IV
La luna piena era circondata da stelle luminose, non c'erano nubi in cielo, l'alone di luce che la circondava era così intenso da sembrare una leggera foschia; Seokjin era seduto per terra, davanti alla vetrata che si apriva sul terrazzo, era semi sdraiato su dei morbidi cuscini, foderati di broccato rosso e dorato, Taehyung, nudo e dormiente, poggiava la testa sul grembo del Master.
Per quanto l'avesse osservata per tutte le sue vite la luna era sempre bellissima e come nuova ogni volta, le dita del vampiro tra i capelli della tigre si muovevano delicatamente, il suono delle sue fusa era leggero e lo rilassava sempre tantissimo.
Il petto di Seokjin non si muoveva, era immobile, il vampiro non aveva bisogno di respirare, si limitava a fingere attorno agli altri, era una delle prime cose che si imparava una volta divenuti non morti, le creature viventi non apprezzavano chi non respirava, si agitavano e si spaventavano e questo era controproducente.
Prima di tutto perché le persone spaventate diventavano diffidenti, quindi era più difficile manipolarle, in secondo luogo, essendo predatori, la paura eccitava i vampiri, il che gli rendeva complicato gestire la sete.
Ovviamente tutto ciò era invalidante solo all'inizio, oramai Seokjin aveva un'età e una potenza tale da poter rimanere settimane a digiuno, pur mantenendo la propria potenza, aveva un controllo totale sulla sua sete.
Con delicatezza spostò Taehyung dal proprio grembo e si alzò, si diresse verso il triclinio ai piedi del letto a baldacchino, in legno massiccio, le colonne tortili erano alte, il tessuto che pensava da esse era morbido e pesante, di un rosso scuro intenso.
Allungò la mano e afferrò la vestaglia in seta nera, per poi mettersela e prepararsi per andare a dormire nella sua stanza protetta, nel seminterrato, ma la tigre nel sonno guaì, il Master si girò di scatto, per poi precipitarsi immediatamente verso di lui, temendo stesse per avere un altro degli incubi che lo tormentavano da un anno.
Seokjin si era accorto come per la tigre fosse stato un periodo difficile, molti non l'avevano compreso, ma lui non aveva potuto farne a meno, vedeva in lui tutti i segni di un tormento che gli risultavano dolorosamente familiari, quel misto di senso di colpa e odio per sé stesso che lui aveva conosciuto benissimo.
Il Master aveva ben chiaro quanto fosse difficile resistere alle lusinghe di personalità maligne capace di offrirti l'unica cosa che potevi desiderare nella tua intera vita, Seokjin ci aveva vissuto per centinaia d'anni, con una creatura simile.
Taehyung però non aveva la sua stessa freddezza, né la sua esperienza, la tigre era solo stata ingenua ed egoista, ma in realtà era un'anima buona, per questo Taehyung non riuscì a resistere ai sensi di colpa quando arrivarono a bussargli alla porta dell'anima: ogni notte veniva scosso dagli incubi, si svegliava di scatto, ma non diceva una parola a riguardo, si limitava a abbracciare Seokjin ed a piangere.
Gli incubi non iniziarono subito, anche perché l'unico pensiero fisso di Taehyung fu quello di parlare con Jungkook e Jimin per farsi perdonare, il Master aveva provato a spiegargli che ci sarebbe voluto del tempo, che la loro sofferenza gli avrebbe impedito di ottenere il perdono in un tempo breve, ma non importava in quanti modi glielo dicesse, la tigre non arrivava a concepire un concetto simile.
Arrivare a quella consapevolezza fu una sofferenza enorme e gli arrivò come un colpo dritto in faccia, sotto forma del viso di Jimin, distrutto da un dolore che Taehyung non aveva potuto mai nemmeno immaginare nei suoi incubi peggiori, ovviamente il lupo non lo volle mai ascoltare, né tantomeno vedere, se non quell'unica volta, in cui gli disse di scomparire.
Per lui fu uno shock, Taehyung desiderava profondamente stargli a fianco in quel mare profondo di sofferenza e il fatto che non glielo lascasse fare generò in lui un sentimento strano, come un'inadeguatezza sottile e pungente che gli si insinuò sotto la pelle.
Con Jungkook fu diverso, il fatto che fosse entrato nel branco di Namjoon gli impedì di avvicinarsi in un qualunque modo, non poté che guardarlo solo da lontano, di nascosto, l'Alfa aveva ordinato a tutti i membri del branco di non farlo entrare nel loro territorio, nemmeno per sbaglio.
Dapprima Taehyung non capì, per lui era evidente che non ci fosse nessun motivo per cui potessero essere ancora arrabbiati, d'altronde era stato lui ad avvertire J-Hope, anche se il suo sforzo non era andato a buon fine, non era di certo sua la colpa, ma di J-Hope.
Non gli fu facile capire l'impatto delle sue azioni e comprendere che non aveva semplicemente cercato di ottenere una cosa che desiderava con tutto sé stesso; non immaginò minimamente che tutto ciò che aveva fatto venisse visto come un tradimento, finché non parlò con Seokjin, l'unico che lo accolse e cercò di fargli capire cosa avesse fatto di sbagliato.
