XX




Il vento mosse i rami dei salici facendoli cantare nel silenzio, quel suono rilassante riempiva l'aria, il sole era alto, nel suo pieno splendore del mezzogiorno, caldo, Hoseok se ne beava steso sull'erba ad occhi chiusi, le mani sotto la nuca.

Nonostante quell'immagine idilliaca fosse la rappresentazione reale di un momento di tangibile tranquillità, in Hoseok di tranquillità ce n'era ben poca.

Nulla lo rilassava, nonostante ci fossero i raggi del sole a scaldarlo e rinforzarlo, non bastava, per giorni si era maledetto per l'aver ceduto alle insistenze di Yoongi per tornare a New Orleans.

Non avrebbe dovuto farlo, lui aveva un piano, bello lineare e preciso, aveva una promessa da mantenere e poi attendere.

Basta, avrebbe dovuto fare solo quello.

Solo che un anno fa tutto era andato inspiegabilmente a rotoli, aveva dovuto far saltare la sua copertura, salvare Yoongi, uccidere Baba Yaga, che prima di sparire gli aveva detto cose che ancora lo tormentavano di notte.

Inspirò al ricordo di quelle parole sentendo un brivido gelido corrergli lungo la schiena, nonostante non fosse poi così freddo.

Si morse il labbro e si impose di non pensarci, quelle frasi potevano infestargli i sogni, ma non le sue giornate, quelle erano solo sue.

Percepì un leggero rumore e un aura fredda alla sua destra, una sensazione che durò per un millesimo di secondo, ma che lui con la sua esperienza e la sua natura, non poteva non notare.

Lo ignorò, quella mattina aveva deciso che avrebbe passato una bella giornata, quindi avrebbe fatto in modo che tutto, almeno per una volta, andasse liscio. Non avrebbe accettato nessun'altra soluzione.

Tuttavia, il suo uccellaccio del malaugurio personale non doveva pensarla allo stesso modo, perché parlò.

- Non ci credo che non ti sei accorto della mia presenza.- mormorò la sua voce roca e calda, Hoseok aveva gli occhi chiusi, ma sapeva perfettamente che era all'ombra del salice, Yoongi tendeva a detestare il sole, soprattutto dopo quella notte.

- Me ne sono accorto, ma ti sto ignorando.- ammise candidamente, cercando di mantenere il tono di voce scanzonato.

- Be' molto gentile da parte tua.- replicò con uno sbuffo il negromante, per poi riprendere - Dovremmo parlare.-

- No, noi avremmo dovuto farci i fatti nostri e stare dove stavamo, ad allenarci, testare e affinare le tue abilità. Non avremmo dovuto parlare di niente se fossimo rimasti là.- lo rimbeccò con una nota di fastidio, che cercò di mandare via, perché quel giorno doveva essere una bella giornata, punto.

- Hobi per favore, sarei morto lontano da Jimin.- confessò con una tristezza che conosceva bene, che aveva visto corrodere l'animo del negromante ogni giorno da quando lo aveva tratto in salvo, tuttavia invece che ammorbidirsi si innervosì.

- Non puoi morire, Yoongi, lo sai benissimo.- rimbeccò piccato.

- Non lo sai, avrei potuto trasformarmi in un albero, non è come morire forse?- domandò con voce cupa, Hoseok arricciò il naso, in lotta tra la parte che voleva ribattere e l'altra che voleva ottusamente ostinarsi a godersi una giornata che aveva deciso dovesse essere bella a prescindere.

Vinse la prima.

- Non sei una cazzo di Ninfa, non ti puoi trasformare in un albero.- sbottò acidamente, alzandosi a sedere spazientito, non si voltò a guardare l'altro, puntò lo sguardo tra le verdi chiome dei salici.

- No ma la mia potenza si stava assottigliando, ammettilo. Ora con Jimin al mio fianco quasi stento a trattenerla, lo senti anche tu.- ammise Yoongi, un sorriso leggero ad incurvargli le labbra.

Hoseok lo sentiva, era evidente, la riunione del negromante con la sua Fiamma Gemella era sicuramente una cosa positiva, in realtà, ma fino ad un certo punto.

- Certo, così sei un faro in mezzo al nulla, ben visibile, inoltre non riesci nemmeno a nascondere ancora bene la tua aura. Cosa che tra l'altro non fai mai quando sei con lui. Si sente benissimo anche a tre Stati da qui. Molto discreto.- ribatté Hobi, sentendo la rabbia affiorare - Saresti stato più facile da proteggere se fossimo rimasti nel mio rifugio.- continuò ostinato.

- Hoseok, non puoi mettermi in un fottutissimo bunker per tutta l'eternità.- constatò cupo Yoongi, Hoseok balzò in piedi con una velocità sovrumana, le mani strette a pugno il volto duro.

