VII


***Momento Tenerello***

Buonsalve biscottini,

So che sto aggiornando più raramente ma è davvero un periodo molto intenso per me questo, quindi abbiate pietà e pazientate, 

vi ringrazio davvero tanto di aspettarmi e ringrazio tutti voi di leggermi, siamo già arrivati a mille letture e Coiled Souls è a ventidue mila, oltre al fatto che sono arrivata a 200 followerzzz quindi...

GRAZIE GRAZIE GRAZIE, VE SE AMA.

Comunque volevo dedicare questo capitolo a DeboraRebai, sisi proprio a te, che sei sostegno di molti, un'ispirazione e una persona talentuosa e saggia.

Sappi che sono qui per te, ogni momento in cui avrai bisogno *cuoricino, cuoricino*

Quindi buona lettura e...questo capitolo so già che vi piacerà, fremo dalla voglia di pubblicarlo da quando ho iniziato Rising Souls e per la prima volta non lo ricontrollerò perché sono impaziente, quindi perdonatemi gli errori.

Di nuovo ve se ama.


)o(



Nonostante Seokjin avesse chiesto aiuto non fu altrettanto cristallino nel descrivere con chi avessero a che fare.

Erano tutti lì nella cucina di Namjoon, in cerchio, a osservarlo mentre rimaneva muto, il volto completamente inespressivo, Taehyung ai suoi piedi, la testa appoggiata sulle sue gambe.

-Ok è pericolosa, non credi dovresti essere un po' più specifico?- sbottò spazientito Jimin, Namjoon serrava le labbra per non urlare, le braccia incrociate e il piede che batteva a terra; Jungkook e Jackson erano la sua esatta copia, uno posizionato alla sua destra, l'altro alla sinistra.

-Vorrei poterlo fare, ma essere specifico potrebbe spaventarvi e non voglio perdere il vostro sostegno adesso.- rispose tranquillamente, il tono piatto, Jimin ringhiò di frustrazione.

-Sei cretino? Ti pare che stiamo giocando? Ci chiedi una mano e non ci dai nemmeno la possibilità di organizzare una difesa decente!- urlò rabbioso lo Skoll, dando voce a quello che tutti i lupi in quella stanza stavano pensando, Jin alzò lo sguardo.

Li osservò uno a uno e un brivido lo percorse in tutto il corpo, socchiuse gli occhi e smise di respirare, Taehyung alzò il viso per guardarlo preoccupato; Seokjin odiava parlare di lei, ricordare ogni particolare, eppure sapeva che non poteva fare altrimenti, doveva essere chiaro, preciso, distaccato, altrimenti sarebbero morti tutti.

-La Corte di Diantha è una delle più antiche e potenti, lei è la Capostipite del nostro Sangue e come tale ha creato tutti noi, ciò vuol dire che se dovesse morire non è detto che chi è stato creato da lei sopravviva. Essendo il suo sangue molto potente ha dato ad alcuni dei suoi figli poteri, io condivido il suo. Diantha può creare illusioni che sembrano vere, solo che ne crea solo di un certo tipo-

-Jin...- mormorò dolcemente Namjoon per incitarlo a continuare, Jin si girò per non doverlo guardare negli occhi, certo che non sarebbe riuscito a mascherare l'orrore che stava provando.

-Crea illusioni capaci di portarti alla follia, non c'è modo di sfuggirgli una volta in suo potere. Non guardatela mai, mai negli occhi.- si fermò un attimo, ributtando indietro tutte quelle volte in cui lei aveva usato il suo potere su di lui e si era fermata appena prima che perdesse il senno -Poi c'è Santiago, lui si che è proprio particolare, a livello di potere aurico e forza posso dirvi che fa schifo, ma il suo morso è in grado di creare una sorta di morti viventi, molto simili agli zombie, che sono sotto il suo controllo, lui li chiama Servi. C'è anche Galeen, che ha una forza superiore a chiunque io conosca, ma non c'è da preoccuparsi perché solitamente non se lo porta a dietro, dato che salta addosso ad ogni cosa che si muova. Anne infine può praticamente teletrasportarsi da un luogo ad un altro. Ha molti altri figli ma noi quattro siamo quelli più potenti e coloro a cui si sono manifestati già i poteri.- spiegò guardando a terra, la temperatura nella stanza calò all'improvviso, i lupi si fermarono a riflettere, mentre la tigre abbracciò stretto il Master, il silenzio divenne palpabile ed elettrico, tutti avrebbero voluto dire qualcosa, ma nessuno aveva idea di come farlo.

