Capitolo 11: And I'll give you a tour, of our enchanting Wonderland~
-E se ti va, vieni, ti farò fare un tour nel nostro incantevole Paese delle Meraviglie!- recitò Ymin, uscendo con Tear al seguito che sorrideva, poi, iniziò a spiegare:-avrai capito che quella dove eri tu era un'infermeria. Ce ne sono tante, tutte lungo questa parete: due però solo vere e proprie sale chirurgiche (non possiamo andare da SlightSeam ogni volta, è troppo pericoloso) ed un'altra è per i controlli. Le altre sono tutte per chi è malato e... Tear? Ma mi ascolti?- ma l'attenzione della ragazzina era stata deviata da ciò che si ritrovò davanti, una volta oltrepassata la porta: un'immensa sala circolare si apriva davanti ai suoi occhi, avrebbe potuto contenere il suo vecchio castello, ma dalle stalattiti pendenti dal soffitto si poteva capire che si trovavano sottoterra. Quello spazio interno era illuminato da piccole torce tutt'intorno alle pareti ed una specie di enorme focolare ardente che pendeva dal soffitto, ad imitare un vero sole; per ogni fiaccola c'era una porta di diverso colore e con delle incisioni sopra ad illustrarne la funzione. Quelle che Ymin le stava mostrando erano bianche e c'erano incise cose come "Infermeria" "area sterile" "Sala Operazioni" e così via per un totale di circa dieci porte bianche.
Ma quello spazio non era solo fatto di pareti di pietra e porte: dall'altra parte, lontano da dove lei e Ymin si trovavano, poteva intravedere quello che sembrava un mercato con tante bancarelle che vendevano cibo, armi, oggetti vari. Prima e tutt'intorno al mercato c'era erba. Erba, sottoterra. Un vero e proprio prato con perfino degli alberi (anche se davvero pochi). Come era possibile? E lì, in quell'immensa distesa verde, tanti, tantissimi ragazzi, ragazze ed animali parlavano allegri. Anni ed anni di esiliati vivevano lì. Non erano morti e né dimenticati, facevano finta di esserlo. Ma avevano sempre continuato a vivere.
-vedo che ti piace, eh? Fa un certo effetto dopotutto!- disse fiera Ymin –questo dove noi ci troviamo, l'intero spazio circolare è la Pancia. Ti sembra buffo? In effetti un po' lo è. Questa è la zona più grande della nostra "casa". Nella Pancia c'è l'accesso a tutte le zone di questo posto, in più, come vedi, c'è il Prato dove puoi venire quando vuoi a fare quello che vuoi, il Mercato, penso che lo vedi bene ed infine c'è questa piccola parte dove siamo noi che porta alle stanze d'Infermeria, possiamo uscire, visto che stai bene, sai?-
Tear notò che erano circondate da una delicata staccionata bianca e che ai suoi piedi non c'era erba. Ymin aprì il cancello della recinzione e lasciò che Tear uscisse. Quest'ultima non poteva che essere estasiata da quella visione: intorno a lei c'era la vita! Una vita che anche se costretta sottoterra era libera! C'erano cani, orsi, conigli, tutte quelle creature che Alice definiva impure!
-cucciola, andiamo! C'è tanto da vedere! Se non ti muovi non ce la facciamo!- scherzò Ymin che con le mani in tasca camminava all'indietro verso la parete più vicina
-arrivo!- sussurrò Tear affrettandosi verso la ragazza, che ghignava divertita
-vediamo, vediamo... da dove posso iniziare...? A giusto! le Camere! Seguimi!- andò avanti saltando molte porte variopinte dirigendosi verso la zona ad Est della Pancia. Si fermò quando raggiunse due porte: una azzurra con inciso il simbolo di Marte (comunemente usato per indicare i maschi) ed una lilla chiaro, con il simbolo di Venere (per le femmine). –queste, cucciola, sono le Camere: qui ci dormi, leggi, ascolti musica... insomma, è la tua camera! C'è chi dorme con più persone (sai, lo spazio è limitato) e chi ha la sua camera privata. Per esempio, io dormo con Shrine, i gemelli Cross e Fox Trot sono insieme pure loro, Hyoid dorme da solo... per ovvi motivi. Comunque, ti avranno già tenuto da parte una camera a te, quindi, vieni, andiamo a prendere la tua chiave- appoggiò la schiena alla porta azzurra e la aprì –eheh, in via eccezionale per una minorenne, Camere dei Maschi!-
La porta rivelò un corridoio piuttosto buio e molto, molto lungo, non se ne vedeva la fine. Il corridoio conduceva ad altri che terminavano con un'altra porta. Tear notò che ognuna era decorata con nomi, graffi, disegni, scritte e adesivi. Molte erano riverniciate, ma si intravedeva lo sfondo blu.
