Parte V
"Fermo. Aspetta!" urlò Alexandra a Kokei prima che mettesse piede fuori dal cancello della tenuta. Era decisa a non lasciarlo sparire nuovamente. Aveva bisogno di sentire la verità dalla sua bocca, e avrebbe rischiato la sua vita – la sua anima – per riuscirci.
"Tu sei il Diavolo, non è vero?"
"Il Diavolo." Kokei ridacchiò divertito. "No, purtroppo sono soltanto un uomo; un annoiato e solitario viaggiatore nel tempo, che si diverte a giocare col passato per il semplice gusto di cambiare il corso della storia. A ribaltare le sorti di vinti e vincitori."
Alexandra batté le ciglia. "Ti stai prendendo gioco di me?"
"Niente affatto." Kokei chiuse la distanza tra loro con poche eleganti falcate. "Non l'ho mai rivelato a nessuno, ma tu... Sento che tu sei speciale, Alexandra. È da molto che cerco qualcosa, senza sapere bene cosa. Ma credo di averlo capito, adesso – o in passato. Forse il ritorno di entrambi a Thorn Hill non è stata una coincidenza, dopotutto."
Prima che Alexandra si rendesse conto delle sue intenzioni, Kokei la strinse con passione e fermezza – con possesso. Tuttavia, Alexandra non si sentì prigioniera nel suo abbraccio. Avrebbe potuto liberarsi in qualunque momento, rifiutare l'invito delle sue labbra vellutate e le languide carezze della sua lingua; invece schiuse la bocca, e si lasciò trasportare dal sapore inebriante di quel bacio verso un baratro inesplorato di sensazioni e desideri.
Alexandra stava cominciando a rivedere la propria definizione di Fato e, soprattutto, di Amore.
"Vieni con me, Alexandra." La voce di Kokei era un sospiro erotico. "Siamo simili, noi due. Possiamo fare grandi cose insieme. Non dovrai temere nulla al mio fianco. Sarai per sempre giovane, e potrai andare in qualunque luogo, in qualunque tempo."
"Davvero?" chiese Alexandra sbalordita.
"Ho molti trucchi nel mio arsenale." Il sorriso malizioso di Kokei fu sul punto di annichilire la parte razionale di Alexandra.
"Ma è assurdo giocare a fare Dio" obiettò lei.
"Prima mi accusi di essere il Diavolo, e ora sarei addirittura Dio? D'altra parte, posso manipolare il tempo e lo spazio, possiedo la capacità di creare infiniti mondi. Come altro definirmi se non divino? Non mi ci vedi a sussurrare all'orecchio di Mosè?"
Alexandra arricciò il naso al tono ironico di Kokei. "No, ribadisco ciò che ho detto – tu sei il Diavolo."
"Insieme possiamo scoprire se l'umanità è davvero destinata a fare sempre gli stessi errori, o se modificando determinate circostanze sia possibile ottenere un nuovo esito. Tu puoi fare la differenza."
Alexandra lo fissò senza parole.
"Prenditi del tempo per decidere. Verrò a mezzanotte. Poi ripartirò – insieme a te spero."
La bocca di Kokei sfiorò la sua un'ultima volta e Alexandra inalò il suo profumo, stringendolo a sé come se non dovesse mai più rivederlo.
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