L'AMORE DI UN PADRE


Il centro di comando principale della nave ammiraglia dell'Alleanza consisteva in una sala circolare dalle pareti bianche, con delle gradinate che salivano su fino al soffitto. Al momento era pieno fino all'orlo di membri del consiglio, piloti, tecnici, truppe d'assalto, generali, comandanti che chiacchieravano piano tra loro a gruppetti aspettando che la seduta iniziasse. Non sapevano che avrebbe avuto inizio solo dopo un'altra riunione molto più intima. Dalla finestra che dava sulla sala sottostante Obi Wan era silenziosamente grato di poter osservare senza essere osservato a sua volta. Alle sue spalle Mon Monthma e Padmè Amidala stavano discutendo sommessamente di qualcosa, probabilmente la loro prossima mossa, ma il vecchio Jedi prestava loro poca attenzione. Tutto il suo essere era concentrato su un membro del Consiglio nella sala sotto di lui. L'uomo dai capelli biondo-rame che teneva sulla ginocchia una bambina all'incirca sui due anni con la chioma riccia dello stesso colore. Suo figlio.

Suo figlio.

Il concetto era nuovo e eccitante e spaventoso al tempo stesso. Harry Kryze alzò gli occhi grigio-azzurri, da quella distanza non si vedevano, ma lui sapeva che erano di quel colore come i suoi, glielo aveva detto Anakin, e fece vagare lo sguardo sulle pareti soffermandosi sulla finestra nascosta, come se avesse percepito il suo sguardo. Obi Wan si immobilizzò, un brivido di paura gli corse lungo la schiena. Ma dopo pochi secondi Harry riabbassò la testa e concentrò di nuovo tutta la sua attenzione sulla bambina. Le diede un buffetto sul naso e lei sorrise radiosa.

La figlia di Harry.

Sua nipote.

Obi Wan sospirò e chiuse gli occhi prendendosi la testa fra le mani. Perché Satine non glielo aveva detto? Se l'avesse saputo... cosa avrebbe fatto? Non lo sapeva. I Jedi erano sempre stati la sua famiglia, avere una famiglia tutta per sé, una moglie e dei figli non gli era mai passato neanche per l'anticamera del cervello. Certi sentimenti erano proibiti, lo sapeva. Avrebbe lasciato l'Ordine, sì, perché di sicuro dopo quello che aveva fatto non era più degno di farne parte.

È una bella cosa.

La voce del suo vecchio Padawan gli risuonò nella mente, come se fosse la voce della sua coscienza. Obi Wan si chiese vagamente esattamente da quando la sua coscienza parlasse con la voce di Anakin e se fosse una cosa positiva. Anakin era sempre stato l'incosciente dei due. Eppure.

D'un tratto la porta della sala del consiglio si aprì e due individui che ben conosceva fecero il loro ingresso. Obi Wan li osservò farsi strada tra gli altri ribelli con sguardo pensieroso. Luke e Anakin camminavano fianco a fianco. Solo dal modo in cui si muovevano, sicuri e decisi, si vedeva quanto fossero sulla stessa lunghezza d'onda. Obi Wan conosceva il suo amico da abbastanza da sapere che da quell'apparenza controllata traspariva grande preoccupazione e il viso tirato di Luke trasmetteva più o meno lo stesso sentiment . Poi Anakin disse qualcosa all'orecchio di Luke e suo figlio gli lanciò nonostante tutto un sorriso adorante. Suo padre allungò una mano e gli arruffò i capelli e Luke si ritrasse metà infastidito, metà divertito e disse qualcosa che Obi Wan non poteva cogliere. Qualunque fossero le parole magiche che pronunciò, il viso di Anakin sembrò rilassarsi e ridacchiò anche lui poi appoggiò una mano sulla schiena di suo figlio e insieme ricominciarono ad attraversare la sala. Il respiro del vecchio Jedi si mozzò in gola quando vide Anakin passare di fianco a Harry Kryze e rivolgergli un breve cenno di saluto che il duca ricambiò con un largo sorriso. La piccola, non sapeva nemmeno il suo nome, mosse la manina verso i due sconosciuti e disse qualcosa che fece scoppiare tutti a ridere. Anakin le si avvicinò e le diede un buffetto sulla testa mentre Luke e Harry si scambiavano una stretta di mano.

Un pesante manto di malinconia si posò su Obi Wan. Aveva dedicato la sua vita all'Ordine dei Jedi, cercando di essere un Jedi il più perfetto possibile, cercando di seguire le regole. E cosa aveva ottenuto? Aveva lasciato un bambino senza padre. Anakin non era un mai stato un Jedi perfetto, anzi. Aveva sempre avuto questo totale disprezzo delle regole che era il suo marchio di fabbrica. Eppure, aveva vissuto una vita più piena della sua. Ora capiva cosa provava il suo migliore amico quando guardavo suo figlio. Quell'espressione di orgoglio e malinconia che gli attraversava il viso. Quell'amore totalizzante e senza limiti che emanava. Quell'amore che lo aveva salvato ed era stato il catalizzatore che gli aveva permesso di riuscire dove nessuno era mai riuscito. Rinunciare al Lato Oscuro. E in quell'istante Obi Wan si rese conto che erano stati dei folli, a pensare che quel sentimento fosse sbagliato, che fosse pericoloso. Era una fiamma splendente che accendeva le stelle. Era ciò che faceva girare la Galassia. Che l'avrebbe fatta girare per sempre.

Si ora ne era certo. Se Satine glielo avesse detto avrebbe lasciato l'Ordine. Non la avrebbe abbandonata. Ma non perché non era più degno di farne parte, ma perché suo figlio valeva molto di più. Ma Satine non glielo aveva detto, e lui non aveva mai conosciuto suo figlio. Per l'ennesima volta si chiese il motivo della decisione di lei.

