NUOVE FORZE DI GRAVITA'


Anakin passo dolcemente una mano fra i capelli di Luke mentre obbligava l'aria ad entrare e ad uscire dai suoi polmoni. Da quando Leia era stata rapita aveva la costante sensazione di stare affogando. Chiuse gli occhi per un secondo facendo un respiro profondo per cercare di calmarsi. Quando li riaprì lentamente osservò il volto privo di sensi di suo figlio e si concentrò sulla sua debole forza vitale. Non era al massimo dello splendore ma era ancora lì. Respira, respira e basta. E' vivo. Penso tra sé, passando di nuovo una mano tra i capelli di Luke, da parte del quale non ottenne nessuna reazione. Quasi senza accorgersene iniziò a parlargli così come aveva fatto Luke quando era lui a giacere privo di sensi in un letto di ospedale.

"Sai Luke, mi ricordo la prima volta che ho scoperto della tua esistenza. E' stato in assoluto il giorno più felice di tutta la mia patetica esistenza. Non esiste gioia più grande di quando si ama così tanto una persona da diventare una cosa sola in un figlio. Devi vivere Luke, perché meriti di provare anche tu un giorno un'emozione del genere."

Anakin passo piano un dito guantato sulla guancia di Luke e continuò.

"Mi ricordo di quando ti ho sentito per la prima volta contro il palmo della mia mano. Così piccolo, così fragile, così reale. In quel momento ho giurato a me stesso che non avrei mai permesso a nessuno di farti del male."

Anakin deglutì e chiuse occhi.

"Mi ricordo di quando ho pensato di averti perso, di quando pensavo fosse stata la mia stessa mano che aveva sentito i tuoi dolci calcetti sulla pancia di tua madre, ad averti tolto quella vita che non avevi ancora nemmeno iniziato a vivere. Non ho mai provato un dolore più forte di quello. Ho odiato me stesso più di quanto abbia mai odiato nessun altro. E mi sono attaccato a quell'odio perché era l'unica cosa che mi tenesse ancorato alla terra."

Anakin ricominciò il lento massaggio ai capelli di Luke.

"Mi ricordo di quando ho scoperto che ero vivo. Ti volevo. Ti volevo con me ad ogni costo, anche se per i motivi sbagliati. Un po' di quell'odio è andato via. Ora non mi serviva più. Eri la ragione più profonda di ogni mio gesto. A tenermi ancorato al suolo non mi serviva più né il Lato Oscuro, né la forza di gravità. Ora c'eri tu."

Anakin si asciugò una lacrima solitaria.

"Mi ricordo di quando ti ho visto per la prima volta. Eri così sicuro di te, così sicuro dei tuoi ideali. Quella sicurezza te l'ho sbriciolata quel giorno. Ha fallito Luke. Me ne sono reso conto nel momento esatto in cui ti ho rivelato la verità. Ho visto il mio fallimento riflesso nei tuoi occhi."

"Mi ricordo di quando sei venuto da me su Endor. In qualche modo, credevi ancora. Volevo venire con te, ma non potevo. Odiavo ancora troppo me stesso per aver spazio anche per la speranza."

Anakin sospirò. "Mi ricordo di quando ti ho visto morire davanti ai miei occhi. Ricordo che non riuscivo a respirare. Ricordo che hai mi hai chiamato e mi hai pregato di aiutarti. E lì ho capito. Se dopo tutto quello che ti avevo fatto passare tu riuscivi ancora a perdonarmi, forse un giorno anch'io sarei riuscito a perdonare me stesso."

Le lacrime ricominciarono a scendergli sulle guance mentre ripensava a quella notte terribile.

"Mi ricordo di quando ho visto per la prima volta i tuoi occhi azzurri, senza le lenti rosse della maschera. Non avevo mai ammirato nulla di più bello. Eri, e sei, l'essere più prezioso della galassia."

Anakin si asciugò le lacrime e sorrise tra sé.

"Sai, quando ero privo di sensi, ho visto tua madre su Naboo. Avrei potuto andare con lei, lasciarmi andare. Un parte di me voleva farlo, ma sapevo che non potevo. Tu avevi bisogno di me. Tu volevi che vivessi per te. E così ho fatto, perché eri, e sei l'essere più prezioso della mia vita."

