Ascoltando i rumori oltre la porta, Misaki capisce che il proprietario dell'appartamento è tornato.

"Bentornato."

"... sono a casa."

In apparenza sembra in forma, ma nulla nasconde che è esausto, anche la sua voce è stanca. È stato fuori casa per svariati giorni, per un viaggio di ricerca.

Akihiko toglie le scarpe, poi realizza di avere con sé una grossa borsa che porge a Misaki.

"Tieni."

"Wow, dei souvenir? Sembra che ce ne siano un mucchio..."

L'improvviso dono lascia Misaki un po' incerto, ma prende comunque la borsa, che si rivela inaspettatamente pesante. Con entrambe le mani ne stringe il manico e l'appoggia gentilmente lì vicino, sul pavimento.

"Non sapevo cosa ti sarebbe piaciuto, dunque ho comprato tutto ciò che ha catturato il mio occhio all'aeroporto."

Naturalmente la borsa è così piena che non può vederci dentro, vi è contenuto di tutto e di più: dai soliti manjuu ai biscotti di regione, e ogni cosa in due paia, incluso sake fatto a mano con snack vari da abbinarci. Davvero troppo, per una persona sola.

"Per chi è tutto ciò?"

"Non lo vuoi?"

Misaki resta sorpreso dalla voce carica di disappunto di Akihiko.

"Vuoi dire che è tutto per me?"

"Naturalmente lo è. Per chi dovrebbe essere?"

All'accigliato tono di voce di Akihiko, il petto di Misaki si stringe.

"G-grazie."

Piacevolmente incuriosito circa il contenuto della borsa, Misaki raggiunge il salotto e la rovescia sul tavolo. Quando Akihiko lo segue, si scuote come se avesse appena ricordato qualcosa di importante e dice "Oh, vuoi del tè? O, se sei affamato, posso preparare qualcosa."

Con la coda dell'occhio vede Akihiko lasciarsi cadere su una sedia e sfilarsi la cravatta con una sola mano, mentre il suo cuore perde un battito. Segretamente pensa che la sua stanchezza abbia un qualcosa di sexy, ed è sempre bello qualunque cosa faccia.

"Sono troppo stanco per mangiare, il tè va bene."

"Va bene."

Misaki smette di girare attorno ai souvenir e va in cucina. Mentre prepara l'acqua per il tè, incapace di contenere la sua curiosità, chiede "Allora, com'è andato?"