Prologo

I silenzi tra un rintocco e l'altro dell'orologio erano assordanti, e sembravano restringersi via via fino a durare poco più d'un battito di ciglia. L'aria nella stanza appariva immobile, come quella di una tomba indisturbata.

L'avvertimento del pendolo risuonò per l'ultima volta.

Mezzanotte.

Non c'era più tempo. Non le sarebbe servito a nulla pregare che quel momento si prolungasse di un'ora, un giorno, una settimana. Le stelle si muovevano, e il tempo correva. La resa dei conti era giunta.

Alexandra non voleva – non poteva – fuggire.

Il lieve cigolio di scarpe di cuoio nuove di zecca, dapprima appena udibile, si fece sempre più vicino. La porta scivolò sui cardini senza emettere alcun tipo di suono, perfettamente curata come ogni altra cosa in quel luogo; ma un avvertimento non era comunque necessario. Alexandra sapeva che lui sarebbe arrivato.

Stava venendo per lei. 


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