Il tono di Anakin divenne d'improvviso implorante, mentre si avvicinava e appoggia le labbra sulla fronte di suo figlio.

"Ti prego, Luke, vivi! Ho bisogno di te. Vivi per me. Dobbiamo ancora fare un sacco di cose insieme. Dobbiamo andare a mangiare da Dexter su Coruscant, prendere il gelato in riva al lago di Theed, correre con gli speeder, allenarci seriamente con la spada, andare ad assistere alle corse dei moto-speeder su Coruscant, guardare insieme Fast and Furious."

Anakin prese fiato, mentre un pensiero lo bloccò di colpo. Si rese conto che c'era una cosa che non aveva mai detto a suo figlio ad alta voce. Mai.

"Luke, vivi ti prego." Sussurrò con voce tormentata. "Io ti voglio bene."

Il viso di Luke si mosse leggermente. Poi lentamente i suoi occhi iniziarono a schiudersi. Sbattè le palpebre un paio di volte e Anakin fu ricompensato dalla splendida vista degli occhi azzurri di suo figlio.

"Ei..." sussurrò, continuando ad accarezzargli i capelli.

"C-cosa...?" balbettò Luke con una voce flebile che fece arricciare il cuore ad Anakin.

"Shht. È tutto okay. Sei salvo, siete tutti salvi."

Luke si rilassò un poco. "Bene. Che cosa è successo?"

"Ti hanno colpito con un colpo di blaster. Nessun organo vitale, ma hai perso molto sangue e dopo Endor l'Alleanza ha perso tutte le scorte. Quindi eccomi qua." Spiegò Anakin.

Luke aggrottò le sopracciglia e notò per la prima volta il tubo che trasportava liquido rosso dal braccio di suo padre al suo. Si rese conto anche che Anakin prima di partire gli aveva raccomandato una cosa specifica.

"Sei arrabbiato?" chiese con voce un po' preoccupata.

"Furioso." Rispose Anakin, anche se continuava ad accarezzargli i capelli con aria assorta. "Ma ne riparleremo in una altro momento."

Luke sorrise. "Mi tremano già le gambe." Disse e Anakin ridacchiò piano. "Magari sarà necessario addolcire la situazione con un gelato sul lago di Theed."

Anakin spalancò gli occhi. "R-Riuscivi a sentirmi?"

"Mhmh." Rispose Luke.

Anakin gli si avvicinò di nuovo e gli diede un bacio sulla guancia. "Questo è da parte di tua madre. Avrebbe davvero voluto essere qui con te, ma è dovuta andare ad informare Mon Monthma di... ciò che è successo su Mandalore."

Luke aggrottò la fronte. Sentiva che suo padre non gli stava dicendo tutto, ma prima che potesse aprire la bocca per chiedere la porta si spalancò ed entrarono due individui.

Il primo, il dottore Solace, si piantò davanti ad Anakin con uno sguardo tagliente come il ferro. "Hai bisogno di mangiare." Dichiarò. "Ti ricordo che stai donando del sangue e se non vuoi che finisca e che dobbiamo seppellirvi tutti e due e due,devi fare in modo che se ne formi di nuovo. Chiaro?"

Anakin impallidì. "Cristallino."

"Bene." Rispose il dottore poi si rivolse verso Luke. "E tu. Se provi anche solo a pensare di alzarti da quel letto prima che te lo dico io, giuro che ti chiudo a chiave qua dentro e non ti faccio uscire per il resto della tua vita."

Poi si voltò e in svolazzio di camice bianco se ne andò.

Il secondo individuo era Obi Wan che sorrise portando tre piatti di cibo in mano. "E' arrivata la pappa." Esclamò.

"Cosa sono un cane?" chiese Anakin, alzando un sopracciglio.

"Grazie Obi Wan." Rispose invece Luke con un sorriso.

Obi wan si voltò verso di lui. "Non c'è di che, Padawan che avrei voluto avere."

"Ehi!" esclamò Anakin, lievemente offeso.

Luke cercò di alzarsi a sedere ma suo padre lo bloccò immediatamente. "Non ci pensare nemmeno." Disse con tono fermo, poi azionò un comando sulla parete e alzò lo schienale del letto lasciando Luke accomodato contro i cuscini.

Obi Wan poi distribuì i piatti e le forchette. Quando aprì il suo Anakin sbuffò.

