NE VALE LA PENA?
"Wake up, little girl, wake up." Losing your memory - Ryan Star
Il silenzio che seguì le parole del duca era più pesante di qualsiasi macigno. Leia teneva lo sguardo fisso a terra come se sperasse che si aprisse e la inghiottisse, Luke aspettava che qualcuno si mettesse a ridere e annunciasse che lo scherzo era finito e Anakin fissava Edward Castwood come se avesse appena comunicato di aver trovato un senatore che faceva le capriole nudo in corridoio. Dopo qualche secondo, che sembrò durare secoli, l'individuo in verde allungò una mano verso i due Jedi.
"Beh piacere di conoscervi." Esclamò, con una spensieratezza del tutto fuori luogo.
Anakin e Luke si limitarono a fissarla come se fosse qualcosa di schifoso appiccicato sul bordo di un water. Nessuno dei due gliela strinse. Edward riabbassò la mano.
"Oh, beh, comunque, forse avrei dovuto aspettare a dare questa notizia, adesso siete talmente stupiti dalla gioia che non riuscite a parlare..."
L'espressione dei nuovi arrivata era molto lontana dalla gioia.
"Leia, dobbiamo parlare adesso. Vieni." Luke trascinò sua sorella in corridoio.
Anakin e il duca restarono a fissarsi.
"Mi dispiace che ci sia rimasto male, ma questo matrimonio è la cosa migliore per tutti. Sa, grazie alla collaborazione di Endula otterremo un posto in senato a guerra conclusa, e in cambio offriremo tutto il nostro supporto militare all'Alleanza per la presa di Coruscant, scacciando definitivamente tutte le voci secondo le quali noi complottassimo con i separatisti durante le guerre dei cloni. Ha presente?"
"Si, ho presente piuttosto bene." Rispose Anakin asciutto.
"Oh beh bene. Comprenderà quindi come un piccolo sacrificio da parte della principessa sia necessario per sancire definitivamente l'accordo." Edward continuava a mantenere un tono leggero come se stessero discorrendo del tempo e non della vita di una ragazza e di una ribellione galattica.
"No, veramente non comprendo." Tagliò corto Anakin. Questo tipo lo disgustava sempre di più. Era il classico esempio di politico opportunista che pur di far soldi avrebbe venduto anche l'anima. Individuò la figura della senatrice Monthma e finalmente poté tagliare la corda.
"Se vuoi scusarmi, ho da fare." Superò l'oliva ambulante e la raggiunse.
***
Nel frattempo Luke aveva condotto sua sorella in un corridoio laterale relativamente appartato.
"Dammi una spiegazione." Esordì.
Leia continuò a tenere gli occhi bassi.
"LEIA" ora Luke iniziava ad arrabbiarsi sul serio.
Finalmente alzò la testa e lo guardò negli occhi.
"Oh Luke, cosa vuoi che ti dica?! Penso che avrai capito perché lo sto facendo. È per l'Alleanza, per la galassia. Sarà un notevole vantaggio per tutti avere l'appoggio di Endula."
"Intendi l'appoggio di un sistema conosciuto per essere in combutta con i separatisti? Si, Leia, ho studiato anch'io storia!"
"Senti, ne vale la pena. Ovvio che staremo attenti a qualsiasi affare losco. Ci siamo informati minuziosamente e Edward non ha nessun segno di contatti sporchi. Anche la senatrice Monthma dice che è la cosa migliore." Lo disse come se questo sistemasse tutto.
"Oh beh adesso sì che sono tranquillo" Luke era furente. "Ti rendi conto che stai sacrificando tutta la tua vita e per cosa? Per un piccolo aiuto di cui potremmo tranquillamente fare a meno! E Han? Han, lo sa di questa storia?"
"Lo saprà appena tornerà. Luke, volevo parlartene ieri, ma non c'è ne è stata la possibilità. E comunque non avrei cambiato idea." La principessa si impettì.
"Leia, non ti riconosco più! Di solito dubiti di tutto e tutti e non ti fidi di nessuno e adesso sei pronta a venderti al primo cretino che passa?!"
Leia diventò rossa e iniziò ad arrabbiarsi anche lei. Aveva preso la sua decisione. Non sarebbe tornata indietro e nemmeno si sarebbe fatta venire dubbi inutili. Amava davvero Han, ma la salvezza della galassia era più importante dei suoi sentimenti personali.
"Ah, quindi io sarei quella che si vende?! Che si spreca in cause inutili?! Buffo, detto da quello che era pronto a rinunciare alla sua vita per cercare di salvare suo padre, pluriomicida che non si meritava niente, e ripeto niente, se non odio e rancore! E poi è pronto a credere a qualunque cosa esca dalla sua bocca, neanche fosse oro colato. E sarei io la stupida, che sacrifica sé stessa per nulla?!"
Leia era una furia, ora.
"E poi continui a incolpare Edward per quello che hanno fatto i suoi genitori accusandolo di essere un impostore. Non ti rendi conto che sei fortunato che tutti non giudichino TE come il disgustoso figlio di Darth Fener?! Io non l'ho mai fatto, vuoi davvero che inizi adesso?!"
