CApitolo 19: Chimeras and Manticores
Ymin stava esaminando Tear ancora una volta, per controllare che l'ultima operazione di SlightSeam non le avesse procurato alcun problema. Mentre la ragazza le esaminava il corpo e le cuciture con attenzione, Tear teneva lo sguardo alto, fisso nel vuoto, ripensando alla storia della povera Kii. Aveva vissuto anni ed anni nel palazzo del Re, come sua figlia, e mai aveva saputo di cose del genere. Le venne in mene Opal, la sua istitutrice: perché non l aveva mai raccontato di questo? Come poteva aver omesso la schiavitù che era tanto popolare nel regno?
-zuccherino? Ho finito. Stai bene, la ferita non si è infettata- la voce calda di Ymin la risvegliò dalla sua trance e la guardò sorridendo
-grazie Ymin- sorrise colei che una volta era uno sciacallo
-di nulla- rispose lei, andandosi a lavare le mani. Tear si guardò le proprie: due pallide mani di cui una attraversata da una pesante cucitura, così come le braccia adornate da merletti di cicatrici di ferite autoinflitte. Tutto il suo corpo era così. Sospirò scendendo dal lettino e rivestendosi –Tear?- la sua attenzione venne richiamata –domani ci sarà un altro assalto... cercheremo di liberare degli schiavi, nel clan dei Felidi, passando da quello degli Uccelli. Sullen ci terrebbe che tu venissi...- la ragazzina annuì –siamo vicine alla tua ultima operazione, lo sai vero?- si irrigidì. SlightSeam aveva quasi finito? Tutto quell'insopportabile dolore l'avrebbe finalmente abbandonata? –ha detto... che puoi scegliere tu l'ultimo arto. Lo so che suona macabro ma ha detto così- Tear guardò in altro, il suo sguardo colpì lo spesso soffito di terra e pietra che la separava dalla superficie di parecchi metri. Eppure, guardò in alto, sempre più in altro rompendo la lastra di terra e toccò il cielo, dove aveva sempre desiderato di arrivare. Nel cielo, dove la sua luna brillava meravigliosa e libera
-Ymin- disse –voglio delle ali-
***
Eccoli di nuovo, a correre sui tetti baciati da una debole luna ed abbracciati da una tetra oscurità. C'era anche Kicheko con loro, assieme a Lady e Sora; mentre si arrampicavano sulle altre torri di nuvole condensate per arrivare al clan degli Uccelli, l'euforia era tangibile: ma chi, dopotutto, non sognava di andare in quel clan? Il clan dell'Unità e della bellezza, elevato dal terreno pieno di luci e attrazioni, vivo di notte come di giorno. Ma loro non erano lì per godersi la città. Dovevano informarsi con quello che Sullen aveva chiamato "Infiltrato" che avrebbe donato loro informazioni su un falso orfanotrofio dove, invece di custodire i bambini li rivendono a mercanti di schiavi.... Gli avrebbe dato indirizzo e nominativi, avrebbero saputo chi eliminare e chi salvare. Salirono la densa colonna e si ritrovarono ai margini della città degli Uccelli, era un luogo pieno di alberi ed erba, che prendevano le sostanze nutritive direttamente dalle nuvole addensate. Però, non sembrava esserci nessuno. Eppure... Tear era certa di sentire un odore familiare. Sullen chiamò Lady, la furetta con metà volto, che si alzò su due zampe ed imitò il verso di un uccellino, e presto una ghiandaia azzurra dalle piume blu brillanti scese da un albero e li guardò
-è un onore rivederla, signora- Sullen si inchinò educatamente e la ghiandaia sembrò sorridere e mentre diventava umana, gli occhi di Tear si colmarono delle lacrime che il suo nome premette: la ghiandaia divenne una donna dai capelli color del fieno, pettinati in uno chignon ordinato, gli occhi color opale si chiusero quando lei la abbracciò forte; lei era Opal Vocecristallina.