-in genere lui se ne sta' nel suo laboratorio, sai, a fare le chiavi, ma oggi è il suo giorno di pausa! La porta del Laboratorio di Metallo è dall'altra parte della Pancia, ma voglio che tu abbia subito la tua stanza, non credo sa bello starsene in Infermeria, no? Eccoci! Vieni, entriamo da Keystrel!- erano davanti ad una porta color arancione, con una chiave d'argento disegnata. Si doveva fare attenzione per leggere il nome "Keystrel" scritto in corsivo sulla chiave. Ymin bussò educatamente, per poi aprire la porta con un poderoso calcio –gioooorno!-
-che cavolo Ymin! Devi sempre entare così?!- Ruggì qualcuno da dentro la stanza: le pareti erano rivestiti da una strana carta da parati argentata, c'erano un letto, una piccola libreria, ed un enorme banco da lavoro che occupava quasi tutto lo spazio. Lì, seduto su una sedia, un ragazzo dai capelli rossicci che scintillavano (poi Tear scoprì che lo scintillio era dovuto alle schegge di metallo che gli finivano in testa mentre lavorava) e quando si tolse degli occhiali steampunk*, rivelò due profondi occhi dorati. Quando le orbite d'oro si posarono su Tear, però, si dilatarono e lui sorrise –la principessa è qui, noto- si alzò dalla sua sedia girevole in tutta la sua altezza e mostrando un intero completo in stile steampunk. Keystrel si chinò su di lei, baciandole delicatamente la mano sotto gli occhi annoiati di Ymin –è un piacere fare la sua conoscenza-
-il piacere è mio- sussurrò. Keystrel alzò gli occhi al cielo
-mia amata divinità Ymin! Ma le hai almeno detto di bere?!- l'altra fece semplicemente spallucce e se ne andò a giocherellare con le chiavi che il ragazzo stava perfezionando . sospirò e si rivolse di nuovo alla ragazzina: -dimmi, ti piace il succo d'arancia? Ne ho un po'!- lei annuì e lui corse a versargliene un po'. Apparentemente, le Camere erano composte da: una stanza da letto/studio, un bagno privato ed una piccola cucina. Keystrel tornò poco dopo con due bicchieri di succo, ne porse uno a lei e mentre stava per bere il suo, Ymin glielo prese dalle mani e lo bevve –YMIN!-
-non me ne avevi offerto- fece lei –bleah, non mi piace tanto il succo d'arancia-
-E ALLORA PERCHE' DOVEVI BERE IL MIO!- fece lui esasperato. Tear non poté far a meno di ridere. Dopo che i due ebbero litigato un altro po', Ymin disse:
-allora? Le dai la sua chiave così la porto nella sua Camera?- Keystrel sembrò illuminarsi, fece segno alle due di aspettare e dopo aver rovistato in alcune scatole di metallo, estrasse una chiave d'argento e la porse con un gesto elegante a Tear
-mademoiselle- fece, e lei prese la chiave: era stata decorata con una piccola luna e alcune stelle –le chiavi personalizzate le faccio solo se richieste, in realtà, ma pensavo che ti sarebbe piaciuta. Modestamente, è un capolavoro!-
-è solo una chiave, ma ti ringraziamo- fece Ymin
-LE MIE CHIAVI SONO ARTE!- ruggì lui –ARTE!-
-trovo che sia bellissima- disse dolcemente Tear, e Keystrel si calmò
-sono onorato- fece un piccolo inchino –va' pure a vedere la tua stanza, ora, non dovresti stare nelle Camere dei Maschi- le fece l'occhiolino e lei annuì allegra –ciao ciao!-
-ciao, Keystrel!- lo salutarono entrambe. Risalirono lo stretto corridoio e uscirono dalla porta azzurra, la ragazzina rimase quasi accecata dal grande focolare/sole. Aprirono la porta accanto, quella lilla, e vi era un corridoio praticamente identico, con le stesse porte tutte decorate, ma in modo diverso. Arrivarono fino ad una porta che era ancora lilla e pulita, Ymin incoraggiò Tear ad aprire e quando entrò, vide una stanza bellissima: era molto più grande di quella che aveva prima (ma era grande quanto quella di Keystrel), aveva una carta da parati blu scuro, con tante piccole stelle, anche sul soffitto (bhe, dipinte sulle stalattiti, erano dappertutto). C'era anche un letto con le coperte rosse ed un libro era lì appoggiato.
-è bellissima- disse piano
-è il minimo che potevamo fare, dopo tutto ciò che ti stiamo facendo passare- Tear guardava la stanza, e poi lo sguardo si posò sul libro
-Dante ci aveva detto che ti piace leggere- la mora si girò di scatto, Ymin sorrideva malinconica –ci dispiace Tear-
-lo conoscevate?- chiese lei, solo curiosa, non minimamente arrabbiata. L'altra annuì
-s-si... quel giorno... lui.... Quel giorno, lui stava venendo qui-
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*lo Steampunk è uno stile particolare spesso caratterizzato da ingranaggi e congegni, scusate, mi è difficile descriverlo!
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