PROFUMO DI CASA

"Stupido aggeggio tecnologico!" borbottò il dottor Solace, per la terza volta nel giro di 5 minuti. Luke si limitò a fissarlo con uno sguardo vacuo. Il togruta gli stava passando lo scanner sulla ferita da mezz'ora e otteneva ogni volta risultati diversi e contrastanti. Mentre stava provando per l'ennesima volta, la porta della camera si aprì e suo padre e sua madre entrarono. Luke notò che si tenevano per mano e sorrise tra sé senza dire niente. Padmè gli sorrise dolcemente, mentre Anakin, a giudicare dalla faccia, sembrava pronto ad urlargli contro. Nell'esatto istante in cui aprì la bocca per parlare il suo comunicatore iniziò a suonare. Anakin lo prese, gli lanciò un'occhiata che significava 'la rimandiamo per dopo' ed uscì di nuovo per rispondere alla chiamata. Luke si voltò verso sua madre che gli si era avvicinata.

"Oh, il mio Luke!" esclamò, gettandogli le braccia al collo.

"Mhmh, piano. Sono fragile." Borbottò Luke con una smorfia di dolore.

"Scusa!" esclamò Padmè tutta ansia materna mentre iniziava ad accarezzargli i capelli.

"Tutto a posto." Rispose Luke con sorriso rassicurante.

Padmè gli si sedette di fianco sul letto e gli circondò le spalle con un braccio, mentre gli massaggiava il bicipite. "Come stai? Ci hai fatto prendere un bello spavento, a me e a tuo padre!"

"Bene." Replicò automaticamente Luke.

"Questo lasciamolo decidere a me." Esclamò piccato il dottore con un sguardo assassino negli occhi, mentre imprecava a mezza voce contro lo scanner. Luke gli lanciò un'occhiataccia. "Niente!" sbuffò il dottor Solace lanciando via l'aggeggio, "Non posso dirti con sicurezza se è tutto a posto o no!"

"Non ce n'è bisogno." Esclamò immediatamente Luke.

"Conoscendoti, sì invece." Puntualizzò il togruta, fissandolo con uno sguardo torvo.

"Sto bene!" ribadì Luke allargando le braccia.

"Tesoro, forse è meglio se rimani qui..." intervenne Padmè aggrottando le sopracciglia.

"Mamma! Davvero sto bene!" ribattè subito Luke guardandola negli occhi.

Gli occhi di sua madre si spalancarono e si riempirono di lacrime. Luke impallidì. "Scusa, non volevo essere scortese, io-" balbettò incoerentemente.

"Oh, Luke!" esclamò Padmè e gli stampo un bacio sulla fronte, poi gli accarezzò una guancia e disse con voce ferma guardandolo negli occhi. "Non sai quanto abbia significato per me sentirmi chiamare così da te!" si alzò in piedi e lo abbracciò forte. Luke seppellì il viso nella spalla di sua madre e chiuse gli occhi, che minacciavano di diventare lucidi. Ispirò profondamente il dolce profumo di casa tanto a lungo sognato. "Ti voglio così tanto bene Luke." mormorò Padmè, "Più di quanto tu possa immaginare. Sono così orgogliosa di te. Tienilo sempre in mente."

"Ti voglio bene anch'io." Sussurrò Luke e si immerse ancora di più nell'abbraccio.

D'un tratto la porta si aprì di nuovo e Anakin fece il suo ingresso. La vista che lo salutò fu una delle più belle e significative di tutta la sua vita, che sapeva avrebbe portato nel cuore per sempre. Si fermò sulla soglia, non osando interrompere l'abbraccio tra madre e figlio. Luke però avvertì la sua presenza e si ritrasse appena. Padmè lo lasciò andare e si voltò anche lei verso suo marito. Si scambiarono uno sguardo di comprensione. "Ehi..." disse Luke, guardando suo padre con uno sguardo quasi vergognoso. Anakin incrociò le braccia. "Cosa fai fuori dal letto?" chiese con voce tagliente.

"Sto bene! Davvero!" esclamò di nuovo Luke per quella che gli sembrava la centesima volta. Perché nessuno voleva credergli?

"Meno di 5 ora fa non riuscivi nemmeno ad alzarti seduto." Puntualizzò Anakin, con una fastidiosa logica.

"Sì, e adesso sto bene." Dichiarò fermamente Luke.

Suo padre si limitò a scuotere leggermente la testa. "Non posso restarmene chiuso qui dentro mentre Leia è..." scattò Luke mentre le guance gli si infervoravano e la voce gli si spezzava sull'ultima parola impedendogli di continuare.

La testa di Anakin scattò immediatamente verso di lui con uno sguardo stupito.

"Obi Wan me l'ha detto." Rispose Luke alla tacita domanda.

Anakin lo guardò negli occhi per qualche secondo. Capiva bene il senso di inutilità che provava suo figlio. Sospirando si voltò verso il dottor Solace che scrollò le spalle.

"Senza il riscontro di questo scanner, non posso dare una risposta certa. Dipende solo da lui."