-Perché è arrivata ora, cosa è successo?- di nuovo fu la praticità di Jimin a prevalere sull'apparente quiete carica di preoccupazione.

-Non lo so con certezza, ma voi lo sapete che sta per essere approvata la legge vero?- tutti si guardarono, lo sapevano eccome, al Congresso si stava discutendo un disegno di legge che finalmente li avrebbe paragonati agli umani in termini legali; Jin, avendo visto dai loro visi che avevano colto, continuò -Be' Diantha non ha proprio simpatie per gli esseri soprannaturali che escono allo scoperto, vuole mantenere il suo controllo sull'Europa e lo potrà fare solo se non ci sarà nessun altro posto in cui noi veniamo accettati. Molti della sua Corte sono venuti sotto la mia protezione o sotto quella di Corti americane. Sta perdendo potere e non è una cosa che gli sia mai piaciuta.- ipotizzò il Master, che guardò dritto negli occhi Namjoon.

D'un tratto tutto cambiò, i lupi si guardarono all'unisono, un ululato d'allarme era risuonato in tutte le loro menti, qualcuno stava attaccando i confini, non c'era già più tempo.

Scattarono in contemporanea verso l'uscita, solo Namjoon afferrò per il braccio Seokjin, guardandolo ancora negli occhi, fisso e nonostante non si parlassero più nel modo profondo a cui erano abituati, si capirono subito, il Master entrò nella mente dell'Alfa e le loro menti furono una sola esattamente come facevano prima che si lasciassero.

L'impatto per Seokjin fu enorme, come se qualcuno gli avesse schiacciato il petto sotto una pressa: Namjoon era cambiato. Era ovvio che lo fosse, d'altronde era diventato licantropo, ma la differenza tra il suo io umano e quello di lupo era sconvolgente.

Non c'era tempo né per quello né per poter riapprezzare quel contatto così avvolgente e intimo, dovevano correre, questo percepiva Seokjin dal loro contatto e quello iniziò a fare all'istante, tirandosi dietro Taehyung che, fidandosi ormai ciecamente del Master e vedendo gli altri precipitarsi fuori, si lasciò trasportare senza fare resistenza.

Una volti fuori dalla casa il verde del Bayou li inghiottì, andavano così veloci che nulla aveva più un contorno, c'erano solo i colori e gli odori del bosco, senza nessun confine.

Quando il vampiro e l'Alfa raggiunsero gli altri si fermarono di colpo, Namjoon aveva la pelle imperlata di sudore, gli occhi ormai acquosi e scuri da lupo; non parlò, era connesso al suo branco e non avevano bisogno di farlo, uno dei cuccioli gli andò incontro e si capirono al volo, era stato lui a dare l'allarme, aveva visto degli intrusi vicino ai confini del territorio, non fece in tempo a descriverli che Seokjin li riconobbe dall'odore e dalla loro emanazione di potere.

-Servi.- disse solamente, Namjoon si rizzò in tutta la sua stazza, spedì il cucciolo verso il branco per avvertirlo e fargli preparare i combattenti, Jimin sfoderò le zanne, Jungkook e Jackson erano gà pronti, le auree a briglia sciolta e i lupi che gli premevano sulla pelle.

Namjoon ringhiò e ululò, fu un ululato di potere, tutto il suo lupo si riversò all'esterno, in quell'istante tutto il branco fu un solo lupo, respirarono e videro tutti la stessa cosa, uniti come non mai, pronti alla lotta.

Jackson balzò su un albero per avere una visuale migliore, Jimin si posizionò davanti a tutti, coprendo il più possibile Jungkook, che si mise al fianco di Namjoon, Taehyung, ancora mano nella mano con Seokjin, osservava il buio fitto del Bayou davanti a sé.

-Stanno arrivando.- disse lapidario Seokjin che percepiva il potere vischioso e viscido di Santiago sulla pelle, tanto da sentirsi soffocare, avrebbe voluto tremare mentre i ricordi del suo passato tornavano a ondate potenti nella sua mente e invece rimase saldo, immobile e inespressivo, cercando conforto nel calore dei licantropi che lo circondavano.

Jackson emise un ringhio basso di avvertimento, davanti a loro si iniziarono a sentire i primi passi, le fronde spostate dai corpi, i rami spezzati.

Quando se li trovarono davanti per qualche secondo i licantropi rimasero immobili, Taehyung si trasformò in tigre e partì all'attacco, senza perdere nemmeno un secondo.