"Che c'è?" chiese seccato Obi Wan.

"Detesto i broccoli." Rispose Anakin arricciando il naso e strappando una risatina a Luke.

"E da quando?" ribattè Obi Wan.

"Da quando sono nato."

Il vecchio Jedi alzò gli occhi al cielo, poi aggrottò la fronte quando Anakin iniziò ad ispezionare anche un pomodoro con la forchetta. "e adesso cos'ha quel pomodoro che non va?" chiese con un tono esasperato.

Anakin alzò gli occhi e lo fissò con uno sguardo serissimo. "Stava fraternizzando col nemico."

Luke scoppiò a ridere e Obi Wan alzò di nuovo gli occhi al cielo.

"Per dolce ho trovato dei deliziosi dolcetti di Alderaan. Sono davvero una specialità, poi dovete provarli." Aggiunse Obi Wan con un sorriso.

"Certo. Grazie." Rispose Luke.

Anakin rimase silenzioso e sospirò. "Obi Wan..." disse piano.

"Che c'è?" chiese per la terza volta il suo maestro.

"Devo dirti una cosa." Sentenziò Anakin guardandolo dritto negli occhi.

"Ti ascolto."

"Voglio che tu sappia che sono serissimo e niente di quello che ti sto per chiedere è per prenderti in giro, anzi." Disse Anakin.

Obi Wan apparve confuso, ma annuì e gli fece cenno di continuare.

Anakin fece un respiro profondo. "Quanto eravate vicini tu e la duchessa Satine?"

Obi Wan saltò sulla sedia confuso. Chiaramente non era il tipo di domanda che si aspettava. "Anakin..."

"Ti prego, rispondi sinceramente." Lo pregò Anakin.

Obi wan rimase zitto per parecchi secondi, poi disse piano. "Un po'." Ammise.

"Un po' un po', o un po' un po' tanto?" chiese Anakin.

Obi Wan spalancò gli occhi. "Come prego?"

"Nel senso... vicini come Ahsoka e Lux o come me e Padmè?" cercò di spiegarsi Anakin.

"Continuo a non capire." Ammise Obi Wan.

"Eravate vicini vicini....?"

La maschera di confusione continuava ad essere ben presente sul viso di Obi Wan. "La perdita di sangue ti sta dando alla testa."

Anakin perse le pazienza. Si poteva essere così poco perspicaci? "Oh per la Forza, Obi Wan. Ti sto chiedendo se siete mai andati a letto insieme!" esclamò con voce esasperata.

Le orecchie del suo maestro si tinsero di una delicata sfumatura di rosso peperone. "Cosa ti importa se-"

Anakin alzò una mano per bloccarlo. "Non ti sto giudicando, né prendendo in giro. Te l'ho detto sono serissimo."

Qualcosa nei suoi occhi dovette convincere Obi Wan che per una volta il suo vecchio apprendista non stava davvero scherzando. "Può darsi..." rispose lentamente.

Anakin sospirò e chiuse gli occhi.

"Non capisco dove tu voglia andare a parare." Ammise Obi Wan.

Anakin lo guardò dritto negli occhi. "Sono andato su Mandalore per una missione per l'Alleanza e ho incontrato il duca. Si chiama Harry Kryze, e ha 39 anni. Suo padre, a quanto gli ha detto sua madre, è morto prima che nascesse in un'eroica impresa."

Obi Wan si immobilizzò completamente. Rimase fermo immobile un eternità, senza dire niente la faccia che non tradiva la minima emozione. Anakin e Luke si scambiarono uno sguardo preoccupato.

"Obi Wan..." cominciò piano Anakin.

Obi Wan spostò lo sguardo su di lui e incontrò i suoi occhi. D'un tratto qualcosa sembro spezzarsi dentro di lui e i suoi lineamenti si ammorbidirono. La sua espressione trasmetteva qualcosa di simile al panico da palcoscenico. Sembrò cercare sostegno e aiuto nello sguardo di Anakin che gli sorrise con comprensione.

"E così." Mormorò piano Obi Wan. "Ho un figlio."

NOTIZIA: Per problemi personali questo sarà ufficialmente l'ultimo capitolo del mese di Maggio. Mi dispiace ma sono davvero impegnatissima con la scuola. Ci si vede a Giugno ragassi!

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