- Io ho GIURATO di proteggerti, l'ho fatto sul letto di morte della persona più importante di tutta la mia esistenza. Questo mi ha portato qui, a cercarti, a guardarti prima da lontano e poi a farti il più possibile da guardiano, pur lasciandoti vivere la tua vita.- fece una pausa per prendere fiato, cercando di trattenere la voglia di far scoppiare qualcosa - Ma cosa ha portato tutta questa mania del libero arbitrio? Che appena hai potuto scegliere ti sei praticamente suicidato! E' andato tutto a rotoli, ogni cosa, quindi no, non mi va molto che te ne scorrazzi libero e rifrequenti la persona che ti ha fatto fare la cazzata più grossa di questo secolo.- gli urlò addosso, facendo sì che la rabbia lo investisse come un incendio.

Yoongi lo guardò intensamente, calmo, Hoseok ormai lo conosceva così bene che sapeva che lo era realmente, perché in quel momento era in linea con ciò che sentiva e le sue scelte, questo gli dava una tranquillità che lui non aveva mai avuto. Era in momenti come quello che gli ricordava il padre del negromante, nonché il suo migliore amico; con quello sguardo scuro e placido, l'aspetto completamente rilassato che nascondeva le sue radici in una solidità e determinazione interne che erano sempre state fonte di invidia per Hoseok.

- Quello che è successo ha risvegliato la mia vera natura, ha spiegato molte cose, non è stato del tutto negativo.- Yoongi disse quelle parole con una convinzione solida, Hoseok sentì la sua rabbia aumentare, accompagnata da quell'antica tristezza che lo corrodeva da anni.

- Tua madre prima di morire ha fatto quel sigillo per legarti di più alla tua umanità, era il suo volere il darti una vita il più umana possibile.- sibilò tra i denti, guardando l'altro negli occhi.

- E di questo non la ringrazierò mai abbastanza, ma forse quello non era il mio destino.- ammise semplicemente il negromante, per Hoseok fu troppo.

- Davvero mi parli di destino?!- urlò ormai al di sopra di ogni rabbia umana, l'aria attorno a lui iniziò a sfrigolare, nonostante questo Yoongi rimase impassibile - Tu non sai niente, non puoi capire.-

- Hai ragione, non posso capire il tuo dolore, la tua preoccupazione e quanto la promessa che hai fatto sia fondamentale per te. Tuttavia, capisco molte altre cose. Come il fatto che questa tua visione con il paraocchi ti allontani dalle cose belle che hai incontrato per strada, per esempio Jungkook. Sai che mi ha detto che gli manchi?- il colpo che sferrò Yoongi fu deciso e sicuro, perché era perfettamente conscio di star puntando su un punto debole dell'amico.

La rabbia di Hoseok si spense all'istante, si morse il labbro e si mise le mani nei capelli, al solo sentire il nome dell'ormai lupo tutta la sua rabbia cocente di era dissolta, facendo spazio a un senso di colpa.

- Non ti interessa più vederlo?- chiese in tono piatto Yoongi, gli occhi che lo inchiodavano accusatori.

- Non è quello, manca anche a me ma...ma dovrei dirgli delle cose, non posso farlo.- mormorò affranto Hoseok.

- Chi lo dice che non puoi?-

- Yoongi ma sei impazzito pensi che possiamo sbandierare ai quattro venti chi siamo?!- ribatté sconvolto dalla tranquillità del negromante.

- No, ma dirlo a Jungkook, a Jimin e a Namjoon non mi sembra sbandierare ai quattro venti. In più potremmo proteggerli, Hobi. Sta arrivando qualcosa di molto pericoloso.- provò a convincerlo, Hoseok, annuì sospirando.

- Lo so, nulla che non possa sconfiggere comunque, ma sai che non posso interferire troppo.- ammise candidamente, scrollando le spalle.

- Allora dillo, basta parlarne, ma isolarti e ignorare che c'è stato un passato che ti ha comunque dato tanto non è una mossa intelligente.- constatò il negromante.

Hoseok appoggiò le mani sui fianchi, chiudendo gli occhi, buttò fuori l'aria dai polmoni, sentendo che in tutto quel suo caos interiore la cosa che lo faceva soffrire di più era che quello che aveva prima di Baba Jaga era stato distrutto.

Quella che aveva costruito con Jungkook e Yoongi era quello che c'era di più vicino alla felicità che avesse mai avuto dopo tutta la sofferenza che aveva vissuto.

Sapeva che, nonostante tutte le limitazioni in cui doveva vivere, ne era valsa la pena e ne valeva ancora la pena; era conscio che avrebbe dovuto smetterla di impuntarsi per quello che era successo, ma la paura che aveva provato lo aveva completamente spiazzato.

Hoseok era un essere che non era avvezzo alla paura, l'aveva provata solo poche volte nella sua esistenza e in tutte quelle volte che era successo era stata un'esperienza straziante al punto che la sua lucidità veniva meno.

Stava per rispondere a Yoongi che forse aveva ragione, ma non ce ne fu il tempo perché il negromante lo anticipò con una richiesta.

- Dai, vieni con me, abbiamo una commissione.-

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