Jimin rabbrividì, perché aveva visto degli zombie, ma quelli non erano minimamente simili, erano pelati, grigio-pallidi e gli occhi completamente bianchi, i lineamenti allungati e scarni, i denti marciti ed anneriti erano orribili e il loro odore era di un dolce marcescente, nauseabondo tanto da lasciarli leggermente storditi.

Jackson, attaccando dall'alto, seguì Taehyung, iniziando a combattere senza risparmiarsi, anche se ancora in forma umana, usando solo la sua forza e gli artigli.

Namjoon non si fece prendere dal panico sfoderò denti e artigli a sua volta e con la sua aura bollente circondò tutti, rafforzandoli e rassicurandoli, Jimin, rinvigorito dal contatto con l'aura del suo Alfa, si scagliò a sua volta nella mischia, seguito subito dopo da tutti gli altri.

La battaglia era caotica, Seokjin e Taehyung facevano da aprifila, Jackson ormai in forma di lupo atterrava e lacerava ogni cosa gli si parasse davanti, Namjoon e Jungkook combattevano schiena contro schiena, mentre Jimin, uccideva sistematico e senza pietà in un'esecuzione precisa e letale, con gli artigli della mano destra lacerava la giugulare, con l'altra mano staccava la testa dal collo e la lanciava via.

Tuttavia i mostri continuavano a marcargli contro, erano tanti, tantissimi, più di quanto Seokjin si aspettasse, Namjoon con la mente chiamò in aiuto il branco con urgenza, sentiva che si stavano preparando, ma ormai aveva il timore che forse non avrebbero fatto in tempo.

Erano circondati, i Servi erano troppi e instancabili, non sentivano dolore, né paura, molto più forti degli umani, Namjoon e Jungkook continuavano a lottare senza battere ciglio instancabili, Jimin invece, si fermò.

Per lui fu un segno, era stanco, così stanco di alzarsi alla mattina e fingere che ogni cosa andasse bene, perché da quella notte in cui aveva perso Yoongi nulla andava bene, non per lui e in nessun modo sarebbe potuto essere diverso.

Senza accorgersene avanzò di qualche passo e allargò leggermente le braccia, come se si offrisse a quei mostri, sentì qualcuno urlare il suo nome esattamente nello stesso momento in cui un Servo gli saltò addosso, Jimin chiuse gli occhi, era pronto, avrebbe rincontrato Yoongi, riuscì a pensare solo a questo.

Eppure l'impatto non avvenne, non percepì i denti e gli artigli lacerargli le carni, sentì solo un suono sibilante, sottile, che gli sfiorò l'orecchio.

Il licantropo spalancò gli occhi e vide il mostro davanti ai suoi occhi riverso a terra, colpito da una freccia bianca, dalle venature nere sottili.

Tutto parve rallentare, a Jimin parve che il tempo si stesse facendo solido e compatto, impossibile da far scorrere, il licantropo non capiva, finalmente aveva deciso di farla finita, da dove diavolo era arrivata quella freccia.

Non ne arrivò una sola, anche quelli che stavano attaccando gli altri vennero atterrati, i Servi si fermarono e tutti loro fecero lo stesso per guardarsi a vicenda perplessi.

La tregua durò poco, una nuova ondata di mostri partì all'assalto, ma qualcosa di velocissimo gli passò di fianco, Jimin congelò non appena le particelle di odore gli arrivarono al naso, spalancò occhi e bocca.

Era proprio odore di focolare, di una baita di legno circondata dai pini e dalla neve.

Qualcuno vestito di bianco armato di una lunga spada dalla lama ondulata, si muoveva elegante e fluido, sembrava quasi non avere peso; il licantropo iniziò a percepire un pizzicorìo non solo al naso e agli occhi, ma anche in tutta la sua aura, come se il suo lupo si stesse ridestando da un lungo torpore.

La sua mente non voleva crederci, mentre il suo cuore già stava cambiando ritmo, un ritmo che conosceva bene e che ora inondava le sue orecchie, assordandolo.

-Sono non morti, prova a usare il tuo potere.- un'altra voce calda e famigliare, un'altra sagoma bianco vestita con una lama in mano che sbaragliava i Servi come se fossero stati di carta; all'udire quella voce gli occhi di Jungkook si riempirono di lacrime.

L'aria attorno a loro cambiò improvvisamente, uno dei due combattenti si fermò e si inginocchiò a terra, una mano affondò nel terreno e tutto attorno a loro divenne elettrico, la temperatura scese di molti gradi, tanto che dalle loro bocche l'aria usciva formando nuvolette di condensa.

