"Forse non lo noti, ma ho un mucchio di cose da fare proprio ora."

"..."

Misaki cade in un imbronciato silenzio all'atteggiamento brusco di Akihiko. Girato di schiena, Akihiko non può notare che sta mordendosi il labbro inferiore e continua a cercare di mandarlo via.

"Capisci? Ora perché non vai ad aspettare da qualche parte come un bravo ragazzo."

"... Tutto ciò che dici è più tardi, più tardi..."

Dopo aver provato a placarlo con parole calme, Akihiko si chiede se Misaki non ha capito male.

'Misaki...?' Non riesce a immaginare di cosa voglia parlargli.

"Non sei mai stato quello che deve aspettare, no?!"

"Misaki, cosa c'è?"

Pensando qualcosa di strano, Akihiko gira a metà la sua sedia per guardarlo: Misaki sta davanti a lui, coi pugni serrati.

"Lo dici sempre! 'Devo lavorare', 'Sono occupato', tutto il tempo! L'unica cosa importante per te è il lavoro!"

"Cosa pensi che io... no, niente." Akihiko si interrompe, rendendo Misaki ancor più annoiato.

"E mi nascondi le cose, anche! Ti importa qualcosa di me?"

Abbassando la guardia per l'improvvisa rabbia di Misaki, Akihiko cerca qualche parola per ribattere. Sa di essere infantile, ma non può farci nulla.
"Non parlare come un bambino capriccioso. Gli adulti hanno tante cose di cui occuparsi."

"Quindi cosa dovrei fare io, che sempre mi devo adattare ai tuoi programmi? Cosa sono, il tuo animaletto cui dedichi attenzioni quando ti va?" Le parole di Misaki continuano a ferirlo, senza mai sapere quando è tempo di fermarsi.

"Di cosa stai parlando? Se è così che ti senti, fa' come vuoi. Non c'è bisogno che ti adatti ai miei programmi." dice Akihiko, freddamente.

Le parole sembrano perforare il cuore di Misaki.

"... Stai davvero dicendomi questo...?" Misaki alza la testa e spalanca gli occhi di colpo, la sorpresa chiaramente stampata sul suo volto.

"Anche se fosse? Sei tu il primo che fa promesse senza pensare ai miei piani."

"...!!!"

"Vorrei finire presto. Potresti per f-... mmm?!"

Prima che Akihiko possa sospirare e tornare al lavoro, Misaki lo raggiunge a grandi passi e prende il suo viso tra le mani, premendo goffamente le labbra sulle sue.