Fu come se gli avesse tirato un pugno nello stomaco. Luke la guardò ancora per qualche secondo, poi disse lentamente, e con un tono bassissimo.
"Nostro padre, NOSTRO. Dilla la parola. Ma va bene. Fai come vuoi. Sposalo. Ma non venire a piangere da me quando ti tratterà come una schiavetta." Detto questo girò i tacchi e se ne andò.
Leia rimase a fissare la figura di suo fratello che si allontanava e si chiese se, agendo così stupidamente, perché lo sapeva di aver permesso che fosse il suo orgoglio a parlare e non il suo cuore, avesse perso l'ultima famiglia le restava.
***
Nel centro di comando Anakin stava mappando Coruscant come meglio poteva su un computer sotto lo sguardo della senatrice, con la quale stava parlando dei sistemi di sicurezza del pianeta. Leia era rientrata dopo qualche minuto, piuttosto scossa, senza suo fratello e aveva allontanato Olivio con un cenno deciso. Voleva parlare con lei, ma temeva di peggiorare le cose. Vista l'assenza di Luke e la sua espressione tesa probabilmente non avevano avuto una conversazione amichevole. Alla fine si decise, Mon Monthma era stata chiamata da un altro degli ufficiali ribelli, e le si avvicinò.
Stava esaminando una mappa della galassia, con molta concentrazione.
"Leia..." cominciò, esitante.
Lei chiuse gli occhi.
"No, non farlo. Non dire che non ci si dovrebbe sposare se non per amore e bla bla bla. Non provare a fare il padre con me adesso, dopo tutto quello che hai fatto, perché non è davvero il momento!"
"Posso dirti solo una cosa?" Anakin aveva la voce implorante.
"Poi mi lascerai in pace?"
"Sì, poi ti lascerò in pace."
"Allora illuminami."
Anakin riflette un attimo su cosa dire. Dopotutto aveva una sola carta a disposizione e doveva giocarsela bene.
"Io so cosa vuol dire non vedere altre possibilità. A volte ti trovi in una situazione difficile e non vedi altra scelta, ti sembra tutto buio, e ti ritrovi a scegliere il meno peggio. Lo so cosa significa, so cosa si prova. E so anche questo cosa mi ha portato a fare. Lo sai che cosa, Leia?"
Sua figlia scossa piano la testa, guardandolo dritto negli occhi per la prima volta. Il fatto che fossero della stessa tonalità di azzurro di quelli di Luke non l'aiutava a rimanere indifferente.
"Ho tradito mia moglie, il mio migliore amico, la mia apprendista, i miei figli tutto ciò in cui credevo, per non ottenere niente. Mi sono ritrovato con tutta la mia vita distrutta e il fumo tra le mani. È per questo che ci tengo a dirti, Leia, in veste non di padre se non vuoi, ma di tuo ammiratore, perché sai ti ho sempre stimato molto, anche quando... quando ero dall'altro lato, che per una buona causa si possono sacrificare molte cose, ma nessuno dovrebbe mai sacrificare sé stesso."
Leia continuò a fissarlo senza sapere bene cosa dire.
"Mi stimavi?!" chiese poi alzando scettica un sopracciglio perfetto. L'istinto le diceva che non stava mentendo e che forse poteva fidarsi, ma il suo cervello cinico non era d'accordo.
Anakin sorrise appena. "Certo. A 19 anni avevi una determinazione e una forza che mancava alla maggior parte degli ufficiali imperiali. E poi con questa tua lotta per difendere i deboli e gli innocenti e convinzione negli ideali di pace e libertà mi ricordavi tanto tua madre. L'amavo tanto Leia... e beh forse non vuoi sentirlo, ma amo anche te e tuo fratello. Più della mia stessa vita. Mi ci è voluto tempo per rendermene conto, ma adesso mi è chiarissimo."
La principessa distolse lo sguardo e non disse niente.
"Come fai a sapere che non sono innamorata di lui?" chiese poi con una smorfia.
"Beh, prima di tutto soltanto dirlo ti ha fatto schifo, e poi a nessuno sano di mente potrebbe piacere un'oliva con le gambe."
Leia scoppiò quasi a ridere. Anakin sorrise. Edward si avvicinò.
"studiate le mappe?" chiese con il solito sorriso finto.
Poi rivolto a Anakin. "A proposito come la devo chiamare, signor...?"
"Senti Olivio, tu non chiamarmi che è meglio." Guardò con complicità Leia, a cui scappò una risatina, poi ritornò alla sua mappa.
***
Nelle tre settimane successive, Anakin continuò a lavorare a tempo pieno al centro di comando e i rapporti tra Luke e Leia rimasero tesi. Si scoprì che la passione di Edward per il verde oliva non era una cosa temporanea e questo gli valse definitamente il soprannome di Olivio da parte di Anakin e Luke. Quest'ultimo ormai dormiva ogni notte con suo padre e ogni volta che si svegliava urlando le sue braccia lo calmavano e lo tranquillizzavano abbastanza da permettergli di tornare a dormire. Tutto filava relativamente liscio, fino a che una mattina il Millenium Falcon non fece la sua comparsa rombando nell'hangar di Yavin. Per la principessa Leia l'ora della verità era arrivata.
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