Quando gli spiegò la gravità e l'egoismo insito nelle sue azioni, tutto per la tigre si bloccò; Seokjin non fu dolce, gli disse la verità senza alcun riguardo, non perché fosse deluso o arrabbiato, lo fece semplicemente perché sapeva perfettamente che non c'era nessun altro modo per svegliarlo da quella concezione sbagliata della vita se non parlandogliene in modo crudo e senza fronzoli.
Fu quando si rese conto davvero di quanto avesse sbagliato, di quanto fosse stato la causa prima di ogni cosa, dapprima fornendo vittime a Baba Jaga, poi consegnandogli Suga, facendo sì che la persona a cui tenesse di più soffrisse senza alcuna possibilità di ripresa; fu in quell'istante che gli incubi iniziarono a tormentarlo senza sosta.
Non fu l'unica cosa a mutare in lui, dopo qualche mese iniziò a guidare le tigri in modo più coscienzioso e presente, per lui essere Alfa non fu più solo un titolo, ma divenne di più; fu come se lo avesse visto per la prima volta come ruolo di protettore e non più solo come una gerarchia imposta da un organo esterno, solo per comodità burocratica.
Taehyung digrignò i denti e si agitò, il viso piegato in una smorfia di dolore, Seokjin ormai seduto al suo fianco lo afferrò e lo tirò a sé; le mani gelide sulla pelle bollente della tigre lo riempirono di brividi piacevoli lungo tutto il corpo, con un movimento fluido lo abbracciò stretto.
Il Master adorava quella differenza così netta tra la sua temperatura corporea e quella del licantropo, non la invidiava, solo gli piaceva la sensazione bollente sulla sua pelle marmorea.
Taehyung aprì gli occhi di scatto, inspirando con forza, come se fosse emerso da un mare vischioso e gelido, le mani della tigre si aggrapparono con forza alle braccia di Seokjin, che lo accarezzava tra i capelli spettinati e mossi.
-Non c'è mai una fine, io voglio solo stare al loro fianco, ma non posso e questo mi uccide.- la voce calda e profonda di Taehyung era rotta dal pianto e dal respiro affannoso.
-Lo so, Tae.- disse solamente, continuando ad accarezzarlo, un singhiozzo scosse il petto della tigre, che ormai piangeva senza alcun freno, mentre il Master iniziò a baciargli la fronte.
Era così ogni notte, Taehyung piangeva al risveglio dall'incubo senza sosta, finché non crollava sfinito in un sonno privo di sogni fino alle prime luci dell'alba, dove si ridestava solo per rendersi conto che era solo, dato che Seokjin era costretto a dormire nei sotterranei per proteggersi dal sole.
Tuttavia tra i singhiozzi disperati della tigre e le dolci parole di supporto di Seokjin si insinuò un suono sinistro e improvviso, qualcosa grattò la porta della camera dall'esterno, entrambi si girarono di scatto verso quel rumore inaspettato, completamente presi alla sprovvista, perché la villa di Seokjin era ben protetta e nessuno si avvicinava alla loro stanza senza annunciare la propria presenza con la mente.
Il Master cauto si alzò lentamente, senza rendersene conto assottigliò gli occhi a causa della concentrazione, non riuscì a percepire nulla, né battito né rumore di respiro, ed era piuttosto sicuro non ci fosse nemmeno un aura di potere al di là della porta.
Le sue lunghe dita candide si serrarono sulla maniglia e poi con un movimento veloce, così veloce da risultare invisibile a occhio mortale, spalancò la porta, per trovarsi davanti il vuoto, o quasi.
Il corridoio era buio e deserto, ma c'era qualcosa per terra, un luccichìo e la facciata eterea di Seokjin cadde in un millisecondo.
Avrebbe voluto che respirare affannosamente gli potesse servire a sopportare il terrore che gli aveva suscitato quel piccolo pugnale argentato a terra, veloce come solo un vampiro può essere corse a prenderlo, senza accorgersi che le sue mani stessero tremando in modo incontrollabile.
Taehyung col viso ancora bagnato dalle lacrime e il volto confuso si limitò a seguire la saetta blu scuro e bianca che sfrecciava ovunque, per poi trovarsi davanti un Seokjin vestito di tutto punto, lo sguardo indecifrabile e greve.
-Vestiti subito Tae, non c'è tempo da perdere.- ordinò secco, non riuscendo a nascondere una nota di preoccupazione nella voce.
-Ma Jinnie fra un po' è l'alba, non puoi uscire.- gli rispose perplesso la tigre, alzandosi comunque in piedi ancora disorientato.
-Fai ciò che ti dico, non possiamo perdere nemmeno un secondo, fa alla svelta.- ripeté il Master guardandolo dritto negli occhi.
Taehyung che non l'aveva mai visto parlare con così tanta urgenza scattò e si vestì più veloce che poté, per poi seguirlo senza fare domande, era già scosso per come si comportava, non aveva bisogno di sapere altro.
Se esisteva qualcosa che scalfiva la calma gelida di Seokjin era sicuramente un qualcosa, o un qualcuno, di terribile.
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