Anakin scambiò uno sguardo con Padmè. Luke dovette sforzarsi di non trattenere il respiro durante la loro conversazione silenziosa. Alla fine suo padre alzò lo sguardo verso di lui. "Andiamo a letto?" chiese indicando la porta.

Luke sorrise da orecchio a orecchio. "Grazie grazie grazie!" esclamò saltando giù dalla brandina e avvicinandosi ad Anakin. "Cosa stiamo facendo per trovare Leia?" chiese immediatamente.

Un lampo di dolore e preoccupazione passo sul viso di suo padre. "Domani mattina alle 7 abbiamo una riunione con Mon Monthma e gli altri. Lo discuteremo in quel momento."

Luke si accigliò. "Ma non possiamo perdere-"

"Luke." lo bloccò Anakin alzando una mano. "Per quanto detesti il fatto di stare fermo a far niente mentre mia figlia potrebbe essere in pericolo, abbiamo anche bisogno di dormire." Gli fece notare Anakin, che non ricordava l'ultima volta che aveva appoggiato la testa su un cuscino. Probabilmente prima della missione su Mandalore, o addirittura da Naboo.

Luke annuì e abbassò lo sguardò sui suoi vestiti da ospedale. "Andiamo allora."

Anakin lo fissò per un momento poi si sfilò il mantello e glielo avvolse intorno alla spalle. Sua madre gli si avvicinò e lo prese sotto braccio e tutti e tre si diressero fuori dal centro medico, sotto lo sguardo benevolo e irritato del dottor Solace.

***

Luke se ne stava seduto su un letto della camera che avrebbe condiviso con suo padre per quella notte. Visto il limitato spazio della nave ammiraglia, Mon Monthma aveva stabilito che Obi Wan e Mace avrebbero dormito in camera di Luke, il maestro Yoda in camera di Leia e Padmè con lei, mentre Luke avrebbe condiviso la stanza con Anakin. Luke sospirò mentre prese una maglietta di suo padre dalla borsa abbandonata per terra. Cercò di infilarsela ma un forte dolore al fianco lo bloccò. Fece un respiro e strinse i denti, mentre fece un altro tentativo. D'un tratto un paio di mani fredde lo aiutarono ad entrare nella maglietta senza dolore e gliela sistemarono sulle spalle. Luke si sentì arrossire profusamente mentre abbassava gli occhi ed evitava quelli di suo padre. "Grazie." Borbottò. Anakin lo scrutò attentamente. Luke resistette quei 10 secondi poi scappò via e si infilò sotto alle coperte del letto singolo. Anakin restò a guardarlo, poi con un sospiro si infilò anche lui nell'altro letto e spense la luce. "Buonanotte." Mormorò nel buio. " 'Notte" rispose piano suo figlio. Nonostante la stanchezza Anakin scoprì che non riusciva ad addormentarsi. Forse erano i troppi pensieri, forse era la cocente preoccupazione per sua figlia o forse era l'esserino che si rigirava tra e coperte ed emanava emozioni negative dal letto a fianco. Alla fine perse la pazienza e accese la piccola luce di fianco al letto, tirandosi su un gomito.

"Okay, adesso mi dici che cosa c'è?" chiese forse in maniera più brusca di quanto ne avesse avuto l'intenzione.

"Niente." Rispose Luke voltandogli le spalle.

"Luke... posso sentire le tue emozioni. Cos'è che ti tiene sveglio?" chiese Anakin con voce seria.

Luke non rispose subito, ma poi come non potendone più scattò a sedere. "Non riesco a dormire se sei arrabbiato con me." Borbottò a bassa voce e Anakin potè praticamente vedere il suo viso arrossire come un pomodoro. "Oh, Luke!" esclamò mentre sentiva il suo cuore stretto come tra due dita. "Non sono arrabbiato con te." gli assicurò. Luke alzò un sopracciglio ed evitò il suo sguardo.

"Davvero." Gli assicurò Anakin. "Perché dovrei esserlo?"

Luke scrollò le spalle. "Ho freddo." Borbottò stringendosi nella coperta.

"Luke..." disse Anakin piano. "Vuoi venire qui?" chiese indicando lo spazio vuoto accanto a sé. Quella era una nave dei Mon Calamari e i letti erano fatti per quella specie molto più grande di un essere umano. Luke esitò un secondo poi si alzò e si infilò sotto alle coperte di fianco a suo padre, ma gli voltò le spalle.

"Ehi, furbetto." Mormorò Anakin con un filo di apprensione nella voce. Iniziò ad accarezzargli i capelli e Luke chiuse di scatto gli occhi. "Cosa c'è che non va?"

"Mi dispiace!" esplose Luke, facendo sobbalzare Anakin dallo spavento. "Non volevo farmi colpire, è stato un incidente! E non volevo nemmeno fare tante storie al centro medico! Forza, ti sarò sembrato un bambino di 5 anni, altro che un Cavaliere Jedi!" Luke seppellì il viso nel cuscino.

Anakin lo guardò per un paio di secondi troppo stupito per parlare. "Luke." nel modo in cui pronunciò il nome di suo figlio c'era una sfumatura di comando. "Guardami." Disse.