"Non credo tu debba incolparla."

Perso nei suoi pensieri non si accorse che Anakin era entrato nella sala riunioni ed era al suo fianco. Sobbalzò e si voltò a guardarlo. Anakin gli sorrise ed Obi Wan si rese conto che probabilmente aveva sentito i suoi pensieri turbolenti.

"Satine." Specificò Anakin.

Obi Wan distolse lo sguardo e lo punto di nuovo su suo figlio. Sembrava non potesse farne a meno.

"Magari cercava di proteggerti."

Obi Wan si voltò di scattò a guardare il suo ex padawan come se gli fosse cresciuto due grosse corna viola in testa.

"E non guardarmi con quella faccia." Lo ammonì Anakin. "Magari non voleva che ti sentissi obbligato a rinunciare al tuo futuro per lei."

Il suo maestro lo fissò con uno sguardo confuso. Anakin alzò le spalle. "Questo è il motivo per cui non ho mai lasciato l'Ordine dopo che mi sono innamorato di Padmè." Spiegò e Obi Wan notò che aveva pronunciato le parole 'mi sono innamorato di Padmè' con una naturalezza che sapeva che lui, Obi Wan, non avrebbe mai raggiunto. "Non voleva che lasciassi l'Ordine, non lo trovava giusto nei miei confronti e in quelli della galassia che aveva bisogno di me."

"L'avresti fatto? Lasciare l'Ordine?" chiese Obi Wan, senza essere sicuro di quale risposta avrebbe preferito ricevere.

Anakin sospirò. "Sì." Disse con voce decisa. "Sì, l'avrei fatto. Pensavo di farlo alla nascita di Luke e Leia in ogni caso, prima che..." la voce gli si spezzò e Obi Wan potè percepire il lampo di dolore che attraversò tutto il corpo del suo padawan. D'improvviso realizzò che anche Anakin non aveva visto crescere i suoi figli e che probabilmente si sentiva responsabile per questo. Con quello poteva ben simpatizzare.

Preso da chissà quale istinto allungò una mano e l'appoggiò sulla spalla di Anakin. Quest'ultimo la fissò come se fosse un fantasma ma non si ritrasse. Obi Wan gli sorrise. "Sono orgoglioso di te." dichiarò.

Anakin arrossì preso di sorpresa e distolse lo sguardo. "C'è poco da essere orgogliosi." Borbottò.

"No invece." Ribattè fermamente Obi Wan stringendogli il braccio. "Tu... ci hai insegnato che nonostante siamo in grado di usare la Forza siamo umani anche noi, e proviamo emozioni umane che non ci rendono deboli, anzi."

Anakin lo fissò negli occhi e il suo maestro sorrise ancora di più. "Potresti aver segnato una grande svolta, Anakin."

"Sei un padre fantastico." Continuò Obi Wan imperterrito e Anakin sbuffò. "Ti adora." Disse indicando Luke con un cenno della testa. "E anche Leia ti adorerà, quando la riporteremo a casa." Anakin lo guardò con uno sguardo scettico. "Abbi fede." Disse Obi Wan. "Io ce l'ho in te."

Anakin sorrise timidamente. "Grazie, Maestro." Disse piano. Obi Wan gli strinse un'ultima volta la spalla poi vide qualcosa che attirò la sua attenzione. Ora che aveva iniziato voleva andare fino in fondo. Più o meno.

Luke stava seduto, ancora un poco affaticato dalla ferita ricevuta, e parlava con sua madre. Obi Wan gli si avvicinò. Padmè intercettò lo sguardo di Anakin che li aveva seguiti e si allontanò un poco per osservare un mappa della galassia.

"Ciao, Luke." esordì.

Luke si voltò verso di lui e gli sorrise. "Ciao, Ben. Cioè, volevo dire, Obi Wan." Si corresse velocemente.

Obi Wan ridacchiò e guardò negli occhi azzurri di Luke, una copia quasi esatta di quelli di suo padre. "Come stai?" chiese esitante.

"Benissimo." Replicò immediatamente Luke. Lo sbuffò di suo padre si sentì chiaramente e Luke lo guardò come sfidandolo a dire qualcosa. Anakin sbuffò di nuovo e tenne la bocca chiusa, mentre un sorriso furbetto si formava sulle labbra sulle labbra di suo figlio. Ad Obi Wan parve di sentire Anakin borbottare qualcosa che suonava sospettosamente come 'furbetto'.

"Sono contento." Disse con sincerità. Che altro? Non era mai stato bravo ed esprimere i suoi sentimenti. Come far sapere a Luke cosa provava? D'istinto prese una decisione. Se le parole non funzionavano poteva provare in altro modo.

Tentennando ed esitando circondò Luke con le braccia da dietro, in una sorta di abbraccio goffo. Luke sobbalzò di sorpresa ma poi gli picchiettò il braccio con la mano sinistra. Dopo pochi secondi Obi Wan lo lasciò andare e notò che la faccia del ragazzo era arrossita. Anakin intanto fissava un punto sulla parete con un sorriso sornione. Luke cercò lo sguardo di suo padre, vagamente confuso ed Obi Wan si chiese cosa si provasse ad avere qualcuno che ti guarda con quel tipo di fiducia incondizionata. Il suo padawan era un uomo fortunato. Anakin diede un buffetto leggero alla guancia ancora arrossata di suo figlio e si posizionò in piedi dietro la sua sedia, appoggiandogli le mani sulle spalle.

Mon Monthma richiamò l'attenzione di tutti. La riunione era cominciata. Era tempo di preparare una battaglia.


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