XV




La cucina al buio era il luogo preferito di riflessione di Namjoon.

L'appoggiarsi ai pensili con lo sguardo verso la porta sul retro, dalla quale si intravvedeva il verde della vegetazione, lo rilassavano abbastanza da permettergli di ragionare lucidamente.

Tuttavia quella notte l'Alfa stava riflettendo sugli ultimi avvenimenti senza riuscire a raccapezzarcisi nemmeno un po'.

Primo elemento a cui gli riuscì di pensare fu quello di Diantha; il cambiamento di atteggiamento di Seokjin era troppo per essere dovuto ad altro se non alla paura. Questo era ciò che spaventava di più Namjoon, inspirò e si passò le mani tra i capelli, cercando di non ascoltare quella voce nella sua testa che da quando aveva avuto a che fare con Baba Jaga lo tormentava e non la smetteva di farlo sentire una nullità.

Per l'ennesima volta la domanda che lo assillava emerse nella sua mente.

Se non era stato capace di fare qualcosa allora, come avrebbe potuto farlo ora?

Questo si chiedeva ossessivamente, per Namjoon non bastava l'essersi allenato per un anno, essere riuscito a utilizzare il potere del suo lupo ad un livello superiore e spinto il suo fisico al limite, diventando molto più forte di quello che era un anno prima.

Per lui nulla era abbastanza, abbastanza per proteggere sé stesso, il branco e per difendere Jungkook.

Si morse il labbro con forza e trattenne il respiro, sentendosi improvvisamente le spalle pesanti, come se stessero reggendo un peso enorme.

Non voleva nemmeno rendersi conto di quanto per lui la salvezza di Jungkook fosse più importante di qualunque altra cosa, di quanto fosse diventato parte integrante di ogni suo momento. Scosse la testa per ridestarsi e in un movimento automatico si mise a preparare il caffè.

L'odore caldo e aromatico della miscela in polvere riempì la stanza non appena aprì il sacchetto, Namjoon si concentrò sul riempire il cucchiaino perfettamente a raso per poi creare una montagnetta di caffè all'interno della macchinetta, di modo che non pensasse ad altro.

Era abituato così, quando c'era una cosa che non voleva vedere si impegnava semplicemente in qualcosa di pratico, ma anche non molto utile, lo aiutava a distrarsi.

Quando il rumore secco del coperchio della macchina da caffè si propagò nella stanza Namjoon aveva già accantonato il suo attaccamento per Jungkook in un angolo della sua mente, pur sapendo che un giorno avrebbe dovuto affrontarlo.

Si mise a focalizzarsi su quello che gli aveva chiesto Seokjin ed un moto di nervosismo lo colse.

Convocare il Consiglio che lui stesso aveva creato era sempre una scocciatura, perché riuscire a rintracciare tutti i capi delle varie fazioni e far sì che partecipassero voleva dire ore e ore di colloqui ai quali nessuno si presentava e quando si presentava era sempre un mercanteggiare su qualcosa purché si presentassero.

Il ribollire dell'acqua calda arrivò fino alla polvere scura di caffè, diffondendo ancora di più l'aroma intenso della miscela ovunque nella casa.

Namjoon stava pensando a come rintracciare i Fae, la fronte appoggiata ai pensili e le mani appoggiate al piano della cucina, sospirando di frustrazione, quando percepì col suo udito finissimo qualcosa muoversi nel corridoio.

D'istinto inspirò, riempiendosi i polmoni, dapprima sentì solo il caffè, poi solo una nota di fondo familiare.

Un profumo di pulito, delicato e non invasivo, come un batuffolo di cotone: Jungkook era uscito dalla loro camera e si stava avvicinando a lui silenziosamente.

L'Alfa non si mosse, nemmeno quando sentì le braccia del minore avvolgerlo da dietro in un abbraccio tenero.

- A che pensi Joonie?- domandò con voce assonnata Jungkook, appoggiando la testa sulla schiena dall'altro.

- Sto cercando di capire come rintracciare i Fae, ottenere un colloquio con il loro re e cercare di anticipare una qualunque loro assurda richiesta.- rispose stancamente l'Alfa, la voce bassa, Jungkook lo strinse di più nell'abbraccio.