Luke si girò lentamente a guardarlo con fare incerto e timoroso. Anakin si sentì stringere il cuore. "Punto 1: essere colpito non è stata colpa tua." Luke aprì la bocca per ribattere, ma Anakin gli appoggiò un dito sulle labbra. "Punto 2: al centro medico eri solo affetto da febbre da segregazione, ce l'ho avuta anch'io, nulla di cui preoccuparsi." Luke lo guardò confuso. "Febbre da segregazione?"

"Quanto stai troppo tempo chiuso in una stanza di ospedale. Cioè più di 10 minuti secondo il mio punto di vista." Chiarificò Anakin. Luke quasi sorrise.

"E cosa più importante di tutte, punto 3" continuò Anakin guardando suo figlio dritto negl'occhi con uno sguardo serissimo. "Luke, ricordati sempre che qualsiasi cosa tu farai, io non smetterò mai di amarti come ti amo ora. E come farò per sempre."

Luke si limitò a fissarlo a corto di parole. Anakin gli sorrise dolcemente, gli scostò il ciuffo biondo e si piegò per appoggiargli un dolce bacio sulla fronte. Luke incrociò il suo sguardo e la sua bocca si aprì in un sorriso tremulo, poi gli si gettò addosso e gli appoggiò la testa sul petto stringendolo forte.

Anakin ridacchiò mentre ricambiava l'abbraccio. "Forza, quanto mi era mancato questo!" disse mentre seppelliva il naso nei capelli di suo figlio. Profumavano si shampoo e di qualcosa che era solo ed esclusivamente Luke.

"Sembra passata una vita dai primi giorni." Osservò Luke stringendoglisi ancora di più addosso.

"Troppo poco tempo." Osservò Anakin accarezzandogli il braccio.

"Papà..." mormorò Luke. "Mi dispiace davvero."

"Luke, smettila di scusarti. È a me che dispiace se ti ho dato l'idea di essere arrabbiato con te. Sarebbe davvero poco corretto da parte mia portare rancore nei tuoi confronti, quando tu mi ha perdonato così tanto che-" Anakin si interruppe e gli prese la mano destra. La massaggiò piano per un po' poi se la portò alle labbra e le diede un dolcissimo bacio chiudendo gli occhi, un'ondata di dolore e senso di colpa che lo investiva. Sentendo questi sentimenti Luke tolse la mano di scattò.

"Mi hai anche salvato la vita." Gli ricordò.

"No," ribattè Anakin. "Tu hai salvato la mia. Sei il mio angelo, Luke." mormorò Anakin.

Luke rimase di nuovo troppo commosso dalle parole di suo padre per pensare ad una risposta adeguata.

"Dove sarei adesso senza di te?" si chiese Anakin ad voce dandogli un bacio sui capelli.

"Probabilmente staresti ancora facendo cagare tutti addosso." Rispose Luke, usando volutamente l'espressione volgare.

"Ehi, attento a come parli. Sono ancora tuo padre." Lo ammonì Anakin.

Luke ridacchiò. "E non ti cambierei con nessun altro."

"Neanche quando..." mormorò Anakin con voce esitante e stupita.

"No, neanche lì." Tagliò corto Luke con voce ferma e decisa.

Anakin sospirò. "Cosa ho fatto per meritarmi un figlio così?"

Luke alzò la testa per guardarlo in faccia, poi alzò le spalle. "Sei tu il creatore." Disse con un sorriso, poi d'impulso si abbassò e gli diede un bacio sulla guancia, sotto all'occhio dove Anakin aveva un brutta cicatrice. Suo padre si irrigidì poi ridacchiò anche lui e gli diede un bacio sul naso.

"Mi ucciderai a forza di baci, se vai avanti così." Osservò Luke alzando gli occhi al cielo.

Anakin rise apertamente e per tutta risposta gliene diede un altro sulla guancia. "Ho tanti anni da recuperare." Osservò con voce malinconica. "Dormi, amore mio." Aggiunse spingendo piano Luke di nuovo giù. Luke riprese la posizione di prima con la parte superiore del corpo appoggiata completamente su di lui. "Notte papà." Borbottò tra sé.

"Adoro quando mi chiami così." Mormorò Anakin tra sé, chiudendo gli occhi rilassandosi nel calore che gli dava suo figlio.

"Papà?" lo chiamò di nuovo Luke.

"Mhmh?" borbottò Anakin, mentre iniziava ad addormentarsi.

Luke esitò qualche secondo poi dichiarò. "Ti voglio bene." Quando non ottenne risposta alzò la testa e vide che suo padre stava già dormendo profondamente. Luke scosse la testa con un sorriso e, sicuro del fatto di non essere visto, si chinò a dare un bacio anche alla cicatrice sul cranio di suo padre, sperando quasi di guarirla così.

"Luke..."

Luke si immobilizzò pensando che Anakin si fosse svegliato, ma subito realizzò che era ancora profondamente addormentato. Incapace di togliersi il sorriso dalle labbra, Luke riprese la sua posizione e, mentre seppelliva il viso nel petto di suo padre, era circondato dal calore dolce e rassicurante della Luce che profumava di casa.


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