, possibile che sia un fantasma. Non scaldarti per così poco- cercò di calmarlo Vera ma con scarsi risultati. Il ragazzo scivolò sotto le mani di Vera e guardò suo fratello e la ragazza in silenzio. Restarono così per un po', poi James, rendendosi conto di aver esagerato, girò e se ne andò in un'altro posto.
La figura con gli occhi rossi gli ritornava in mente, non sapeva perché, ma aveva la presunzione che quello non fosse un fantasma, o un anagramma di esso. Era qualcosa in più, quegli occhi rossi, così vivi, così pieni di rabbia, non potevano appartenere a uno spirito. Si guardò intorno, si sentiva spiato, come se qualcuno lo seguisse, come fosse pedinato da qualcosa. Qualcosa, perché non poteva essere una persona, James lo sentiva nella pelle, il modo in cui gli tremavano le gambe, il modo in cui la pelle d'oca si era formata, no, non era una persona, ma un qualcosa. La scuola non gli parve mai così pericolosa, non posava mai gli occhi in angolini bui, non voleva vedere perché sapeva di trovarci qualcosa. Era una sensazione strana, mai prima d'ora era stato così certo di una cosa. Nei corridoi rimbombavano solo i suoi passi, tutto era silenzioso, e gli parve strano. Ma poi ricordò che quella era l'ora di cena, tutto il castello era nella Sala Grande. Sentì un rumore, poi un'altro, la sua mante correva veloce nella speranza di trovare una ragione. Ma che ragione? Era un mago, quel castello era abitato non solo da maghi, ma anche da altre creature, qui di quel rumore poteva essere tutto. Il cuore di James galoppava forte "perché a me?" Si domandava con il cuore a mille. Poi, stanco, si girò dietro di se. La figura che aveva visto nella biblioteca era a tre metri da lui. James osservò, impaurito la figura, sembrava fumo denso, nero, ma quando il ragazzo alzò gli occhi in quelli rossi della figura il sangue gli si gelò nelle vene
-chi sei?- domandò arretrando d'istinto. La figura non rispose
-anche io ho sentito qualcosa che ci osservava ragazzi- disse Rose appena James uscì quasi di corsa dalla biblioteca. I quattro erano rimasti nelle proprie postazioni
-si, ma questo scherzo non è più divertente. Vi ricordate da bambini? Era solito farlo quando avevamo paura di qualcosa- rispose James sfogliando il suo manuale sulle scope che Harry gli aveva regalato
-dove sarà andato?- chiese Vera guardando la porta della biblioteca. Voleva andare da lui e voleva sapere il motivo per cui era scappato in quel modo. La ragazza gli credeva, non aveva mai visto James così scosso in vita sua
-probabilmente nella Sala Grande a mangiare qualcosa- rispose Scorpius
-andiamo anche noi?- chiese Rose. Lo stomaco aveva iniziato a brontolare molto tempo prima, ma non aveva avuto il coraggio di dirlo a qualcuno
-si, basta studiare per oggi- rispose Albus chiudendo il libro
-ma tu non hai studiato- lo rimproverò Vera -hai solamente letto e sfogliato il libro che tuo padre ti ha dato, questo non è studiare-
-e no, ti sbagli. Conosco questo libro a memoria adesso mia cara- rispose Albus facendo ridacchiare Rose
-va bene, adesso andiamo a mangiare- rispose la Vera alzando gli occhi al cielo e con un gesto di bacchetta tutti i libri che lei aveva usato andarono al proprio posto
Appena usciti dalla biblioteca un vento gelido li fece tremare dalla testa ai piedi
-cos'é questo freddo?- chiese sistemandosi meglio il mantello sulle spalle. Avevano tutti la pelle d'oca e uno strano senso di terrore. Non poteva essere un fantasma, anche se cattivi non facevano quest'effetto sulle persone. Un rumore strano giunse al corridoio sulla destra, e i ragazzi si guardarono terrorizzati
-é un castello stregato- cercò di raggionare Rose -sarà Pix che ne combina una delle sue-
[Allora non uccidetemi, il telefono ultimamente combina tanti casini e il capitolo si è cancellato tipo 9 volte perché superava le 2000 parole... Quindi è corto, ma se ci riesco aggiorno l'altro]
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