Amore.
《Rinuncerò al mio nome, potrai chiamarmi amore》~Shakespeare~
Era già mattina. Non capii subito cosa era accaduto realmente.
Quando i miei neuroni iniziarono a connettersi realizzai l'accaduto ed esplosi, saltai dal letto mi guardai allo specchio e mi presi a schiaffi. Non solo avevo combinato un danno ma c'ero entrata completamente da sola nel casino.
-"Savanna, cazzo hai combinato?".
Prima regola per non soffrire: non farsi spezzare il cuore e fingere di non averne uno, ma io sono sempre la solita.
-"Pirla! Gli hai promesso di raccontargli la tua storia, e ora?"
Mi sono sempre chiesta il mio cervello da che parte stesse.
Erano le 9 del mattino e mi andai a lavare, mentre ero sotto alla doccia sentivo ancora le sue mani addosso.
Non avevamo fatto sesso o l'amore, era stato solo un bacio. Eppure i punti in cui mi ha toccata e sfiorata bruciavano.
-"Savanna, non innamorarti".
Me lo ripetevo, ma andasse all'inferno chi dice che ci vuol tempo per innamorarsi e andasse all'inferno anche il tizio che ha inventato i baci.
Ero più rossa di un peperone solo al pensiero, dovevo fare qualcosa.
Presi il primo vestito che trovai nella valigia e mi finii di vestire, presi la borsa e la macchina fotografica per poi uscire.
-"Primo è solo un bacio, secondo calmati, terzo finiscila e 4 sei nella merda!", me lo ripetevo fino alla nausea e indovina indovinello le mie gambe mi portarono al porto.
Imprecai.
Tirai su la testa e lo vidi li con le reti e le braccia sotto al sole, stava aiutando i pescatori come la prima volta che lo vidi. Non si accorse subito di me, era in canottiera e pantaloni da lavoro. Rideva.
Ogni tanto gli cadeva qualcosa dalle mani, chissà a cosa stava pensando.
Si sentì osservato e mi notò, cercai qualcosa dove nascondermi invano, ormai mi aveva scoperta.
Mi salutò con la mano e io timidamente ricambiai; mi misi su una pila di legna e rimasi a osservarlo. Dopo avermi salutato sembrava non essere a suo agio e sbagliava di più, era così tenero vederlo impacciato.
-"Thomas! Ci vediamo al caffè di ieri ok?", gli urlai capendo il suo disagio e lui mi rispose con un gesto della mano per dirmi ok.
Fotografai di nuovo tutto e tutti. Notai solo dopo il panettiere vicino al caffè e decisi di entrare e prendere due panini dolci, ne andavo matta.
Mi sedetti al caffè ad aspettarlo, per passare il tempo tirai fuori dalla borsa un quaderno e la penna, ero ispirata così iniziai a scrivere.
Nel frattempo il tempo passava e si fece quasi mezzo giorno.
Thomas stava arrivando lo vedevo da infondo alla via aveva in mano due panini.
-"Uno per me e uno per te".
-"E' enorme".
-"Lo so"
-"Grazie"
-"Di niente"
Notai un sacchetto, sembrava contenere qualcosa di pesante.
-"Cosa c'è li dentro?"
-"Sorpresa, vieni con me"
Non era particolarmente una bella giornata ma almeno ero serena.
Mentre lo seguivo mangiavo il panino che mi aveva comprato.
Arrivammo sulla riva del mare, accese un falò e si sedette.
-"Ti siedi qui con me?"
Timidamente mi misi vicino a lui, mi rimprovverai chiedendomi di non rammollirmi.
Lui aprì il sacchetto e tirò fuori due birre.
-"Mi stai tentando per caso?"
-"L'idea è quella"
-"A cosa devo?"
-"Voglio raccontarti di me, qualcosa mi dice che sarà più semplice".
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