-Opal! Opal!- gridò Tear, stringendola forte con un paio di lacrime di commozione che le rigavano il volto
-sei viva!- anche la donna ricambiò forte l'abbraccio –sei viva e cresciuta!- Opal le accarezzò i capelli, non era inorridita dai suoi occhi, era solo felice di rivedere la sua protetta
-vi conoscete?- chiesero i Cross curiosi
-lei era la mia istitutrice! Mi ha sempre trattata tanto bene!-la squadra degli Hidden guardava le due persi, non sapendo cosa fare ma felici di vedere la giovane Tear contenta come non mai. Dopo averle lasciate per un po' di tempo, il ratto dovette dividerle
-signora Opal, abbiamo bisogno della lista- la ghiandaia azzurra annuì sistemandosi gli occhiali e consegnandogli un foglio di pergamena con alcuni nominativi di sopra
-Opal... tu sei una Informatrice?- chiese Tear
-non ho mai amato l'operato dei clan: le cose non vanno bene, e vanno cambiate. Purtroppo sono solo una istitutrice, non posso fare molto, ma se posso aiutare, lo faccio- sorrise guardando gli Hidden, e riprese a parlare –lo faccio da anni, da prima che tu nascessi e-! – un suono di potenti ali li distrasse, un grosso albatro li stava guardando, l'armatura tintinnava leggermente
-Tear-disse lentamente Lady –abbiamo le tue ali-
Poco dopo, lasciarono il clan con un'unica pozza di sangue a segnalare il loro passaggio, ed una ghiandaia azzurra che volava silenziosa nel cielo notturno.
Fu un dispiacere abbandonare il clan degli Uccelli per andare il quello terreno dei Felidi, ma avevano del lavoro da compiere. Una volta arrivati si diressero con fuoco che bruciava nelle loro vene all'indirizzo segnato da Opal, pronti a tutto pur di salvare i poveri prigionieri di quell'orrendo orfanotrofio. Lo trovarono in fretta e Sullen guardò i suoi compagni per essere sicuro che tutti fossero pronti ad attaccare e poi fece un cenno ai Cross, che si diedero la mano e delle piccole volpette si alzarono dal terreno: erano poco più di giocattoli, erano costituiti da due metà di colore divero ed avevano una mascella mobile. Le volpette giocattolo entrarono silenziosamente nell'orfanotrofio e aprirono la porta con il leggero "click" metallico del chiavistello. Entrarono per ritrovarsi davanti il guardiano, assalito dalle altre volpette che inziò a gridare appena li vide. Sullen sorrise sadico e disse
-Hiddens, uccidete-
Urla si levarono nella decadente abitazione; urla che venivano presto smorzate dagli Hidden e dalla stessa Tear, Principessa della Luna. Quando ebbero finito, non rimaneva che far uscire i pochi bambini ancora rimasti lì dal retro e portarli tutti in salvo. Hyoid, però, non era stato concentrato per l'intera operazione, o meglio, aveva perso ogni contatto con la realtà da quando erano entrati nel clan. A quel punto, il giovane alzò il musetto da visone in aria e disse:
-.perchè non ve la vedete voi con i mocciosi? Io ho trovato qualcosa...-
-non ci pensare neanche!- protestò Sullen –cazzo è una missione di squadra!-
-grazie Sul, sapevo di poter contare su di te!- e mentre il ratto continuava a sbraitare contro di lui, il visone saltò fuori dalla finestra e trasformandosi in umano. Anche Tear tornò umana, per consolare Sullen che sospirò
-se non ci fossi tu Teary....- e via a sospiri. Tornarono subito a lavoro per portare i bambini al sicuro. Fecero una veloce ricognizione per assicurarsi che nessuno fosse nei paraggi e poi li fecero uscire dalla porta sul retro per non far assistere i bambini al massacro che avevano compiuto. Era passata forse mezz'ora ed erano pronti a tornare alla loro base, quanto, le imprecazioni di una ragazza arrivarono alle loro orecchie: si girarono e videro Hyoid che portava in braccio come una principessa una ragazza dai lunghi capelli castani con una treccina rossa, e gli occi verdi dalla pupilla affilata; i suoi arti, poi, avevano alcune cicatrici.
-ragazzi, ho scelto il mio bottino di guerra~- disse Hyoid tutto contento, facendo fatica a tenere ferma la ragazza
-lasciami subito dannato bastardo!- e con queste parole gli tirò un pugno talmente forte che la dovette lasciare andare e lei si spolverò leggermente i vestiti e guardò i ragazzi. Sullen la guardò e dal suo odore riconobbe la natura unica della natura: era una manticora. Un raro animale risvegliato, ovviamente, considerato al di fuori dei clan.
-chi sei tu?- chiese il ratto
-sono Alexandra- guardò il visone e sbuffò –e tenete quel pervertito lontano da me-
*Author's Note*
Tear: vi ringraziamo profondamente per la lettura di questo capitolo e... per chi non la conoscesse, Alexandra è un personaggio di HeartofYoukai45! Grazie ancora per la lettura!
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