- Possiamo provare nel loro locale, non ci sono pericoli, almeno che loro sappiano, quindi non dovrebbero essere già spariti.- suggerì il giovane lupo, strusciando la sua guancia contro l'altro - Poi? Chi dovremmo chiamare?-

- Ma Seokjin per la prima volta non sarà un problema, vada anche per Taehyung, che immagino sarà con lui, poi dovremo chiamare un rappresentante delle ondine, anche dei ratti mannari e delle pantere, anche se non vengono mai.-

- E le streghe?- chiese a fil di voce Jungkook, Namjoon aprì gli occhi e aggrottò la fronte.

- In che senso?, sono umane.- disse perplesso l'Alfa, il giovane lupo sciolse l'abbraccio per incrociare le braccia.

- Lo so, ma anche l'anno scorso è stato fatto lo stesso ragionamento e sono state sterminate, fornendo fonte di potere al nostro nemico. D'accordo che sono solo umani, ma hanno comunque dei poteri sovrannaturali, lasciarle fuori può ritorcersi contro.- espose la sua opinione in tono piatto, senza nessuna accusa, sperando che l'Alfa potesse capire il suo punto di vista e che in ciò che stava dicendo non c'era nessuna recriminazione.

Il click dell'interruttore automatico della macchina del caffè comunicò che ormai la bevanda era calda e pronta, spengendosi in automatico, Jungkook quindi prese due tazze dallo scolapiatti e versò del caffè in entrambe per poi porgerne una a Namjoon, che giratosi verso di lui ora lo guardava intensamente.

-D'accordo, quante sono ora?- domandò per poi bere un sorso dalla tazza, il giovane lupo che aveva aperto il frigo per cercare qualcosa con cui fare colazione alzò le spalle.

-Da quello che so ce n'è solo una, ma sta cercando degli iniziati.- lo informò Jungkook, Namjoon annuì per poi sospirare.

-Chiameremo anche Yoongi e Hoseok. Non so cosa siano, ma non credo più siano tanto umani.- gli confessò a mezza voce l'Alfa.

Jungkook a quella confessione si irrigidì, guardando a vuoto un tacos della sera precedente; sapeva perfettamente che Namjoon aveva ragione e stranamente non era ne spaventato né sorpreso.

No, era più che altro arrabbiato che Hoseok non fosse ancora venuto da lui a spiegargli, ma peggio ancora, nemmeno Yoongi, anche se sapeva che quest'ultimo era perso a recuperare tempo con Jimin.

-Non sei ancora andato da lui?- chiese l'Alfa osservando le sue spalle tese, Jungkook pensò che gli stesse leggendo della mente e sbuffando afferrò il taco e se lo mise in bocca scuotendo la testa -Penso che dovresti.- continuò sincero Namjoon, l'altro chiuse il frigo e si girò per guardarlo triste.

-Perché? Lo sai che sta con Jimin, lui ha più diritti di me.- replico a mezza voce dopo aver ingollato il boccone, Namjoon alzò un sopracciglio.

-Davvero stai a fare una questione di precedenza? Kookie che stai dicendo, qui non c'è nessuno che ha più diritti di nessuno. Era la figura più vicina ad un padre che avevi, tu puoi andare a trovarlo quando credi.-

-Non so se sono pronto a sapere ogni cosa.- confessò il giovane lupo con lo sguardo perso e vuoto.

-Questa è solo una cosa che credi e posso capirlo, ti stai difendendo perché le cose stanno cambiando e ora non sai più come sarà domani, ma, credimi, una volta che saprai ogni cosa quell'angoscia che ti porti dentro, scomparirà. Potrai andare avanti.-

Jungkook distolse lo sguardo e si strinse nelle spalle, mordendosi il labbro nervosamente, Namjoon gli si avvicinò, gli prese il viso e appoggiò la fronte contro la sua.

-Forza dai, oggi andiamo a casa di Yoongi, tu a riprenderti il tuo padrino, io il mio Skoll.-

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