PUNTI DI VISTA


Nel centro medico c'era un caldo asfissiante. La struttura si trovava al quinto piano della base, zona in cui l'umidità era alle stelle. Non appena vi mise piede, Luke si sentì immediatamente soffocare e per un attimo rimpianse il calore secco di Tatooine. Solo un attimo. Mentre la maglietta iniziava ad appiccicarglisi al corpo, avanzò nel corridoio di pietra e incontrò il dottor Solace. Aprì la bocca per chiedergli qualcosa, ma lui lo interruppe.

"è sveglio e sta bene. Deve solo... riprendere confidenza con il mondo dei vivi." E poi con un sorriso aggiunse. "Appena si è svegliato ha pronunciato il tuo nome. Ti sta aspettando."

Luke per qualche ragione si sentì arrossire. Ringraziò il medico e poi si avviò spedito verso la porta della camera di suo padre. Fece un respiro profondo poi girò la maniglia ed entrò.

Anakin stava seduto sul letto con una tazza contenente qualcosa di fumante in mano. Quando lo vide spalancò gli occhi e lo osservò così attentamente che Luke non si sarebbe stupido se sulla parete di fronte a lui fosse comparsa la sua radiografia. Si rese anche conto di essere messo peggio del solito. Indossava la divisa dell'alleanza grigia, che aveva sempre detto che lo sbatteva neanche fosse già morto, sopra una vecchia maglietta blu a maniche corte che gli aveva regalato la madre di Biggs per il suo diciottesimo compleanno su cui spiccava a lettere arancioni il nome "Luke". Alla cintura aveva come al solito la sua spada laser. Non si pettinava i capelli da giorni, e per giunta quella notte aveva dormito malissimo ed era consapevole di avere occhiaie fino a terra.

"Ciao" disse per poi abbassare gli occhi al pavimento.

"Ciao..." rispose suo padre che notò il suo imbarazzo e non riuscì per questo a celare un briciolo di ansia nella voce.

"Sono... contento che tu stia bene... "balbettò sempre rivolto a una piastrella. Notò che aveva un angolo sbeccato. "Ti sei svegliato... alla fine..."

Anakin sorrise. "Beh, con tutto quel parlare hai fatto di tutto per svegliarmi."

Luke alzò finalmente la testa e lo guardò dritto negli occhi "Riuscivi a sentirmi?" chiese con un sorrisino esitante.

"Mhmh." Sorrisino esitante di rimando. "vuoi... vuoi avvicinarti?"

Luke si rese conto di essere ancora impalato sulla porta. Prese un sedia e si sedette di fianco a lui. Fece un'importante scoperta su sé stesso. Quando era a disagio parlava troppo, quando era molto agitato diventava muto. Ora che il momento che aspettava da 2 mesi era arrivato non riusciva a trovare niente di abbastanza sensato da dire. Quando il silenzio iniziò a farsi pesante suo padre lo ruppe.

"Quanto tempo sono rimasto privo di sensi?"

Grato di aver finalmente qualcosa di cui parlare Luke rispose. "Due mesi. Il dottore mi ha anche detto che stai bene e non ha più bisogno della maschera per respirare. Ti riprenderai completamente. Ti hanno anche sostituito la mano che..." si interruppe mentre fu invaso da un'ondata di vergogna, "mi dispiace." Concluse poi.

"Luke non sei tu quello che si deve scusare! Sono io! Io... non so neanche da che parte cominciare per dirti quanto mi dispiace, perché so che qualsiasi cosa dirò non sarà mai abbastanza. E capisco perfettamente che tu non... che tu non voglia... insomma chiederti di perdonarmi è banale e inutile." Anakin abbassò lo sguardo, Luke alzò il suo.

"Lascia decidere a me cosa è utile e cosa no. In ogni caso non ha importanza perché ti ho perdonato nel momento esatto che mi hai salvato dall'imperatore. Quanto a quello che potresti fare per me, per noi, beh, dobbiamo conquistare Coruscant e un po' di aiuto di chi conosce il luogo non sarebbe male."

Anakin lo fissò interdetto. Non si era aspettato una risposta così diretta, e il suo cuore si era inceppato intorno alle parole <<ti ho perdonato>>.

"Davvero?" chiese poi esitante.

Luke non ebbe bisogno di chiedergli a cosa si riferisse. "Si, davvero. Se vuoi una conferma puoi farti un giretto nella mia mente."

Fu il turno di suo padre di ridacchiare. "Per quanto la tua mente mi affascini, penso debba restare solo tua. Ti credo sulla parola. Vieni qui..." aggiunse poi tornando serio.

Luke andò a sedersi sul bordo del letto. Anakin posò la tazza che stringeva ancora in mano poi alzò la schiena, gli si avvicinò e lo circondo con le braccia. Dopo un attimo di stupita esitazione Luke ricambiò l'abbraccio e gli posò la testa sulla spalla. Rimasero fermi lì, stretti l'uno all'altro. Nessuno dei due si era mai sentito così a casa.

Dopo un bel po' Anakin gli sussurrò all'orecchio "non me lo merito."

"Si invece." Ribatte secco il figlio. "Tu mi hai salvato."

"No tu hai salvato me."

"Dipende dai punti di vista."

"Parli proprio come un Jedi." Luke avvertì una punta di orgoglio nella voce di suo padre.

"Ed è un male?"

"Per niente." I capelli di Luke gli solleticavano la guancia. "Tu sei troppo buono Luke."

"Mi hanno detto di peggio." Anche se non lo vedeva in faccia, sentì suo padre sorridere. "Posso chiederti una cosa?" disse poi sciogliendo l'abbraccio.

"Solo una?" Anakin alzò un sopracciglio.

"Per adesso." Luke sorrise.

"Chiedi pure."

Esitò un attimo poi si decise. "Chi è Padme?"

Lo sguardo di suo padre si velò di tristezza e i suoi occhi sembrarono improvvisamente ripercorrere una miriade di ricordi lontani.

"Se non ne vuoi parlare non c'è problema, ero solo curioso..."

"No. Cioè si ne voglio parlare. Ma davvero non te l'hanno mai nominata?" si affrettò a rispondere.

"No. Sto per scoprire che ho una zia pazza che nel tempo libero viviseziona i cuccioli di cane o qualcosa del genere?" Chiese Luke un po' scherzando un po' per davvero, perché tutte le verità scomode che gli aveva taciuto Obi wan non è che gli avessero fatto piacere.

Suo padre scoppiò a ridere. "No. Stai per sentire chi era tua madre."

"Oh." A Luke non sfuggì ancora una volta il lampo di tristezza che lo aveva attraversato quando aveva pronunciato il verbo al passato. "è una storia lunga?"

"Abbastanza."

"Allora fammi un po' di posto."

Anakin si spostò di lato e Luke gli si sedette di fianco, appoggiandosi ai cuscini, poi, lentamente, gli prese la mano e intrecciò le dita con le sue. Metallo con pelle chiara. Restarono entrambi a fissarle per qualche secondo.

"Puoi cominciare quando vuoi."

Anakin lo guardò negli occhi. Quegli occhi bellissimi, azzurri come il cielo, che lo fissavano carichi di aspettativa. Si sentì letteralmente esplodere di amore per lui.

"Tutto okay?" Adesso un filo di preoccupazione si era infilata in essi.

"Più che okay, direi." Gli scoccò un veloce bacio in fronte e iniziò a raccontare.

"Allora, tutto cominciò su Tatooine, in un'officina di Mos Esley..."

***

è un po' corto stasera ne metto un altro. ^.^ 

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top