Il lupo di Jimin a sentire quell'energia fredda esplose, e vi si unì, provocandogli brividi caldi e spasmi in tutto il corpo.

I Servi si bloccarono, iniziarono inspiegabilmente ad attaccarsi a vicenda, strappandosi le membra, mordendosi, graffiandosi, continuarono finché non rimasero solo i resti e nessuno in vita.

Quando i Servi furono neutralizzati, l'uomo in bianco si alzò di nuovo in piedi, per poi voltarsi verso di loro, lentamente, la temperatura si rialzò gradualmente, Jimin trattenne il respiro.

Era lì, Yoongi era davanti a lui, vestito completamente di bianco e i suoi capelli non erano più neri, ma biondo chiarissimo, quasi bianco.

Tutto in Jimin smise di funzionare, non riuscì a pensare, a muoversi, tutto sé stesso era concentrato a guardare l'uomo che fino a qualche minuto prima aveva creduto morto, che ricambiava il suo sguardo con uno di quelli più contriti che il licantropo avesse mai visto.

-Jiminie...sono, io ti posso spiegare ogni cosa.- iniziò a dire Yoongi la voce bassa e calda leggermente tremolante per l'emozione, ma Jimin non ascoltò, lo interruppe, gli corse incontro e con furia gli mollò un pugno con tutta la forza che aveva in corpo, anche se sapeva perfettamente che avrebbe potuto fracassargli il cranio e ucciderlo per davvero.

-TI CREDEVO MORTO, SAI QUESTO CHE COSA VUOL DIRE?! QUANTO IO ABBIA SOFFERTO? E TU CHE CAZZO HAI FATTO MENTRE IMPAZZIVO? LA TINTA?!- la voce dolce di Jimin divenne cavernosa e graffiante, in ogni parola si poteva percepire la rabbia cocente e incancrenita dalla sua sofferenza, Yoongi ormai a terra, si rialzò lentamente, finendo di nuovo occhi negli occhi con Jimin, che nuovamente perse la testa e lo spintonò con forza, per poi inchiodarlo a un salice.

L'impatto fu così forte che la corteccia scricchiolò e il tronco si inclinò pericolosamente.

-Posso spiegarti, lo giuro. Sono morto davvero...- tentò di spiegare il negromante, ma Jimin urlò di nuovo.

-TACI! Non, non dire niente, non starmi vicino, non ti voglio nemmeno nella stessa città, SPARISCI.- il licantropo glielo urlò in faccia, ormai il senso di tradimento, la rabbia e il dolore non lo facevano più ragionare, il petto che si alzava ed abbassava ad un ritmo velocissimo, gli occhi iniettati di sangue, ringhiò con forza, spintonandolo un'ultima volta per poi girarsi e correre via.

Yoongi fece per fermarlo, ma Hoseok lo afferrò per un polso, il viso impassibile.

-Non credergli Jimin era distrutto, è infuriato solo perché hai aspettato così tanto.- intervenne Namjoon che guardava l'uomo tra il sorpreso e il confuso, ma sapendo perfettamente che ci fosse una spiegazione e che il suo ritorno voleva dire una sola cosa, anche se molto lentamente, Jimin sarebbe tornato quello di prima.

-Non è stata una mia scelta.- disse Yoongi guardando Hoseok con uno sguardo tagliente, Hoseok lo fulminò in risposta, poggiando le mani sui fianchi e gonfiando il petto.

-Siete vivi per davvero allora.- la voce spezzata dal pianto di Jungkook entrò nella conversazione, entrambi i sopravvissuti lo guardano straniti.

-Ho fatto un rito qualche giorno fa, di commemorazione e non è andato bene. Suga non si è rotto il vaso capisci? Io non sapevo cosa fare, stavo... stavo cercando degli altri incantesimi...- il giovane non riusciva a parlare, il petto scosso dai singhiozzi.

Yoongi si precipitò su di lui, lo abbracciò stringendolo forte a sé, iniziando a cullarlo, mormorandogli all'orecchio parole rassicuranti, il giovane, facendo attenzione, rispose alla stretta, sentendosi finalmente di nuovo completamente a casa.

-Kookie, sono qui, sono tornato. Sei stato bravo, ora sono qui, non me ne andrò mai più, mai.- sussurrò commosso Yoongi, i suoi occhi puntati sul viso di Hoseok, che non riusciva a nascondere una nota di amaro disappunto.

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